15/05/2025
Famiglia.
La conosciamo da piccoli, senza essercela scelta, troviamo conforto e rifugio fra quei volti, quegli odori, quegli spazi di chi dà vincoli, conoscenza, solitudine, felicità, dipendenza, delusione, amore. Ci cresciamo assieme, li respiriamo e li viviamo, così tanto che a volte arriviamo a odiarli e a non volerli più.
Vogliamo prendere le distanze, talora quasi con disprezzo, liberazione catartica, volenterosi di tracciare le nostre orme. Andiamo altrove, iniziamo a pensare, a scrivere, percorrere, immaginare, sperimentare.
Lontani da casa, a volte, quei volti un po' ci mancano e ci assale quella feroce nostalgia che fa scorrere sul viso lacrime facili, piene.
Altre volte deglutiamo il dubbio, la paura del giudizio e andiamo avanti fiduciosi nella rotta che abbiamo scelto.
E in alcuni casi finiamo per farne un'altra, di famiglia.
Ci mettiamo a costruire d'impegno qualcosa di nostro, pensando "Non sarà mai così, ce la metterò tutta, sarà la MIA famiglia” e scegliamo con cura chi inserire nel quadretto che abbiamo pensato per noi.
Presto ci accorgiamo di quanto sia difficile fare ciò che vedevamo e criticavamo nei nostri genitori, in quei volti che hanno dato forma al nostro esistere e quanto sia difficile discostarsi da un copione conosciuto.
Le famiglie sono la matassa più ingarbugliata mai conosciuta, dove tutto ha origine. La famiglia è dove si nasce, si crea e si distrugge.
Formare una famiglia ed esserne parte è forse l'esperimento sociale più complesso in assoluto, ma senza il quale non potremmo vivere.