Veronica Gorni - Psicologa Psicoterapeuta

Veronica Gorni - Psicologa Psicoterapeuta Offro sostegno al singolo, alla coppia e alla famiglia Per quali motivi si può iniziare un percorso psicologico o psicoterapeutico?

Insieme possiamo affrontare le difficoltà che possono creare disagio e fatica, guardando la situazione da prospettive diverse, creando nuove letture possibili, indossando occhiali mai provati prima. Ansia, difficoltà nella gestione del quotidiano, aspetti del passato da affrontare, difficoltà relazionali, sensazione di inadeguatezza, bisogno di supporto esterno...
Possiamo trovare tantissimi moti

vi per iniziare un percorso di questo tipo, motivi difficilmente categorizzabili, perchè personali e specifici di ognuno di noi, così come individualizzato è il cammino che si intraprende.

La depressione è un catalizzatore, assorbe tutte le energie e tutte le risorse disponibili.Se ne può uscire? Sì, ma serv...
04/08/2025

La depressione è un catalizzatore, assorbe tutte le energie e tutte le risorse disponibili.
Se ne può uscire? Sì, ma serve aiuto perché trovare la via d’uscita è complicato da dentro la stanza della depressione, serve qualcuno che ci accompagni accendendo una torcia.

ODE AL DISORDINESpesso ci troviamo davanti ai nostri cassetti disordinati e ci mettiamo le mani nei capelli perché dobbi...
21/07/2025

ODE AL DISORDINE

Spesso ci troviamo davanti ai nostri cassetti disordinati e ci mettiamo le mani nei capelli perché dobbiamo riorganizzare il contenuto.
Cambiamo prospettiva e diamo al disordine il valore che merita. Il disordine è una POSSIBILITÀ, permette un cambiamento. Solo una situazione di disordine è l’anticamera di una potenziale evoluzione. Potremmo scoprire che il contenuto del nostro cassetto disordinato può assumere una disposizione nuova e più congeniale.
Mantenere sempre ogni cosa in ordine è segno di blocco e tutto ristagna, ma l’ordine di un tempo rischia di non essere adeguato all’oggi.
Accade così anche nella nostra vita, a volte ci sentiamo confusi ed è allora che avremo l’occasione di evolvere.

10/03/2025

“Il treno passa una sola volta”

Lo sentiamo dire spesso, eppure se avete frequentato almeno una volta una stazione, vi ricorderete che di treni ne passano davvero molti. Tanti di essi sono in ritardo, alcuni sono puntuali, altri si fermano durante il tragitto per un guasto. Ci sono i regionali che hanno un tragitto più lungo ma fermano ad ogni stazione, ci sono i treni ad alta velocità, comodi, freschi d’estate e caldi d’inverno, che viaggiano solo per la meta. Se perdiamo un treno possiamo prendere il successivo, giusto?
Anche la vita è così, offre tante possibilità, alcune più scomode, altre più confortevoli, alcune arrivano al momento giusto, per altre occorre saper attendere.
Ma il tabellone è sempre pieno di treni.

🎥 PsicoCinema 🎥                       Joker - Folie a deux Perché va visto?Come va visto?Perché non è apprezzato da molt...
10/10/2024

🎥 PsicoCinema 🎥

Joker - Folie a deux

Perché va visto?
Come va visto?
Perché non è apprezzato da molti?

Il secondo capitolo della saga di Philips sta facendo discutere un pubblico molto ampio che si lamenta perché non sta vedendo ciò che si aspettava di vedere.
In realtà questo scarto tra aspettative e realtà era già stato ampiamente offerto dal primo film: abbiamo capito immediatamente che il joker di Phoenix non avrebbe indossato i panni del personaggio fumettistico, bensì quelli dell’uomo. Eppure, il seguito ha rotto ulteriormente gli schemi. Perchè?
Perché è ben fatto e incredibilmente accurato nell’approfondimento degli aspetti di più difficili da rendere sullo schermo. Parlo delle sofferenze emotive di un uomo, parlo della creazione di un mondo fantastico in cui rifugiarsi per scappare da una realtà che fa troppo male, parlo delle sfumature di una persona che si dicotomizzano al punto da diventare due personalità.
Quelli appena accennati sono i temi del livello personale, ma il film affronta (benissimo) anche la relazione tra Arthur e Lee che si sviluppa e sostiene un disturbo psicotico estremamente complesso come la folie à deux.
Il regista aggiunge poi il livello del rapporto con la società che chiede al protagonista di recidere una parte di sè, non sempre la stessa, sostenendo così la psicosi e la sofferenza.

Ci sarebbe tantissimo da dire, ma intanto questi sono alcuni spunti che mi permettono di consigliarvi la visione di un film difficile, complesso, a tratti faticoso (si entra davvero nella sofferenza emotiva e fisica del protagonista) ma che non lascia nulla al caso e compie un lavoro difficilissimo.
E no, le canzoni non sono messe a caso o al servizio di Lady Gaga, ma sono utili alla rappresentazione del rifugio fantastico dei due personaggi. Se vi infastidiscono perché considerate interruzioni della narrazione, provate a pensare alla fatica di chi vive davvero in questo alternarsi tra due mondi e capirete che anche in tale elemento il regista ha fatto centro.

Di contraddizioni, sfumature e orgoglioSono stata nella meravigliosa Napoli recentemente.Mi ha insegnato tante cose ma q...
30/09/2024

Di contraddizioni, sfumature e orgoglio

Sono stata nella meravigliosa Napoli recentemente.
Mi ha insegnato tante cose ma quella che più mi ha colpito è accettare e soprattutto apprezzare le proprie contraddizioni. Napoli è bellezza e franchezza. Napoli ti offre una chiesa restaurata e curata vicinissima a case che paiono in rovina. Ma la cosa importante è l’orgoglio con cui mostra queste contraddizioni, non cerca di nasconderle al visitatore ma le palesa con fierezza.
E devo ammettere che quell’orgoglio la rende speciale.

Quanta fatica facciamo ad accettare le nostre contraddizioni?
Quante volte diciamo: “non sono io” mentre invece siamo noi, in tutte le nostre sfumature.
Invece che nasconderle dovremmo andarne fieri, perché solo con tutti quei colori siamo veramente noi stessi.

Vi aspetto ⤵️
25/09/2024

Vi aspetto ⤵️

DI PRESSIONE E PERFORMANCE, MA ANCHE DI EMPATIA E DI ATTENZIONE ALLA COMPLESSITÀChe siamo nella società della prestazion...
30/07/2024

DI PRESSIONE E PERFORMANCE, MA ANCHE DI EMPATIA E DI ATTENZIONE ALLA COMPLESSITÀ

Che siamo nella società della prestazione, lo sappiamo benissimo, già da tempo. Se poi questa idea la inseriamo nel contesto sportivo ad alto livello, la performance diventa l’unica cosa a cui dare importanza.
Sto seguendo le olimpiadi di Parigi, ma soprattutto osservo e ascolto.
Pare non esserci spazio per le emozioni, nemmeno a gara ultimata.
non può essere felice per un quarto posto in cui non sperava, non può essere contemporaneamente frustrata e arrabbiata per quello str***o (cito) di un centesimo che l’ha lasciata senza medaglia al collo. A 19 anni deve giustificare delle lacrime che possono essere di gioia per un risultato eccellente ma anche di fastidio per una prova che avrebbe potuto consacrarla tra i campioni olimpici. Perché la giornalista è allibita che lei possa essere felice senza essere salita sul podio, perché la commentatrice “rabbrividisce” davanti a quelle parole, incredula che un’atleta giovane possa mettere davanti al metallo della gloria la soddisfazione di essere arrivata 4* tra le migliori atlete del mondo.
Dov’è l’ empatia che ci permette di scorgere la complessità emotiva di chi abbiamo di fronte? O perlomeno di non giudicare sulla base della certezza che la nostra visione sia l’unica possibile? Non siamo in grado di vedere oltre quel momento? La fatica, la sofferenza, l’impegno, insieme a molti aspetti personali (perché sì, l’atleta è una persona, caso mai ce lo dimenticassimo) che non possiamo conoscere, fanno parte del bagaglio con cui si arriva alla gara e colorano la competizione e il risultato di una tinta che solo la persona conosce e può comprendere.
L’umiltà di non sapere tutto può essere un valore da riscoprire, anche in ambito sportivo.

18/07/2024

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𝘈𝘧𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘪𝘈𝘮𝘰 ❣️
Puntata 6
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