
22/06/2025
ALTA SENSIBILITA’ E VALORI MORALI
Nei miei libri IL DRAMMA DELLE PERSONE SENSIBILI e PERSONE SENSIBILI IN TERAPIA ho descritto quella che considero una delle mie tesi più importanti: il 90% delle persone che incontriamo nei nostri studi di psichiatria e psicoterapia è costituita da persone altamente sensibili. Che proprio costoro si ammalino di più è un palese paradosso, perché costituiscono di fatto la parte migliore dell’umanità.
Li considero “migliori” per via di una costituzione genetica che li destina – se il loro sviluppo è senza traumi – a un ambito di alta empatia, alti valori morali e alto ingegno: la gran parte dei geni e dei personaggi eminenti della storia dell’umanità appartengono a questo tipo (in particolare, nella variante introversa). Non a caso una buona parte degli individui geniali è sempre stato angustiato da una quantità di sintomi, dilemmi morali e vere e proprie psicopatologie.
Se pensiamo che il mondo sia questo attuale e che non possa esservene nessun altro, le persone sensibili possono apparire (anche a se stesse) come disadattate; ma se si ammette l’ovvietà che i mondi possibili siano tanti, risulta chiaro che le persone sensibili nascono in funzione della cooperazione solidale, quindi oggi in funzione della trasformazione del mondo.
Ovviamente nasce anche una maggioranza di normosensibili, affetti da un “realismo coscienzialista” che li porta a pensare che questo sia l’unico mondo possibile, adattandovisi in modo ottimale; e nasce infine una quota di iposensibili, adatti alle situazioni estreme e ai codici di prevaricazione e di guerra, che richiedono una bassa complessità morale.
Quindi quando la psichiatria tratta i pazienti sensibili come geneticamente deficitari senza elaborare le ragioni della loro sofferenza, fa un grave danno. L’induzione dell’idea di essere affetti da una malattia genetica gestibile ma non risolvibile è “iatrogenica” (cioè produttrice di malattia), perché getta i pazienti nell’angoscia e nella depressione, nonché nella dipendenza farmacologica e psichiatrica a vita. Ma anche quelle psicoterapie che, vedendoli come deficitari, mirano ricondurli ad una normalità perduta senza valutare che la normalità di cui essi hanno bisogno è quella dell’eccellenza, fanno a loro volta un danno, costringendoli a svalutarsi e a indossare maschere di adattamento mimetico. Che le persone migliori siano confinate nel disagio psichico e a terapie poco adeguate è un dramma epocale che oggi più che mai andrebbe scongiurato.
Soprattutto in momenti difficili, il nostro dovere è fare al meglio il nostro lavoro.
Tutto questo e molto altro nei miei libri IL DRAMMA DELLE PERSONE SENSIBILI; PERSONE SENSIBILI IN TERAPIA; e LA LINGUA PERDUTA DELL’AMORE.
Per approfondire segui il link:
Chi sono le persone altamente sensibili? E le persone empatiche? Costituiscono un’esigua minoranza oppure sono una parte consistente della nostra società? E perché la psicologia ne parla così poco? Chi ha queste caratteristiche ha anche gli strumenti giusti per far valere le proprie qualità? P...