01/03/2025
Essere un caregiver è impegnativo sotto diversi punti di vista.
Per esempio, non ci si pensa e potrebbe sembrare una banalità dall’esterno, ma è faticoso mentalmente anche solo organizzare la logistica della casa a misura di presìdi ed esigenze mutevoli che variano letteralmente da un giorno all’altro.
Sposta mobili, eliminane altri, inventa soluzioni…
Non è più il tempo di chiedersi “questa cassettiera starà meglio qui all’ingresso o nell’angolo giù in fondo?”, perché la priorità deve essere necessariamente la funzionalità.
E così, quando pensavo di avere bene o male sistemato tutto, ci viene consegnato un altro presidio (per ca**tà, grazie al cielo che ci è stato riconosciuto!) piuttosto ingombrante, perciò la vetrinetta dell’800 che mamma tanto ama deve essere sacrificata.
Non volendo separarsene, l’unica soluzione è portarla di sopra da me…. Ma lo spazio è terminato anche qui… a meno che non escogito uno spostamento di mobili nella stanza ripostiglio (devo dire che gli anni di mercatini con carico/scarico mi tornano utili in questi frangenti…).
Quindi, alle 10,45 di un venerdì mattina, scopro che il mio week end sarà: svuota vecchio armadio a due ante, smonta armadio, sposta scarpiera, sistema vetrinetta, riempi vetrinetta (di libri, of course!)… Decidi cosa buttare e tenere, fai più consegne all’isola ecologica… metti da parte ciò che si può regalare…
E poi sì, dovrei potare le Rose (accidenti… quando c’era la luna giusta, ha sempre piovuto!), potare la Vite americana (NdR: l’avrei dovuta potare a settembre… giusto un lieve ritardo…)… sistemare la aiuole davanti a casa… ma dicono che pioverà, almeno non mi sentirò insolvente!
In questo momento vorrei chiudere la porta della mia stanzetta, sprofondare nel divano e lasciarmi coccolare dall’oleoresina di Copaiba, al buio, guardando il cielo stellato delle scorse due notti.