Ludus in fabula

Ludus in fabula Associazione Culturale e Ricreativa

06/06/2022

  🌹 a tutte le   del 🌏!
08/05/2022

🌹 a tutte le del 🌏!


21/04/2022

Vi siete dimenticati di come si fa la pace?

Bambini vuoti? Una tragedia silenziosa...Sovrastimolati, stra-ricoperti di oggetti materiali, senza desideri, con bassa ...
20/04/2022

Bambini vuoti? Una tragedia silenziosa...
Sovrastimolati, stra-ricoperti di oggetti materiali, senza desideri, con bassa tolleranza all'attesa e alla frustrazione.

Si tratta di bambini che hanno troppo, ma a cui manca la cosa più importante:
• Madri e padri emotivamente disponibili
• Limiti chiaramente definiti
• Responsabilità
• Nutrizione equilibrata e sonno corretto
• Movimento, soprattutto all'aperto
• Spazi per la noia
• Minore distraibilità digitale
• Gioco creativo, interazione sociale e opportunità di gioco non strutturate.

CEFOCAM, Guerrero

Fonte Immagine: "Vuoto", libro di Anna Llenas

Serena Pasqua a tutti voi!
17/04/2022

Serena Pasqua a tutti voi!

  🎄
24/12/2021

🎄

13/12/2021

Bellissimi ricordi ❤️

22/11/2021

Giornata Internazionale dei Diritti dei bambiniSe mi insegni, io lo imparoSe mi parli, mi è più chiaroSe lo fai, mi entr...
20/11/2021

Giornata Internazionale dei Diritti dei bambini

Se mi insegni, io lo imparo
Se mi parli, mi è più chiaro
Se lo fai, mi entra in testa
Se con me tu impari, resta.
Bruno Tognolini



14/11/2021

C'è molta fretta oggi nei confronti dei bambini. La società ci spinge avanti. Deve dormire da solo. Deve inserirsi presto all'asilo. Deve concludere l'allattamento. Deve consolarsi da solo. Una grande corsa.
Ma verso dove? Perché tanta fretta? I bambini non li facciamo crescere noi spingendoli avanti. Crescono di loro e raggiungono tutte queste tappe spontaneamente ognuno con i propri tempi. Un giorno si addormenteranno da soli. Un giorno le poppate saranno un lontano ricordo. Ma la rassicurazione ricevuta in quei primissimi anni di vita sarà la base della loro sicurezza in sé stessi. Per sempre.
Una scorta di tenerezza per la vita.
E allora, che fretta c'è?

G. C***a

Scegli di essere diverso!
05/11/2021

Scegli di essere diverso!

Crescita emotiva                      :
14/10/2021

Crescita emotiva
:

08/10/2021

Un bambino risponde «grazie» perché ha sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni a dirlo.
Un bambino si muove sicuro nello spazio quando è consapevole che tu non lo trattieni, ma che sei lì nel caso lui abbia bisogno di te.
Un bambino quando si fa male piange molto di più se percepisce la tua paura.
Un bambino è un essere pensante, pieno di dignità, di orgoglio, di desiderio di autonomia, non sostituirti a lui, ricorda che la sua implicita richiesta è «aiutami a fare da solo».
Quando un bambino cade correndo e tu gli avevi appena detto di muoversi piano su quel terreno scivoloso, ha comunque bisogno di essere abbracciato e rassicurato; punirlo è un gesto crudele, purtroppo sono molte le madri che infieriscono in quei momenti. Avrai modo più tardi di spiegargli l’importanza del darti ascolto, soprattutto in situazioni che possono diventare pericolose. Lui capirà.
Un bambino non apre un libro perché riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la letteratura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto meraviglioso nell’oggetto che voi tenete sempre in mano con quell’aria soddisfatta.
Un bambino crede nelle fate se ci credi anche tu.
Un bambino ha fiducia nell’amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva esseri umani terrorizzati dai sentimenti.
«Non sono nervosa, sei tu che mi rendi così» è una frase da non dire mai.
Un bambino sempre attivo è nella maggior parte dei casi un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo, non è un paziente da curare con dei farmaci; provate a portarlo il più possibile nella natura.
Un bambino troppo pulito non è un bambino felice. La terra, il fango, la sabbia, le pozzanghere, gli animali, la neve, sono tutti elementi con cui lui vuole e deve entrare in contatto.
Un bambino che si veste da solo abbinando il rosso, l’azzurro e il giallo, non è malvestito ma è un bambino che sceglie secondo i propri gusti.
Un bambino pone sempre tante domande, ricorda che le tue parole sono importanti; meglio un «questo non lo so» se davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi sugli specchi lui lo capisce e ti trova anche un po’ ridicola.
Inutile indossare un sorriso sul volto per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore, lo legge, attraverso la sua lente sensibile, nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano segnali contrastanti, resta confuso, spaventato, spiegagli perché sei triste, lui è dalla tua parte.
Un bambino merita sempre la verità, anche quando è difficile, vale la pena trovare il modo giusto per raccontare con delicatezza quello che accade utilizzando un linguaggio che lui possa comprendere.
Quando la vita è complicata, il bambino lo percepisce, e ha un gran bisogno di sentirsi dire che non è colpa sua.
Il bambino adora la confidenza, ma vuole una madre non un’amica.
Un bambino è il più potente miracolo che possiamo ricevere in dono, onoriamolo con cura.
Giorgio Gaber “Non insegnate ai bambini”

31/08/2021

Ci vogliono impauriti, e noi alziamo la testa. Ci vogliono togliere la speranza, e noi andiamo avanti. Ci vogliono ignor...
30/08/2021

Ci vogliono impauriti, e noi alziamo la testa. Ci vogliono togliere la speranza, e noi andiamo avanti. Ci vogliono ignoranti, e noi apriamo i libri.
Ci vogliono far odiare gli uni con gli altri, e noi prendiamoci per mano.

Per questa bambina salvare i suoi libri è salvare anche la sua libertà.

Ho domandato ad una bambina: "Chi comanda in casa?" Sta zitta e mi guarda. "Su, chi comanda da voi: il babbo o la mamma?...
30/08/2021

Ho domandato ad una bambina: "Chi comanda in casa?"
Sta zitta e mi guarda. "Su, chi comanda da voi: il babbo o la mamma?" La bambina mi guarda e non risponde.
"Dunque me lo dici? Dimmi chi é il padrone." Di nuovo mi guarda, perplessa. "Non sai cosa vuol dire comandare?" Sì che lo sa. "Non sai cosa vuol dire padrone?" Sì che lo sa.
"E allora?" Mi guarda e tace. Mi debbo arrabbiare? O forse é muta, la poverina. Ora poi scappa addirittura, di corsa fino in cima al prato.
E da lassù si volta a mostrarmi la lingua e mi grida,ridendo: "Non comanda nessuno... perché ci vogliamo bene!"



❤️
22/08/2021

❤️

Non tutti sanno che Gino e Cecilia Strada hanno scritto, nel 2005, una favola che spiega, chiaramente, il significato dei termini cui Gino Strada era più legato: uguaglianza e diritto.

È una favola contro la guerra, per tutti gli Uomini di buona volontà.

Leggetela voi e raccontatela ai vostri bimbi.

****

C‘era una volta un pianeta chiamato Terra. Si chiamava Terra anche se, a dire il vero, c’era molta più acqua che terra su quel pianeta. Gli abitanti della Terra, infatti, usavano le parole in modo un po’ bislacco. Prendete le automobili, per esempio. Quel coso rotondo che si usa per guidare, loro lo chiamavano “volante”, anche se le macchine non volano affatto! Non sarebbe più logico chiamarlo “guidante”, oppure “girante”, visto che serve per girare? Anche sulle cose importanti si faceva molta confusione.

Si parlava spesso di “diritti”: il diritto all’istruzione, per esempio, significava che tutti i bambini avrebbero potuto (e dovuto!) andare a scuola. Il diritto alla salute poi, avrebbe dovuto significare che chiunque, ferito, oppure malato, doveva avere la possibilità di andare in ospedale. Ma per chi viveva in un paese senza scuole, oppure a causa della guerra non poteva uscire di casa, oppure chi non aveva i soldi per pagare l’ospedale (e questo, nei paesi poveri, è più la regola che l’eccezione), questi diritti erano in realtà dei rovesci: non valevano un fico secco. Siccome non valevano per tutti ma solo per chi se li poteva permettere, queste cose non erano diritti: erano diventati privilegi, e cioè vantaggi particolari riservati a pochi. A volte, addirittura, i potenti della terra chiamavano “operazione di pace” quella che, in realtà, era un’operazione di guerra: dicevano proprio il contrario di quello che in realtà intendevano. E poi, sulla Terra, non c’era più accordo fra gli uomini sui significati: per alcuni ricchezza significava avere diecimila miliardi, per altri voleva dire avere almeno una patata da mangiare.

Quanta confusione! Tanta confusione che un giorno il mago Linguaggio non ne potè più. Linguaggio era un mago potentissimo, che tanto tempo prima aveva inventato le parole e le aveva regalate agli uomini. All’inizio c’era stato un po’ di trambusto, perché gli uomini non sapevano come usarle, e se uno diceva ca****fo l’altro pensava al canguro, e se uno chiedeva spaghetti l’altro intendeva gorilla, e al ristorante non ci si capiva mai. Allora il mago Linguaggio appiccicò ad ogni parola un significato preciso, cosicché le parole volessero dire sempre la stessa cosa, e per tutti.

Da allora il ca****fo è sempre stato un ortaggio, e il gorilla un animale peloso, e non c’era più il rischio di trovarsi per sbaglio nel piatto un grosso animale peloso, con il suo testone coperto di sugo di pomodoro. Questo lavoro, di dare alle parole un significato preciso, era costato un bel po’ di fatica al mago Linguaggio. Adesso, vedendo che gli uomini se ne infischiavano del suo lavoro, e continuavano ad usarle a capocchia, decise di dare loro una lezione. «Le parole sono importanti» amava dire «se si cambiano le parole si cambia anche il mondo, e poi non si capisce più niente».

Una notte, dunque, si mise a scombinare un po’ le cose, spostando una sillaba qui, una là, mescolando vocali e consonanti, anagrammando i nomi. Alla mattina, infatti, non ci si capiva più niente. A tutti gli alberghi di una grande città aveva rubato la lettera gi e la lettera acca, ed erano diventati… alberi! Decine e decine di enormi alberi, con sopra letti e comodini e frigobar, e i clienti stupitissimi che per scendere dovevano usare le liane come Tarzan. Alle macchine aveva rubato una enne, facendole diventare macchie, e chi cercava la propria automobile trovava soltanto una grossa chiazza colorata parcheggiata in strada. Alle torte invece aveva aggiunto una esse, erano diventate tutte storte, e cadevano per terra prima che i bambini se le potessero mangiare. Erano talmente storte che non erano più buone nemmeno per essere tirate in faccia. Nelle scuole si era anche divertito ad anagrammare, al momento dell’appello, la parola presente, e se prima gli alunni erano tutti presenti, adesso erano tutti serpenti, e le maestre scappavano via terrorizzate.

Poi si era tolto uno sfizio personale: aveva eliminato del tutto la parola guerra, che aveva inventato per sbaglio, e non gli era mai piaciuta. Così un grande capo della terra, che in quel momento stava per dichiarare guerra, dovette interrompersi a metà della frase, e non se ne fece nulla. Inoltre aveva trasformato i cannoni in cannoli, siciliani naturalmente, e chi stava combattendo si ritrovò tutto coperto di ricotta e canditi. Andò avanti così per parecchi giorni, con le scarpe che diventavano carpe e nuotavano via, i mattoni che diventavano gattoni e le case si mettevano a miagolare, il pane che si trasformava in un cane e morsicava chi lo voleva mangiare. Quanta confusione! Troppa confusione, e gli uomini non ne potevano più.

Mandarono quindi una delegazione dal mago Linguaggio, a chiedere che rimettesse a posto le parole, e con loro il mondo. «E va bene» – disse Linguaggio – «ma solo ad una condizione: che cominciate a usare le parole con il loro giusto significato». «I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi. Uguaglianza deve significare davvero che tutti sono uguali e non che alcuni sono più uguali di altri. E per quanto riguarda la guerra…». «Per quanto riguarda la guerra» – lo interruppero gli uomini – «ci abbiamo pensato…tienitela pure: è una parola di cui vogliamo fare a meno».

Gino e Cecilia Strada

Indirizzo

Via Poerio
Cerchiara Di Calabria
87070

Telefono

3394469565

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