22/08/2025
IL CORPO È PROGRAMMATO PER AUTOGUARIRSI
C’è una verità che spesso dimentichiamo, soprattutto quando la paura prende il sopravvento... il corpo è programmato per autoguarirsi.
Non è uno sIogan motivazionale, non è un’idea astratta, è biologia pura. Ogni cellula, ogni tessuto, ogni organo ha inscritto dentro di sé un meccanismo di rigenerazione. E quando qualcosa si rompe, il corpo non resta a guardare: attiva immediatamente i suoi processi di riparazione.
Il problema è che oggi non gli lasciamo spazio per farlo. Lo bombardiamo di tossine, lo esauriamo con ritmi innaturali, lo soffochiamo con alimenti che non nutrono ma intossicano. E poi, quando si ammala, corriamo dal “Iuminare di turno” sperando che ci dia la piIIola magica che risolve tutto.
Ma la realtà è che non serve rincorrere il miracolo esterno, se non diamo al corpo la possibilità di fare il suo lavoro.
Partiamo dal cibo. Ogni boccone che mettiamo in bocca è un messaggio per le nostre cellule. Possiamo scegliere di mandare un messaggio di nutrimento, energia e riparazione… oppure un messaggio di infiammazione, accumulo tossico e fatica digestiva.
Non serve diventare ossessivi né estremisti, ma ci sono scelte che fanno davvero la differenza:
- Prediligere cibi biologici e naturali, nel limite del possibile, riduce il carico di pesticidi, erbicidi e sostanze chimiche che affaticano fegato e reni.
- Eliminare il cibo spazzatura, confezionato e processato: bibite gassate, snack industriali, farine raffinate, zuccheri in eccesso. Tutto questo non è alimento, è solo benzina sporca per il corpo.
- Semplicità a tavola: più un cibo è vicino alla sua forma naturale, più informazioni vitali porta con sé. Una mela biologica è un alimento, una merendina impacchettata è un insulto metabolico.
Quando il corpo riceve alimenti puliti, ricchi di fibre, minerali e antiossidanti, il fegato e l’intestino si alleggeriscono e l’infiammazione cala. Questo da solo è un enorme passo verso l’autoguarigione.
Viviamo in una società che glorifica l’essere sempre attivi. Dormire poco viene considerato un vanto, come se il riposo fosse una perdita di tempo. In realtà, il riposo è la più potente medicina rigenerativa che abbiamo.
Durante il sonno profondo, il corpo ripara i tessuti, elimina tossine dal cervello attraverso il sistema glinfatico, produce ormoni rigenerativi. È come se ogni notte venisse azionato un “programma di manutenzione” che ripulisce e rimette in ordine.
Se non dormiamo, o se il sonno è disturbato da stress, luci artificiali, abitudini sballate, quel programma non si attiva. È come lasciare il computer sempre acceso senza mai fare aggiornamenti... a un certo punto si blocca.
Proteggere il sonno non è un lusso, è un atto terapeutico. Spegnere i dispositivi almeno un’ora prima, mantenere una routine serena serale, tenere la stanza fresca e buia: piccoli gesti che aiutano il corpo ad attivare i suoi processi di autoguarigione notturna.
Non possiamo evitare lo stress, ma possiamo imparare a non viverci dentro 24 ore su 24. Lo stress cronico è come un rubinetto aperto che consuma costantemente le nostre riserve: attiva cortisolo e adrenalina, blocca la digestione, abbassa le difese immunitarie, infiamma i tessuti.
Ogni volta che respiriamo in modo profondo, che ci concediamo un momento di silenzio, che ridiamo con qualcuno che amiamo, il corpo registra: “sono al sicuro”.
E quando si sente al sicuro, abbassa l’allerta e riattiva la riparazione.
Gestire lo stress non significa vivere una vita perfetta, significa dare al sistema nervoso piccoli segnali quotidiani di calma. È un allenamento di autoregolazione che fa più di mille farmaci.
Il corpo non è fatto per stare fermo. Il movimento è ciò che stimola la circolazione del sangue, della linfa, dei nutrienti. Non serve fare sport estremi: basta muoversi. Camminare, respirare a pieni polmoni, allungarsi, ballare, salire le scale.
Il movimento è un “pulsante” che attiva la produzione di endorfine, migliora la sensibilità insulinica, ossigena i tessuti. Quando ci muoviamo, letteralmente diciamo al corpo: “Vivi”.
Viviamo in un mondo saturo di sostanze tossiche. Non possiamo evitarle tutte, ma possiamo ridurre il carico. Ogni scelta consapevole è un peso in meno che il corpo deve gestire.
- Detersivi naturali: evitiamo profumi sintetici e sostanze irritanti che respiriamo ogni giorno.
- Cosmetici puliti: la pelle assorbe quello che le mettiamo sopra. Creme e trucchi pieni di parabeni e siliconi non fanno bene a lungo termine.
- Cura della casa: attenzione alle muffe, spesso invisibili ma potentissimi attivatori infiammatori.
- Acqua: se possibile, filtrata o proveniente da fonti sicure.
Togliere tossine non è un gesto estetico, è un gesto di sopravvivenza cellulare. Meno carico esterno, più possibilità interna di riparare.
C’è un altro aspetto che dimentichiamo sempre quando parliamo di salute: l’anima.
Il corpo si ammala anche quando perde il senso di direzione, quando viviamo senza passioni, senza obiettivi, senza gioia.
La biochimica della felicità non è poesia, è scienza: quando facciamo qualcosa che amiamo, il corpo produce dopamina, ossitocina, serotonina. Sono molecole concrete che riducono infiammazione, abbassano dolore, stimolano plasticità neuronale.
Avere passioni, coltivare sogni, circondarsi di persone che ci fanno bene: tutto questo non è un lusso emotivo, è medicina preventiva.
Quando gli diamo la possibilità, il corpo attiva una serie di programmi incredibili:
- Apoptosi: le cellule danneggiate vengono eliminate e sostituite.
- Autofagia: i rifiuti cellulari vengono “riciclati” per produrre energia.
- Riparazione del DNA: enzimi specializzati correggono i danni causati da stress ossidativo.
- Rigenerazione tissutale: fegato, pelle, intestino si rinnovano continuamente.
- Sistema immunitario: quando non è più sotto assedio, riconosce e spegne infiammazioni inappropriate.
È tutto già scritto dentro di noi. Ma perché si attivi serve spazio: meno tossine, meno stress cronico, più nutrimento reale, più riposo, più movimento, più senso nella vita.
Questo non significa che la medicina non serva, anzi. Ma non possiamo delegare completamente la nostra salute aspettando il farmaco giusto. Nessun luminare può sostituire il lavoro che solo il nostro corpo può fare.
La vera rivoluzione è questa: ritornare ad essere partecipi della nostra guarigione. Non si tratta di cercare fuori, ma di ricreare dentro le condizioni che permettono al corpo di esprimere ciò per cui è stato programmato: rigenerarsi.
Il corpo è un sistema intelligente, programmato per autoguarirsi. Ogni giorno possiamo scegliere se ostacolarlo o aiutarlo. Non serve la perfezione, serve costanza.
Mangiare cibo vero, riposare bene, respirare e ridere, muoversi, ridurre tossine, coltivare passioni. Sono gesti semplici, alla portata di tutti, che non costano nulla e che nessun farmaco potrà mai sostituire.
Se gli diamo questa possibilità, il corpo fa il resto. Perché non dobbiamo insegnargli a guarire: dobbiamo solo smettere di impedirglielo.
XO - Patrizia Coffaro