Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo

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Francesco Ippoliti, nasce a San Benedetto dei Marsi (AQ) il 12 febbraio 1865. Si laurea nel 1894 in Medicina e Chirurgia...
12/02/2024

Francesco Ippoliti, nasce a San Benedetto dei Marsi (AQ) il 12 febbraio 1865. Si laurea nel 1894 in Medicina e Chirurgia a Napoli, città nella quale si forma in un’atmosfera tutta repubblicana e positivista. Passa al socialismo anarchico. È tra i primi a denunciare le disumane condizioni in cui da sempre vive la popolazione delle sue contrade. Autore di innumerevoli scritti, versi, fogli volanti, opuscoli e numeri unici. Scrive per «Il Germe», «La Marsica», «L’Avvenire», «Avanti!». Si dà all’organizzazione dei braccianti della frazione di San Benedetto dei Marsi. Viene biografato nel giugno 1901, anno in cui è medico condotto ad Aschi (Ortona dei Marsi). Dal 1902 al 1914 è consigliere comunale socialista a Pescina. Intraprende in questi anni una delle battaglie che lo accompagneranno per tutta la vita: l’emancipazione della frazione di San Benedetto dal Comune di Pescina. A tal pro costituisce ed organizza i braccianti nel circolo Il Progresso, attorno al quale si stringono i socialisti-anarchici del luogo. Il circolo diventa via via un vero e proprio laboratorio politico e sindacale, contribuendo a stimolare tra i lavoratori lo spirito di aggregazione e di lotta. Dal 1903 al 1907 – con qualche interruzione – continua a lavorare come medico condotto nella frazione di Aschi. Nell’aprile del 1907 si fa promotore di una raccolta firme indirizzata al ministero degli Interni per chiedere nuovamente la costituzione della frazione di San Benedetto – ormai popolata da 4.000 abitanti – in comune autonomo. Nel novembre 1905 partecipa come congressista al convegno che fa FASL tiene a Roma. Nel 1908 scrive e pubblica in forma anonima I piccoli farabutti, versi satirici in rima strutturati in modo da poter essere cantati usando una terminologia composta da espressioni classicheggianti e modi propri del dire e del pensare propri del mondo contadino; nei versi si denuncia la corruzione che vive nelle locale istituzioni politiche, religiose e militari. Nel gennaio dello stesso anno è medico condotto presso la frazione di Castellafiume. La sua lotta contro i poteri locali è senza tregua. Il 22 luglio 1911 il tribunale di Avezzano «condanna il sovversivo in oggetto a mesi dieci di reclusione e lire 1000 di multa per diffamazione ed ingiurie col mezzo della stampa nel giornale La Marsica e con un foglio volante, in pregiudizio del dottor De Sanctis Vincenzo, medico condotto di San Benedetto de Marsi». Non sconterà mai la pena. Nell’ottobre del 1912 è di nuovo all’attacco dell’amministrazione comunale di Pescina, destituita da un decreto che pone il paese sotto il controllo provvisorio di una regio commissario. Assegnato come medico condotto prima a Sgurgola – nel circondario di Frosinone – poi in provincia di Viterbo, a Ronciglione: «da quando è venuto, ha dimostrato idee sovversive e si è dedicato ad una assidua propaganda di socialismo ed anarchismo, tenendo private conferenze». Entra in relazione con Temistocle Monticelli. Dal 1915 al 1919 è medico condotto a Bagnorea (poi Bagnoregio), dove rimarrà fino al 1920. Anche qui si fa notare per aver «idee anarchiche; è in corrispondenza col noto anarchico di Roma Temistocle Monticelli ed è abbonato a giornali di detto partito». Come delegato da Bagnorea partecipa al congresso di fondazione dell’UCAI (Firenze, 12-14 aprile 1919). Torna a San Benedetto nel settembre 1921, dove nel frattempo si è costituito un nucleo anarchico aderente alla FAA. Partecipa ai lavori del III congresso dell’UAI (Ancona, 1-4 novembre 1921). Collabora con le redazioni di «Fede», «Libero Accordo», «Pagine Libertarie», «L’Adunata dei Refrattari». Viene schedato. Dal 14 gennaio all’11 maggio 1923 è a Senigallia, ospite di Ottorino Manni, con il quale stringe un’affettuosa amicizia e su cui, successivamente, scriverà una biografia (dello scritto non è stato ancora possibile trovare ulteriori informazioni, se non un cenno del medico stesso nel suo diario Lipari, deportazione. Sette mesi e mezzo di dimora. 30 settembre 1927 – 12 maggio 1928). Torna da Senigallia a San Benedetto il 31 maggio 1923. Come scrivono i carabinieri, «il noto anarchico Dott. Ippoliti Francesco – ritornato da circa 10 giorni nella frazione di S. Benedetto – si pronuncia favorevole al trionfo della rivoluzione anarchica che, a suo modo di vedere, non sarebbe lontano». È di nuovo a Senigallia dal 20 luglio al 12 settembre 1923 per visitare e curare Manni. Dal 17 al 21 marzo 1924 è a Roma. Di nuovo a Senigallia dal 23 marzo al 4 aprile e dall’8 al 13 maggio 1924. Venuto a conoscenza di una spedizione punitiva organizzata contro di lui, il 5 luglio 1924 ripara a Sulmona; il 6 e il 7 è a Scanno. Il 10 febbraio 1925, durante una perquisizione, i carabinieri sequestrano nella sua abitazione varie copie de «L’Adunata dei Refrattari». Nell’ottobre è a Roma. Il 24 aprile 1926 viene picchiato per strada da squadristi marsicani. Vigilanza e repressione crescono. Nel 1926 pubblica l’opuscolo Storia morale ed amministrativa del comune di Pescina, stampato nella tipografia Marchi di Camerino. Nello scritto viene ripercorsa la storia della «camorra politica locale», a partire dal 1870. L’11 giugno 1926, «poiché detti opuscoli, come chiaramente risulta dalla prefazione, mirano a ridestare nelle popolazioni del Fucino l’odio di classe, l’Arma dei Carabinieri ne ha impedito la diffusione procedendo al sequestro di tutti gli esemplari». Il 19 luglio, presso l’abitazione di Francesco De Rubeis i carabinieri sequestrano tre copie dello scritto di Ippoliti, opuscoli di propaganda e copie de «Il Libero Accordo» e de «L’Adunata dei Refrattari». Durante un’ennesima perquisizione (6 agosto 1926) i carabinieri sequestrano nell’abitazione del medico altre sei copie dell’opuscolo Storia morale ed amministrativa del Comune di Pescina, mentre, in casa di De Rubeis, due pistole automatiche non denunciate a nove colpi calibro 7,65 cariche, due caricatori di ricambio, 132 cartucce e 47 copie de «L’Adunata dei Refrattari». Vengono entrambi fermati e interrogati: «essendo risultato poi che sistematicamente i due anarchici fanno viva propaganda di incitamento all’odio di classe sono stati entrambi arrestati per rispondere appunto del reato […]. Si soggiunge che l’anarchico De Rubeis, appena dichiarato in arresto, con contegno cinico asseverò che le due pistole da lui possedute tenevale custodite per usarle, in caso di eventuale insurrezione». I due vengono denunciati per incitamento all’odio di classe e condannati a cinque anni di confino a Pantelleria. Per il medico, il 21 gennaio 1927 la pena viene ridotta a tre anni. Liberato condizionalmente per malattia il 26 maggio 1927. Torna a San Benedetto il 6 giugno. Il 27 settembre 1927, a causa del contenuto di una lettera inviata negli USA, viene nuovamente arrestato e confinato a Lipari. Durante la permanenza sull’isola scrive in diario Lipari – Deportazione; sette mesi e mezzo di dimora, 30 settembre 1927 - 12 maggio 1928. Conosce Luigi Galleani. Anche dall’isola riesce a mantenersi in contatto con gli esponenti del movimento residenti in Italia e all’estero e con gli organi di stampa. A causa dell’età avanzata e dello stato di salute il confino viene interrotto, mutato in due anni di ammonizione. Il 16 maggio del 1928 è di nuovo a San Benedetto. Diffidato e iscritto nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Subisce altre perquisizioni il 17 luglio, il 22 dicembre e il 29 dicembre del 1928. Il 31 dicembre viene arrestato in occasione delle nozze di Umberto II di Savoia. Tra la fine del 1928 e i primi del 1929 riesce ancora a spostarsi e ad avere contatti epistolari con Osvaldo Maraviglia – da cui riceve aiuti economici –, con Attilio Conti, con gii esuli in Francia e negli USA e con altri personaggi di spicco dell’anarchismo italiano e internazionale come Paolo Schicchi e Camillo Berneri. Sul finire dell’estate torna a Bagnoregio, dove rimane fino all’ottobre 1929; si ferma quindi a Cura di Vetralla; torna a San Benedetto nel mese di novembre. Un’ennesima perquisizione presso la sua abitazione viene effettuata il 22 maggio 1930. Denunciato il 3 giugno 1930 per affissione di manifesti anarchici. Il 25 agosto 1930 perviene al suo recapito una cassa proveniente da Bagnoregio che, oltre a libri di medicina e chirurgia, contiene una grande quantità di riviste, libri e periodici di propaganda anarchica. Con l’accusa di propaganda sovversiva viene di nuovo arrestato. Ha 65 anni. Fiaccato nel fisico per le privazioni e le continue persecuzioni, negli ultimi anni di vita il medico ha conforto ed aiuto solo dal suo compagno Francesco De Rubeis e da sua moglie Pasqualina Martino. Muore l’8 gennaio 1938, all’età di 73 anni. Le autorità proibiscono lo svolgimento del funerale. Il suo corpo lascia San Benedetto dei Marsi a bordo di un carretto che trasporta la spazzatura. Nel 1997 la giunta comunale di San Benedetto dei Marsi intitola a Francesco Ippoliti una strada che, dal paese, conduce al Fucino.

https://youtu.be/APA3zUtCnaI
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https://youtu.be/APA3zUtCnaI

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