04/06/2025
Continuando ad esplorare tra le pieghe dello yoga trauma-informed... 🤓
🗣 Uno degli aspetti fondamentali dell’approccio trauma-informed è la costruzione di uno spazio sicuro e accogliente, nel quale le persone sentano di poter contare sul supporto di chi li accompagnerà, senza timore di giudizio.
Il sostegno verso l’allievo parte anche dal supporto fisico, dal riconoscere che ogni persona arriva sul tappetino con una storia unica, fatta di limiti che possono derivare da caratteristiche anatomiche, ma anche da resistenze dovute ad esperienze emotive e psichiche profonde.
🧘♀️ Alcune pratiche yoga, infatti, possono attivare ricordi o sensazioni dolorose in chi ha vissuto un trauma: una posizione, una tecnica di pranayama, l’uso di accessori come la cintura o un aggiustamento fisico possono agire da trigger, anche in modo del tutto imprevedibile.
Quando un insegnante limita, anche implicitamente, la libertà dell’allievo di sciogliere una posizione, uscire prima da un esercizio o non partecipare a una sequenza, si rompe il patto implicito di sicurezza e rispetto. Forzare il superamento di un limite o contrastare un'esigenza personale mina la fiducia e può riattivare dinamiche di controllo o sopraffazione già vissute. Se ciò accade, non è una pratica trauma-informed.
✨ Un insegnante che rispetti questo approccio è in grado di leggere i segnali, spesso sottili, di un cambiamento di stato dell’allievo. Non impone, ma accompagna. Sostiene la scelta dell’allievo di “allentare la presa”, ma fornisce anche una guida salda e sicura quando l’allievo è pronto a testare i propri limiti con pratiche più sfidanti, e crea così uno spazio in cui la trasformazione personale può avvenire con delicatezza e rispetto.
🫂 È solo in questo clima di accoglienza profonda che si possono porre le basi per un contesto davvero affidabile e di reale supporto. Uno spazio in cui i limiti non sono visti come ostacoli da superare, ma come espressioni legittime della persona nel suo percorso.
🌟 Un luogo in cui si coltiva una relazione rispettosa, tanto tra insegnante e praticante quanto all’interno del gruppo, onorando le modalità individuali con cui ciascuno vive il proprio viaggio di crescita e guarigione attraverso lo yoga.