24/05/2023
L’altra sera abbiamo fatto l’ultima prova , avevamo pensato di fare qualche fotografia al gruppo, e il mio intento era quello l’intento di creare un post che spiegasse cos’ è Scaliamoci, documentare chi siamo e cosa facciamo.
Io e Michele siamo usciti di casa con chitarra e spartiti una mano e macchina fotografica nell’altra entusiasta del fatto che le fotografie avrebbero spiegato perfettamente l’energia che si muove quando persone apparentemente lontane lavorano ad un progetto come questo.
IMPOSSIBILE… Sono stata letteralmente rapita dalle parole di Alessandra mentre legge il racconto di vita di Maurizio e di Guido, sono partita anch’io per l’Eiger con Daniele. Ho percepito la forza di Sofia, e ho desiderato essere accanto a Davide quel giorno in ospedale.
E’ stato impossibile per me togliere lo sguardo dalle immagini che scorrevano durante il racconto di Francesco, che racconta la sua esperienza di papà di un bimbo con disturbo dello spettro autistico…
Quindi… di foto poche… pochissime e tutte di noi in assoluta concentrazione, e questo mi ha fatto capire che quello che si crea mentre Scaliamoci prende forma non si puo’ raccontare e descrivere
Scaliamoci è intenso, vero, reale, per certi aspetti duro, tragico e travolgente
Scaliamoci è condivisione Com-passione
Scaliamoci crea legami attraverso cordate invisibili, crea reti attraverso metafore parole e immagini
INSOMMA scaliamoci non si racconta, ma si vive, ed è per questo che non potete mancare