Dottoressa Giorgia Canepa - Pedagogista e pedagogista clinico

  • Casa
  • Italia
  • Genova
  • Dottoressa Giorgia Canepa - Pedagogista e pedagogista clinico

Dottoressa Giorgia Canepa - Pedagogista e pedagogista clinico PEDAGOGISTA E PEDAGOGISTA CLINICO
Studio di consulenza pedagogica e pedagogico clinica in P.zza Santa Maria in Via Lata 9/3 (Genova)

…mi ero sentito respirare (…) vivere nello stesso@mondo degli altri; ora distinguevo chiaramente una specie di barriera ...
22/07/2025

…mi ero sentito respirare (…) vivere nello stesso@mondo degli altri; ora distinguevo chiaramente una specie di barriera tra il mondo e me. (…) Si sono mai per caso soffermati sull’idea straziante che nell’uomo (…) c’è un’intelligenza (…) che contava sulla vita?
Il solo modo di soffrire meno le angosce e osservarle, e descriverle mi distrarrà.

08/07/2025

Oggi abbaimo il piacere di presentare un’ulteriore membro dello staff che da settembre verrà ad aiutarci e collaborerà con noi nell’ambito della complessa ma sempre più socialmente impattante materia della pedagogia. Ve la presentiamo:
Mi sono laureata con Lode, nel novembre 2014, in Scienze Pedagogiche (Laurea Magistrale) presso il Dipartimento di Scienze della Formazione di Genova presentando una tesi in Pedagogia Clinica dal titolo _La cultura pedagogica nella professione del pedagogista clinico_.

A seguito della Laurea Magistrale ho proseguito gli studi intorno alla Pedagogia e alla Pedagogia Clinica.
 
Ho conseguito il diploma nell’àmbito del Master in Pedagogia Clinica e Scienze mediche correlate - nell’anno 2024 - con votazione 110 e Lode.

Svolgo la libera professione di Pedagogista e Pedagogista clinico.

Sono membro e ricercatore del Centro Studi Pedagogici Don Lorenzo Milani di Genova.

Ho pubblicato e pubblico i miei lavori su riviste pedagogiche nazionali e internazionali (anche di classe A).
Sono stata Direttore Scientifico del Convegno Nazionale _A trentanni dalla caduta del Muro di Berlino_
organizzato dalle Cattedre di Pedagogia Generale del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Genova.
Ho fatto parte parte del Comitato Scientifico del Convegno Nazionale _Il centro Studi Pedagogici Don Lorenzo Milani a trentacinque anni dalla sua fondazione_ organizzato dalle Cattedre di Pedagogia Generale
del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Genova.
Sono socio fondatore dell’Associazione Italiana Pedagogisti e Pedagogisti clinici _EIDOS_.
Gestisco e lavoro presso una società sportiva dilettantistica dalla cui esperienza è nato l’interesse intorno al rapporto tra la Pedagogia e lo sport.

Sono stata scelta e scelgo questo centro poiché sussiste una condivisione di idee scientifiche e obiettivi operativi. Il fine ultimo di questo gruppo è, infatti, quello di lavorare sul benessere del soggetto mediante lo studio, la ricerca, l’incontro e il confronto scientifico con intra-professionale.

Contatti
*Telefono*: 3456136945
*E-mail*: giorgia.canepa89@gmail.com

IL TRENINO A VAPORE 🚂 📍Via Angelo scarsellini 147, 16149 Genova
28/05/2025

IL TRENINO A VAPORE 🚂

📍Via Angelo scarsellini 147, 16149 Genova

Lunedì 26 maggio alle ore 18,00 si terrà presso la libreria Feltrinelli (Via Ceccardi - Genova) la presentazione del vol...
21/05/2025

Lunedì 26 maggio alle ore 18,00 si terrà presso la libreria Feltrinelli (Via Ceccardi - Genova) la presentazione del volume, di Ilaria Barbieri Wurtz, "Україна. Ucraina. La guerra: i bambini, le donne, gli anziani. Uno sguardo pedagogico sul 2022-2023, edito da Il Melangolo, di Genova.
Insieme all'autrice interverrà il Professor Simone Regazzoni e la Professoressa Giancarla Sola.

 In tutte le diverse versioni del mito, non è difficile scorgere la principale chiave interpretativa della storia che ru...
08/05/2025


In tutte le diverse versioni del mito, non è difficile scorgere la principale chiave interpretativa della storia che ruota intorno alla f***e speranza di una coppia di amanti di riuscire a restare uniti per l’eternità, giungendo, se necessario, anche a patti con sé stessi e con chi esercita un potere superiore (in questo caso Zeus, padre degli Dei).
La bella Selene (Diana) si innamorò del giovane mortale Endimione semplicemente guardandolo addormentato in una grotta.
Ogni notte la Dea della Luna, dopo aver posato il suo carro celeste, trainato da bianchi cavalli, ritornava nella grotta per ammirare la perfezione dei lineamenti del giovane.
Zeus, accortosi però, dopo diverso tempo, di quell’amore illecito e sbagliato, propose al ragazzo di scegliere tra l’avere una vita normale (rinunciando, quindi, a Selene) oppure continuare ad abbandonarsi ogni notte ai piaceri dell’amore tra le braccia della Dea, cadendo in un sonno perenne che lo avrebbe reso eternamente giovane e immortale…Endimione scelse la seconda alternativa!
Le cinquanta figlie che si attribuiscono loro vengono, oggi, equiparate dagli studiosi ai 50 mesi che trascorrono da un’edizione all’altra dei giochi olimpici.

 Dal greco mỳthos (“parola, racconto”), una narrazione di particolari gesta compiute da dei, semidei, eroi e mostri. Il ...
07/05/2025



Dal greco mỳthos (“parola, racconto”), una narrazione di particolari gesta compiute da dei, semidei, eroi e mostri. Il m. può offrire una spiegazione di fenomeni naturali, legittimare pratiche rituali o istituzioni sociali e, più genericamente, rispondere alle grandi domande che gli uomini si pongono.

   Si nota nulla? Pare che il signore posto a reggere l’architrave sia completamente privo di naso.Che sia una dimentica...
04/05/2025



Si nota nulla? Pare che il signore posto a reggere l’architrave sia completamente privo di naso.
Che sia una dimenticanza dello scultore? Oppure il gesto inconsulto di un vandalo?
Niente di tutto ciò, la mutilazione è intenzionale, secondo i desideri dei suoi proprietari.
Quando i Lercari, nel 1571, fecero erigere il loro palazzo, vollero che vi rimanesse impressa le memoria di un loro illustre antenato, Domenico, detto Megollo, che visse agli inizi del 1300.
In quegli anni Genova intratteneva floridi commerci con l’Oriente e lì si recò Megollo, a Trebisonda, sul Mar Nero, dove affinò l’arte dei buoni commerci.
Divenne tanto popolare da farsi amico persino l’Imperatore, Alessio II, che avendolo in simpatia gli concesse favori e privilegi.
Megollo, così, in breve tempo accumulò un gran patrimonio e si arricchì a tal punto da suscitare l’invidia altrui.
Assiduo frequentatore della corte bizantina, diede prova di un altro dei suoi grandi talenti: oltre che un astuto mercante, era infatti anche un abile giocatore di scacchi.
Lo sfidò un certo Andronico, favorito dell’imperatore, che per tutto il corso della partita non fece altro che coprire di ingiurie e contumelie il suo avversario e la sua amata Genova.
E a Megollo ribolliva il sangue nelle vene, gli montava dentro un’indomabile rabbia a sentir denigrato il suo buon nome e quello della sua città.
Sapete, sono vendicativi i genovesi, sono gente alla quale è meglio non pestare i piedi.
Scacco matto, questo fece Megollo.
E alla fine della partita, furibondo, si rivolse all’imperatore.
Un duello, ci voleva un duello, per cancellare l’onta degli insulti subiti.
L’imperatore concede che il suo favorito si scontri con Megollo?
Eh, certo che no, volete scherzare!
Alessio II ci teneva al suo cortigiano e, alla vista di Megollo con gli occhi iniettati di sangue, comprese immediatamente che per l’impudente Andronico sarebbe finita male.
Così, il Lercari, furioso, lasciò Trebisonda e se ne tornò Genova.
Qui chiamò a raccolta tutti i suoi parenti e sodali, mettendoli a parte del fattaccio, bisognava agire, non si poteva rimanere inermi dopo un simile affronto!
Armarono due galee e sotto il vessillo di San Giorgio partirono, alla volta di Trebisonda, in cerca di vendetta.
E la rappresaglia di Megollo è crudele, con le navi razzia la costa ed ogni qual volta un suddito di Alessio II cade nelle sue mani gli vengono recisi il naso e le orecchie.
Queste vengono raccolte e conservate in un apposito barile.
È ben evidente che a Trebisonda il popolo vivesse giorni inquieti, con Megollo che faceva avanti e indietro sulle sue galee, sempre in caccia di qualcuno al quale far espiare colpe non sue.�Con l’inverno si ritirò a Caffa, mentre Alessio II, a Trebisonda, preparava le contromisure.�Allestì quattro galee, con le quali intendeva dare l’assalto alle navi di Megollo, ma quando questi in primavera si ripresentò tra quelle acque, per Alessio II si prospettò un’ulteriore sconfitta.�Megollo aveva fatto ricoprire le sue triremi di cuoio, contro il quale nulla poterono i dardi dei soldati dell’imperatore.�Il Lercari e i suoi compagni continuarono così la loro vendetta, mozzando nasi ed orecchie a chiunque capitasse a tiro, escluse le donne, verso le quali il genovese nutriva un certo rispetto.�Un giorno, capitò fra le sue grinfie un vecchio che, supplicando, riuscì a intenerire il cuore di Megollo, che risparmiò lui e i suoi tre nipoti che lo accompagnavano.�La sua clemenza ha un prezzo: il vecchio viene incaricato di portare ad Alessio II il barile pieno di nasi ed orecchie dei suoi sudditi, ammonendolo che Megollo continuerà la sua carneficina fino a che non otterrà giustizia.
Di fronte a tanto orrore, l’imperatore cedette.�Le triremi di Megollo Lercari entrarono nel Porto di Trebisonda e il cortigiano, in catene, venne condotto a bordo.�Vi giunse quasi svenuto, tremante per la paura, si gettò ai piedi di Megollo, implorando perdono e pietà e il genovese, sprezzante, gli sferrò un calcio in faccia, facendogli sanguinare naso e bocca.�Lo risparmiò e, come narra Michelangelo Dolcino nel suo libro “I misteri di Genova” (Nuova Editrice Genovese), citando un testo di De Simoni, disse:
“Sappi tu e sappiano i greci tutti che chi offende un genovese deve attendere inesorabile il castigo.�Noi genovesi siamo tutti della stessa tempra, per cui s’io fossi morto o fossi stato preso prima che la mia vendetta fosse compiuta, altri genovesi sarebbero sorti per portarla a termine.”
Megollo Lercari ricevette onori ed ulteriori privilegi dall’Imperatore Alessio II, il quale, comprendendo quanto fosse più conveniente averlo come amico piuttosto che come rivale, gli concesse colonie e fondaci, grazie ai quali Megollo accumulò altre ricchezze.�Sul lato sinistro della Cattedrale di San Lorenzo, è stranamente murata una scacchiera.�Si narra che sia appartenuta a Megollo Lercari, colui che diede scacco matto a chi gli aveva recato offesa a Trebisonda, e che vendicò, col sangue, l’onore dei Genovesi.

 La storia di Vertumno e Pomona è tratta dalle Metamorfosi di Ovidio (XIV, 623-697, 765-771). Il nome di Vertumno viene ...
04/05/2025



La storia di Vertumno e Pomona è tratta dalle Metamorfosi di Ovidio (XIV, 623-697, 765-771). Il nome di Vertumno viene dal verbo “vertere” (mutare;
nello specifico delle stagioni e della forma), mentre Pomona da “pomum” (frutto).
Pomona era una delle Amadriadi, le ninfe protettrici della natura, appassionata in particolare delle piante da frutto. Anche Vertumno cercò di corteggiare Pomona travestito da mietitore e in molti altri modi, ma venne sempre respinto. Finalmente riuscì ad avvicinarla assumendo l’aspetto di una vecchia e cominciò, così, a parlarle dell’amore e del matrimonio. Infine le si rivelò nel suo vero aspetto e cioè quello di un giovane e bellissimo Dio dal quale Pomona fu conquistata.
Questo soggetto godette di grande favore a partire dal secolo XVI: la scena più diffusa mostra una vecchia che si china con ardore verso una giovane Dea nuda, talvolta ponendole una mano sulla spalla. Pomona siede di solito sotto un albero e ha accanto un canestro di frutta o una cornucopia. Suo comune attributo è la falce adunca per potare la vegetazione. L’albero fa spesso da sostegno a tralci di vite che crescono attorno al tronco.
Secondo Ovidio, il discorso di Vertumno prese spunto da un olmo che fungeva da sostegno a una vite, simbologia del matrimonio, in cui la moglie si affida al supporto del marito.

03/05/2025

Indirizzo

Genova

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dottoressa Giorgia Canepa - Pedagogista e pedagogista clinico pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dottoressa Giorgia Canepa - Pedagogista e pedagogista clinico:

Condividi