Osteo-ostetrica del perineo

Osteo-ostetrica del perineo ostetrica e osteopata in formazione, specializzata nel trattamento del pavimento pelvico femminile

03/01/2023

L’osteopatia, attraverso una manipolazione dolce e tecniche non invasive, è utile per alleviare i dolori e i disturbi più frequenti che si presentano in gravidanza anche nel periodo successivo al parto.

Almeno un paio di donne al giorno cominciano il racconto delle loro innumerevoli visite alla ricerca di una soluzione al...
03/09/2022

Almeno un paio di donne al giorno cominciano il racconto delle loro innumerevoli visite alla ricerca di una soluzione al bruciore e dolore vulvare con queste parole..
siamo proprio sicuri che le perdite biancastre siano sempre candida??????

02/08/2022

Se lo tieni in braccio lo vizi.
Gli hai dato il vizio delle braccia..
Che mammone...
Deve imparare a consolarsi da solo...

Ecco, anche basta con questi commenti.
I bambini piccoli hanno bisogno di genitori amorevoli che accolgono i loro bisogni.
Quindi c'è bisogno di nutrirli certo, ma c'è bisogno anche di farli sentire contenuti, protetti, cullati.
Il contatto, la vicinanza, la risposta rassicurante da parte del genitore sono indispensabili per il benessere presente e futuro del bambino.
Giorgia C***a

📚 Approfondisco l'argomento nei libri Scusate ma la mamma sono io, Bebè a costo zero e Neomamma è facile

27/06/2022

Liofilizzati… Omogeneizzati… vasetti di frutta…

Il mercato è molto ricco e ormai non solo le farmacie ma anche tutti i supermercati sono sempre ben forniti.

Dott. Montini che ne pensi? Come orientarsi davanti ad uno scaffale così ricco?

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Che ne penso?

Che sono ottimi e dicono che sono anche fatti con carni scelte e controllate.

Per i vecchietti sdentati o dopo patologie importanti che rendono difficile la masticazione sono una buona soluzione per offrire una alimentazione nutriente.

“Per i vecchietti sdentati??”

“Ma che dici?!”

“Sono alimenti per bambini! Servono per passare gradualmente dal latte ad alimenti solidi!”

“Sono alimenti pensati per lo svezzamento!”

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Uhm… in effetti anche i bambini non hanno i dentini, e su questo hai ragione, ma loro non hanno problemi di deglutizione e poi rifletti: tu in bocca frulli o mastichi?

I tuoi spaghetti diventano pezzettini o si trasformano in una mousse?

E per qualche milione di anni prima che inventassero omogeneizzati e liofilizzati, come facevano?

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Inoltre lo stimolo che dice al dentino che è arrivato il momento di uscire è la “masticazione” con le gengive.

Intorno ai sei mesi i bambini stringono tutto e “addentano” con le loro gengive.

Perché considerarli invalidi e trattarli come vecchietti allettati?

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Nel passato remoto le mamme per svezzare i loro bambini masticavano quello che avevano nel piatto e lo davano al loro bambino (forse non lo sapete ma l’origine remota del bacio è questa!) e in qualche tribù del mondo si fa ancora così.

Ok oggi non si fa, ma la saliva di mamma aveva e ha una azione importante per aiutare la digestione del bambino e modularne la risposta ai nuovi alimenti.

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E allora… perché non sminuzzare quello che mangia mamma e offrirlo al bambino che lo chiede?

Il bambino è un buongustaio e gli piace molto quello che cucina la sua mamma!

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“Ok stai parlando della moda dell’autosvezzamento che dice di far mangiare a pezzi da subito e far fare i corsi di disostruzione alle mamme?”

No.
Sto parlando della “alimentazione complementare” che è solo un affiancamento graduale di alimenti solidi al latte.

In piccole quantità e seguendo le richieste del bambino.

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I pezzi interi sono forzature non consigliate.

Il modello della consistenza è il “masticato” di mamma.

Quindi non mousse e non frullato spinto per fare omogeneizzati, ma semplicemente sminuzzato in pezzetti che via via diventeranno più grandi.

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Le nostre bis bis bis bis nonne hanno sempre fatto così e sembra che abbiano fatto molto bene!

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“Ok “alimentazione complementare” e chiamala come vuoi.

“Ma sempre parliamo di una moda che dovrebbe essere regolamentata!

“Mangiare da subito insieme con mamma e papà!” “Che follia!”

“E le allergie?"
"E il sale?"
"E il rischio di shock anafilattici?"
"E gli squilibri nutrizionali?”

“Non sarebbe molto meglio essere prudenti e offrire prodotti controllati specifici per bambini?”

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Si, certo!

E’ molto meglio preve**re allergie, intolleranze alimentari e anche far mangiar bene tutta la famiglia per preve**re malattie importanti per tutti!

Come?

Con la alimentazione complementare a tavola con mamma e papà!

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Questa però devo spiegartela bene e allora lo faccio con il prossimo post perché già questo è diventato troppo lungo!

17/06/2022
Il pianto..
30/05/2022

Il pianto..

Il pianto dei bambini…

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“Non lo far piangere!” Frase istintiva.

Il pianto infatti innesca allarme e fastidio e la spinta ad interve**re per risolvere il disagio è immediato.

Giusto? Certo!

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Assolutamente giusto nel primo anno di vita, quando i bambini con il pianto esprimono bisogni o dolori.

A quella età i piccoli non hanno “vizi” e non “fanno capricci”.

Banalizzare (“il pianto apre i polmoni!”) o lasciarli piangere per “non viziarli” o “farli abituare” a qualcosa è completamente sbagliato.

Significherebbe infatti lasciarli nella disperazione di un abbandono e scrivere nella loro testolina che il mondo è cattivo ed è inutile chiedere aiuto!

In due parole: un disastro!

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Trovare sempre un aiuto e una risposta al bisogno permette invece al loro cervello di costruirsi aperto alle possibilità e disposto ad affrontare la vita in modo positivo.

Quindi… “Non li facciamo piangere!”

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Ma a due anni le cose cambiano.

Il pianto può diventare “arma” e il bambino può imparare ad usarla per modificare il comportamento dei grandi a suo vantaggio.

Non più quindi solo espressione di disagio o dolore, ma anche capriccio e scarica di adrenalina.

E allora l’istintivo “Non lo far piangere!” per risolvere un nostro fastidio può... far male!

Piegarsi ad ogni richiesta in risposta ad un capriccio può costruire piccoli tiranni con un senso di onnipotenza, pronto ad andare in frantumi alle prime difficoltà della vita vera, fino a trasformarsi in un pervasivo senso di inadeguatezza!

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Perché?

A due anni, come per qualsiasi età, i bambini hanno bisogno di sentirsi amati, stimati e accolti per quello che sono, così come sono.

…Ma hanno un uguale bisogno anche di imparare a controllare la loro impulsività e superare frustrazioni senza abbattersi.

Servono le regole che non sono imposizioni o limitazione di libertà, ma capacità di inserimento sociale, autocontrollo e sensibilità verso gli altri.

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Le regole e il loro rispetto costruito nell’ambito di un contesto accogliente amorevole ed empatico, rispondono al bisogno di sentire il “contenimento” di mamma e papà come un lungo abbraccio forte e sicuro.

Quindi non comandi variabili e imposti secondo gli umori, ma fermezza coerente sempre bilanciata da affettuosa dolcezza.

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Il pianto sofferenza e disagio abbia sempre e comunque il soccorso di mamma e papà.

Ma il pianto per vincere un capriccio non vinca mai!

Mai.

Il NO è sempre NO. Il Si è sempre Si.

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L’arte è farli sentire sempre amati anche quando è NO.

Ok, dobbiamo fare i conti con una inondazione di adrenalina!
Ma non ci facciamo coinvolgere.
Niente rabbia, noi siamo fermi e tranquilli, ma il nostro NO resta NO.

Non abbiamo paura del pianto o della disperazione per un capriccio.

Sappiamo che il bambino ha un po’ di adrenalina da smaltire e che la sua teatralità cerca una platea.

Mamma non fa la platea.

E’ ferma e attende pronta ad accogliere e perdonare subito dopo la tempesta per sottolineare tutto il suo amore!

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Essere e fare. Teniamoli sempre ben divisi!

Tu sei sempre bello bravo e buono l’amore della tua mamma!

… Ma non si fa! Punto.

18/05/2022

Pensiamoci prima!

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Biondo, bruno, con i riccioli, occhi chiari o scuri, maschio o femmina…

Va bene tutto!

Ma… “Che sia sano!”

E’ l’ansia di tutte le mamme e di tutti i papà in attesa.

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Durante la gravidanza facciamo controlli, ecografie, visite… Perfetto!

Ma possiamo fare di più e meglio per ridurre in modo significativo il rischio di avere un figlio con problemi importanti.

Cosa?

…pensarci prima!

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La mamma si accorge di aspettare un bambino dopo circa 5-6 settimane dal concepimento.

Tra test fatti e ripetuti, festeggiamenti e attesa di un appuntamento, la prima visita ginecologica non si fa mai prima della 7°- 8° settimana di gestazione (50°- 60° giorno).

Per quella data il piccino ha già un cuoricino che batte (dal 21° giorno!) !

Il suo tubo neurale (quello che farà sviluppare il sistema nervoso con il midollo spinale) è già chiuso (lo fa dal 24° al 28° giorno) !

Ha già gli abbozzi degli arti superiori (28° giorno) e di quelli inferiori (30°giorno) !

Gli si è già chiuso il labbro superiore (35° giorno) e ha già le dita (35° giorno)!

Che bello!

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Sarà a questo punto però che il ginecologo inizierà a parlare di “prevenzione”:

“Cara signora, assuma acido folico per i difetti di chiusura del tubo neurale, prenda delle vitamine, facciamo dei controlli per possibili infezioni…”

Uhm… “Prevenzione”!??

Il piccolo è praticamente già tutto formato e la parola “prevenzione” dopo l’ottava settimana di gestazione è… mettete voi l’aggettivo!

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Che vuol dire tutto questo?

Vuol dire che non possiamo aspettare di fare un test di gravidanza e la visita di un dottore per iniziare una prevenzione!

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E allora, come si deve fare?

Se c’è il desiderio di avere dei bambini… dobbiamo comportarci come se i bambini già ci fossero!

Quindi attenzione e cura per la coppia, ma particolarmente per la salute della donna, possibile mamma!

Quando?

Quando un uomo la ama e “chissà se…”

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E allora:

Andiamo da un dottore che valuti lo stato generale, escluda malattie croniche o genetiche e cerchi anche situazioni particolari, frequenti nella popolazione ma che spesso non si sa di avere.

Per esempio lo stato di portatore di anemia mediterranea, la condizione di gruppo RH negativo, l'insulino-resistenza o il diabete (non conclamato).

Situazioni frequenti che possono sfuggire, ma importanti per la gestione del nascituro.

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In questo periodo siamo in piena preparazione per la “prova costume”: dieta ferrea fino a fine giugno-luglio!

E quando saremo in vacanza… almeno una volta all’anno “Che sarà mai se metto su qualche chilo!”

Ok, va bene.

Però quando “non si sa mai” piuttosto che dieta per la “prova costume” dovremmo pensare a quella per “la prova mamma”:

non troppo e non troppo poco. Mediterranea più possibile!

Dimagrimenti rapidi in momenti critici, infatti, non sono ideali quando c’è da costruire!

E anche l’eccesso di grassi non rassicura per intraprendere una gravidanza!

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E poi per le “possibili mamme” attenzione ai tossici “nemici noti” dei bambini: il fumo e l’alcool.

Possono davvero far male allo sviluppo del cervello in formazione.
E allora, se si è spose o compagne…

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In alcuni ambienti di lavoro particolari le donne sono esposte a sostanze chimiche che potrebbero essere pericolose per i nascituri.

Purtroppo il mondo del lavoro è fin troppo spesso contro mamme e bambini.

Non possiamo fare molto, lo so. Ma facciamo quello che possiamo…

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Naturalmente consideriamo le malattie infettive verso cui ogni donna dovrebbe essere vaccinata prima di concepire un bambino: in particolare la Rosolia e la Varicella.

Aggiungo che sarebbe una buona idea anche un controllo una tantum per cercare una eventuale immunizzazione contro il citomegalovirus e il toxoplasma.

Perchè?

Solo per stare tranquilli se ci sono gli anticorpi (inutile ricontrollarli) e per avere attenzione a carni poco cotte, verdure non ben lavate, insaccati e contatto con deiezioni di gatti, in caso contrario.

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Lascio alla fine l’importante raccomandazione di assumere l’acido folico che è una vitamina necessaria per costruire nuove cellule.

In gravidanza il suo fabbisogno è naturalmente maggiore e le evidenze del suo ruolo per preve**re i difetti del tubo neurale sono ormai certezze.

Viene prescritto a tutte le donne in gestazione ma, come si è visto, la sua vera necessità è concentrata nella fase precocissima, quando la donna non sa di aspettare un bambino!

E allora?

Se potreste scoprire di essere diventate delle mamme, non aspettate un test per iniziare ad assumerlo!

07/05/2022

Una sgridata.

Ok, va bene. Ci tocca. Ma…

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Una sgridata:

Non dovrebbe spaventare…

Non dovrebbe umiliare…

Non dovrebbe far male…

Non dovrebbe essere una esplosione di ira…

Non dovrebbe essere una punizione lunga…

Non dovrebbe perdersi in spiegazioni complesse…

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O detto “non dovrebbe.” (Ci proviamo!)

“E allora, che razza di sgridata è??”

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Una sgridata dovrebbe essere:

Fermezza, non rabbia.

Un “NO” chiaro. Mirato all’azione, non alla persona.

Una risposta immediata e coerente ad una azione sbagliata.

Accompagnata ad un verbale che non permetta dubbi.

Breve, acuta, decisa.

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….Ma sempre concludersi con un abbraccio e un bacio che la cancelli dal cuore e la lasci solo nella mente!

Perché “non si fa!” …”Ma tu sei sempre bello bravo e buono, l’amore della tua mamma!”

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Quindi niente umiliazioni, niente “botte” (che fanno sempre e comunque malissimo!), niente minacce, niente sceneggiate, niente punizioni complicate ecc…

Niente rabbia.

La fermezza non ha bisogno della rabbia, anzi la rabbia la confonde!

La fermezza infatti è gestita dal cervello razionale che pondera e misura le azioni in modo equilibrato (e sa sgridare bene, quando serve)

la rabbia è un impulso subcorticale, emotivo, spesso fuori controllo, che fa dire e fare cose sbagliate (e non sa sgridare i bambini!)

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Ok, la rabbia non si controlla facilmente… Lo so.

E allora nessun processo se "ci scappa". La prossima volta andrà meglio e amen!

La vita è anche scivolare ogni tanto e fare qualche "capitombolo".

Ma una scivolata serve per imparare a non scivolare!

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Post del nonno di uno splendido e dolcissimo nipotino, quasi duenne, a cui stanno spuntando due tenere e appuntite... cornine!

Dedicato a mia figlia!

25/04/2022

W il lettone!!

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…Questa notte è accaduto l’evento che ho cercato di evitare nei 2 anni e mezzo di vita di mia figlia: dormire nel lettone.

Non è stata bene e, spaventata, ha chiesto a manine tese di ve**re con noi, nel lettone.

Non ho potuto negarglielo ed ha dormito tutta la notte serenamente (cosa che solitamente non fa).

Mi sono sentita una pessima madre per non averlo fatto prima, tutte le volte che avrebbe voluto o che ne avesse avuto bisogno.

La mattina però mi sono sentita una pessima madre per averglielo concesso, perché da sempre ho creduto fosse un “vizio” da non permettere mai.

Una di quelle abitudini insomma che adesso faticherò a togliere.

Ma sono combattuta: come la metto la metto, mi sento pessima.

Pessima per averle negato quel lettone in passato, pessima per averglielo concesso e colpevole di aver creato un precedente che possa rovinare una routine che mi dava una sorta di tranquillità.

Come si esce da questo uragano?

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Cara signora, ma se è come dice, cioè pessima a negare il lettone e pessima a concederglielo…

Aiuto! Che facciamo?

La condanna è senza appello! Ergastolo? Pena di morte?

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Questo giudice non da’ scampo e non ci lascia tante possibilità!

E allora?

Non ci resta che il suicidio oppure… destituire il giudice e cancellare il processo!

Io opterei per questa seconda via.

Basta processi e voti!

Basta compiti in classe e prestazioni di “brava mamma”!

Basta!

Meglio, molto meglio, fare quello che riusciamo a fare e alla fine perdonarci se qualcosa non siamo riusciti a farla come volevamo.

Domani faremo meglio e amen!

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Tutti i dati scientifici ci dicono che in pediatria quello che consiglia il cuore è proprio quello che è meglio fare!

E allora, vediamo cosa è successo… la bambina aveva paura, piangeva e con le mani tese voleva la sua mamma.

Che diceva il cuore?

Ma di abbracciarla e tranquillizzarla con carezze e sorrisi!

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Vediamo che dice la letteratura… risposta esatta!!

Brava! Era proprio la cosa migliore che si sarebbe dovuta fare.

Rispondere al bisogno di sicurezza dei bambini, essere per loro base sicura ed essere sempre disponibili ad offrire loro rifugio è il modo migliore per costruire persone adulte determinate e capaci di affrontare difficoltà.

Quindi bene che l’ha accolta e tranquillizzata!!

Lo aveva studiato? Forse no. Ma come vede il cuore lo sapeva senza averlo studiato!

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"Fermi tutti!"
Parla il pubblico ministero (ma non lo avevamo mandato in vacanza?):

“Ok, va bene. Ma l’imputata non lo ha fatto prima, quindi resta la condanna di pessima madre!”
“Chissà che traumi avrà provocato in questa povera bambina!”

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Caro “pubblico ministero” ragioniamo: anche se c’è stato un prima, ora la bambina è venuta dalla sua mamma per chiedere aiuto e l’ha trovato!

Che avrebbe fatto se la mamma fosse stata mandata all’ergastolo?
Che farebbe domani se stesse ancora scontando la pena?

E allora piuttosto che ba***re martelletti sul tavolo, perché non te ne vai in vacanza in un posto lontano lontano?

…E ci lasci incoraggiare questa ragazza a guardare avanti, non indietro!?

I bambini sono plastici e adattivi. Tutto si rimodella e si ricostruisce se il contesto dove vivono è caldo e accogliente!

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E allora: il lettone resta il posto magico dove ritrovare serenità.

Se c’è bisogno di cercarla, questa serenità, lasciamo che la bambina la trovi. Sempre!

Quando la notte non ci sarà più bisogno di cercarla non ci sarà nemmeno più la necessità di andare nel lettone.

Se mamma è sempre sicura e disponibile infatti non ci sarà bisogno di verificarlo.

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Se lei non vuole tenerla nel lettone provi a mettere una culletta vicina, nella sua stanza.

Non è importante il posto ma la possibilità di ritrovare i riferimenti sicuri se gli occhietti si aprono.

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E’ faticoso? Si, faticosissimo!

Ricordo la mia piccola (ora è dottoressa!) che nel nostro lettone riusciva a mettersi in posizioni orizzontali incredibili per sentire sia la mamma che il papà… (La foto che ho trovato per questo post sembra proprio lei!)

Che posizioni yoga improbabili!!

Che mal di schiena e che nottate!!

…Che ricordi belli!

10/03/2022

Non lo capisco più!

E’ sempre nervoso, ha accessi di rabbia incontrollabile, non dorme…

Ho provato di tutto, ma alla fine perdo il controllo e lo sculaccio.

So che è sbagliato, mi sento in colpa e penso di essere una pessima madre…

Con il papà è un brutto momento...

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Non è facile gestire ormoni e neuro trasmettitori quando il contesto è stressante e c’è da gestire tensioni.

I “giudici” e le “sentenze” su “quanto siamo cattivi” non ci aiutano e i complessi di colpa hanno il grande potere di agire proprio su quegli ormoni in modo tossico, peggiorando la situazione.

E allora, che facciamo?

Ragioniamo sulla rabbia. Quella del bambino, ma forse anche la nostra.

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La rabbia è stata pensata dalla natura come strumento di difesa primordiale.

Si innesca infatti quando c’è una minaccia che richiede una grande energia per essere affrontata.

Parte dal cervello arcaico, quello emotivo profondo, fuori dal controllo razionale.

E’ un meccanismo di emergenza e per questo corre in modo più rapido e immediato dei circuiti razionali critici, quelli che ci permettono di analizzare bene le azioni e il contesto.

Questo significa che una improvvisa cascata di energia aggressiva può farci fare grandi stupidaggini (tipo ti**re un cazzotto al capoufficio o anche peggio).

Le sculacciate sono sbagliate, non servono e fanno male.
Lo sappiamo, ma il circuito mentale che può e deve controllarle arriva tardi e… scappano!

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Ci serve la corteccia, cioè la parte critica del nostro cervello, che è il freno inibitorio capace di salvarci dai disastri.

La corteccia ci permette infatti di valutare i contesti con le conseguenze delle azioni e incanalare l’energia in un percorso costruttivo piuttosto che distruttivo.

Lo abbiamo detto, spesso arriva troppo tardi.

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Noi dobbiamo sforzarci per “allenarla” e farle prendere sempre il comando delle operazioni, ma per i bambini la cosa è più complicata.

La loro corteccia critica razionale, quella del controllo, infatti, è anche immatura e quindi ancora più incapace di controllare emozioni forti.

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Se il contesto non è sicuro, prevedibile, affidabile e disteso, è normale che il sistema neuroendocrino si metta in modalità “vigile” per eventuali possibilità di “fuga” o “combattimento”.

Modalità “vigile” significa alti livelli di Cortisolo e Adrenalina che agiscono su tutto il corpo mantenendo alta la tensione, ma anche nel cervello modificandone le modalità di risposta.

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I volti, i toni di voce, i rumori, i cambi di orari, il disordine, l’instabilità…

Non sono colpe, siamo umani e la vita non è facile.

Ma dobbiamo sapere che la guerra, o il padrone di casa che ci ha mandato uno sfratto, o l’aumento della benzina, o le tensioni tra mamma e papà o qualsiasi altra cosa, si stampano sui nostri volti!

Se quei volti sono tesi o nervosi o tristi, in un batter di ciglia arriva un messaggio di allarme al nostro bambino!

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Alla sua età lui si sente causa e fine di qualsiasi situazione. Anche quando non c’entra per nulla!

Se mamma e papà discutono… “Allarme!”

La terra viene meno sotto i piedi!

I riflessi emotivi sono “E’ colpa mia!”, “Devo fare qualcosa!”, “Ho paura”.

Il piccolo cervello non sa che fare e quello emotivo non sa far altro che pompare energia per una fuga o un combattimento per salvare la situazione.

Il combattimento bambino diventa opposizione, instabilità, violenza e rabbia… tutte manifestazioni irrazionali che dicono una sola cosa: “Aiuto!”

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E allora, che facciamo?

Lavoriamo per attivare tutti gli ormoni antagonisti della tensione: l’ossitocina, la serotonina, la dopamina…

Come? Proviamo a cambiare i contesti. Per il bambino ma anche per noi.

Cerchiamo di organizzare giornate cadenzate, sempre uguali, con pochi rumori e ritmi prevedibili tra risvegli, gioco, pasti, attività, riposo.

Stiamo attenti a tutti gli input tossici che possono entrare da fuori.

Quindi televisione, videogiochi, Ipad… Evitiamo qualsiasi cosa possa iniettare ansia, violenza, paura (sono gli ingredienti che, oltre al sesso, rendono attraente qualsiasi trasmissione perché attivano emozioni).

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E poi lavoriamo su noi stessi.

Le emozioni sono infettivissime e si trasmettono con una velocità della frazione di secondi.

Non possiamo affrontare un problema emotivo del nostro bambino se non gestiamo bene il nostro.

Ci serve un volto allegro, disteso, felice!

Ci serve la voglia di giocare e quella di condividere emozioni belle!

Ci servono nel nostro volto, per riprodurle in quelle del bambino.

--

E allora coraggio! Se le cose non vanno bene affrontiamo i problemi per tornare a sorridere.

“Con il papà è un brutto momento…” ?

Lasciamo tutto in secondo piano, affrontiamo i problemi e ripartiamo!

Fatevi aiutare!
Non trasformate un “brutto momento” in una logorante guerra di trincea.

Ripartite! Trovate i punti di forza e investite su quelli.

Se la vita diventa un pantano rischiamo di affondare lentamente nelle sabbie mobili!

Diamo una svolta e usciamone!

A qualsiasi costo.

Se riusciamo a farlo possiamo iniziare ad occuparci del bambino.

--

Qualche consiglio?

Creiamo un momento morbido tutti i giorni ad orari prefissati:

Ci cerchiamo un bel posto in casa, una poltrona, dei cuscini a terra o sul lettone e quando arriva l’ora… “Stop! E’ l’ora delle coccole!”

Ci mettiamo abbracciati e mamma legge un bel libro, una bella favola o qualsiasi altra cosa.

Lo accarezziamo lo baciamo, gli parliamo a voce bassa e gli diciamo che è bello bravo e buono!

--

Poi troviamo modi per condividere esperienze emotive belle:

- Mangiamo a tavola tutti insieme con la televisione spenta e cogliamo quel momento per parlarci sorridere e raccontare le cose più belle possibili che succedono

- Facciamo le pizze insieme! Impastiamole insieme a mamma con la farina e poi chiudiamole con il ditino, dopo averci messo dentro il sugo o la ricotta o la mozzarella… “le facciamo come piacciono a papà!”
Papà le frigge e tutti insieme facciamo una bella festa dove lui è al centro di un momento bello!

- Coinvolgiamolo nelle attività di mamma. “Vieni, dài facciamo insieme!” “Aiutami a spolverare o sti**re o fare i letti…”
-
Ecc…

--

Tempo per il gioco.

Il suo libero e creativo per dare spazio alla sua fantasia, ma anche quello con papà o mamma!

“Costruiamoli insieme i giochi!”.

Facciamo un aquilone, impariamo a fare gli aeroplanini di carta, costruiamo qualcosa insieme…

Tutto quello che è fatto insieme a papà o mamma acquista un valore speciale.

--

Fare…

Sto consigliando un fare. Un riempire il tempo di emozioni belle piacevoli rilassanti.

Non un “Non fare” “non toccare” “Non gridare” “Non lanciare” “Non rompere” ecc…

“Ma lui rompe tutto!”

Ok e allora un giorno facciamo un gioco insieme. Invece di rompere senza senso… “Smontiamo!”

“E vediamo che c’è dentro e come funziona….” Insieme.

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Naturalmente i miei sono solo consigli di pediatra. Credo che l’aiuto di un professionista psicologo sia assolutamente importante.

Perché non farvi aiutare tutti insieme come famiglia?

Qualche volta serve che qualcuno ci permetta di rispecchiarci per farci vedere la bellezza che abbiamo dentro e prenderne coscienza!

06/02/2022

Pediatria d'urgenza: il nuovo servizio di Zadei Clinic!
La nostra équipe è pronta ad accogliere i vostri piccoli dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 11 👦🏼

Per informazioni potete contattarci al numero 030 303291.

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