
15/07/2025
Cerco l'estate tutto l'anno e all'improvviso eccola qua….
Cantava così Adriano Celentano nell’estate del 1968, io avevo cinque anni, eppure la ricordo molto bene. Mi piaceva un sacco allora e continua ancora a piacermi oggi. Raccontava di un’estate diversa da quella delle canzonette da spiaggia (non che allora riuscissi a cogliere queste differenze), parlava di un’estate simile a quella che trascorrevo a quell’età, nei mesi in cui la scuola materna o le scuole in genere erano chiuse e le giornate si trascorrevano al caldo e all’afa, giocando nel cortile del condominio dove vivevamo, oppure in quello vicino. Da buon boomer, quale sono, non ho mai avuto il problema di trovare degli amici con cui giocare, eravamo davvero in tanti a riempire di giochi e di schiamazzi quei lontani giorni padovani.
Succedeva che a volte qualcuno “partiva per le spiagge”, come la “lei” della canzone, oppure poteva succedere che ci si trovasse in cortile “da soli a passeggiar”, era il fascino misterioso dell’estate, l’incontro e la conoscenza della noia, sempre difficile da comprendere e da decifrare, come tante delle cose che succedono proprio d’estate. La magia dell’estate fu descritta magistralmente da William Shakespeare, che nella sua commedia “Sogno di una notte di mezza estate” racconta di fate, folletti e tanti altri personaggi che animano la vita segreta del bosco in cui i due protagonisti tentano di fuggire.
La quiete notturna, silenziosa e lieve delle altre stagioni non c’è più, tutto è in gran movimento e tutti partecipano alla grande magia dell’estate. L’estate, per noi che viviamo lontani dall’equatore, è un tempo a perdere, dura poco, troppo poco e subito dopo sappiamo che sopraggiungerà l’autunno.
Per ogni stagione la sua livrea, per ogni stagione che arriva o se ne va un cambiamento, nella meteo, nella luce, nelle abitudini, in noi stessi. Per ogni stagione mettiamo in campo idee, sogni, progetti, che talvolta sono più belli da pensare che da vivere, alla ricerca continua e a volta affannosa della felicità, lo status di perenne contentezza che oggi sempre più viene considerata la condizione naturale dell’individuo, ingenerando più frustrazione che reale appagamento personale. La frustrazione spesso va a braccetto con la rabbia, così che anche la più vitale stagione dell’anno può trasformarsi in una trappola fatta di desideri infranti, traguardi mai raggiunti, progetti naufragati.
Il problema non è nell’estate, nelle sue magie e nelle sue opportunità, ma è nelle valenze che gli attribuiamo, nella fiducia che vi riponiamo, senza pensare che, come in tutte le magie, c’è sempre anche in questa molto di effimero…