Dott.ssa Alessandra Gaffo

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Dott.ssa Alessandra Gaffo Psicologa psicoterapeuta Psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Iscritta all'Ordine degli Psicologi del Veneto - n. 10900. Sostegno alla genitorialità.

Psicoterapia ad adulti, giovani adulti, ragazzi adolescenti e bambini che stanno attraversando sofferenze psicologiche manifestate attraverso disagio relazionale (conflitti con la famiglia, amici, compagni di scuola, partner, separazione dei genitori...), difficoltà a modulare e gestire gli affetti, senso generale di insicurezza o di confusione o attraverso manifestazioni specifiche (disturbi dell'umore, depressione, ansia, attacchi di panico, lutto, sintomi somatici, pensieri ricorrenti...). Ricevo su appuntamento.

02/07/2024

“L'incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c'è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.”

(Carl Jung)

https://www.fondazioneprogettouomo.it/academy/giovani-hikikomori-approcci-inclusivi-un-passo-alla-volta/27 giugno 2024 G...
02/07/2024

https://www.fondazioneprogettouomo.it/academy/giovani-hikikomori-approcci-inclusivi-un-passo-alla-volta/

27 giugno 2024
Giornata arricchente e stimolante. La tematica delicata del fenomeno hikikomori richiede spazio per pensare, sentire, porsi domande, fare un passo indietro.

"Per poter pensare serve silenzio,
Per sognare serve buio,
Per vivere serve fiducia"
(Dal Zovo D., Gasparinetti N., Rossetto G., et al., 2022)

"Giovani Hikikomori. Approcci inclusivi, un passo alla volta". 4 Eventi formativi gratuiti per professionisti, operatori, educatori

La rabbia viene spesso percepita come qualcosa di distruttivo che spaventa. Ma per potersi nutrire, si deve poter romper...
08/04/2024

La rabbia viene spesso percepita come qualcosa di distruttivo che spaventa. Ma per potersi nutrire, si deve poter rompere; per potersi conoscere, definire, comprendere cosa c’è dentro bisogna poter tollerare di arrabbiarsi avendo fiducia nella relazione, che per dare buon nutrimento contiene parti “buone” e parti “cattive”.

26/03/2024

🚀 Il tuo 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗖𝗼𝗶𝗿𝗮𝗴 inizia da qui: “𝗟𝗮 𝗱𝗶𝗮𝗴𝗻𝗼𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗺𝗮𝗽𝗽𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗮.”

📆 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗲𝗱𝗶̀ 𝟭𝟭 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲 dalle 𝟮𝟬:𝟯𝟬 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟮𝟮:𝟯𝟬
📍 𝗩𝗶𝗮 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗟𝘂𝗰𝗶𝗮 𝟰𝟮 – 𝗣𝗮𝗱𝗼𝘃𝗮

📚 L’Open day Coirag è l’occasione di conoscere più a fondo 𝗹’𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗶𝗮.

🎯 L’incontro suggerisce una visione della 𝗱𝗶𝗮𝗴𝗻𝗼𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗰𝗶𝗻𝗱𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗼 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗮: il modello diagnostico Coirag, infatti, si propone di individuare i 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗶𝗰𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗼 𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗮𝗹𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮𝗱𝗮𝘁𝘁𝗶.

🔸 𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗿𝗿𝗮𝗻𝗻𝗼 nella conversazione:
𝗘𝗹𝗲𝗼𝗻𝗼𝗿𝗮 𝗦𝗴𝗮𝗿𝗮𝘃𝗮𝘁𝘁𝗶, coordinatrice del III anno Scuola Coirag sede di Padova
𝗔𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗮 𝗗𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗚𝗿𝗼𝘁𝘁𝗮𝗴𝗹𝗶𝗲, psicologa e psicoterapeuta Coirag
𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗮 𝗗𝗶 𝗥𝗶𝘀𝗼, docente di “Processo diagnostico e costruzione del progetto terapeutico”, Scuola Coirag sede di Padova
𝗔𝗹𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗿𝗮 𝗚𝗮𝗳𝗳𝗼, psicologa e psicoterapeuta Coirag

❗𝗖𝗶 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶, 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗲❗

𝗔𝗽𝗽𝗿𝗼𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶𝘀𝗰𝗶 e 𝗶𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗶𝘁𝗶 qui 👉 https://bit.ly/43aU0tk

La funzione paterna ha a che fare con il limite e la spinta al mondo esterno. Chi assume la funzione paterna (“può, in m...
25/03/2024

La funzione paterna ha a che fare con il limite e la spinta al mondo esterno.

Chi assume la funzione paterna (“può, in maniera indifferente, essere svolta sia da soggetti di sesso maschile che femminile” - Lo Castro, 1997) mette ordine nella relazione tra madre e figlio, separando la diade madre-figlio, limitando quindi il desiderio della madre spostandolo su qualcuno che non sia il bambino evitando che il bambino venga sopraffatto dal desiderio della madre e che scompaia come Soggetto (Senin, 1997).

Contemporaneamente pone un limite al bambino segnalando che deve cercare altrove il proprio oggetto d’amore.

Il “padre” “non deve incarnare la Legge, essere un tiranno […] non deve essere neanche un padre che terrorizza o un padre dal godimento sessuale senza limite”(Senin, 1997).

Quando si parla di “separazione” della diade madre-figlio non si tratta di una separazione di tipo “fisica”, ma ha a che fare con lo spazio che il padre ha nel discorso della madre “che lascia o no il posto a questa funzione, è lì dove le cose si giocano” (Maiocchi, 2009).

Nuovi inizi. Il cambiamento porta con sé tante emozioni: euforia, orgoglio e soddisfazione ma anche paura, nostalgia e b...
18/03/2024

Nuovi inizi. Il cambiamento porta con sé tante emozioni: euforia, orgoglio e soddisfazione ma anche paura, nostalgia e blocco. Anche i cambiamenti che sembrano così desiderati e attesi possono far arrestare perché “non è più come prima”, per timore di percorrere una strada non conosciuta. Esserne consapevoli però permette di godersi pienamente il processo nella sua oscillazione, nella sua complessità, nella sua interezza.

"Lo scopo unico e ultimo della psicoanalisi è quello di guarire. Non ha senso pensare la psicoanalisi come se fosse una ...
26/02/2024

"Lo scopo unico e ultimo della psicoanalisi è quello di guarire. Non ha senso pensare la psicoanalisi come se fosse una sorta di via mistica, esoterica o anche cognitiva verso l'illuminazione. Sostanzialmente il "miracolo" che essa produce è quello di lenire la sofferenza psichica. I sintomi "risognati" da paziente e analista, ossia resi in qualche modo significativi, si trasformano in immagini, in narrazioni, in sogni capaci di permettere una vita mentale più serena e armonica."
A. Ferro, G. Civitarese. Un invito alla psicoanalisi

Immagine: Rene Magritte, Terapista. 1937

I cambiamenti, che sembrano improvvisi, sono momenti che generano uno sconvolgimento dell'assetto interiore di un indivi...
19/02/2024

I cambiamenti, che sembrano improvvisi, sono momenti che generano uno sconvolgimento dell'assetto interiore di un individuo, inquietudine, smarrimento.
La crisi determina un’incrinatura, un’interruzione della precedente armonia.
Ma crisi, dal latino “crisis” e dal greco “krisis”, significa scelta, decisione.
La crisi, anche se difficile da sentire nel momento in cui la si sta attraversando, è un’opportunità per prendere in mano ciò che non stava più funzionando e che richiede di pensare a nuove strade da percorrere.

Winnicott ci parla dell’odio materno nei confronti del suo bambino, riconoscendolo, legittimandolo, considerandolo come ...
12/02/2024

Winnicott ci parla dell’odio materno nei confronti del suo bambino, riconoscendolo, legittimandolo, considerandolo come sentimento possibile di una madre “sufficientemente buona”.

“La madre, comunque, odia il suo piccolo fin dall’inizio.
[…] Permettetemi di menzionare alcune delle ragioni per cui una madre odia il suo piccolo, […]:

Il concepimento (mentale) del bambino non le appartiene.

Il bambino non è quello del gioco dell’infanzia, il bambino del padre, del fratello, ecc.

Il bambino non è prodotto per magia.

Il bambino è un pericolo per il suo corpo durante la gravidanza ed alla nascita.

Il bambino rappresenta un’interferenza nella sua vita privata, una sfida alla precedente occupazione.

In maggiore o minor misura una madre ha la sensazione che sia la propria madre ad esigere un bambino, per cui il suo bambino è prodotto per placare la propria madre.

Il bambino le ferisce i capezzoli anche se succhia, perché succhiare, all’inizio, è masticare.

Il bambino è spietato, la tratta come una feccia, una serva non pagata, una schiava.

Essa deve amarlo, i suoi escrementi e tutto, in ogni caso all’inizio, fino a quando il bambino non avrà dei dubbi su se stesso.

Il bambino cerca di farle male, ogni tanto la morde, tutto per amore.

L’amore ardente del bambino è un amore interessato, per cui, avendo ottenuto ciò che vuole, il bambino getta via la madre come una scorza d’arancio.

Il bambino all’inizio deve dominare, dev’essere protetto dalle coincidenze, bisogna che la vita si svolga secondo il suo ritmo, e tutto questo esige dalla madre un lavoro continuo e minuzioso. Per esempio, la madre non dev’essere ansiosa quando lo tiene, ecc.

All’inizio il bambino non sa assolutamente ciò che la madre fa o sacrifica per lui. E, soprattutto, non può concepire l’odio della madre.

Il bambino è sospettoso, rifiuta il buon cibo dalla madre e la dubitare di se stessa, ma mangia bene con la zia.

Dopo una mattina spaventosa con lui, la madre esce, ed il bambino sorride ad un estraneo che dice: “Com’è carino”.

Se manca nei suoi confronti all’inizio la madre sa che il bambino gliela farà pagare per tutta la vita."
[…]
(continua nei commenti)

"Nonna, come si fa a superare un momento così buio?""Bambina mia, l'oscurità è solo un invito. A liberarti dalla vita di...
05/02/2024

"Nonna, come si fa a superare un momento così buio?"
"Bambina mia, l'oscurità è solo un invito. A liberarti dalla vita di prima. Si spengono i riflettori su ciò che era per poter vedere ciò che è."
"In questo momento vedo solo nero."
"Perché stai cercando la luminosità quando invece è proprio in quel nero che puoi trovare la tua forza. Non rifiutare il buio, attraversalo."
"Potrei morire..."
"Potresti invece solo guarire. Da tutti i tuoi malanni interiori."
"Nonna, guarire è un'altra cosa. Vuol dire sentirsi bene, in pace con se stessi e con il mondo, significa essere in forma ed avere forze necessarie per affrontare la vita."
"Bambina mia, ci hanno fatto credere che per stare bene bisogna impiegare il tempo ad allontanare i problemi. Ma la via per l'arricchimento interiore è un altro. Guarire significa avere il coraggio di camminare attraverso la propria oscurità. Non conosco altra via di guarigione se non il viaggio buio e misterioso. Dentro se stessi."
Elena Bernabè

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