
17/07/2025
MONOLOGO: IL TRENO NON PASSA DUE VOLTE
Ci sono anime
che abitano i binari
senza mai salire sul treno.
Lo guardano arrivare,
con le luci accese e i finestrini aperti,
lo sentono fischiare
come un richiamo antico…
ma restano ferme.
Ancora un po’.
Solo un altro giorno,
dicono.
Aspettano che il passato restituisca ciò che ha preso,
che il dolore cambi forma,
che la ferita smetta di fare rumore.
Ma non succede.
Non succede mai.
Perché non è il tempo che guarisce.
È la scelta.
È il coraggio.
È il lasciare andare ciò che pesa,
anche se ha la voce della madre,
del primo amore,
del fallimento che ti ha spezzato.
Sono diventati bravi,
ma bravi davvero,
a vivere nel purgatorio.
Quel luogo dove non si è più vittime,
ma neanche liberi.
Si vive… ma senza spinta.
Si sente… ma col volume basso.
Si ama… ma solo a metà,
perché l’altra metà è ancora occupata
da chi non c’è più.
E poi…
arriva il treno.
Ancora una volta.
Forse l’ultima.
Ha i sedili caldi,
un viaggio da iniziare,
e la voce gentile del destino
che dice:
“È ora.”
Ma loro…
si tengono stretti al loro piccolo inferno personale.
Un inferno fatto di ricordi usurati,
di occasioni mancate,
di amori chiusi in cassetti
che profumano ancora,
ma non vivono più.
Non è egoismo.
Non è debolezza.
È paura.
La più potente delle paure:
quella di essere felici davvero.
Perché per essere felici
bisogna rinunciare al ruolo di chi soffre.
Bisogna smettere di dire
“se solo…”,
“un giorno…”,
“quando guarirò…”
No.
La vita non aspetta.
L’amore non si implora.
La felicità non è una ricompensa.
È un atto di coraggio.
Un salto.
Un biglietto timbrato verso l’ignoto.
E tu che leggi…
se senti che quel treno è tornato,
sali.
Non chiedere dove va.
Non cercare garanzie.
Prendi posto.
Lascia il passato sulla banchina.
E guardalo allontanarsi.
Non era casa.
Era prigione.
E adesso puoi volare.
olinetto
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