Simone Gussoni

Simone Gussoni Il dott. Simone Gussoni è Amministratore Unico presso la società di servizi sanitari Studio Gussoni Salute Srl

20/12/2025

Gli infermieri robot rappresentano una promettente soluzione per affrontare la crescente carenza di professionisti nel settore sanitario. La loro capacità di svolgere compiti ripetitivi e di routine, come il monitoraggio dei pazienti e la gestione delle scorte di medicinali, può liberare tempo prezioso per gli infermieri umani, permettendo loro di concentrarsi su compiti più complessi e relazionali. Inoltre, grazie alla loro programmazione avanzata, possono garantire una precisione costante nella somministrazione dei farmaci e nella raccolta dei dati, riducendo il margine di errore.

Non solo, l'integrazione degli infermieri robot può migliorare l'efficienza operativa degli ospedali, contribuendo a una migliore gestione delle risorse e a un servizio più tempestivo per i pazienti. In situazioni di emergenza o in reparti con alta richiesta, possono fornire supporto immediato, alleviando la pressione su un personale già sovraccarico. Insomma, sebbene non possano sostituire l'umanità e l'empatia tipiche del lavoro infermieristico, gli infermieri robot possono fungere da valido alleato, migliorando la qualità complessiva delle cure.

"Carenze numeriche", "turni di 12 ore", "sostituzioni durante i weekend liberi". La Cgil di Udine critica aspramente il ...
20/12/2025

"Carenze numeriche", "turni di 12 ore", "sostituzioni durante i weekend liberi". La Cgil di Udine critica aspramente il piano attuativo di Asufc per il 2026, evidenziando le problematiche: “Senza investimenti adeguati sulle risorse umane, gli obiettivi previsti potrebbero rimanere solo sulla carta”, si legge in una nota.

“Da anni segnaliamo condizioni lavorative sempre più difficili e la crescente difficoltà nel garantire cure adeguate ai cittadini, chiedendo l'apertura di un dialogo con i dirigenti dell’azienda”. Il sindacato aveva già elencato, solo pochi giorni fa, i numerosi problemi nelle strutture sanitarie. I turni di infermieri e operatori sociosanitari potrebbero arrivare a 12 ore al giorno; molti rinuncerebbero al riposo dopo il turno notturno e sarebbero costretti a lavorare anche nei weekend liberi per coprire i colleghi assenti per malattia. Secondo i sindacalisti, le cause sarebbero “carenze strutturali di personale”.

Inoltre, si registrerebbero mancanze di infermieri e Oss nei reparti di ginecologia e ostetricia, con una capienza di posti letto ben inferiore alle necessità, con più pazienti che letti disponibili. Anche la riabilitazione, così come i settori amministrativo e del servizio sociale aziendale, sono sotto forte pressione.

19/12/2025

I vertici della Madre Azienda Ospedaliera Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Padre Pio) sono stati contestati dai dipendenti durante gli auguri di Natale il 18 dicembre 2025. Fischi, urla e striscioni ("Andate a casa") hanno preso di mira la direzione a causa del deterioramento delle relazioni sindacali e del clima lavorativo.

L’evento che avrebbe dovuto portare la pace tra la dirigenza ed i propri inferiori, ha rischiato di trasformarsi in tragedia a causa della feroce contestazione di infermieri e medici.

La professionalità e la competenza dell’equipe di medici e infermieri hanno permesso di salvare la vita di una ragazza d...
19/12/2025

La professionalità e la competenza dell’equipe di medici e infermieri hanno permesso di salvare la vita di una ragazza di 19 anni giunta in arresto cardiaco presso l’Ospedale Civico di Palermo.

È accaduto lo scorso 26 novembre quando uno straordinario massaggio cardiaco prolungato per un’ora e quarantacinque minuti ha permesso di salvare la vita della giovane.

L'equipe di medici anestesisti e infermieri si è data il cambio per tenere in vita una ragazza colpita da una miocardite in seguito a un'influenza contratta durante una vacanza all'estero.

Il personale sanitario del dipartimento di emergenza e pronto soccorso è riuscito a tenerla in vita fino a che non è stato possibile usare la macchina Ecmo, che permette la circolazione corporea esterna ossigenando il sangue. In questo modo i medici hanno potuto trattare le cause dell'arresto cardiaco.

La giovane paziente non ha manifestato alcun danno cerebrale venendo dimessa dalla terapia intensiva oggi, per essere ricoverata nel reparto di cardiologia. I familiari sperano di poterla riavere in casa per Natale.

Come sempre, l’italiano medio ha perfettamente idea di quali siano le competenze di un infermiere a domicilio.Ditemi anc...
19/12/2025

Come sempre, l’italiano medio ha perfettamente idea di quali siano le competenze di un infermiere a domicilio.

Ditemi ancora che non è il momento di cambiare denominazione a questa professione intellettuale…

La terapia intensiva rappresenta un microcosmo di intense emozioni e decisioni critiche da dover prendere in pochi istan...
18/12/2025

La terapia intensiva rappresenta un microcosmo di intense emozioni e decisioni critiche da dover prendere in pochi istanti. Ogni gesto, ogni attimo, può avere un peso incommensurabile: una mano che regola un ventilatore, uno sguardo che comunica speranza o preoccupazione.

Qui, la fragilità della vita si fa palpabile, e il personale sanitario diventa custode di quel fragile equilibrio. È un ambiente dove la scienza e l'umanità si intrecciano, dove la competenza clinica deve essere accompagnata da empatia e sensibilità. Ogni giorno è una battaglia, e ogni successo, anche il più piccolo, è una vittoria che illumina anche i momenti più bui. La terapia intensiva ci ricorda che la vita è preziosa e che la cura è un atto di amore profondo.

Un tragico scambio di persona ha portato a una fatalità. Un'infermiera di 26 anni, in servizio presso una clinica ravenn...
18/12/2025

Un tragico scambio di persona ha portato a una fatalità. Un'infermiera di 26 anni, in servizio presso una clinica ravennate, è stata accusata di omicidio colposo per aver erroneamente somministrato un cerotto contenente fentanyl, un potente oppioide, a una paziente errata, causando la sua morte. La giovane professionista ora si trova a dover affrontare un processo.

L'evento, avvenuto quasi tre anni fa, ha visto il ricovero di una donna novantenne il 3 gennaio 2023. Secondo le ricostruzioni, l'infermiera avrebbe applicato un cerotto a base di fentanyl alla paziente errata. Il giorno dopo, la condizione della novantenne si è aggravata, portando al decesso per crisi respiratoria.

La Procura, nel richiedere il rinvio a giudizio, sostiene che il cerotto in questione fosse destinato a un'altra paziente, deceduta due giorni prima del ricovero della novantenne.

L'accesso alle cure per gli italiani è divenuto un privilegio, come denuncia Cittadinanzattiva, che ha presentato due ra...
18/12/2025

L'accesso alle cure per gli italiani è divenuto un privilegio, come denuncia Cittadinanzattiva, che ha presentato due rapporti sulla salute. Dall'analisi di oltre 16.000 segnalazioni nel 2024, emerge che il 47,8% riguarda difficoltà di accesso alle prestazioni, in particolare per le lunghe liste d'attesa, la principale criticità del servizio sanitario nazionale.

I tempi di attesa sono allarmanti: fino a 360 giorni per una TAC, 720 per una colonscopia e 500 per le prime visite specialistiche. Un'elaborazione dei dati Agenas 2025 rivela che, per i casi urgenti, un paziente su quattro attende oltre 105 giorni per una colonscopia, superando il limite delle 72 ore. Gli esami differibili si prolungano fino a 147 giorni per la mammografia e a 177 per la visita dermatologica. Inoltre, solo il 40,6% delle prestazioni diagnostiche e il 34,5% delle visite specialistiche sono accettate dai cittadini alla prima disponibilità proposta.

Il rispetto dei tempi massimi è garantito solo per la metà delle prestazioni, rivelando forti disuguaglianze territoriali, con un evidente divario tra Nord e Sud. Alcune Regioni offrono una presa in carico attiva, mentre altre lasciano tutto alla burocrazia.

Le disparità colpiscono anche i pazienti cronici e rari: l'83,6% dei cronici lamenta i tempi di attesa, oltre il 55% ha rinunciato a visite o esami negli ultimi 12 mesi, e l'85,9% ha sostenuto spese personali, aggravando la situazione per chi ha risorse economiche limitate. Inoltre, il 43% deve recarsi in altre regioni, e il 78% affronta costi elevati.

Cittadinanzattiva richiede un «nuovo Piano Sanitario Nazionale» e l'implementazione delle riforme. La segretaria nazionale, Anna Lisa Mandorino, esorta istituzioni e professionisti a riprendere un dibattito unitario per restituire valore al concetto di salute centrato sulla persona.

Il racconto di un paziente ricoverato al San Raffaele, in uno dei reparti gestiti interamente da infermieri della cooper...
17/12/2025

Il racconto di un paziente ricoverato al San Raffaele, in uno dei reparti gestiti interamente da infermieri della cooperativa.

«È arrivato un infermiere con una pastiglia di tachipirina tra le mani n**e, senza guanti. Me l'ha messa sul petto e l'ha spezzata in due. In quel momento stavo molto male, poi ho messo a fuoco i rischi per un paziente immunosoppresso come me».

"Ero nel reparto di medicina ad alta intensità al terzo piano. L'8 sera un'infermiera mi somministra il paracetamolo e poi l'antibiotico. Quando finisce la terapia chiamaci, mi dice, ma fino alle 20 non ho visto più nessuno.

Alle 20 sono arrivati due infermieri specializzandi, hanno fatto il giro di controlli per la pressione, sono venuti da me e mi hanno annunciato che mi avrebbero dato il paracetamolo. 'L'ho fatto un'ora fa, gli ho detto, ma loro hanno risposto che non gli risultava".

"Già al pronto soccorso, la notte prima del ricovero, noi in attesa di essere visitati sentivamo gli infermieri parlare delle notizie sul San Raffaele. Quando la febbre è scesa e stavo meglio, ho cercato in google con le parole 'caos al San Raffaele' e ho letto che alcuni pazienti denunciavano di avere ricevuto dosi dieci volte superiori a quella consentita. Ho cercato di restare il più possibile vigile e così ha fatto anche il mio vicino di letto. Ci aiutavamo a vicenda, in base a come stavamo.”

“Il 9 mattina, mi portano in reparto per cambiare la flebo ma per un'ora non si vede nessuno.

Arrivano due infermiere sudamericane. Una non riesce a far partire la macchina della pressione, interviene l'altra che la misura e mi rassicura che i valori sono buoni. Ma sento la febbre, apro il cassetto e prendo il termometro. Lo infilo sotto al braccio e, dopo due minuti, lei mi dice 'toglilo, ha suonato. Le spiego che quel tipo di termometro non suona. Sono molto stanco. Mi accorgo, dopo che se ne sono andate, che l'infermiera ha lasciato la macchina della pressione accesa, ogni 5 minuti andava in allarme e gonfiava il braccio. Per fortuna sono un informatico e sono riuscito a disattivarla".

Poco dopo arriva “l’infermiere egiziano" che spezza la tachipirina sul suo petto "e poi è il turno di altri due infermieri che vogliono darmi il paracetamolo". 'Me l'avete dato due ore fa!' protesto. Controllano e vedono che l'infermiere egiziano non aveva segnato di avermelo dato".

“Nella notte tra il 9 e il 10 le cose vanno bene. Arriva Francesco, il primo infermiere italiano, è a gettone. Dice che a breve andrà a lavorare in una rsa perché lì non ce la fa più a lavorare. È il primo spiraglio di luce: ha un'esperienza di 20 anni, è preparato".

Nelle ultime ore, presso l'ospedale San Raffaele, si è tenuto un incontro tra la direzione dell'istituto e le rappresent...
16/12/2025

Nelle ultime ore, presso l'ospedale San Raffaele, si è tenuto un incontro tra la direzione dell'istituto e le rappresentanze sindacali. Durante la deliberazione, il nuovo amministratore, Marco Centenari, ha esposto alcune misure immediate destinate a promuovere “un clima di dialogo e collaborazione”.

Dieci giorni or sono, l'amministratore unico del nosocomio, Francesco Galli, ha rassegnato le dimissioni in seguito al caso di Medicina ad alta intensità evidenziato da Today.it: il personale infermieristico di una cooperativa si trovava in una situazione di grave difficoltà nel somministrare farmaci ai pazienti, “mettendo in pericolo la loro salute”. Questo disagio si colloca all'interno di un contesto più ampio di progressivo abbandono da parte degli infermieri (turni eccessivamente prolungati, retribuzione insufficiente).

Fringe benefit di 650 euro

L'ospedale ha manifestato l'intenzione di concedere a tutti i dipendenti non dimissionari, con contratto Aiop (personale della sanità privata) non medico, un contributo di 650 euro quale fringe benefit, da erogare entro il 31 dicembre 2025. “Tale proposta è il risultato della lotta e delle denunce del sindacato - si legge in una nota della Cub sanità del San Raffaele -. Rimaneremo vigili sulle condizioni di lavoro e garantiremo che ogni paziente venga rispettato e tutelato”. Nel frattempo, l’assemblea dei lavoratori si riunirà il 17 dicembre per deliberare.

Sospensione dello stato di agitazione

Le parti hanno programmato un ulteriore incontro per il 14 gennaio 2026, con l’intento di iniziare un confronto riguardo al possibile adeguamento dei minimi retributivi del personale, in conformità con i futuri rinnovi contrattuali. L’accordo finale dovrebbe essere raggiunto “entro il primo trimestre del 2026”. Le rappresentanze sindacali hanno accolto con favore l’impegno immediato assunto dalla direzione, evidenziando, tuttavia, “la necessità di affrontare anche questioni organizzative, di sicurezza, di carriera e di internalizzazione dei servizi”. In attesa della ratifica dell’accordo da parte dell’assemblea dei lavoratori, i sindacati hanno deliberato di sospendere lo stato di agitazione.

“Tre giorni di angoscia.” Così un paziente con sistema immunitario compromesso descrive la sua esperienza di ricovero pe...
16/12/2025

“Tre giorni di angoscia.” Così un paziente con sistema immunitario compromesso descrive la sua esperienza di ricovero per mononucleosi all'ospedale San Raffaele di Milano. L'uomo, di 45 anni, è stato ammesso nel reparto di medicina intensiva, dove recentemente sono intervenuti i carabinieri del Nas a causa del caos verificatosi durante il ponte dell'Immacolata. Sulla questione è in corso un'indagine da parte della procura di Milano. Tra i vari episodi raccontati dal paziente, spicca quello in cui un infermiere ha spezzato una compressa di tachipirina direttamente sul suo petto, senza indossare guanti.

“In quel momento – racconta – stavo molto male, e poi ho realizzato i rischi per una persona immunosoppressa come me.”

Dopo essere stato al pronto soccorso dal 7 dicembre, è stato ricoverato nel reparto di medicina intensiva fino all'11 dicembre.

L’uomo ha vissuto il caos al San Raffaele durante il ponte dell'Immacolata, che ha portato all'ispezione dei carabinieri del Nas e alle dimissioni dell'amministratore unico Francesco Galli.

Secondo quanto riportato dai sindacati, i problemi sarebbero stati causati dall’impreparazione degli infermieri di una cooperativa esterna, che ha messo a serio rischio la salute dei pazienti.

Quello della tachipirina è solo uno dei tanti episodi raccontati dal 45enne. Ha riferito di aver sentito gli infermieri discutere delle notizie riguardanti il San Raffaele mentre si trovava in pronto soccorso e di aver poi letto online le testimonianze di altri pazienti sui disservizi e sul trattamento ricevuto.

Chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19 ha un rischio minore di morteI dati mostrano che, anziché ...
16/12/2025

Chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19 ha un rischio minore di morte

I dati mostrano che, anziché aumentare i rischi a lungo termine, questi vaccini sono collegati a una diminuzione della mortalità in un arco di quattro anni dal picco della campagna vaccinale nel 2021.

Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), entro febbraio 2023 sono state somministrate oltre 976 milioni di dosi di vaccino contro il Covid-19 nell'Unione Europea, e i programmi sono continuati con decine di milioni di dosi di richiamo ogni stagione.

Uno studio francese sui vaccini per il Covid-19 ha esaminato 28 milioni di adulti tra i 18 e i 59 anni, evidenziando che i vaccinati presentavano un rischio di morte per Covid-19 grave inferiore del 74% e un rischio di mortalità per tutte le cause ridotto del 25%.

I ricercatori hanno osservato che il rischio di mortalità più basso è in parte attribuibile a una significativa protezione contro la malattia respiratoria, con gli adulti vaccinati che hanno meno probabilità di morire a causa dell'infezione. Hanno anche ipotizzato che una minore incidenza di complicazioni legate al lungo Covid possa contribuire alla diminuzione complessiva della mortalità.

La ricerca è stata condotta da Epi-Phare, un gruppo scientifico sotto la supervisione dell'Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (ANSM) e del Fondo nazionale francese di assicurazione sanitaria. Il team ha concluso che un legame causale tra la vaccinazione a mRNA e l'eccesso di mortalità a lungo termine è ora considerato altamente improbabile.

Utilizzando i dati del French National Health Data System, lo studio ha incluso 22,7 milioni di persone vaccinate tra maggio e ottobre 2021 e 5,9 milioni di non vaccinati al 1° novembre 2021, seguiti per un periodo medio di 45 mesi.

Questo studio rappresenta la più ampia analisi finora condotta sulla sicurezza a lungo termine dei vaccini a base di mRNA nella popolazione adulta generale. I partecipanti avevano un'età massima di 59 anni, quindi i risultati non si applicano direttamente agli anziani, che sono più vulnerabili al Covid-19.

In quattro anni di follow-up, sono stati registrati 98.429 decessi per tutte le cause (0,4%) tra i vaccinati, rispetto ai 32.662 (0,6%) tra i non vaccinati. Gli autori non hanno riscontrato un incremento dei decessi per cancro, malattie cardiovascolari, incidenti o altre cause principali; in ogni categoria, i vaccinati hanno mostrato tassi di mortalità uguali o inferiori a quelli dei non vaccinati.

Indirizzo

Corso Europa 386/4
Genova
16132

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