15/06/2025
LA FAMIGLIA, ED IL LUOGO DOVE NASCI COME CROGIOLO DELL’ANIMA
di Mikhael Germain Di Mattia
C’è un momento, prima della nascita, in cui le anime antiche, quelle che hanno viaggiato per vite e vite, scelgono con precisione sottile e sacra dove incarnarsi.
Scelgono il tempo, il corpo, il contesto e la famiglia in cui rinascere.
E, a volte, scelgono luoghi e persone che sembrano, all’apparenza, completamente incompatibili con ciò che sono.
Perché un’anima luminosa dovrebbe incarnarsi in un contesto e in una famiglia che non la riconoscono?
Perché dovrebbe incarnarsi In una terra che la soffoca o la limita?
In un ambiente in cui tutto sembra remare contro la sua natura?
La risposta è scomoda ma liberante:
perché è proprio lì che la sua anima si forgia!
🔥 IL RIFIUTO COME FUCINA DELL’IDENTITÀ
Il mancato riconoscimento non è una punizione: è un meccanismo di risveglio.
L’anima che non viene vista, accettata, valorizzata, è costretta a riconoscersi da sola.
Senza specchi, senza appoggi, senza aiuti e senza incoraggiamenti.
Così nasce la sua autonomia interiore, la sua auto-esistenza spirituale.
E in questa solitudine apparente, l’anima sviluppa il più grande dei doni:
la memoria di sé, il ricordo chi si è sempre stati.”
👁 LA FAMIGLIA COME INIZIAZIONE
Contrariamente alla visione romantica, la famiglia non è sempre il porto sicuro.
Per alcune anime, è una scuola invisibile, un tempio di attrito alchemico.
Spesso proprio lì, tra le mura domestiche, si annidano gli avversari più potenti, perché travestiti da amore e dovere.
Gli esempi possono essere molteplici, non necessariamente sono fratelli. Ci possono essere casi di:
una madre ipercritica o invischiante,
un padre assente o invalidante,
uno zio che giudica,
una nonna che manipola tutti,
una cugina che deride e infama,
una sorella che compete,
un suocero che esclude,
perfino un figlio o un nipote che rifiutano il legame.
Sono, a volte, antichi compagni karmici, anime con cui abbiamo stretto patti evolutivi. Si fanno strumenti — spesso inconsapevoli — della nostra liberazione profonda.
In fondo chi ti ostacola, è colui che ti costringe a ricordarti chi sei.
🏞 IL LUOGO DI NASCITA NON È IL DESTINO
C’è chi confonde la lealtà al sangue o alla terra con il senso del dovere spirituale. Ma non siamo condannati a vivere dove siamo nati, né a restare per sempre in contatto con chi ha il nostro stesso sangue. C'è una appartenenza a famiglie spirituali o ad un certo lignaggio cosmico che tanto più forte di quello terreno, concetto che viene bene espresso nel film brasiliano "Nossolar" del regista Wagner De Assis.
L’AMORE NON È MASOCHISMO SPIRITUALE
Non sei meno evoluto se scegli di andartene.
Anzi: ci vuole più coraggio a interrompere il ciclo che a restarci dentro, subendolo.
Il distacco può essere un atto d’amore altissimo: verso se stessi, verso gli altri, verso l’intero destino. Non sei stato messo al mondo per restare incatenato.
Se il tuo luogo natale ti spegne, se il contesto o la famiglia ti schiacciano, puoi benedire tutto… e andartene. 😊🙏
“Si può amare anche da lontano. Si può onorare anche lasciando andare.”
✨ IL RISVEGLIO : QUANDO CADE IL BISOGNO DI ESSERE ACCETTATI
Viene un giorno in cui ti accorgi che non hai più bisogno del riconoscimento familiare, né di nessun altro tipo di riconoscimento e
che non ti serve più dimostrare nulla a nessuno. Che la tua identità non dipende né da un cognome, né da un paese, né da una casa d’infanzia.
Quel giorno sei libero. 🦅
Hai trasformato l’inferno in oro.
Hai smesso di combattere.
Hai fatto di te stesso un portale tra ciò che eri e ciò che ora sei.
Non rinneghi nulla, ma non ti identifichi più con nulla. E, nel cuore, sei tornato a casa.
DIVENTARE UN PORTALE:
Quando la Vita ti Spacca per Farti Passare
Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra crollare. Il lavoro, i legami, le sicurezze, perfino il corpo e la voce. Ti sembra di perdere identità, direzione, senso.
Eppure…proprio lì, dove il dolore si fa insostenibile, qualcosa si apre.
Una soglia.
Non verso fuori. Ma verso dentro.
È lì che cominci a trasformarti in portale.
Non sei più solo un individuo che subisce il mondo. Diventi un punto di passaggio.
Un luogo vivo dove il cielo tocca la terra.
Un varco attraverso cui l’invisibile comincia a manifestarsi.
“Quando attraversi l’inferno, non fermarti. Ma guarda bene: potresti essere diventato la porta.”
— Clarissa Pinkola Estés
Essere un portale non è una fuga, non è un trucco. È una metamorfosi silenziosa.
Ti si spezzano dentro i vecchi schemi, i nomi, i ruoli. E mentre gli altri ti osservano confusi o spaventati, tu non sei più chi eri.
Non sei nemmeno “qualcuno”.Sei apertura.
Silenzio abitato. Passaggio tra i mondi.
“La ferita è il luogo da cui entra la luce.”
— Rumi
Essere un portale significa non trattenere più nulla e lasciare che l’amore passi. Che il dolore passi. Che la vita usi il tuo corpo, il tuo nome, il tuo cuore, per portare messaggi che non sono tuoi… eppure ti attraversano.
Non ti appartieni più. Ma proprio per questo, sei finalmente integro.
“Diventa come un passaggio vuoto che lascia fluire il Tao.”
— Lao Tzu
Ci vuole coraggio a diventare un portale.
Perché devi lasciar andare tutto. Perfino l’idea di chi pensavi di essere.
Ma dopo…dopo non sei più solo.
Ogni volta che qualcuno ti guarda, sente qualcosa. Ogni volta che parli, qualcosa si muove.
Non perché sei speciale. Ma perché porti un messaggio, sei trasparente.
Diventare un portale è l’opera di tutta una vita. Ma tutto comincia quando smetti di opporre resistenza, e ti lasci attraversare.
Buona giornata.
Mikhael Germain Di Mattia