Dott.ssa Amadio Elisa - Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

Dott.ssa Amadio Elisa - Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale - Ordine delle Marche (Sezione A-N°2935)

In qualsiasi relazione ciò che conta davvero non è la comunicazione, ma la volontà di comprendere l'altro. Perché si può...
06/10/2025

In qualsiasi relazione ciò che conta davvero non è la comunicazione, ma la volontà di comprendere l'altro.
Perché si può parlare per ore e ore, ma se dall'altra parte manca la volontà di capire, le parole dette saranno inutili.
La qualità di una relazione non è data dal numero di parole dette, ma dal tipo di ascolto e dalla voglia di entrare nel mondo dell'altro.
La comunicazione è un ponte, ma senza la volontà di capire quel ponte è destinato a crollare.
Per cui valuta bene chi hai davanti e chiediti se oltre ad ascoltarti sta scegliendo di capirti.
Perché tu meriti qualcuno che voglia davvero capire il tuo mondo, e non solo sentire ciò che hai da dire.

Dott.ssa Amadio Elisa

Nell'attimo in cui il cibo si avvicina ai tuoi occhi è come se stessi camminando su un filo sospeso nel vuoto. Tu cerchi...
29/09/2025

Nell'attimo in cui il cibo si avvicina ai tuoi occhi è come se stessi camminando su un filo sospeso nel vuoto. Tu cerchi di non perdere l'equilibrio e di non lasciarti divorare da quell'insaziabile voglia che hai di mangiarlo, perché farlo sarebbe come precipitare in un baratro senza ritorno. Da un lato la fame lancinante che vorresti placare, dall'altro il perdere completamente quell'unica cosa che ti fa sentire indistruttibile contro gli schiaffi che la vita continua a tirarti. E più il cibo si avvicina alla tua bocca, più continui a sudare freddo; pensieri si affollano nella tua mente...."E se provassi?"..."E se ingrassassi?..."E se perdessi il controllo?...."E' solo un pezzetto dai!"...."E se non riuscissi a smettere?"..."E se nessuno mi amasse più?"...."E se...e se....e se...."; cominci a tremare, e vorresti scappare, vorresti urlare, e vorresti sparire...e vorresti che il cibo scomparisse dalla faccia della terra per non sentirti più costretta a dover scegliere tra la vita e la morte...tra la luce e il buio...Perché sai che sceglieresti il buio, nonostante tu sappia bene che la luce sia meglio...eppure la paura della luce è più grande..
Ma il problema, cara Te, è che il vero baratro non è l'afferrare quel boccone e lasciarsi cadere nel vuoto...il vero baratro è quel continuo controllo a cui ti tieni fortemente aggrappata davanti a una vita che ti sfugge costantemente di mano e che hai paura di non riuscire ad affrontare con le tue sole gambe.
Smettila di aspettare che la vita diventi facile, perché non accadrà mai. E smettila di sperare sempre di essere salvata. Non hai bisogno che qualcuno ti salvi. L'unica persona in grado di salvarti sei proprio tu.
Comincia afferrando quel pezzetto di cibo e mandandolo giù...vedrai che il mondo non imploderà...
Parola mia..

Dott.ssa Amadio Elisa

La morte di una persona cara non si supera. Si attraversa.Bisogna camminarci nel dolore, se si vuole stare meglio.Bisogn...
23/09/2025

La morte di una persona cara non si supera. Si attraversa.
Bisogna camminarci nel dolore, se si vuole stare meglio.
Bisogna passarci attraverso, come un bosco buio, senza mappe.
Perché quando si perde una persona che amiamo, non si perde solo lei, è un po' come perdere anche sé stessi.
Si vaga nell'oscurità, cercando a tentoni punti fermi a cui appoggiarsi per riconoscere il sentiero da percorrere che ormai ha perso senso...ha perso forma.
Si vaga nel buio della tristezza, della paura, dello smarrimento.
In un certo senso è come morire un po’ anche noi.
Abbiamo perso chi amiamo...e abbiamo perso noi stessi...
Ma c'è qualcosa che resta. Qualcosa che non si perde.
L'amore.
Quello che abbiamo dato, quello che abbiamo ricevuto.
Ed è proprio quell’amore che, col tempo, può diventare forza, radice, presenza sottile. Una presenza diversa, sì, ma vera, sincera, profonda...a cui aggrapparsi.
Perché non si tratta di dimenticare, ma di imparare a tenere con noi quella persona in modo diverso.
Non più accanto, ma dentro di noi.
Nel punto più profondo del nostro cuore.
Da cui mai niente e nessuno potrà portarla via.

Dott.ssa Elisa Amadio

Quanto spesso tendiamo a confinare i termini “fragile” e “forte” entro rigide categorie separate. “O sono fragile o sono...
16/09/2025

Quanto spesso tendiamo a confinare i termini “fragile” e “forte” entro rigide categorie separate. “O sono fragile o sono forte”, “o l’uno o l’altro”. Come se essere entrambi non fosse possibile. E' una cosa che osservo spesso da parte delle persone che seguo nel mio studio. È solito vederle aggrappate a questa convinzione, pronte a criticare ogni loro minima fragilità, a dare per scontata la loro debolezza, a rassegnarsi all’idea di non essere affatto coraggiose, a ripetersi che siccome si sentono spaventate o in preda alla sofferenza anche per cose che a loro sembrano piccole, e siccome hanno chiesto aiuto, allora ciò vuol dire che non sono affatto forti. I forti, secondo loro, sono quelli che non soffrono, che si mostrano sempre sicuri e decisi, che non versano lacrime, che non hanno mai bisogno del conforto e dell’aiuto degli altri.
E allora bisogna fare luce…Bisogna far luce su un aspetto importante: dolore, paura, tristezza, fragilità sono qualcosa di normale che accomuna ogni essere umano. Non esistono persone che non sono mai insicure, che non hanno mai paura, che non soffrono mai, che non si sentono mai spezzate, che possono fare a meno del sostegno degli altri. Esistono solo persone che hanno la facoltà di scegliere come reagire di fronte a questa normale fragilità dell’animo umano. E quando decidiamo di affrontare il dolore, quando decidiamo di affrontare la paura e di provarci, quando riconosciamo che stiamo soffrendo e chiediamo aiuto, quando nonostante la fragilità e la sofferenza provata, continuiamo ad andare avanti, a sfidare la perdita, il dolore e la sconfitta, a fare di tutto per rimanere in vita, allora sì che possiamo dire di essere forti. Perché non è forte chi non soffre e non si affida. È forte chi è fragile e nonostante questo va avanti, combatte, affronta ciò che teme e si affida quando riconosce che sta soffrendo.
E ciascuna delle persone che seguo è forte. Hanno superato dolore, morte, sconfitte, paure, lacrime, violenze, umiliazioni, fallimenti; hanno chiesto aiuto; continuano a rialzarsi; continuano ad affidarsi; continuano, nonostante le difficoltà che possono avere e nonostante i costi, a seguire le indicazioni date, perché sanno nel profondo che sono utili per loro. Ognuna con i suoi tempi. Ma ognuna lo fa.
E sono loro il mio esempio di forza. E non posso far altro che ringraziarle per ciò che ogni giorno mi insegnano.

Dott.ssa Amadio Elisa

"Stanotte il cielo [...] cerca di spiegarmi la matematica.
Io, qui in basso [...] provo a spiegargli la fragilità."
(Fabrizio Caramagna)

La risposta non è nell’oggi, ma nello ieri."Le relazioni tossiche non iniziano con l’ex che ti manipola o con il collega...
09/09/2025

La risposta non è nell’oggi, ma nello ieri.

"Le relazioni tossiche non iniziano con l’ex che ti manipola o con il collega che ti svaluta.
Cominciano molto prima.
Quando in famiglia ti hanno insegnato che l’amore si merita, che un “no” ti condanna alla solitudine, che sei degno solo se fai quello che vogliono gli altri.
Da lì impari che amare significa adattarsi.
Che dire “no” è un tradimento.
Che chiedere per sé è un peccato.
E cresci così, con il senso di colpa cucito sulla pelle.
Poi arrivi a 30, 40 anni.
Hai una vita apparentemente “giusta”.
Ma dentro, quella voce: non sei abbastanza.
E allora ti sembra normale scegliere chi ti svaluta, perché parla la stessa lingua che hai ascoltato da bambino: colpa, dovere, sacrificio, silenzi.
La psicologia lo conferma: il cervello registra gli schemi relazionali precoci, li trasforma in circuiti biologici. Perfino il dolore diventa “familiare”.
E una relazione tossica smette di sembrare veleno: diventa casa.
Ma restare troppo a lungo in quel veleno non significa solo soffrire.
Significa addestrarsi all’umiliazione.
Dimenticare come si sta al sicuro.
E il pericolo più grande non è perdere l’altro.
È perdere se stessi.
Guarire, allora, non è accusare.
È disobbedire al copione che non hai scritto tu.
È imparare a chiamare le cose col loro nome: non amore, ma guerra travestita da affetto."

Dolci messaggi di fine terapia ❤️
03/09/2025

Dolci messaggi di fine terapia ❤️

Che male che fa questo vuoto che senti dentro. Questo senso di diversità che porti sotto la pelle da quando sei bambino....
01/09/2025

Che male che fa questo vuoto che senti dentro. Questo senso di diversità che porti sotto la pelle da quando sei bambino. Là dove lo sguardo di molti non riesce ad arrivare.
Ecco gli altri. E poi ci sei tu.
Tu, seduto a un angolo della strada a guardare la vita che ti scorre davanti, con quel senso di solitudine e quella barriera trasparente che avverti tra te e il resto del mondo.
Tu, che ti senti così sbagliato, così diverso, così fuori luogo, sempre ad annaspare, come se anche solo respirare richiedesse uno sforzo disumano.
E gli altri, che ti sembrano sempre così perfetti, così uniti, sempre al di sopra di tutto e di tutti.
Che male che fa questo sentirti così diverso. Fa così male che a volte ti rifugi nell'illusione che la tua diversità in realtà ti renda speciale, ma in fondo sai che è solo un modo per raccontartela. In fondo sai che non ci credi davvero...Ed ecco che di nuovo ricadi nello stesso buco in cui sei caduto mille e mille volte. Ecco che di nuovo ritorni a sentirti quello di sempre: un errore.
E il vuoto ti assale ancora.
Ma la verità è che non sei sbagliato. Questo è solo ciò di cui ti hanno convinto nel tempo le esperienze sfortunate che hai fatto da quando eri un bambino. Perché la vita non gira sempre nel verso giusto, e spesso infligge certi dolori a chi meno se li merita...dolori che rimangono scolpiti dentro, come fossili.
Non sei tu quello sbagliato...ad essere sbagliato è solamente quel male che ti hanno inflitto e che potevano risparmiarsi. Un male che è stato a volte stupido, a volte cattivo, a volte crudele, a volte ingenuo, a volte inconsapevole, a volte a fin di bene...ma pur sempre un male.
Dammi retta, lascia scivolare via questa sensazione di essere sbagliato e incomincia invece a pensare finalmente a cosa ti rende giusto.

Dott.ssa Amadio Elisa

Se qualcuno ti tratta male, ricordati che c'è qualcosa che non va nel suo modo di fare, NON in te. Tu non sei sbagliato....
26/08/2025

Se qualcuno ti tratta male, ricordati che c'è qualcosa che non va nel suo modo di fare, NON in te.
Tu non sei sbagliato.
E non lo sei neanche quando qualcuno non vuole avere niente a che fare con te.
Se una persona non intende frequentarti, il motivo è più semplice di quel che credi: non è la persona giusta per te, quindi tanto vale lasciarla libera di andare altrove.
Lascia andare questo continuo ricondurre sempre a te e al tuo essere difettoso il comportamento spiacevole che gli altri hanno nei tuoi confronti.
Non sei sbagliato.
Non lo sei mai stato.
Non lo sarai mai.
Ti hanno solo fatto credere di esserlo.

Dott.ssa Amadio Elisa

Qualche giorno fa, mentre portavo a spasso la mia cagnolina, ho fatto una cosa che faccio abitualmente quando sono sovra...
20/08/2025

Qualche giorno fa, mentre portavo a spasso la mia cagnolina, ho fatto una cosa che faccio abitualmente quando sono sovrappensiero: ho focalizzato la mia attenzione su tutto ciò che mi circondava in quel momento. E come ogni volta accade quando faccio questa cosa, mi sono accorta di essere viva. Si, mi sono accorta...Che verbo strano eh?! Mi sono accorta di essere presente, di essere lì, di esserci in quel momento. Mi sono accorta di camminare, di respirare, di vedere, di sentire, di udire. E ho smesso di fare tutto questo in modo automatico, senza rendermene conto. Tutta la mia consapevolezza era orientata sui suoni, sugli odori, sui colori, sulle forme, sul tocco delicato del vento sulla mia pelle e sui miei capelli, sulle scarpe che poggiavano terra per poi sollevarsi delicatamente, sulla mia andatura leggermente sbilanciata all'esterno a causa del mio scaricare il peso sulla parte esterna della pianta dei piedi.
Finalmente ero lì. Perché anche se li in realtà c'ero già, fino a qualche istante prima non c'ero pienamente...non c'ero consapevolmente...sommersa dai pensieri, dalle scadenze, dalle programmazioni.
Finalmente ero li, a sentirmi viva, a sentirmi padrona del mio tempo, un tempo dilatato, espanso, che sembrava infinito. Ero lì a poter controllare realmente ciò che stava accadendo, a poter scegliere cosa fare di quel momento.
Ero li, ero libera....libera a tal punto da chiudere ad un tratto gli occhi e camminare così, senza guardare...lasciandomi trasportare solo dagli altri sensi e da quel sentimento di libertà da cui mi sentivo inondata.
Spesso sentiamo pronunciare la parola Mindfulness....Ecco, questo vuol dire "essere mindfulness"...Vuol dire vivere con consapevolezza, prestare attenzione a ciò che caratterizza il momento presente, accogliendo tutto ciò che esso comporta, senza giudizio. Un'abilità che può essere sviluppata e che ci aiuta ad avere più controllo sulla nostra vita, ad assaporarla di più, a rinunciare alla "modalità del fare" e a prediligere quella "dell'essere". Un'abilità che ci aiuta a ricaricarci dalla fatica e dallo stress, a regolarci internamente, a riacquistare il giusto ritmo, abbandonando quello frenetico che il mondo di oggi ci impone.
Provateci anche voi ogni tanto...
Provate ad allenare questa abilità, partendo da un esercizio che uso di frequente anche io e che ho usato proprio durante questa passeggiata con la mia cagnolina. L'esercizio si chiama "camminata consapevole". Provate a passeggiare cercando di focalizzare tutta la vostra consapevolezza su qualsiasi sensazione connessa ai vostri cinque sensi...suoni, odori, percezioni tattili, colori, forme....
Prendetene nota e accoglietele, senza giudicarle. Entrateci dentro, fondetevi con esse e lasciate che il tempo si espanda. Vivete il presente e assaporatene gli istanti. Non lasciate che essi passino in maniera automatica. Vi sorprenderà vedere quante cose meravigliose si nascondono in ogni singolo attimo. E anche negli attimi più brutti, avrete modo di osservare che vivere in maniera mindfulness vi permetterà di regolare di più le emozioni, di approcciarvi alla sofferenza in modo diverso, di reagire ad essa in modi più funzionali, anziché rimanere intrappolati passivamente in essa.
Buon allenamento...

Dott.ssa Amadio Elisa

"La consapevolezza riguarda l'essere completamente svegli nelle nostre vite"

-Jon Kabat-Zinn-

Mi piace condividere alcuni messaggi che ricevo dalle persone che seguo nel mio lavoro, perché sono piccole dimostrazion...
14/08/2025

Mi piace condividere alcuni messaggi che ricevo dalle persone che seguo nel mio lavoro, perché sono piccole dimostrazioni di quanto la psicologia possa essere un valido strumento di cambiamento.
E mi piace farlo anche per rispondere un po' a coloro che dicono "non credo nella psicologia!".
Questo è un lavoro fatto da tante goccioline. Goccioline versate un po' alla volta, con pazienza, con amore, con dedizione.
La psicoterapia è un lavoro molto ripetitivo. Non è sufficiente esprimere un concetto una sola volta per ottenere un miglioramento. Occorre ripetere i discorsi più e più volte. Ci sono giorni in cui sembra tutto inutile. Giorni in cui si esce dalla stanza di terapia pensando "diciamo sempre le stesse cose, eppure non cambia niente". Ed ecco che a un certo punto il semino inizia a germogliare. Quasi per magia....ma magia non è. La mente ha elaborato. Ha lavorato. Ha incamerato i concetti. Li ha fatti suoi. La mente lavora....anche quando sembra non stia facendo nulla.
E quando un piccolo cambiamento arriva, bisogna metterlo in luce, bisogna sottolinearlo, rinforzarlo e mettere in evidenza il processo che ha portato a quel miglioramento. Bisogna riflettere assieme su cosa è accaduto, affinché il cambiamento diventi un processo sempre più consapevole e sotto il proprio controllo.
Tutto questo è ciò che sta capitando da un po' di tempo con questa ragazza. Sembravamo in una situazione di stallo e poi ecco che è scattato qualcosa. Seduta dopo seduta sono comparsi i primi germogli. E io sono orgogliosa di lei e di come stia affrontando la paura dell'errore e del giudizio.
Continua così...
❤️

Elisa

Quando la terapia sugli attacchi di panico funziona lo si capisce anche da questi messaggi inaspettati 🤣Orgogliosa di te...
08/08/2025

Quando la terapia sugli attacchi di panico funziona lo si capisce anche da questi messaggi inaspettati 🤣
Orgogliosa di te e del percorso che hai fatto ❤️

Questo messaggio è la chiara dimostrazione di quanto un percorso terapeutico possa funzionare solo se c'è impegno da ent...
03/08/2025

Questo messaggio è la chiara dimostrazione di quanto un percorso terapeutico possa funzionare solo se c'è impegno da entrambe le parti.
Non si possono raggiungere gli obiettivi concordati se nessuna delle parti o solo una di esse si impegna a fondo nel lavoro.
Un percorso psicologico presuppone un impegno reciproco, un lavoro di squadra in cui il terapeuta mette a disposizione il suo 50% e l'altra persona il rimanente 50%.
Questo messaggio è la chiara dimostrazione di come un terapeuta non può andare da nessuna parte se l'altra persona non si assume pienamente la responsabilità del cambiamento.
Questa donna è un mio grande orgoglio. Ad ogni seduta non facevo che rimanere stupita dell'impegno e del cuore che ci metteva nel cercare di migliorare...
E i frutti sono arrivati.
Sono così felice di vedere come ad oggi riesca a perdonarsi di più come donna, come mamma, e di come abbia imparato a guardare con occhi più dolci la persona più importante della sua vita...che solo io e lei sappiamo chi sia ❤️
Grazie ❤️

Elisa

Indirizzo

Colli Del Tronto

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Chi sono...

Sono una Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi delle Marche, (Sezione A - N°2935).

Ho conseguito la laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università degli studi di Urbino “Carlo Bò” e la laurea magistrale in Psicologia Clinica presso l’Università degli studi di Bologna “Alma Mater Studiorum”.

Ho effettuato attività di volontariato presso il Centro Diurno per disabili psichici “Il Sentiero” di Ascoli Piceno (Dipartimento di Salute Mentale Ausl 13), partecipando a colloqui di sostegno psicologico di gruppo condotti dallo Psichiatra responsabile, e affiancando gli operatori durante attività:

- espressivo creative