dott.ssa Paola F. Di Franco

dott.ssa Paola F. Di Franco psicodiagnosi
valutazione funzionale
psicoterapia cognitivo-comportamentale
formazione

VOTA E FAI VOTAREIn questi giorni ho lavorato con un piccolo gruppo di ragazzi  sul tema delle votazioni.Sembra una cosa...
24/11/2025

VOTA E FAI VOTARE

In questi giorni ho lavorato con un piccolo gruppo di ragazzi sul tema delle votazioni.
Sembra una cosa ovvia, ma in realtà non lo è affatto: molti giovani non ricevono a scuola un vero supporto su come orientarsi tra candidati, programmi e promesse.
E quando parliamo di ragazzi nello spettro, questo diventa ancora più evidente e di fatto accade che seguano le preferenze dei genitori come accade in tanti altre situazioni, non riuscendo ad identificare le.proprie
Nel nostro percorso abbiamo scoperto due difficoltà diffuse:
1 "Non so come si fa a scegliere chi votare"
Molti dichiarano apertamente di non avere strumenti per capire quali temi sono importanti per loro, come confrontare i programmi o come riconoscere proposte realistiche da quelle semplici “sparate”.
Non è un problema individuale: è proprio la mancanza di un lavoro educativo su questo tema.
2 "E se dicono b***e?"
E hanno ragione: in campagna elettorale può succedere che i candidati facciano promesse difficili da mantenere.
Ma uno dei ragazzi ha proposto un’idea potentissima: un’analisi longitudinale della coerenza.
Tradotto: guardare non solo cosa dicono oggi, ma cosa hanno fatto ieri. Sapete quanto sono sensibili alle dissonanze ( se lo fossimo anche noi ci eviteremmo errori ripetuti)
Da qui sono venute fuori diverse “prese per il fondelli” di certi comportamenti politici poco credibili.
Perché tutto questo è importante?
Perché nell' Intervento Mediato dal Contesto:
non si lavora solo sulle competenze del ragazzo, ma sul mondo intorno a lui.
Portare dentro la realtà — come le elezioni — permette di sviluppare autonomia, senso critico, partecipazione e la tanto nominata autodeterminazione
Non prepariamo cittadini “perfetti”, ma persone che sanno orientarsi e non si sentono sole davanti a una scelta complessa.
Il risultato?
Abbiamo costruito insieme un diagramma di flusso per scegliere in modo consapevole: semplice, visivo, concreto.
Un modo per aiutare a mettere ordine tra valori personali, promesse elettorali e chiarezza comunicativa.

Non diciamo chi votare.
Aiutiamo a capire come scegliere.

E, soprattutto, li aiutiamo a capire che il loro voto conta davvero.
Ora mj domando, quanti colleghi, educatori, docenti, in questo periodo hanno lavorato su questi temi? Non farlo significa passar4 un unico messaggio: la tua opinione non conta!

16/11/2025

Conversazione della domenica....
«Che lavoro fa la tua mamma?»
«Lavora con i bambini speciali!»
«Speciali tipo… con i superpoteri? Volano? Sparano glitter?»
La bambina mi guarda, perplessa: «Nooo… sono bambini normali…»
«Ah, meno male! Perché se avessero i superpoteri, allora sì che mi preoccuperei.
Ma dimmi: cosa li rende “speciali”?»
La bambina ci pensa un attimo, e dice:
«…Boh. Forse lo dice la mamma per essere gentile.» (!!!)
«Può darsi. Però sai, ogni bambino ha qualcosa di speciale. Anche tu.. perché ognuno è diverso.»
Lei : «Allora magari è meglio dire che la mamma aiuta bambini… diversi, ognuno a modo suo.»
Ecco qua..
Bambini, facciamo riflettere questi adulti!!

SEPARARE IMPOVERISCE TUTTI. Sono le risorse che mancano, la formazione insufficiente e la collaborazione che non funzion...
15/11/2025

SEPARARE IMPOVERISCE TUTTI.

Sono le risorse che mancano, la formazione insufficiente e la collaborazione che non funziona.
E cominciamo anche da qui: non si può più permettere che chiunque diventi insegnante di sostegno “al volo”, usando la disabilità come scorciatoia verso il posto fisso. Il sostegno non è un canale accelerato, ma una professionalità ad alta responsabilità che richiede competenze vere e motivazione autentica.

Un insegnante su quattro favorevole a scuole speciali: aumenta del 10% in un anno. "Si è erosa la fiducia nel sistema inclusivo"

Negli ultimi anni molti protocolli per la selettività alimentare si sono focalizzati sull’aspetto comportamentale: anali...
14/11/2025

Negli ultimi anni molti protocolli per la selettività alimentare si sono focalizzati sull’aspetto comportamentale: analisi funzionale, gradualità, rinforzi, collaborazione al tavolo. Tutti elementi spesso necessari.
Ma chi lavora sul campo lo vede ogni giorno: se il profilo sensoriale del bambino non viene considerato, i tempi si allungano in modo infinito e i progressi restano fragili e l'impatto sui bambini può essere traumatico
Perché succede?
Molti rifiuti alimentari non sono solo “comportamenti di fuga”, ma vere e proprie reazioni legate a:
odori troppo intensi
consistenze difficili da gestire
ipersensibilità tattile o orale
sovraccarico durante il momento del pasto
Quando questi aspetti non vengono affrontati, il bambino si trova a dover tollerare uno stimolo che il suo sistema percettivo non è ancora pronto a gestire. E questo rallenta tutto.
Cosa accade alle famiglie?
Spesso arrivano dopo percorsi lunghi, impegnativi, molto strutturati… ma con pochi cambiamenti reali perché mancava l’integrazione sensoriale. La frustrazione è tanta: tanto lavoro, tanti sacrifici, pochi risultati.
L’approccio integrato fa la differenza
Quando l’intervento viene affiancato a un lavoro sensoriale mirato:
il bambino è più regolato
la partecipazione diventa spontanea
le esposizioni risultano meno faticose
Si tratta di riconoscere che alcuni bambini hanno bisogno di prospettive rispettose della condizione di autismo
Una buona valutazione iniziale è il punto chiave
Prima di parlare di gradualità, obiettivi e rinforzi, è fondamentale chiedersi:
questo bambino è in grado di tollerare lo stimolo sul piano sensoriale?
quali consistenze, odori e temperature risultano difficili?
come si regola prima, durante e dopo il pasto?
L’intervento giusto è quello che rispetta il profilo del bambino e lavora sia sulla regolazione che sulle abilità
Integrare non significa complicare: significa rendere il percorso più breve, più efficace e più rispettoso delle reali necessità del bambino e della sua famiglia.

Negli anni di lavoro clinico ho imparato che nessun intervento può davvero funzionare se resta confinato nel setting.La ...
11/11/2025

Negli anni di lavoro clinico ho imparato che nessun intervento può davvero funzionare se resta confinato nel setting.
La persona vive in un contesto, e quel contesto può facilitare o limitare l’espressione delle sue risorse.
È da questa consapevolezza che è nato il mio modello: l’Intervento Mediato dal Contesto.
Un approccio che non si ferma alla cornice cognitivo-comportamentale tradizionale, ma che la integra e la porta oltre, lavorando sulle condizioni che permettono alla persona di accedere pienamente alle proprie possibilità.
Per me questo significa creare ambienti — reali e relazionali— che sostengano il cambiamento e accolgano le differenze individuali.
Solo così il lavoro terapeutico diventa davvero generalizzabile e trasformativo.

In campagna elettorale sembra che tutti abbiano un piano miracoloso per l’inserimento lavorativo delle persone con disab...
11/11/2025

In campagna elettorale sembra che tutti abbiano un piano miracoloso per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Ma troppo spesso, dietro queste promesse, c’è più propaganda che reale volontà di creare opportunità autentiche.
La verità è che la dignità professionale non nasce dal dare un contratto a tempo indeterminato a qualcuno solo per riempire una casella o mostrarsi inclusivi. Non è inclusione mettere una persona in una postazione isolata o affibbiarle mansioni simboliche, giusto per poter dire che “è stata assunta”.
Il punto centrale dovrebbe essere un altro: riconoscere le caratteristiche di ciascuno, anche quando richiedono più attenzione, più formazione e più impegno, come accade con molte condizioni. È un lavoro complesso, che non si risolve esibendo un’assunzione come se fosse un trofeo sociale.
E tra bandi, incentivi e promesse di ogni tipo, a volte sembra che conti più rientrare in una categoria protetta che il valore di una laurea o delle proprie competenze.

Ascoltate attentamente le.parole di questa donna. Soprattutto voi, struzzi!
06/11/2025

Ascoltate attentamente le.parole di questa donna. Soprattutto voi, struzzi!

Guarda Sentenza Stella Maris, il commento amaro di Sondra Cerrai (uno dei genitori): "Emerge la forza dei potenti" - Gruppo SAE su Dailymotion

05/11/2025

Mi chiama una mamma di un ragazzo di 14 anni, seguito da un centro del territorio per 15 ore settimanali tra casa e scuola, più supervisione periodica del BCBA.

Il motivo della telefonata: il figlio ha "comportamenti sessuali inappropriati", così come definiti dalle terapiste, e quindi serve un intervento in questo ambito.
Inoltre, manifesta aggressività.

Serve altro per capire che cos’è che non sta funzionando?

Grazie a Bolla di Sapone e al suo Presidente, Fondatore e Responsabile Clinico Dott.Davide Delia, che anche quest'anno a...
31/10/2025

Grazie a Bolla di Sapone e al suo Presidente, Fondatore e Responsabile Clinico Dott.Davide Delia, che anche quest'anno all'interno del suo programma formativo mi affida un modulo tutto incentrato sul Progetto di Vita e sugli interventi estesi ai contesti di vita.

Non riporto la diagnosi della ragazzina, perché non è importante per quello che sto per dire.Vengo coinvolta in una situ...
30/10/2025

Non riporto la diagnosi della ragazzina, perché non è importante per quello che sto per dire.
Vengo coinvolta in una situazione di dispersione scolastica complessa: una bambina che da due anni non riesce a frequentare la scuola, nonostante numerosi interventi di reinserimento graduale e diverse figure professionali affiancate alla famiglia e alla scuola.
Tante strategie, tutte centrate sull’individuo, sul “caso”, sul sintomo.
Quando arrivo, pongo una domanda semplice:
“La classe è mai stata informata di cosa stava accadendo alla loro compagna? Qualcuno ha mai raccolto le loro percezioni, i loro pensieri, le loro idee su come poter aiutare?”
La risposta è no.
Ed è qui che si apre una riflessione più ampia: ogni intervento perde di significato se non è calato nel contesto di vita reale della persona.
Formare, sensibilizzare e rendere partecipe l’ambiente non è un “di più”: è parte integrante del lavoro.
Senza questo passaggio, ogni azione resta tecnica ma non è agente di cambiamento

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