16/11/2025
~ Praticare con le preoccupazioni 🪷
Le avversità ci offrono l'occasione di rapportarci ad esse in modo non reattivo.
Dopo avere conseguito una certa familiarità con le pratiche di consapevolezza e di mindfulness, possiamo:
1. dirigere l'attenzione / consapevolezza molte volte sulle preoccupazioni;
2. portare una chiara consapevolezza della sofferenza presente e prenderne atto ('C'è, la sento, non me lo nascondo') cercando di non aggiungere altro ('Soffro più/meno di ieri, soffro più/meno di un altro), né di interrogarsi ansiosamente ('Come mai? Perché soffro così?'); né alimento la resistenza alla sofferenza ('Non dovrei preoccuparmi così, è ridicolo per una cosa del genere..)
3. cerchiamo di cogliere l'inutilità delle preoccupazioni
3. cogliamo l'utilità della mente capace di curare rivolta alla mente del turbamento e preoccupazione.
4. ricorriamo all'attenzione al respiro o alla ripetizione di frasi di benevolenza (metta).
Il "microscopio" della pratica ci fa vedere che, anche quando la preoccupazione permane, comunque qualcosa cambia. Portare una consapevolezza diretta sull'avversione ci porta in una realtà nettamente differente da quella della preoccupazione lasciata a se stessa.
Tratto liberamente da Corrado Pensa, 'Il silenzio tra due onde', e 'Affrettati piano'