Umberto Marrone

Umberto Marrone Navighiamo tutti sulla stessa barca
nello stesso mare
Insieme arriviamo più lontano

04/07/2025

Non sei la tua diagnosi.

Sei molto di più!

Ecco perché...

Lettera aperta sull’orrore e sull’urgenza del pensiero.Condivido la lettera aperta elaborata dalla Consulta Organizzativ...
22/06/2025

Lettera aperta sull’orrore e sull’urgenza del pensiero.

Condivido la lettera aperta elaborata dalla Consulta Organizzativa e dall'Assemblea Coirag sulla situazione internazionale.

Coirag ETS è un'associazione nazionale di cui faccio parte, che con i suoi 500 soci e quasi 1000 professionisti prende posizione in un momento storico così intenso!

Coirag, Confederazione di organizzazioni italiane per la ricerca analitica sui gruppi, associazione che da sempre pone il dialogo, la relazione e l’ascolto al centro del proprio operare clinico, sente oggi il dovere di esprimere, con partecipazione e fermezza, la propria posizione contro ogni forma di guerra e di violenza armata che ferisce il nostro tempo.
Le guerre, in qualunque luogo si combattano e per qualunque ragione si invochino, sono sempre una sconfitta per l’umanità. Generano sofferenze senza misura, distruzione materiale e simbolica, lacerano i legami tra le persone e tra i popoli. Negano alle persone, bambini, donne, uomini, il diritto alla vita, alla dignità, alla speranza.
Come comunità di professionisti che lavorano per la salute mentale e la coesione sociale, Coirag rifiuta la logica della sopraffazione e della violenza. Nessun conflitto, per quanto doloroso e complesso, trova soluzione vera e duratura attraverso le armi. La corsa agli armamenti, il moltiplicarsi degli strumenti di distruzione, non obbediscono a una logica vincente: con la promessa di una falsa sicurezza alimentano invece paura, disgregazione, insicurezza, perdite.
La guerra propone la logica primitiva del “o tu o io”, la logica arcaica della sopravvivenza, che riduce l’altro a oggetto minaccioso, disumanizzato e cancella la possibilità di un incontro. L’impegno per rendere degna la vita di ogni essere umano ci chiama a non restare indifferenti davanti alla sofferenza. Sappiamo, purtroppo, che il dolore inflitto oggi darà luogo domani a generazioni di faide, di odio, di nuove ferite che si trasmettono come eredità amara e distruttiva.

In questo paesaggio devastato, ci interroga profondamente in quanto psicoterapeuti, la condizione degli adolescenti e dei giovani adulti, incastrati in un sentimento di invivibilità, testimoni quotidiani di un mondo lacerato e contraddittorio, privo di speranza quindi di futuro.

Voler scordare, pensare ad altro, fa parte delle difese che mettiamo in campo di fronte all’insopportabile. È umano e tutti possiamo esserne vittime. Proprio per questo è necessario riconoscere questa tendenza e impegnarci a contrastarla: per non tacere, per non dimenticare gli orrori del passato, per non ripeterli.
Ci riconosciamo nei principi sanciti dal diritto internazionale e nelle convenzioni che proteggono la dignità e i diritti fondamentali della persona. Condanniamo ogni atto che umili la vita e la libertà delle persone e delle comunità e distrugga l’ambiente.
Crediamo che questo tempo di crisi richieda il coraggio di costruire gruppi di pensiero: spazi di confronto, ascolto e riflessione collettiva in cui elaborare insieme le sfide, i conflitti e le inquietanti derive del presente. Solo così si può salvaguardare la democrazia sul nostro pianeta e mantenere viva la possibilità di un futuro condiviso.

In questo mondo segnato da troppe guerre — visibili e invisibili — ci uniamo a chi chiede con forza il cessate il fuoco, la protezione dei civili, il ripristino delle condizioni per costruire la pace. Una pace che non sia soltanto assenza di armi, ma impegno quotidiano per la giustizia, l’equità, l’ascolto reciproco.
Invitiamo tutti — istituzioni, cittadini, comunità professionali — a continuare a credere nella possibilità di un mondo più giusto e più umano.

In un tempo che premia la reazione e punisce la riflessione, ribadiamo che pensare è un atto politico.
E che ogni guerra inizia quando smettiamo di pensare insieme.

Con dolore e impegno,

La comunità Coirag

A un anno dall'inizio del progetto aquilano Studio Plexus, al servizio della cura e del benessere delle persone.Il grupp...
06/06/2025

A un anno dall'inizio del progetto aquilano Studio Plexus,

al servizio della cura e del benessere delle persone.

Il gruppo si amplia, e si arricchisce!

1° maggio - Festa del Lavoro, quello dentro e quello fuori! La festa del 1° maggio nsce alla fine dell’Ottocento per cel...
30/04/2025

1° maggio - Festa del Lavoro, quello dentro e quello fuori!

La festa del 1° maggio nsce alla fine dell’Ottocento per celebrare le lotte operaie, il diritto a condizioni lavorative dignitose, il sogno di una vita condivisa tra lavoro, riposo e resto della vita.

Oggi, in un tempo in cui il lavoro si fa sempre più precario, sfuggente e talvolta assente, in cui incombe la nube polverosa e non solo speranzosa dell'intelligenza artificiale, siamo chiamati a riflessioni profonde su questa ricorrenza.
Per farlo, attingeremo al pensiero di Carl Gustav Jung, psicologo successore di Freud e uno dei capisaldi del pensiero psicoanalitico.

Per Jung, il lavoro non è solo un’attività produttiva o un ruolo sociale, ma costituisce una parte integrante del processo di individuazione, ossia di quel cammino psicologico che porta ciascuno di noi a diventare ciò che siamo, in una sintesi unica tra conscio e inconscio, tra aspettative e speranze, tra ciò per cui siamo chiamati e i nostri limiti.

In tal senso diventa essenziale il nostro "lavoro interiore", ossia quel processo di trasformazione, di evoluzione, che avviene dentro di noi, e che è lento e non visibile direttamente dall’esterno, ma che è essenziale per la nostra crescita personale.

È un processo che richiede costanza, capacità di stare nel dubbio e nell'incertezza, di confronto con le proprie ombre, ossia con le parti meno facilmente accettabili di noi, e che proprio per questo ci arricchiscono.
Si tratta, dunque, di un ascolto profondo.

Accanto a questo, però, non deve mai mancare anche il lavoro esterno, ossia quello che svolgiamo nel mondo, che sia studio o lavoro in senso stretto.
È lì che proiettiamo parti della nostra psiche, fatte di desideri, paure, bisogni di riconoscimento.
È lì che si attivano dinamiche relazionali, conflitti, e potenziali trasformazioni.

In tutto questo, però, c'è anche un rischio:
(continua nel primo commento)






Senso di colpa. Un'abitudine silenziosa e dolorosa. Basta! 🚨C’era una volta un ragazzo, molto bello, allegro e affettuos...
08/04/2025

Senso di colpa.

Un'abitudine silenziosa e dolorosa.

Basta! 🚨

C’era una volta un ragazzo, molto bello, allegro e affettuoso. Era giovane e aitante e sembrava avere tutto nella vita. Frequentava l'università e le cose andavano piuttosto bene. Aveva una fidanzata e tanti amici, che lo facevano sentire amato e desiderato.

Eppure ogni volta che qualcosa di bello accadeva nella sua vita, un nodo alla gola compariva.

Non riusciva mai a festeggiare davvero. A essere davvero felice e spensierato.

Era come sentisse di dovere sempre qualcosa a qualcuno.

Ai genitori che avevano fatto sacrifici. Agli amici che erano rimasti indietro.

Alla sua famiglia, che lo voleva diverso, più vicino, più "come prima".

Era come se dentro di lui una voce bisbigliasse:

“Non puoi essere felice davvero, se c’è qualcun altro che soffre. Non puoi andare avanti, se lasci qualcuno indietro.”

Non era una colpa razionale. Era qualcosa di più sottile. Più profondo.

Uno strano senso di debito, di non meritar nulla.

Perché sono molti coloro che si sentono in colpa non per ciò che hanno fatto, ma per ciò che sono diventati.

💬 In terapia quel ragazzo ha imparato a dare un nome a quel sentire.

A non combatterlo; ad ascoltarlo.

E pian piano, quel senso di colpa ha smesso di comandare, di prendere il sopravvento.

Non è sparito del tutto certo, ma ha perso il potere di bloccarlo.

Perché lui ha capito che guarire non significa dimenticare, ma imparare a vivere in modo nuovo.

E così ha cominciato a concedersi il diritto di essere felice.

Non per egoismo, ma per fedeltà a sé stesso.

Perché si può imparare a star meglio.

A lasciar andare i pesi che non appartengono più.

E a librarsi liberi — finalmente — verso il proprio futuro.

Attacco di panico: la mente travolta 🧠🫀💨L'attacco di panico è un’esperienza intensa e improvvisa in cui il corpo e la me...
22/03/2025

Attacco di panico: la mente travolta 🧠🫀💨

L'attacco di panico è un’esperienza intensa e improvvisa in cui il corpo e la mente vengono invasi da un'onda di paura incontrollabile.

Ma cosa succede esattamente dentro di noi quando arriva?

Secondo Wilfred Bion, la nostra mente elabora le esperienze trasformando le emozioni grezze (elementi β) in pensieri chiari e gestibili (elementi α). Questo processo permette di dare significato a ciò che proviamo, evitando che resti caotico e travolgente.

🤌🏻 Quando avviene un attacco di panico?

Se l’accumulo di elementi β supera la capacità della mente di trasformarli, si genera una “esplosione” emotiva: un’ondata di ansia intensa che inonda il corpo con sintomi fisici e psicologici fortissimi, come tachicardia, respiro corto, vertigini e senso di perdita di controllo. È come se la mente non riuscisse più a contenere il flusso emotivo, provocando una reazione di allarme estremo.

🤌🏻 Perché succede?

Il panico può emergere quando:

🔹 Le emozioni non elaborate si accumulano senza trovare una forma chiara.

🔹 La mente non riesce a trasformare questi vissuti in pensieri comprensibili.

🔹 L’ansia cresce fino a diventare ingestibile, portando a una reazione improvvisa e violenta.

💡 Comprendere il meccanismo dell’attacco di panico aiuta a ridurne l’impatto: sapere che è il risultato di un sovraccarico emotivo può essere il primo passo per affrontarlo con maggiore consapevolezza.

In alcuni casi, un percorso di riflessione o un confronto con chi ha esperienza in questo campo può aiutare a rimettere ordine tra le emozioni e a ripristinare un equilibrio interiore. 🌱

Una psicoterapia può essere una risposta, per dar parola e voce a ciò che parola e voce ancora non ce l'ha.

CHI SONO IO? 🤔Essere in movimento. Essere in relazione. 👉🏻 Nel nostro mondo, nella nostra vita, tendiamo molto spesso a ...
26/02/2025

CHI SONO IO? 🤔

Essere in movimento.

Essere in relazione.

👉🏻 Nel nostro mondo, nella nostra vita, tendiamo molto spesso a cercare certezze, confini chiari, identità fisse.

Questo ci serve per dar forma al mondo che ci circonda, che però, quasi sempre, non è poi così scolpito e chiaro.

Chi siamo, la nostra identità, la nostra psiche non sono blocchi immobili e inamovibili. Rappresentano piuttosto un processo, un movimento continuo.
Il nostro corpo non costituisce una gabbia, ma un luogo di espressione e di perpetua trasformazione.

Su questi temi si gioca una battaglia profonda, interiore e collettiva, che riguarda tutto il sociale, ossia il nostro modo di stare insieme e di darci delle regole per farlo.

➡️ Da un lato siamo affascinati dalla possibilità, a volte dalla necessità, di esplorare noi stessi e i meandri del nostro essere, per riconoscere una forma sufficientemente stabile da conservare nel tempo e in cui identificarci con costanza.

⬅️ Dall’altro abbiamo grande paura di questo movimento, che ci angoscia e ci può condannare a star sempre in allerta.

Ed è per questo che siamo spesso portati a creare schemi rigidi, a negare ciò che sfugge a categorie prestabilite e rassicuranti.

Perché controllare l’identità significa controllare i corpi, la soggettività, i diritti. E alcune posizioni politiche in tal senso la dicono lunga su questo punto, in quanto negano questa posizione dinamica, tentando di cristallizzarla ❄️

La rigidità però non è sicurezza, è chiusura🚪
Può illuderci di star tranquilli, ma in realtà ci impedisce di vivere.

Di vivere davvero. Ossia di dar spazio alla creatività, inventiva, bellezza e unicità che portiamo in noi.

Chiuderci significa soffocare.

L’identità non è qualcosa da difendere: è qualcosa da esplorare 🌎

Non è il cambiamento a farci paura, è la libertà che il cambiamento porta con sé!

👉🏻 BLOCCO NELLA VITA? Come fare il primo passo ⬇️Ci sono momenti in cui tutto ti sembra fermo. Senti il desiderio di and...
14/02/2025

👉🏻 BLOCCO NELLA VITA?

Come fare il primo passo ⬇️

Ci sono momenti in cui tutto ti sembra fermo. Senti il desiderio di andare avanti, ma non sai da dove cominciare.

Vorresti cambiare, prendere decisioni, muoverti… eppure qualcosa ti frena.

La paura dell’ignoto, il peso delle scelte, il timore di sbagliare possono rendere difficile anche solo immaginare di fare il primo passo.

Ma il desiderio di sbloccarti è già un primo passo fondamentale!

Praticamente sei già partitə! ✅

Volere qualcosa di diverso da quello che hai, trovarti in una posizione differente da quella in cui sei: questo significa che hai già un bisogno in attesa di essere riconosciuto, e quindi puoi iniziare a dargli spazio.

Il blocco non è un vicolo cieco!

Può essere un segnale di possibile cambiamento. Come i corridori alle batterie di partenza.

🤌🏻 Ma come trasformare il desiderio in cambiamento?

1. Dandogli forma tramite un progetto realizzabile che si fondi e sia impregnato di quel desiderio.

2. Immaginando piccole azioni concrete, iniziando a muoverti senza aspettare di avere tutto sotto controllo.

3. Esplorando la tua storia per comprendere un po' meglio cosa ti frena e cosa ti può spingere avanti.

Fare il primo passo non significa avere tutte le risposte, ma iniziare a muoversi perché inizino poco a poco a chiarificarsi le domande.

Dare un nome alle tue paure, comprenderle, coccolarle, può darti forza per riconoscere piano piano le tue risorse. Ti sentirai così meno trascinatə dagli eventi della tua vita e più capace di scegliere la tua direzione.

Ah, un'ultima cosa:

Non per forza da solə!

🗨️ «Il primo passo non ti porta dove vuoi,
ma ti toglie da dove sei»

Alejandro Jodorowsky

🌍 Giornata della Memoria.80° anniversario della liberazione di AuschwitzOggi, 27 gennaio, ricordiamo le vittime dell’Olo...
27/01/2025

🌍 Giornata della Memoria.

80° anniversario della liberazione di Auschwitz

Oggi, 27 gennaio, ricordiamo le vittime dell’Olocausto, un orrore che ha segnato la storia dell’umanità e che ci ricorda il costo inaccettabile dell’odio, dell’indifferenza e della disumanizzazione.

Avere, fare, costruire memoria non vuol dire dare uno sguardo al passato: significa tener viva e ben presente l'esperienza vissuta, sentendola in qualche modo nell'oggi.

La cronaca quotidiana ci mostra quanto le dinamiche di violenza e sopraffazione continuino a ripetersi, come parte inevitabile della condizione umana. Le guerre che oggi devastano Europa, Medio Oriente e tante parti del mondo meno conosciute, le discriminazioni quotidiane che le persone sono costrette a subire, ci interrogano profondamente su come affrontare questa realtà, esserne consapevoli senza lasciarci abbattere.

Come psicoterapeuta, credo che la memoria sia un atto di responsabilità. È un modo per riconoscere ciò che siamo stati e ciò che siamo, senza illusioni di poter eliminare le contraddizioni e le ombre della nostra psiche e della psiche umana, ma con l’impegno di accrescerne la consapevolezza e di non tirarci indietro.

In questa giornata, fermiamoci a riflettere, anzi sentiamo, quello che è stato e che in forma diversa è ancor oggi.

La coscienza però non sia mortifera, ma portatrice di desiderio che le cose vadano meglio, e di speranza che mai tutto è compiuto.

Come?

Con i nostri piccoli progetti quotidiani, quelli della nostra vita attiva.

Perché è lì, nel tuo presente, che puoi dire veramente la tua.
Per coloro che non ci sono più.
Per chi c'è ancora.

Senza fretta, senza illuderci.

Ma con forza!

"Sii tu il cambiamento che vuoi portare nel mondo". Gandhi

“L'Io non è padrone in casa propria.” – Sigmund FreudL’Io, ossia ciò che sei, ciò che percepisci e riconosci essere te, ...
21/01/2025

“L'Io non è padrone in casa propria.” – Sigmund Freud

L’Io, ossia ciò che sei, ciò che percepisci e riconosci essere te, ciò che ti appartiene, “non è padrone in casa propria” perché è abitato da forze inconsce, profonde e sconosciute, che sfuggono al tuo controllo razionale e alla tua consapevolezza.

Da quando abbiamo cessato di ritenerci il centro dell'universo in quanto umani, infatti, ci siamo resi conto di non essere più gli unici artefici del nostro destino.

Ai giorni d'oggi, poi, con il mondo on line e i social che prendono sempre più spazio nella nostra mente, abitiamo un'epoca in cui il confine di chi siamo si confronta con definizioni piuttosto nuove.
A volte ci mostriamo diversi da ciò che siamo, sapendo di farlo, altre volte dimentichiamo questa differenza, altre ancora ci addoloriamo per lo stesso esserci di questa differenza.

Ma questo non sia per noi oggetto di sola preoccupazione, in quanto può trattarsi di un punto di partenza, un propulsore, che ci porterà verso nuove direzioni che al momento sono ancora sconosciute. Ma il vecchio Freud ci redarguisce, ricordandoci che in fondo è sempre stato così.

Solo che oggi è un po' più evidente e risalta di più.
Ma tu intanto tieni bene a mente:

Sei molto di più di ciò che sai!

✨ Un Nuovo Inizio ✨Ogni nuovo anno è un tempo, uno spazio per progettare, per sperare e costruire cose nuove.Oppure per ...
09/01/2025

✨ Un Nuovo Inizio ✨

Ogni nuovo anno è un tempo, uno spazio per progettare, per sperare e costruire cose nuove.
Oppure per rinsaldare quelle che abbiamo già iniziato.

Ma attento/a!
Anche nei momenti di incertezza, hai il potere di scegliere la direzione da dare al tuo cammino.

Buon anno!

Che il 2025 ti porti luce, forza, speranza e nuovi orizzonti!

#2025

🎄 Buone Feste 🎄Usa queste festività per fermarti, riflettere, ascoltarti.Perché anche chi ti sta intorno percepisca la t...
23/12/2024

🎄 Buone Feste 🎄

Usa queste festività per fermarti, riflettere, ascoltarti.

Perché anche chi ti sta intorno percepisca la tua vicinanza, connessa e concreta.

Prenditi tempo per te!
Da' tempo agli altri!

Coltiva la gratitudine, dedicati a ciò che nutre mente e cuore, goditi le relazioni.

Che il prossimo anno sia per te ricco di soddisfazioni e gioie.

Buone feste!

Umberto Marrone
Psicologo psicoterapeuta

#2025

Indirizzo

Foggia

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 20:00
Martedì 08:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 20:00
Giovedì 08:00 - 20:00
Venerdì 08:00 - 20:00

Telefono

+393888375075

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