18/08/2025
Bruciare Reich?
“È il 3 aprile 1952, ad Orgonon, Rangeley, Maine. Io, Wilhelm Reich, sono seduto da solo nella grande stanza del piano inferiore. Tutte le persone sono andate via. Ieri mattina e durante tutto il giorno, si è svolto un incontro dei membri del consiglio di amministrazione della fondazione che porta il mio nome. Ora che se ne sono andati tutti, vorrei aggiungere qualche parola alla registrazione che abbiamo fatto ieri e oggi sul disastro che ha colpito Orgonon. Non c’è nessuno qui ad ascoltare ciò che sto dicendo. L’apparecchiatura di registrazione è l’unico testimone.
Spero che qualcuno, in futuro, ascolterà questa registrazione con grande rispetto, rispetto per il coraggio che è stato necessario per sostenere il lavoro di ricerca sull’energia orgonica e sull’energia vitale in tutti questi anni. Non entrerò nei dettagli, nelle preoccupazioni, nelle notti insonni, nelle lacrime, nelle spese in denaro e negli sforzi, nella pazienza che ho dovuto avere con tutti i miei collaboratori e con tutti i miei studenti. Vorrei solo menzionare il fatto che non c’è più nessuno qui intorno, non c’è un’anima sola né qui a Orgonon né giù a New York che comprenderebbe pienamente e davvero, dal profondo del suo essere, ciò che sto facendo e sarebbe con me in ciò che sto facendo.
Sono tutte brave persone. Oneste, lavoratori infaticabili. Mi fido di loro. Sono degli ottimi amici. Tutti loro – o la maggior parte di loro. Ma questo non cambia il fatto che tutti loro, senza eccezione, sono contro, dico, sono contro ciò che sto facendo. Ognuno di loro mi ostacola, interferisce con i miei sforzi, li contraddice, li smussa, li appiattisce, sia che si tratti di una cosa o di un’altra, qualunque essa sia, per diminuire il mio sforzo – no, per ridurre gli effetti del mio sforzo. Per bloccare la nitidezza e l’acume dei miei pensieri. Per trascinare nella rovina e nel nulla quello che ho elaborato per circa trenta – trentatré o trentaquattro anni di pensiero sistematico e per circa quarant’anni di sofferenza umana, dal 1912 circa, o meglio dal 1910, quando è morta mia madre. Non c’è una sola anima qui intorno che comprenderebbe pienamente o non direbbe ‘no’ a tutto questo.
Questo ‘no’ è lo stesso di chi dice: ‘Non lo voglio, non mi piace, lo detesto, perché è qui? Perché deve esistere? Perché – perché non si siede e la prende con calma? Perché ha dovuto iniziare questo esperimento ORANUR (radiazioni nucleare) che ci dà così tanto fastidio?’ Vedono solo il fastidio. Non vedono o non vogliono rendersi conto di ciò che significa per la medicina, la biologia e la scienza in generale, così come per la filosofia, avere questo ORANUR in corso. Per loro è principalmente un fastidio, un induttore di malattie, sofferenze, e talvolta ho la netta sensazione che credano, o non osino ammettere, che io sia impazzito.
La reazione dei miei più stretti amici e collaboratori è esattamente la stessa che ha perseguitato la razza umana per 8.000 o 10.000 anni, da quando il patriarcato ha governato i suoi destini e da quando l’amore naturale è stato estinto nei neonati. Non entrerò in questo. È tutto scritto nelle mie pubblicazioni. Chi conosce queste pubblicazioni sa anche cosa significa. La scoperta dell’energia vitale sarebbe stata compiuta da molto tempo, se questo ‘Non lo voglio, lo temo, lo detesto, lo ucciderò, lo appiattirò, non lascerò che esista, viva, o sia’. Se solo questo non fosse stato nelle loro strutture, non nei loro desideri, non nei loro desideri coscienti positivi. Sono tutte persone buone e dignitose. No, è nella loro struttura. È in qualche modo nei loro tessuti, nel loro sangue. Non possono tollerare nulla che abbia a che fare con l’energia orgonica, o con l’energia vitale, o con ciò che chiamano Dio, o con ciò che è il loro desiderio più profondo di realizzazione d’amore. Non possono tollerarlo e lo temono. Lo temono per via della loro struttura. I loro tessuti, il loro sangue non possono allungarsi, non possono sopportarlo, lo evitano e lo detestano.
Non dico tutto questo per sminuire i loro sforzi, il loro onore, i loro amori, le loro vite. Lo dico perché è vero, perché si manifesta in ogni singolo gesto, in ogni singola parola, in ogni singola opinione, in ogni singolo documento, in tutto ciò che hanno fatto a qualsiasi cosa abbia avuto a che fare con la scoperta – la scoperta della genitalità, della vita, dell’amore, a persone come Lawrence, o come a filosofie come quella di Giordano Bruno o come a grandi vite come quella di Gesù Cristo, e così via. È un capitolo triste e solitario della razza umana.
Non sento di essere obbligato a risolvere questo enigma, a fare qualcosa al riguardo. Mi sono imbattuto nella scoperta dell’energia vitale. Mi è capitato di inaugurare l’esperimento ORANUR. So cosa significa per lo sviluppo futuro della medicina e della biologia, della filosofia e delle scienze naturali. E in questa consapevolezza sono completamente solo. Non c’è un’anima lontana oppure vicina con cui parlare, con cui lasciare andare liberamente i propri sentimenti, con cui parlare come – come parlano gli amici tra loro. Questo è tutto".
Dal sito https://orthotes.com/journals/err/gioele-cima-bruciare-reich-parte-ii-la-peste-emozionale/?srsltid=AfmBOooR3GF_PzJBc0-s_6ijKkHD2sP6s22fqRcISIpPu4kmVxSj0awX
Transcript by Mikhail Bakhtunin: It is April 3rd, 1952, at Orgonon, Rangeley, Maine. I, Wilhelm Reich, am sitting alone in the large room in the lower house....
