Dott.ssa Amadio Elisa - Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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Dott.ssa Amadio Elisa - Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale - Ordine delle Marche (Sezione A-N°2935)

Mi piace condividere alcuni messaggi che ricevo dalle persone che seguo nel mio lavoro, perché sono piccole dimostrazion...
14/08/2025

Mi piace condividere alcuni messaggi che ricevo dalle persone che seguo nel mio lavoro, perché sono piccole dimostrazioni di quanto la psicologia possa essere un valido strumento di cambiamento.
E mi piace farlo anche per rispondere un po' a coloro che dicono "non credo nella psicologia!".
Questo è un lavoro fatto da tante goccioline. Goccioline versate un po' alla volta, con pazienza, con amore, con dedizione.
La psicoterapia è un lavoro molto ripetitivo. Non è sufficiente esprimere un concetto una sola volta per ottenere un miglioramento. Occorre ripetere i discorsi più e più volte. Ci sono giorni in cui sembra tutto inutile. Giorni in cui si esce dalla stanza di terapia pensando "diciamo sempre le stesse cose, eppure non cambia niente". Ed ecco che a un certo punto il semino inizia a germogliare. Quasi per magia....ma magia non è. La mente ha elaborato. Ha lavorato. Ha incamerato i concetti. Li ha fatti suoi. La mente lavora....anche quando sembra non stia facendo nulla.
E quando un piccolo cambiamento arriva, bisogna metterlo in luce, bisogna sottolinearlo, rinforzarlo e mettere in evidenza il processo che ha portato a quel miglioramento. Bisogna riflettere assieme su cosa è accaduto, affinché il cambiamento diventi un processo sempre più consapevole e sotto il proprio controllo.
Tutto questo è ciò che sta capitando da un po' di tempo con questa ragazza. Sembravamo in una situazione di stallo e poi ecco che è scattato qualcosa. Seduta dopo seduta sono comparsi i primi germogli. E io sono orgogliosa di lei e di come stia affrontando la paura dell'errore e del giudizio.
Continua così...
❤️

Elisa

Quando la terapia sugli attacchi di panico funziona lo si capisce anche da questi messaggi inaspettati 🤣Orgogliosa di te...
08/08/2025

Quando la terapia sugli attacchi di panico funziona lo si capisce anche da questi messaggi inaspettati 🤣
Orgogliosa di te e del percorso che hai fatto ❤️

Questo messaggio è la chiara dimostrazione di quanto un percorso terapeutico possa funzionare solo se c'è impegno da ent...
03/08/2025

Questo messaggio è la chiara dimostrazione di quanto un percorso terapeutico possa funzionare solo se c'è impegno da entrambe le parti.
Non si possono raggiungere gli obiettivi concordati se nessuna delle parti o solo una di esse si impegna a fondo nel lavoro.
Un percorso psicologico presuppone un impegno reciproco, un lavoro di squadra in cui il terapeuta mette a disposizione il suo 50% e l'altra persona il rimanente 50%.
Questo messaggio è la chiara dimostrazione di come un terapeuta non può andare da nessuna parte se l'altra persona non si assume pienamente la responsabilità del cambiamento.
Questa donna è un mio grande orgoglio. Ad ogni seduta non facevo che rimanere stupita dell'impegno e del cuore che ci metteva nel cercare di migliorare...
E i frutti sono arrivati.
Sono così felice di vedere come ad oggi riesca a perdonarsi di più come donna, come mamma, e di come abbia imparato a guardare con occhi più dolci la persona più importante della sua vita...che solo io e lei sappiamo chi sia ❤️
Grazie ❤️

Elisa

Essere un buon genitore non vuole dire perfezione, Significa esserci, anche nei giorni storti. Cercare di capire, ascolt...
29/07/2025

Essere un buon genitore non vuole dire perfezione,
Significa esserci, anche nei giorni storti. Cercare di capire, ascoltare, sbagliare e poi chiedere scusa. Significa amare senza condizioni, ma anche imparare a lasciar andare quando serve.
Non esiste un momento in cui si può dire con assoluta certezza “sono un buon genitore", e smettere di chiederselo. Ma forse il solo fatto di porsi questa domanda è già una risposta.

Dedicato a tutti quei genitori che non si sentono mai abbastanza nel loro ruolo...

Dott.ssa Amadio Elisa

Stavo pensando a quante volte diamo più importanza alle cose anziché ai nostri bambini. Perdiamo la pazienza per una cen...
22/07/2025

Stavo pensando a quante volte diamo più importanza alle cose anziché ai nostri bambini.
Perdiamo la pazienza per una cena posticipata, perché nostro figlio voleva divertirsi, ridere, correre, giocare.
Per una cena.
Perdiamo la pazienza per un muro colorato, per distrazione, per gioco, per divertimento.
Per un muro.
Perdiamo la pazienza per un piatto non terminato, perché non aveva fame, perché era stanco, perché era troppo.
Per un piatto.
Perdiamo la pazienza perché nostro figlio fa la p**ì a letto, perché è piccolo, perché sta imparando come trattenersi.
Per un letto.
Perdiamo la pazienza perché nostro figlio si è sporcato i vestiti cadendo, perché giocava, perché correva, perchè rideva, perché era vivo.
Per dei vestiti.
Perdiamo la pazienza perché nostro figlio ha rotto un oggetto, perché ancora è piccolo, perché non è ancora coordinato.
Per un oggetto.
Perdiamo la pazienza per una cena, un muro, un piatto, un letto, un vestito, un oggetto, dimenticando che davanti a noi abbiamo una persona che ci guarda, ci osserva, che sente, che si fida di noi.
E dovremmo imparare a non tradire la sia fiducia.
Una cena si recupera, un muro si ridipinge, la fame arriverà, le lenzuola si puliscono, i vestiti anche e un oggetto rotto si può provare a riparare, sennò pazienza.
Ma un bambino spaventato, colpevolizzato, criticato, accusato, umiliato...
Quel bambino resta.
Dentro.
Sotto la pelle.
In profondità.
Ma non è mai tardi.
Scegliete sempre vostro figlio, non le cose.
Scegliete l'amore.
Scegliete la relazione.
Sempre.

Dott.ssa Amadio Elisa

Certe volte le donne hanno molta fame. Aprono il frigorifero e vorrebbero ingoiare tutto quello che c’è dentro. Entrano ...
16/07/2025

Certe volte le donne hanno molta fame. Aprono il frigorifero e vorrebbero ingoiare tutto quello che c’è dentro. Entrano in una pasticceria e vorrebbero ingurgitare ogni cosa, fino a scoppiare. Mangiano la cioccolata e vorrebbero non smettere mai. Mangiano i biscotti e ne finiscono due pacchi. Mangiano le patatine e vanno avanti fino a star male.
C’è una bocca affamata dentro di loro: grida per essere riempita, scalpita come una bestia selvaggia per ricevere ciò che vuole: cibo! cibo! cibo!

Ma il cibo è solo l’involucro di quello che la bocca affamata pretende. Dietro quella voglia famelica c’è di più: c’è la voglia di qualcosa che faccia sentire vive. È la donna che arde di fame di se stessa, pallida della sua passione, a digiuno della sua anima.

Le donne affamate spesso non seguono la loro vera natura: hanno smesso di cantare, hanno intrappolato le loro parole da qualche parte, hanno appoggiato la penna, hanno scelto di essere “troppo in ordine”, “troppo carine”, “troppo compiacenti”, “troppo perfette”, “troppo simpatiche”, “troppo disponibili”.

Sono lontane dalla loro vita profonda, passionale, nutriente, rigenerante: svalutano il proprio lavoro, dicono a se stesse che sono sbagliate perché non hanno fatto abbastanza, si autoimpongono di stare zitte, si sentono in colpa se non sono disponibili per tutti. Mettono sotto sale i loro desideri, fanno conserve con i loro sogni, ripongono in frigorifero necessità personali con l’etichetta «più avanti». C’è chi arrotola la passione stringendo un laccio attorno, chi scrive la parola “rassegnazione” sul muro della camera, chi appoggiato la penna sul tavolo e non la riprende in mano, chi getta la tela e poi giura a denti stretti di guardare sempre dall’altra parte.

Spesso queste donne hanno la sensazione di essere “immobilizzate” e in questo immobilismo si costringono a non andare, a non fare un passo, a non pretendere, a non diventare, a non scoprire. La loro vita è “una bocca vuota” e il cibo diventa la metafora di un nutrimento che non arriva da un’altra parte.

Ma non è una situazione irreversibile.
È semplicemente necessario “un risveglio”.
Bisogna avvicinarsi all’anima, che giace da qualche parte con le ossa spezzate, e ricomporla.

Come fare?
Chiedendo a noi stesse cosa davvero desideriamo. Non è così difficile come sembra. Nel momento in cui ci chiniamo pietose sulla nostra anima esangue e ferita lei si rianima. Le basta poco. Un po’ di ascolto, una riflessione vera, una risposta sincera: rivolta a noi. Le donne sanno molto bene cosa vogliono, quando se lo chiedono con voce sincera. Conoscono il motivo di quella bocca affamata, di quelle mani tese per ricevere altro cibo.

Quando risvegliamo la nostra anima lei non parla in modo criptato: ci dice a chiare lettere quale direzione prendere. È un’amica sicura, fidata, compassionevole, stimolante… lei ha le risposte che cerchiamo… e allora, come per magia, quella bocca affamata si chiude e dentro di noi nasce una nuova forza, la voglia di vivere davvero la nostra vita...

Simona Oberhammer

Pensavo a quei pazienti che arrivano in seduta, si siedono e tirano subito fuori un pacchetto di fazzoletti nuovo con cu...
09/07/2025

Pensavo a quei pazienti che arrivano in seduta, si siedono e tirano subito fuori un pacchetto di fazzoletti nuovo con cui potersi asciugare le lacrime, ancora prima di cominciare a parlare.
Pensavo a quando, sedendomi davanti alla mia terapeuta, io stessa tiravo fuori quel pacchetto.
Un piccolo gesto che racchiudeva tutto.
Con cura lo prendevo dalla borsa e lo tenevo stretto a me per tutta la durata di alcune sedute, proprio come oggi fanno alcuni miei pazienti.
Come loro sentivo, già da prima di varcare la porta, che durante certi incontri avrei pianto con tutta la sofferenza che avevo dentro. Lo sapevo, lo sentivo....e mi preparavo a farlo. Non so come spiegarlo, ma andavo dalla mia psicologa con la consapevolezza che il dolore quel giorno sarebbe uscito dirompente e avrebbe assunto le sembianze di pesanti lacrime trasparenti. E così prendevo quei meravigliosi fazzoletti bianchi tra le mani.
E io mi ci rivedo in quei pazienti che fanno la stessa cosa davanti a me. Mi guardano, io li guardo. E io sento che ci capiamo. O forse sono io a capire loro ...non so..
Quel che è certo è che io mi sento accanto a loro in quel momento, quando stringendo quel pacchetto mi guardano con gli occhi di chi ha aspettato con ansia una settimana per poter piangere liberamente, senza vincoli, senza giudizi.
Ed è proprio questo che racchiude quel piccolo pacchetto: la bellezza di sapere che da qualche parte in questo mondo si può piangere venendo ascoltati davvero. Da qualche parte in questo mondo si può dare voce al proprio dolore senza doversene vergognare.
Anche questo è la terapia.

Dott.ssa Amadio Elisa

"Ma per quanto ci piacerebbe essere genitori, se non ideali, almeno molto bravi, è quasi impossibile mantenere simili at...
03/07/2025

"Ma per quanto ci piacerebbe essere genitori, se non ideali, almeno molto bravi, è quasi impossibile mantenere simili atteggiamenti totalmente positivi quando ci si trova in una situazione di crisi, quando il comportamento di nostro figlio ci provoca emozioni molto intense. [...] In questi casi quello che di solito riesce d'aiuto è richiamare alla memoria le volte in cui noi stessi ci siamo comportati come sta facendo ora nostro figlio, o abbiamo avuto l'impulso di farlo; sicuramente nella vita di tutti noi ci sono stati momenti in cui abbiamo fatto perdere la pazienza ai nostri genitori, in cui li abbiamo sfidati, o abbiamo criticato, tacitamente o dichiaratamente, la loro vita e la loro condotta. Se veramente riusciamo a richiamare alla mente situazioni del genere, ci ricorderemo anche di come fossero dolorose per noi da bambini da ragazzi, quanta ansia e insicurezza si nascondessero dietro la facciata ribelle, dietro il nostro criticare tutto; e ci ricorderemo di quanto ci facesse soffrire il fatto che i nostri genitori non lo capissero, tutti presi com'erano dalla loro esasperazione.
Ecco: se riusciamo a ricordarci la pena e il turbamento da noi provati in occasioni analoghe, nonostante l'aria di sfida e l'ostentata indifferenza, allora la nostra ira svanirà e proveremo invece una profonda simpatia per l'intima sofferenza che nostro figlio cerca di nascondere con il suo atteggiamento di strafottenza o di superiorità. I ricordi della nostra infanzia e adolescenza ci renderanno pazienti e comprensivi; e una volta compreso che, nonostante la sua testardaggine, nostro figlio soffre come soffrivamo noi allora, tutto il nostro amore per lui, in cui ora ritroviamo tanta parte di quello che eravamo, ritornerà spontaneamente."

-Bruno Bettelheim, "Un genitore quasi perfetto"-

Quando l'ansia ci assale, basta poco per ritrovare la serenità. A volte è sufficiente una semplice scatola.Si, hai capit...
27/06/2025

Quando l'ansia ci assale, basta poco per ritrovare la serenità. A volte è sufficiente una semplice scatola.
Si, hai capito bene!
Se ti senti spaventato, scegli una scatola, quella che più ti piace, ed inizia a riempirla con tutti quegli oggetti capaci di infonderti calma e sicurezza.
Non esistono oggetti giusti o sbagliati. Puoi metterci ciò che vuoi.
Puoi anche lasciare la scatola così com'è, o se preferisci, decorarla come più ti piace.
Scegli con attenzione cosa inserire al suo interno...E ricorda: se vorrai, potrai modificarne il contenuto tutte le volte che vorrai!
E quando avrai finalmente riempito la tua scatola, non dimenticare di aprirla tutte le volte che ti sentirai preoccupato, così da ritrovare quella serenità di cui tanto hai bisogno.

Dott.ssa Amadio Elisa

“L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.”

-Giovanni Falcone -

"Ti ho dato da mangiare.""Ti ho dato tutto.""Ti ho pagato l'università.""Ti ho comprato il motorino.""Ti ho fatto avere ...
18/06/2025

"Ti ho dato da mangiare."
"Ti ho dato tutto."
"Ti ho pagato l'università."
"Ti ho comprato il motorino."
"Ti ho fatto avere tante cose."
"Ti ho..."
"Ti ho...Ti ho...Ti ho..."
Ma il punto è che essere un figlio non è un debito. Essere un figlio non significa avere un mutuo da estinguere.
Frasi come queste sono taglienti, fanno sentire in colpa, fanno sentire sbagliati, fanno sentire in debito per la vita.
Frasi come queste portano a sentire di dover saldare il debito con presenza costante, affetto incondizionato, attenzioni e disponibilità immediata, anche a rischio di mettere da parte se stessi.
Frasi come queste possono diventare catene.
Ma un figlio non può essere tenuto accanto col ricatto o facendolo sentire in debito. Questo è al contrario il giusto modo per allontanarlo da noi. Perché fisicamente potrebbe anche rimanerci vicino, ma il suo cuore non farà lo stesso.
E voi vi siete mai sentiti in debito?

Dott.ssa Amadio Elisa

"Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando n...
12/06/2025

"Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere."

-Emily Dickinson-

Grata per questi messaggi meravigliosi

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Chi sono...

Sono una Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi delle Marche, (Sezione A - N°2935).

Ho conseguito la laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università degli studi di Urbino “Carlo Bò” e la laurea magistrale in Psicologia Clinica presso l’Università degli studi di Bologna “Alma Mater Studiorum”.

Ho effettuato attività di volontariato presso il Centro Diurno per disabili psichici “Il Sentiero” di Ascoli Piceno (Dipartimento di Salute Mentale Ausl 13), partecipando a colloqui di sostegno psicologico di gruppo condotti dallo Psichiatra responsabile, e affiancando gli operatori durante attività:

- espressivo creative