07/03/2024
Il professor Stefano Vicari: «Una delle preoccupazioni principali che spesso portano i genitori a consultare il neuropsichiatra infantile ha a che fare con lo sviluppo del linguaggio del proprio figlio e il sospetto di eventuali ritardi nel parlare. A volte si tratta di una preoccupazione eccessiva perché, sebbene lo sviluppo del linguaggio segua tappe evolutive comuni, i tempi e i modi possono cambiare molto da bambino a bambino. Così, per esempio, mentre alcuni producono le loro prime paroline prima dell’anno di vita, altri lo fanno solo a partire dai 18 mesi. Da cosa dipende questa grande variabilità nello sviluppo? Intanto bisogna ricordare che il linguaggio non si sviluppa separatamente da altre abilità cognitive e relazionali; differenze e somiglianze fra i bambini nei processi di acquisizione sono dunque legate alla complessa e dinamica interazione tra fattori biologici e ambientali. Inoltre, esiste una continuità nello sviluppo e le competenze già consolidate pongono le basi per quelle da acquisire. Un ottimo esempio è costituito dalla relazione fra gesti e parole nel corso dello sviluppo e, più in generale, tra sviluppo motorio e linguistico».
(Estratto del libro "Bambini autonomi, adolescenti sicuri. Crescere i nostri figli nel benessere mentale" di Stefano Vicari)