Dr.ssa Cecilia Nesti

Dr.ssa Cecilia Nesti Sono Ortopedico e Chirurgo della Mano. Life Coach. Mi appassiona la crescita personale.

Finita  la  scuola…. Per molti dei nostri figli  finalmente un periodo di riposo e recupero dalla  pressione  scolastica...
27/06/2023

Finita la scuola….

Per molti dei nostri figli finalmente un periodo di riposo e recupero dalla pressione scolastica.

Ne parlo perché sto vivendo la realtà di un figlio di 17 anni che alla fine della 4° liceo si trova in prossimità di scelte importanti per la propria vita.

In realtà la nostra vita non può essere perfettamente pianificata, non esiste un’unica soluzione e spesso gli obiettivi devono essere riformulati man mano che si va avanti.

Scegliere ciò che appassiona è altrettanto difficile: solo una minoranza di persone sa esattamente cosa la appassiona e persegue quell’obiettivo senza incertezze.

Molti vivono senza avere delle passioni strepitose o nette….cosa possono fare i nostri ragazzi per trovare le proprie passioni?

Essere curiosi e provare, mettersi in gioco, vedere opportunità dovunque: una passione va cercata e sperimentata…finchè non ci si mette alla prova non si può essere certi di quello che si vuole.

Sperimentando si entra nel processo, si fa, si sbaglia , ci si corregge e si impara….e si procede verso l’obiettivo.

Direi che la passione va cercata con altrettanta….passione.

Ho sempre  sostenuto  che  l’estate  è  il tempo della  creatività.Ellis Paul Torrance, psicologo  americano,  nel 1958 ...
20/06/2023

Ho sempre sostenuto che l’estate è il tempo della creatività.

Ellis Paul Torrance, psicologo americano, nel 1958 ha sviluppato il Torrance Test of Creative Thinking, un test che da allora è diventato il punto di riferimento per la valutazione della creatività.

E’ stato visto che i giovani che hanno ottenuto punteggi più elevati in questo test, da adulti si sono maggiormente realizzati e che si tratta di un test 3 volte più predittivo rispetto alla valutazione del quoziente di intelligenza.

E’ stato anche visto che dal 1990 il punteggio medio ottenuto in generale con questo test è risultato più basso di quelli ottenuti negli anni precedenti.
Gli studiosi attribuiscono la causa di questo alla nostra vita troppo affrettata e all’enorme quantità di tempo passata con i dispositivi elettronici, che impediscono alla mente di riprendere "possesso" dei propri pensieri.

In sostanza la nostra mente è troppo impegnata nelle cose da fare e , quando non ne abbiamo, siamo sommersi dalle sollecitazioni dei social e dei cellulari.

La mente invece deve riprendersi un po’ di tempo per assaporare momenti di recupero e far riemergere dal profondo pensieri, idee, sensazioni rimaste sopite da tempo.

Le vacanze vicine ci chiamano a fare questo: riprenderci la nostra creatività.

I legami: quanta  importanza  hanno  i  legami che  riusciamo  ad  intrecciare  e le  relazioni sociali  di  qualità?Div...
13/06/2023

I legami: quanta importanza hanno i legami che riusciamo ad intrecciare e le relazioni sociali di qualità?

Diversi studiosi , tra cui Emile Durkheim, sociologo, e Martin Seligman , psicologo padre fondatore della psicologia positiva, sostengono in base ai loro studi e a sondaggi su numeri elevati di persone, che avere forti relazioni sociali allunga la vita, rinforza il sistema immunitario, protegge dalla depressione, accelera la convalescenza dopo un intervento chirurgico.

Addirittura occuparsi degli altri spesso dà più benefici che ricevere aiuto.

Abbiamo bisogno di sentire un senso di appartenenza...

Miglioriamo la qualità della nostra vita intessendo relazioni positive, che ci facciano stare bene e ci portino ad essere la migliore versione di noi stessi.

Parliamo  ancora  di responsabilità,  in questo  caso responsabilità  della  comunicazione. Quando  parliamo  prendiamoc...
08/06/2023

Parliamo ancora di responsabilità, in questo caso responsabilità della comunicazione.

Quando parliamo prendiamoci la responsabilità di quello che pensiamo e facciamo; parliamo in prima persona: " io faccio, io penso, io provo questo e tu fai, tu pensi. Non demandiamo questa responsabilità ad un " impersonale"" tutti fanno , ognuno pensa, si fa così"….

Essere assertivi con gentilezza e rispetto.

Metterci la faccia nella comunicazione significa cercare autenticità e sincerità, che sono le basi della comunicazione efficace.

La comunicazione efficace soddisfa il bisogno di contatto emotivo, comprensione, riconoscimento e sostegno.

Ascoltare  i miei pazienti  mi porta  spesso  ad  imparare  lezioni importanti. Ci  sono alcuni  pazienti che si sfogano...
06/06/2023

Ascoltare i miei pazienti mi porta spesso ad imparare lezioni importanti.

Ci sono alcuni pazienti che si sfogano e mi raccontano le proprie vicende personali: lutti familiari, sfortuna, malattie.

Alcuni di questi vivono ripiegati in una sorta di vittimismo che li annienta e li rende immobili nel loro dolore.

Ci sono altri che invece, nonostante le amare vicende della vita, cercano di reagire e affrontano a testa alta le difficoltà.

Cosa posso imparare da questo? Cosa possiamo imparare tutti insieme?

Nella vita ci dobbiamo assumere la responsabilità di quello che ci accade: non possiamo aspettarci che venga qualcuno a salvarci, e le nostre ferite ce le teniamo, non possono scomparire.

Nonostante le nostre ferite però, fisiche e morali, possiamo e dobbiamo curarci, possiamo riprendere in mano la nostra vita, possiamo scegliere di avere il potere di farlo.

Non abbiamo il controllo completo di ciò che ci accade, tuttavia avere la responsabilità della nostra felicità e della nostra salute significa scegliere di gestire nel modo più costruttivo e creativo possibile le conseguenze degli eventi.

Cosa ne pensate?

Durante  una visita  medica, e   soprattutto  all’inizio,  il  silenzio del medico è fondamentale: è un momento  magico ...
02/06/2023

Durante una visita medica, e soprattutto all’inizio, il silenzio del medico è fondamentale: è un momento magico in cui si incontra per la prima volta una persona che ti racconta il suo problema di salute, e insieme a quello molte altre cose della sua vita, del suo carattere, dei suoi bisogni, dei suoi problemi.

In questo spazio temporale emergono cose che una persona non direbbe mai ad uno sconosciuto appena incontrato.

Il silenzio è il segno dell’accoglienza, dello spazio da fare prima di tutto dentro di te: devi zittire le voci dentro, per fare spazio al bisogno e al racconto del paziente.

Diventi lo scrigno segreto dei problemi dell’altro, da custodire con rispetto e gentilezza.

Su questo silenzio si costruisce la fiducia e la cura.

Saper ascoltare senza interrompere è il primo passo della visita medica e della comunicazione.

30/05/2023

"Non mi ha nemmeno guardato in faccia….."

Quante volte ho sentito questa frase pronunciata dai miei pazienti in riferimento a precedenti esperienze con i medici, e purtroppo è successo anche a me raramente.

Nella comunicazione in generale, quindi anche in quella tra medico e paziente, uno degli elementi fondanti della qualità della comunicazione è il contatto visivo: ci si guarda negli occhi per dire: "Sono presente, sono qui per te, sono disponibile ad ascoltarti".

Ovviamente deve essere uno sguardo sereno, rassicurante, aperto.

IL contatto oculare fa parte del canale non verbale della comunicazione, ed è fondamentale insieme ad altri elementi come la mimica, la gestualità, l’atteggiamento del corpo nello spazio.

Queste “abilità” comunicative sono estremamente importanti per favorire la comunicazione con il paziente, elemento fondamentale da cui scaturisce una relazione positiva utile sia al medico che al paziente.

Comunicare bene dà piacere in sè.

Quali sono le vostre esperienze in merito?

Sono Ortopedico e Chirurgo della Mano. Life Coach.
Mi appassiona la crescita personale.

“Lei  mi  garantisce il risultato?”Questa  è  una  domanda  che  mi sento fare  spesso. Quando una  persona deve sottopo...
25/05/2023

“Lei mi garantisce il risultato?”

Questa è una domanda che mi sento fare spesso.

Quando una persona deve sottoporsi ad un intervento chirurgico è normale che abbia paura e ansia. Sono emozioni del tutto naturali in una situazione del genere.

Partendo dal presupposto che :
1. deve esserci un rapporto di fiducia con il proprio chirurgo o il proprio medico

2. la decisione di fare l’intervento o di intraprendere comunque una determinata strada terapeutica deve essere presa dopo un colloquio informato

3. la scelta finale è solo del paziente

4. il chirurgo farà tutto quello che è nelle sue competenze per far bene,

fatto questo passo,

per ridurre l’ansia, la paura e le preoccupazioni, si deve in un certo senso rinunciare al bisogno di certezze assolute, di risposte sicure e immediate che non potremo mai avere.
Si deve entrare in uno stato di accettazione della situazione.

La medicina è una scienza umana, perchè cura le persone ed è fatta da persone.

I medici sono esseri umani, e nessun essere umano può avere o dare certezze assolute, anche in un gesto tecnico come un intervento chirurgico, perché si lavora sulle persone che sono diverse l’una dall’altra.

Per cui la domanda io la formulerei diversamente:
” Dottore, mi accompagna verso il migliore risultato possibile?”

So che questa mia riflessione può essere preoccupante, ma vi assicuro che è così. Chi garantisce sempre il risultato perfetto non è onesto con se stesso e con gli altri.

E tu cosa vorresti chiedere al tuo medico?

23/05/2023

La rizoartrosi è una forma di artrosi che colpisce la mano esattamente alla base del pollice.

Colpisce più frequentemente le donne dai 40 anni in poi.

I lavoratori manuali possono avere un peggiore decorso della malattia se sono già predisposti.

Tipicamente dà dolore ciclico, cioè può far male per alcuni periodi e in altri può essere relativamente asintomatica.

Il dolore si accentua con gli sforzi manuali, in particolare durante quei movimenti che prevedono la presa fine con il 2° dito.

Cosa si può fare prima dell’intervento?

Riposo con tutori, cercando di evitare, quando possibile, quei movimenti che provocano dolore.
E’ importante che il tutore tenga il pollice lievemente abdotto, cioè più distante, più allargato rispetto al 2° dito.

Infiltrazioni (quando c’è dolore molto forte possiamo fare una infiltrazione con cortisone, e proseguire poi con il collagene).

Cerotti locali, sia cerotti antiinfiammatori classici, sia taping funzionale che agisce sulle linee di scarico delle forze che provocano dolore al dito.

Solo se queste terapie non funzionano si procede all'intervento.

Se avete questo problema prenotate una visita presso
MiniHospital Sandro Pertini
Misericordia di Navacchio

Oggi mi è tornato in mente il Kalamazoo Consensus  Statement che mi ha fatto  conoscere  Sergio Ardis  : si tratta di un...
18/05/2023

Oggi mi è tornato in mente il Kalamazoo Consensus Statement che mi ha fatto conoscere Sergio Ardis : si tratta di un protocollo di comportamento e ascolto che il medico in ambulatorio può utilizzare per ottimizzare la comunicazione con il paziente.

Una mia paziente, Laura, aveva fatto un intervento alcuni mesi fa: riuscito bene, ma continuava ad avere dolore.
Se in quel momento si fosse spezzata la relazione, tutto sarebbe andato male, e poteva succedere.

Grazie ad una buona relazione e alla comunicazione efficace, abbiamo fatto un percorso insieme, con fiducia reciproca, e siamo arrivate con un po’ di pazienza alla soluzione del problema.

A volte capitano dei casi un po’ più complicati, di quelli che ti fanno svegliare la notte per pensarci, di quelli che per un po’ non riesci a trovare la soluzione. Poi arriva l’intuizione giusta con la terapia che funziona e il nodo si scioglie.

Quando, lavorando insieme, nella fiducia reciproca, il paziente ottiene un miglioramento del suo stato di salute, per me è la massima soddisfazione.

Non sono io da sola che lo faccio, non lo faccio “sul” paziente: lo faccio CON il paziente, insieme al paziente, per cui lui/lei esprime tutte le sue potenzialità di guarigione: pazienza, costanza, motivazione, tenacia, fiducia.

Il paziente si conosce meglio di chiunque altro, e grazie all’ascolto attivo e alle tecniche di comunicazione che si possono apprendere, si arriva spesso insieme a risolvere anche quei casi che potrebbero andar male.

Morbo  di  Dupuytren.Con  questo nome si  definisce  una  malattia della  mano caratterizzata dalla formazione di un  is...
16/05/2023

Morbo di Dupuytren.

Con questo nome si definisce una malattia della mano caratterizzata dalla formazione di un ispessimento della fascia palmare, a forma di corda o nodulo, che colpisce più frequentemente i soggetti di sesso maschile in età adulta e che provoca , con il passare del tempo, la flessione di uno o più dita e limitazione rigida della estensione del dito.

La malattia spesso mostra una tendenza alla trasmissione familiare e una maggiore prevalenza nei diabetici.
Non provoca mai problemi sistemici al nostro organismo, ma, fino al 40 per cento dei casi, tende a recidivare entro cinque anni dal primo intervento.

Inizia spesso con un semplice nodulo nel palmo della mano: in questa fase non è indicato l'intervento chirurgico, ma solo l'osservazione nel tempo.

Quando invece la corda aponevrotica si ispessisce e comincia a flettere il dito, si deve procedere all'intervento. Questo può verificarsi in pochi mesi oppure anche dopo molti anni.

Importante è non ritardare troppo l'atto chirurgico, perchè se si instaurano delle retrazioni importanti della cute e delle articolazioni, in particolare della interfalangea prossimale (come nella foto), difficilmente si recupera completamente il range articolare del dito.

Quindi facciamo precocemente diagnosi: se osservi un nodulo nel palmo della mano, fallo subito controllare al tuo specialista di fiducia!

In  merito all'attività fisica sperimentiamo spesso una  divisione fra l'Io che vuol fare qualcosa in modo regolare e l'...
12/05/2023

In merito all'attività fisica sperimentiamo spesso una divisione fra l'Io che vuol fare qualcosa in modo regolare e l'altra parte di noi che ci dice "oggi non ne ho voglia, oggi non posso, troppi impegni, uffa questa storia, in fondo sono sempre stato pigro/a..."

Credo che sia un problema sperimentato da tutti.

Ci autosabotiamo....lasciamo l'impegno preso con noi stessi quando la vita scompagina le nostre giornate per un motivo qualsiasi.

Come fare per evitare questo autosabotaggio?

1. Accettare ogni tanto il compromesso, non pretendere di fare sempre tutto alla perfezione; magari se non riesco a fare 30 minuti, faccio un quarto d'ora trovando il tempo; l'importante è riuscire a rispettare in media il calendario che ti sei dato/a.

2. Accettare che ci sia un minimo di disagio:
i dolori muscolari, il sentirsi rigidi: se la voglia di raggiungere l'obiettivo supera il disagio che provi, ci riuscirai di sicuro.

3.Ricorda ogni giorno qual è il tuo obiettivo.
Cerca di visualizzare nella tua mente il risultato finale che vuoi raggiungere e coltiva questa immagine di te.

4.Escogita qualche trucco per muoverti di più, cerca dentro di te il potenziale creativo per trovarlo: andare a letto presto la sera per alzarsi prima la mattina, fare una passeggiata dopo cena invece che crollare davanti alla Tv.

5. Non lasciare che gli altri ti giudichino e ti dicano che "tanto sei sempre stato pigro, non ce la farai mai. Lo farai due volte e poi smetterai".
Quello che conta davvero è ciò che pensiamo di noi stessi: se sei stato pigro/a in passato avrai avuto dei motivi, ma da oggi in poi datti il permesso di essere più attivo/a, senza sentire il macigno di giudizi precedenti.

Scegli di percorrere una strada diversa.





Se nell'ambulatorio del tuo medico di fiducia lui ti dicesse se preferisci prendere una  medicina o fare mezz'ora di att...
11/05/2023

Se nell'ambulatorio del tuo medico di fiducia lui ti dicesse se preferisci prendere una medicina o fare mezz'ora di attività fisica tutti i giorni, cosa sceglieresti?

La risposta sembra banalmente la seconda ma il più delle volte preferiamo prendere una medicina che impegnarci a cambiare il nostro stile di vita.

E' ormai accertato che l'attività fisica protegge da numerose patologie come l'obesità, il diabete, le malattie cardiache, i dolori articolari, la depressione.

Come incrementare l'attività fisica anche quando sentiamo di avere poco tempo?

1. farlo all'interno di attività quotidiane che già svolgiamo (muoviti portando fuori il cane, vai a fare la spesa in bicicletta, fai le scale invece che prendere l'ascensore )

2. farlo insieme a qualcuno con cui stiamo bene e cogliere l'occasione per momenti di socializzazione che a volte ci mancano un po' (vai in palestra con un amico/a)

3. fare delle scelte per trovare quel benedetto tempo, darci delle priorità rinunciando ad altre cose meno importanti per noi.

4. Accettare una certa quota di disagio e impegno personale: senza impegno non arriva nulla da solo.

5. Confidare nelle nostre potenzialità che sono molto più grandi di quello che pensiamo!

Cosa  significa  per noi aspettare un referto, una  visita medica?1. L'attesa  ci  costringe   a   rallentare i nostri r...
09/05/2023

Cosa significa per noi aspettare un referto, una visita medica?

1. L'attesa ci costringe a rallentare i nostri ritmi frenetici....non siamo abituati a fermarci...può essere anche noiosa, hai la sensazione dell'inutilità di quel tempo trascorso ad aspettare....come sarà il medico, cosa mi dirà, saprà ascoltarmi...sarà una cosa grave?

2. Siamo di fronte alla nostra fragilità: quella visita può cambiare la nostra vita, potrebbe non essere tutto come prima...la paura e la fatica di accettare un cambiamento che non possiamo controllare.

3. La percezione di essere simili a tanti altri che aspettano come noi è qualcosa che ci rende più semplici, più umani, forse più comprensivi.

Come vivere questa esperienza in modo che
sia utile per noi e ci migliori?

Prima di tutto cerchiamo di accettare questa esperienza con semplicità, senza avere paura delle nostre emozioni . La paura, la noia, vanno accolte pienamente.

L'accettazione non è rassegnazione.

Cerchiamo di starci dentro, di attraversare questa esperienza con consapevolezza: ci aiuterà a trovare strade diverse per risolvere il problema, a lasciare le cose vecchie e a trovarne di nuove.

Diamo spazio alla resilienza creativa che abbiamo dentro di noi.



Nella  mia  esperienza  vedo  frequentemente pazienti con  neuropatie  periferiche  da  intrappolamento, come  sindrome ...
03/05/2023

Nella mia esperienza vedo frequentemente pazienti con neuropatie periferiche da intrappolamento, come sindrome tunnel carpale, compressione del nervo ulnare o radiale, ma anche lombosciatalgie.

E’ abbastanza noto che in queste sindromi, sia acute che croniche, gli antiinfiammatori e gli analgesici non hanno una grande efficacia.

E' utile integrare nella pratica clinica l’utilizzo di alcuni principi attivi che, specialmente se in associazione fra loro, nel mediolungo periodo risultano spesso efficaci.

Consistono in:
Palmitoiletanolamide (PEA)
Acetil-L-carnitina (ALC)
Acido alfa lipoico
Vitamina B1-B6

L’utilizzo di questi integratori spesso può risolvere le forme iniziali o molto lievi delle neuropatie periferiche, proteggere dal dolore eccessivo i pazienti in attesa di intervento, e aiutare nettamente il recupero funzionale dopo l’intervento di decompressione chirurgica, specialmente per quei casi che sono andati in deficit neurologico.

Inoltre non hanno gli effetti collaterali degli analgesici e degli antiinfiammatori.

E’ chiaro che non vanno assunti con autoprescrizione e soprattutto prima va fatta una diagnosi corretta presso il tuo specialista di fiducia!

01/05/2023

David Ph.D. e Rachel Hopman Ph.D. ( Department of Psychology University of Utah), si occupano di studiare i benefici psicologici offerti dal contatto con la natura selvaggia.

Hanno portato un gruppo di ragazzi in uno dei parchi più incontaminati dello Utah per una escursione di 3 giorni.

Il primo giorno i ragazzi si sono accorti che i loro cellulari non servivano assolutamente a nulla , perchè non c’era segnale. Quindi non potevano inviare foto, video e non potevano avere contatti con l’ambiente che avevano appena lasciato.

Da sentimenti di rabbia, impazienza, insofferenza del primo giorno sono poi arrivati all’accettazione di questa cosa.

Il terzo giorno erano definitivamente calmi e pronti ad entrare in sintonia con la natura e si rendevano conto che quell’avventura nella natura non era poi così male.

Al primo giorno è stato fatto un elettroencefalogramma, e sono state registrate onde cerebrali di tipo beta, che sono tipiche dello stato di allerta, in qualche modo di stress. Oggi sono onde registrate molto più frequentemente di prima.

Il terzo giorno gli studiosi hanno registrato invece onde alfa e theta, che sono quelle relative al flow : queste onde cerebrali sono legate alla veglia calma, alla spiritualità e alla creatività.

La conclusione di questo studio è che il contatto con la natura non solo è benefico perché respiriamo aria pulita, ci riposiamo dai rumori, passiamo qualche ora facendo attività fisica, ma anche perché attingiamo vita dalla natura, ripuliamo la nostra mente e rientriamo in armonia con noi stessi.

In pratica è una specie di reset del cervello che aiuta la nostra salute mentale.

Capita  a  molte  persone,  in  particolare  agli  sportivi, di cadere  a  terra  con  la  mano in avanti: questo  tipo ...
27/04/2023

Capita a molte persone, in particolare agli sportivi, di cadere a terra con la mano in avanti: questo tipo di trauma sul polso può provocare una frattura dello scafoide, che è un ossicino che spesso, almeno all’inizio , non dà sintomi particolari: scarso dolore, scarso gonfiore.

A distanza di tempo ci possono essere seri problemi di guarigione dello stesso, oppure gravi alterazioni artrosiche della mano dovute alla mancata guarigione iniziale.

In ambulatorio è abbastanza frequente vedere problemi di questo genere innescati da traumi verificatisi alcuni anni prima, spesso in sportivi professionisti, che presi dalla necessità di continuare l’attività sportiva non prendono consapevolezza del problema.

E purtroppo quasi mai si torna alla situazione di partenza.

Cosa fare allora?

Nel dubbio effettuare sempre una radiografia , e , se persiste il dolore nonostante l’esame sia negativo, effettuare entro 7-10 gg, una TC o una RNM. In ogni caso è utile rivolgersi ad uno specialista della mano che conosce il problema.

Se la frattura è diagnosticata per tempo si può rimediare molto meglio rispetto ad una diagnosi tardiva.

E voi, che esperienza avete? Parliamone nei commenti!

25/04/2023

Spesso ci facciamo travolgere da quella che nel linguaggio mindfulness si chiama “𝓿𝓲𝓼𝓲𝓸𝓷𝓮 𝓪 𝓽𝓾𝓷𝓷𝓮𝓵”, che è una distorsione della realtà che ci fa guardare solo il futuro.

Spesso per pensare a questo ci dimentichiamo di apprezzare e vivere il presente, rischiando di non avere consapevolezza delle tappe intermedie del percorso, che sono le nostre giornate .

Cosa si può fare?

1. Una volta fissato l’obiettivo a medio lungo termine, concentrati su quello che puoi fare oggi, è meno stressante e più gratificante.

2. Fissa delle priorità: non si può fare tutto.
Stabilisci ciò che è davvero importante per te e tralascia il resto.

3. Cerca di fermarti qualche minuto ogni giorno per meditare o riflettere sulla tua giornata con consapevolezza: dai dignità alle tue giornate, sono già belle così.

4. Assapora ogni momento con la massima disponibilità d’animo e con la massima gratitudine.

Ti sei mai accorto di vivere pensando troppo al passato o preoccupandoti troppo del futuro?

Indirizzo

MiniHospital S. Pertini Via A. Gramsci 29
Capannoli
56033

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