
23/11/2024
DAL CAMPO
Mi avete chiesto spesso in questo mese “Laura come stai? Come sta andando la tua missione?”
È difficile rispondere, mi piacerebbe ma c’è tanto contrasto in ogni pensiero, ogni frase che sento ed elaboro. C’è senso di impotenza e stimoli continui. C’è voglia di capire e voglia di aiutare. C’è voglia di normalizzare “sono qui per lavorare” per rendere meno pesante tutto questo.
Dopo un inizio decisamente difficile a causa di un fermo di più di una settimana per il “battesimo del fuoco” (come l’ha definito qualcuno) aka una br**ta gastroenterite (che ancora devo capire bene che cosa sia stata), ho iniziato il lavoro sul campo e a vedere con i miei occhi la fame, le malattie, la sofferenza… ma anche la voglia di andare avanti, il saper vivere secondo canoni che non rispecchiano l’Occidente e ciò che noi crediamo da sempre sia il modo giusto di vivere, perché questo ci hanno raccontato e fatto conoscere come l’unica forma giusta per fare le cose.
La verità è che sto imparando. Sto imparando tanto.
E sono grata per tutto questo. Entrare così in contatto con la popolazione sudanese mi sta facendo capire quanto sia lunga ancora la strada per allontanare un razzismo interiorizzato che non vorrei mi appartenesse ma mi rendo conto che appartiene a tuttə.
Non voglio romanticizzare nulla.
Neanche un secondo di ciò che vivo.
Non serve avere pietà, serve imparare a informarsi, andare oltre e non credere che siamo superiori ad altri, perché se sceglieremo questo continueremo a non capirci un ca44o.
E allora mi spoglio ancora una volta di tutti i bias, le paure e i pregiudizi e vado a bere un altro caffè con zenzero in riva al mare, con 30 gradi all’ombra e le magliette sempre sudate.
Vi spero bene ❤️🩹 a presto
Laura