28/08/2025
"La responsabilità è potere di risposta, è un’opportunità, perché se sono responsabile di qualcosa allora posso agire e se posso agire sono libero di cambiare ciò che della mia vita non mi piace. Essere responsabili ci rende liberi. (...)
Un adulto deresponsabilizzato è colui che si aspetta che sia l’altro a farsi carico della sua soddisfazione: pretende di trovare le tazze pulite anche quando è stato lui a sporcarle, desidera che ci sia qualcuno ad alleviare le sue tristezze anche se non sa darsi sollievo da solo. È inconsapevole del potere delle sue azioni, si sottovaluta. Quando diamo costantemente agli altri ogni responsabilità, in particolare di averci fatto sentire tristi o arrabbiati, ci priviamo di potere. Cediamo la nostra libertà. Ci costringiamo a vivere vite instabili, il perché è ovvio: non possiamo certo controllare il comportamento altrui. Sugli altri non abbiamo potere ma su noi sì. (...)
Sentirsi arrabbiati e delusi perché gli altri ignorano i nostri bisogni
è legittimo, continuare ad aspettarsi che cambino e ci guardino per ciò che siamo è, purtroppo, immaturo. Concedere una seconda, una terza e anche una quarta possibilità a chi ci ha ferito è spesso un modo per regalare a se stessi altro tempo. Nel profondo, sappiamo bene che non funzionerà, che tornerà a ferirci ma non ci sentiamo ancora pronti a lasciare andare. Non vogliamo la responsabilità di quel dolore e per proteggerci continuiamo a deresponsabilizzarci, continuiamo a sopportare “senza rispondere” con risolutezza. È facile diventare deresponsabilizzati quando camminiamo costantemente a testa bassa: non ci guardiamo intorno, non ci mettiamo alla prova e di conseguenza non sappiamo di cosa siamo davvero capaci. Poniamo un limite al nostro potere. Allora tiriamola su quella testa e iniziamo a valutare l’ampio ventaglio di risposte che ancora non ci siamo concessi".
Tratto dal libro "Il mondo con i tuoi occhi" di Anna De Simone e Ana Maria Sepe