09/07/2025
Anni e pratica assidua...
LA PROGRESSIONE NELLA PRATICA
Nell’apprendimento di un’arte marziale, la pratica deve sempre procedere secondo un chiaro quadro metodologico che ne stabilisce la progressione e i livelli attraverso cui passare.
Nello studio del Taiji, facendo riferimento al metodo di Cheng Man Ching, si distinguono ad esempio tre macrolivelli (Uomo, Terra, Cielo); ognuno di essi è suddiviso a sua volta in tre livelli con obiettivi ben precisi da raggiungere; la “scala” sulla quale salire ha pertanto nove “gradini”, via via sempre più ripidi e difficili da superare. Si tratta di una progressione molto interessante che approfondiremo in un altro post.
In questa sede ci occuperemo del metodo di Huang Shen Shyan (il più grande allievo di Cheng Man Ching), che prospettò una pratica articolata essenzialmente in quattro livelli.
Huang prescrisse che nel primo livello occorreva lavorare principalmente sulla precisione del movimento (accuratezza dei gesti, delle posizioni, delle transizioni...) e sul rilassamento.
In questa prima fase si apprende una “forma” il cui movimento, per quanto possa apparire fluido e armonioso, tende comunque a configurarsi ancora come “esterno”. Ci si limita pertanto a formare un adeguato “contenitore” (strutturale), che però è ancora largamente privo di un reale “contenuto” (energetico).
Nel secondo livello (dopo quattro o cinque anni di pratica assidua) ci si deve concentrare sulle forze e sulla loro sincronia, cioè sull’armonizzazione di tensione e rilassamento: all’inizio, questa si presenta generalmente come alternanza (di Yin e Yang) ma, quando il movimento matura, si manifesta come “sinergia” degli opposti (fusione di Yin e Yang insieme, il che è il vero significato di Taiji inteso anche come principio filosofico).
Nel terzo livello si cerca di elevare la consapevolezza corporea, impegnandola nel gestire le quattro fasi della conduzione miofasciale, in maniera particolare quella dei muscoli erettori della colonna; queste fasi sono: allungamento, distensione, pressione e decompressione. In questo livello il semplice rilassamento è già maturato e si è convertito in “song” (rilascio attivo delle tensioni).
Attraverso fini variazioni del tono muscolare, le modulazioni della struttura corporea diventano capaci di produrre "onde di pressione" che scendono, risalgono e fluiscono nel corpo e “riempiono” il movimento, conferendo ad esso un’energia e una forza insospettabili.
Il quarto livello dell'apprendimento è connesso con un'accresciuta capacità di scendere in profondità nella gestione degli stati mentali. Pertanto la qualità del lavoro interno (ed anche di quello esterno) dipende dall’origine, più o meno profonda, da cui parte l’intenzione che muove l’energia interna e, di conseguenza, determina la generazione delle forze e delle pressioni che caratterizzano, per l’appunto, il “movimento energetico” e il tipo di forza che lo contraddistingue.
In questo livello si instaura un circolo virtuoso, per cui è l’interno a generare l’esterno e, nel contempo, è l’esterno che va a nutrire l’interno.
Ovviamente, esistono progressioni diverse, sia nell’ambito del Taiji, sia nello studio di altre discipline marziali; ciò dipende dallo stile, dalla scuola e dal metodo d’insegnamento adottato.
La cosa importante, però, è che la progressione non venga mai intesa come “accumulo” di nozioni, di tecniche e di forme.
La progressione non deve essere improntata a un mero concetto quantitativo; conta piuttosto la “qualità” di ciò che si fa e la comprensione profonda dei princìpi che sottendono la pratica.
Non importa più di tanto il “quanto”, bensì il “come”. La progressione in una disciplina deve essere intesa come un processo di perfezionamento motorio e gestuale legato intimamente a una reale evoluzione mentale (soprattutto in senso percettivo e sensoriale).
Pertanto, va bene affinare costantemente la tecnica attraverso una pratica assidua, ma questa può avvicinarsi alla perfezione (diventando, oltre che “esterna” anche “interna”) solo se procede insieme alla crescita della consapevolezza corporea, della presenza mentale, della trasformazione energetica.