La Retinopatia Diabetica (RD) è la più importante complicanza oculare del Diabete Mellito e rappresenta, nei paesi industrializzati, la principale causa di cecità acquisita, non traumatica, in soggetti di età compresa fra 20 e 74 anni ed anche la quinta causa al mondo di cecità evitabile e di deficit visivo grave. I sintomi possono essere scarsi o assenti, anche in presenza di gravi alterazioni re
tiniche. Sono quindi fondamentali i programmi di screening, oltre ad una corretta cura del DM, per la riduzione dei fattori di rischio sistemici, come iperglicemia, ipertensione e dislipidemia. Numerosi studi di management sanitario hanno dimostrato l’efficacia dello screening e il suo rapporto costo/efficacia molto favorevole, così come il Qaly (Quality Adjusted Life Years) per lo screening della Retinopatia Diabetica risulta essere tra i più alti di quelli attualmente disponibili in letteratura. La precocità e tempestività nella diagnosi di forme iniziali di RD è fondamentale per prevenire l’evoluzione verso forme più gravi, con deficit visivo di vario grado, il quale provoca globalmente l’1,9% della disabilità visiva (moderata o grave) e il 2,6% della cecità nel mondo, secondo stime riportate nel 2010. Intervenire in modo adeguato è fondamentale perché, come già detto, i sintomi si manifestano spesso tardivamente, quando le lesioni sono già evolute, limitando frequentemente l’efficacia dei trattamenti. Le principali cause di riduzione visiva, che possono evolvere sino alla cecità, includono l’edema maculare diabetico (EMD), l’emovitreo, il distacco di retina e il glaucoma neovascolare. Si intuisce, quindi, la necessità di intensificare lo screening, di non fermarsi solo a questo, ma inserire i pazienti positivi in un percorso diagnostico-terapeutico strutturato, per avere, in tempi appropriati, esami di perfezionamento diagnostico e terapie adeguate allo stadio della malattia, perché la tempestività dell’intervento decide l’evoluzione del danno retinico e, quindi, l’evoluzione verso la perdita più grave del visus. Un PDTA dedicato, a partire dallo screening, consente di ridurre significativamente sia la prevalenza di RD, sia l’incidenza delle forme avanzate, denominate “Sight Threatening Diabetic Retinopathy” (STDR). In Italia tali programmi, ben strutturati, sono applicati solo raramente e, per tale motivo, sono ancora molti i pazienti che presentano gravi complicanze della Retinopatia. Secondo i dati dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD), in Italia solo il 25% dei soggetti diabetici ha uno screening annuale per la ReD. In Sardegna si stima che i diabetici siano circa 120 mila, anche se non è possibile avere dei dati precisi perché non esiste un registro dei pazienti affetti da diabete. I dati riportano che l'isola ha la più alta incidenza di casi di diabete di tipo 1 in Italia, mentre, in Europa, è al secondo posto dopo la Finlandia. Gli oftalmologi, nel periodo post pandemico, hanno verificato come vi sia un aumento dei casi di retinopatia grave, con necessità di trattamento laser e/o iniezioni intravitreali in tempi medio brevi. L'aumento delle forme di retinopatia diabetica grave è strettamente correlato alla pandemia: infatti, si è ridotta la possibilità di attività motoria, è peggiorato lo stile alimentare e, in ultima analisi, si sono ridotte drasticamente le consulenze specialistiche. Parimenti vi è stata una riduzione dello screening per retinopatia e degli esami di secondo livello, correlati alla chiusura dei servizi ed alla riduzione del numero di prestazioni. Le terapie intravitreali vengono praticate in pochi centri all'interno dell'Isola: nel sud Sardegna e nell'Oristanese non vi sono presidi dedicati a tale percorso terapeutico, per cui, fatalmente, un numero sempre più significativo di persone si avvia verso l'ipovisione e la cecità civile. Nel breve periodo il costo sociale della mancata terapia diventerà notevole, considerando che una quota di persone a rischio è in età lavorativa. In questo particolare momento di difficoltà, la collaborazione con le associazioni dei pazienti è fondamentale per realizzare percorsi adeguati. Le Onlus Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Sardegna (UICI) e Diabete Zero che hanno già finanziato negli scorsi anni progetti di prevenzione oculistica, con risultati lusinghieri che inducono a proseguire in questa direzione, si propongono di realizzare un nuovo progetto denominato “ReD 19”. Tale progetto persegue le seguenti finalità:
1)Organizzare screening sul territorio per individuare precocemente le persone affette da retinopatia diabetica;
2)Finanziare l’allestimento di un ambulatorio dedicato alla gestione dei pazienti affetti da retinopatia diabetica , in collaborazione con S.C Oculistica ARNAS Brotzu, (nell’ambito di un percorso clinico definito dalla direzione sanitaria, nel rispetto delle normative aziendali). All’ interno della S.C Oculistica ARNAS Brotzu e’ possibile definire un percorso clinico completo, dedicato alla gestione del paziente affetto da retinopatia diabetica, con la possibilità, nel caso fosse necessario, di trattamento di chirurgia vitreo retinica.