Dott.ssa Beatrice Pavoni - Psicoterapeuta

Dott.ssa Beatrice Pavoni - Psicoterapeuta La psicologa dell'ansia! Richiedi la Call gratuita con me per capire se posso fare al caso tuo!

Lo studio rimarrà chiuso fino il 1° Settembre.Le terapie online e in presenza riprenderanno regolarmente dopo l’estate.P...
24/07/2025

Lo studio rimarrà chiuso fino il 1° Settembre.
Le terapie online e in presenza riprenderanno regolarmente dopo l’estate.

Per richieste urgenti o appuntamenti futuri puoi scrivermi a info@beatricepavoni.it: risponderò al mio rientro, con la calma e la cura che meritano.

Queste prossime settimane saranno speciali, diverse dal solito.
Parto per il mio viaggio di nozze — una parentesi lunga tre settimane, per cambiare ritmo, raccogliere sguardi nuovi e anche parole nuove.

Non pubblicherò contenuti in questo periodo, ma se ti va, potrai viaggiare un po’ con me attraverso qualche foto, qualche racconto, qualche angolo di mondo.

Perché anche questo è parte della terapia:
saper riconoscere quando è tempo di dare, e quando invece è tempo di nutrirsi, rallentare, riprendere fiato.

Prendermi una pausa consapevole non è solo una scelta personale, è una scelta coerente con ciò che ti dico ogni giorno: ascoltare i propri bisogni, coltivare spazi di rigenerazione, dare valore al tempo non produttivo.
Perché il tuo benessere e la tua serenità passa anche da qui.
E perché non possiamo accompagnare nessuno, se non ci accompagniamo prima.

E allora ci ritroviamo a settembre,
con nuove energie e nuova forza.

Se anche tu stai rallentando in questo periodo… raccontami nei commenti:
dove vai? Cosa lasci? Cosa porti con te?

A presto 🤍 Buona estate!

Vorresti goderti l’estate, ma ogni volta che arriva, qualcosa dentro di te si irrigidisce.Perché l’estate scopre tutto: ...
23/07/2025

Vorresti goderti l’estate, ma ogni volta che arriva, qualcosa dentro di te si irrigidisce.

Perché l’estate scopre tutto: il corpo, le abitudini, le emozioni.
E quando il tuo rapporto con il cibo non è sereno, è come se ogni invito, ogni viaggio, ogni pranzo in compagnia diventasse un campo minato.

Ti chiedi:
“Cosa mangerò?”
“Come farò a gestire la fame?”
“Cosa penseranno del mio corpo?”
"Penseranno che sono br**ta"
E mentre tutti parlano di leggerezza, tu senti solo un peso.

Un peso che non ha niente a che fare con i chili, ma con la pressione di dover sembrare felice, a tuo agio, rilassata, quando in realtà c’è una battaglia silenziosa che ti porti dentro.

Non è facile godersi l’estate, per chi ha un rapporto faticoso con il cibo.
Non sei serena nel decidere cosa indossare, cosa mangiare, se partecipare o no a quella serata, a quella giornata al mare, a quel viaggio.

Allora ti voglio dire una cosa importante: non devi meritarti l’estate.
Non devi conquistarla.
Non devi prima fare qualcosa per esserne degna.

Il tuo corpo è uno libro meraviglioso.
Racconta chi sei stata in ogni suo segno, in ogni increspatura della pelle, in ogni cicatrice, in ogni vena che lo attraversa.
Racconta una storia. La tua. Ed è bellissima da far leggere agli altri.
E sarò lui a permetterti di camminare sulla sabbia, ridere con gli amici, ballare in un parcheggio a mezzanotte o tuffarti al tramonto.

E se quest’estate non ti va di scoprirti, va bene così.
La cosa importante è che sia una scelta consapevole, non una rinuncia piena di dolore.

🔑 Il cibo non è un nemico da comba***re, ma un gesto da ritrovare.
Mangiare in compagnia, dire di sì a una pizza improvvisata, concederti un gelato senza dovertelo guadagnare… sono tutte cose che non dovrebbero avere il sapore della paura.

E se c’è una cosa che può aiutarti davvero è mettere confini, anche d’estate:
• ai commenti non richiesti,
• alle domande invasive,
• ai confronti silenziosi che fai con gli altri corpi.

Perché proteggerti non vuol dire isolarti, ma iniziare a rispettarti.

📌 Salva questo post se ti serve ricordarlo nei giorni difficili.
Qual è una cosa che ti piacerebbe concederti quest’estate… anche se fa paura?

A volte non è il mondo fuori a fare paura.È la sensazione di non avere strumenti per affrontarlo.Paura di sentirti male....
21/07/2025

A volte non è il mondo fuori a fare paura.
È la sensazione di non avere strumenti per affrontarlo.

Paura di sentirti male.
Paura di non sapere come reagire.
Paura di non riuscire a tornare indietro.
Paura di essere da sola nel momento sbagliato.

E così resti in casa.
Che da rifugio, piano piano, diventa gabbia.
Una gabbia fatta di sicurezza, certo. Ma anche di solitudine. Di immobilità. Di giorni che si assomigliano tutti.

Uscire, allora, diventa una battaglia silenziosa.
Tra una parte di te che ha voglia di vivere, e un’altra che ha bisogno di sentirsi al sicuro.
E l’evitamento sembra la scelta più saggia: “rimani dove sei, così almeno non succede nulla”.

Ma ogni evitamento, anche se sul momento ti fa sentire meglio, è come dire al tuo cervello:
“Vedi? Avevo ragione ad avere paura. È pericoloso là fuori.”
E così, la prossima volta… sarà ancora più difficile.
Ancora più faticoso.
Ancora più spaventoso.

Il mondo fuori inizia a sembrarti lontanissimo.
E il dentro non è più una tana, ma una trappola.

Eppure esiste un’altra strada.
Una che non passa per l’obbligo, né per la forzatura.
Una fatta di piccoli gesti. Di piccoli tentativi. Di piccoli sì.

Aprire la porta.
Affacciarsi.
Chiedere a qualcuno di ve**re con te.
Fare il giro dell’isolato, anche solo in pigiama.
Uscire, ma solo per 3 minuti. E poi tornare.

Non servono grandi soluzioni per problemi grandi.
Servono strategie nuove, calibrate su di te.
Perché il vero fallimento non è tornare indietro.
Il vero fallimento è non provarci mai.

Ogni passo, anche se impercettibile, è un segnale che ti stai scegliendo.
E questo, lo giuro, cambia tutto.



✨ Se hai trovato utile questo post, salvalo per rileggerlo nei giorni più difficili.
E se ti va, scrivimi nei commenti:
“Qual è il tuo primo piccolo passo che potresti fare… anche oggi?”

A volte non è la mancanza di idee a bloccarci.È l’idea che debbano essere perfette.Magari hai mille spunti in testa, un’...
14/07/2025

A volte non è la mancanza di idee a bloccarci.
È l’idea che debbano essere perfette.

Magari hai mille spunti in testa, un’intuizione che ti frulla da giorni, quella voglia di finalmente cominciare.
Eppure… non inizi.
Perché?
Perché nella tua mente c’è una vocina che dice:
“Non è abbastanza chiaro.”
“Non è abbastanza utile.”
“Non è ancora pronto.”

Così aspetti.
Aspetti di essere più ispirata, più lucida, più ordinata.
Ma nel frattempo ti allontani sempre di più da quel gesto iniziale che — paradossalmente — ti avrebbe aiutata a fare chiarezza.

Il perfezionismo si traveste da ambizione, ma in realtà è paura mascherata: paura di sbagliare, di deludere, di non essere all’altezza dell’idea che hai di te.

Ma se per una volta lasciassi andare l’idea del capolavoro e ti permettessi di iniziare male?
Di scrivere parole storte.
Di mettere giù un pensiero confuso.
Di buttare giù qualcosa, anche se non ha ancora senso.

Perché è proprio lì che inizia il processo creativo: nel coraggio di cominciare anche quando non ti senti pronta.
Fatto è meglio che perfetto.
E spesso la bellezza nasce dai bordi imprecisi delle idee lasciate vivere.

Questa settimana, prova a fare una cosa piccola, ma imperfetta. E lascia che sia l’inizio, non la prova di valore.



📌 Ti sei mai bloccata per troppa voglia di fare bene?
💬 Raccontamelo nei commenti — e salva questo post se pensi che potrà servirti nei giorni “da blocco”.

Quante volte hai pensato che un errore potesse cancellare tutto?Come se una svista potesse annullare mesi di impegno.Com...
11/07/2025

Quante volte hai pensato che un errore potesse cancellare tutto?

Come se una svista potesse annullare mesi di impegno.
Come se una critica svelasse che, in fondo, stavi solo "facendo finta".
Come se bastasse un inciampo per rovinare tutto ciò che hai costruito.

Eppure, lo sai anche tu: l’errore non è il problema.
Il vero nodo è come lo interpreti.

Se sbagliare significa sentirti inadeguata, allora ogni passo diventa una minaccia.
Ma se riesci a vederlo per ciò che è — un inciampo, una deviazione, un pezzo del percorso — allora cambia tutto.

🌱 Un errore può essere informazione.
Un segnale da ascoltare, non una condanna da temere.
Ti dice dove migliorare, ti costringe a rallentare, a ricalibrare.
Ed è lì che cresce davvero la professionalità.

La persona che ammiri di più nel tuo ambito, probabilmente, non è quella che “non sbaglia mai”.
È quella che sa reggere lo sguardo di un errore. Che sa chiedere scusa. Che non si nasconde, e va avanti.

Sbagliare non ti rende meno brava.
Non ti rende fragile.
Ti rende umana.

E forse, la cosa più difficile — ma anche più liberante — è proprio questa:
🧡 dirti che non devi essere impeccabile per avere valore.

"Non perfetta. Ma vera. E questo basta."

📌 Se questo post ti ha parlato, salvalo per rileggerlo quando ti sentirai sotto esame.
💬 E dimmi nei commenti: qual è l’errore che ti ha insegnato di più?

Si chiama FOMO (Fear Of Missing Out): è quella sensazione di ansia e di urgenza che nasce dal pensiero di potersi perder...
04/07/2025

Si chiama FOMO (Fear Of Missing Out): è quella sensazione di ansia e di urgenza che nasce dal pensiero di potersi perdere qualcosa di importante, soprattutto quando scorrendo i social vedi vite piene di eventi, aperitivi e sorrisi.

Ma la FOMO è molto più di una sigla.

È la paura di restare fuori. Fuori dal gruppo, fuori dalle esperienze, fuori dalle vite degli altri.

È la convinzione inconscia che se non ci sei, allora non esisti.
Che se non rispondi presente, verrai dimenticato e lasciato indietro.

👉 E per chi è ansioso, è un peso enorme:
la FOMO diventa la prova che bisogna esserci sempre e comunque.
Che dire di no è pericoloso.
Che fermarsi è sinonimo di abbandono.

Ma prova a rifletterci un attimo…
Se guardi bene, ciò che rende qualcosa di valore nel mondo non è mai la sua presenza costante, ma la sua rarità.
Un diamante è prezioso perché è raro.
Se fosse ovunque, perderebbe significato.
E lo stesso vale per te.

Il tuo valore non sta nel renderti disponibile a tutti e in ogni momento.
Ma nel rispettarti e nello scegliere dove, quando e con chi esserci.

Meglio essere diamante raro e autentico… che bigiotteria a buon mercato.

Salva questo post e riflettici.
Tu… chi vuoi essere? Diamante o bigiotteria?

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“E se trasmettessi la mia ansia a mio figlio?”Me l’ha chiesto di recente una persona molto ansiosa, che per tutti e nove...
27/06/2025

“E se trasmettessi la mia ansia a mio figlio?”
Me l’ha chiesto di recente una persona molto ansiosa, che per tutti e nove i mesi di gravidanza si è posta questa domanda.

Una domanda potente, e dolorosa.

È la paura dei genitori ansiosi: che il figlio diventi come loro. Che faccia fatica a gestire le emozioni, che si ritrovi a vivere nel peso dell’ansia.
E allora scatta la reazione più comune: nasconderla.

Far finta di niente. Mostrare solo la versione forte e sicura di sé, per proteggere chi si ama.

Ma è davvero ciò di cui un figlio ha bisogno?

Se ci pensi, crescere accanto a un genitore che non mostra mai di provare ansia, paura o fragilità, trasmette un messaggio chiaro e invisibile:
“Le emozioni scomode vanno nascoste.”
“Se le senti, è meglio far finta di niente.”
“Se sono umano e imperfetto, è un problema.”

E così, invece di proteggere, finiamo per costruire un modello irraggiungibile, davanti al quale un figlio può sentirsi sbagliato e solo quando prova ciò che prova.

👉 Ma prova a cambiare prospettiva:
Se mostrarti umano — con le tue emozioni e i tuoi tentativi di gestirle — diventasse un’opportunità?
Se fosse proprio ciò che permetterà a tuo figlio di sentirsi accettato e capace di accettare sé stesso?

Non si tratta di caricare i bambini dei nostri pesi,
ma di farli sentire al sicuro davanti alle emozioni.
Di trasmettere che è normale averne e che si possono attraversare insieme.

🌱 Non è l’assenza dell’ansia nel genitore a proteggere il bambino.
È la capacità di accoglierla e trasformarla, facendone un esempio umano e sincero.

💚 Qual è la tua esperienza? Ti va di condividerla?
Se vuoi, sono qui a leggerti.

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A volte il pensiero parte così, come una nuvola.Ma in pochi secondi si fa temporale.Ti frena, ti blocca, ti convince che...
18/06/2025

A volte il pensiero parte così, come una nuvola.
Ma in pochi secondi si fa temporale.
Ti frena, ti blocca, ti convince che è meglio non dire.
Non esporsi. Non scegliere. Non sbagliare.

Il problema non è che hai paura del giudizio.
Il problema è che, per evitarlo, stai trattenendo te stessa.
Stai nascondendo pensieri che meriterebbero voce, sogni che meriterebbero spazio, idee che potrebbero farti sentire viva.

🔁 E intanto, ti chiedi:
“Cosa penseranno di me se lo dico?”
“E se mi fraintendono?”
“E se non sono all’altezza?”

Ma c'è una domanda che vale molto di più:
💥 Io cosa penso di me stessa quando mi nascondo?

Perché ogni volta che taci per compiacere, ti perdi un pezzo.
E più ti sforzi di piacere a tutti, meno riesci a piacerti davvero.

✨ Un suggerimento che potresti provare già da stasera:
Ogni sera, prima di andare a dormire, scrivi un pensiero che oggi avresti voluto esprimere, ma che hai trattenuto per paura del giudizio.
➡️ Scrivilo come se l’avessi detto davvero, con le parole che avresti voluto usare. Non importa se è arrabbiato, vulnerabile, goffo o imperfetto.
Lascialo lì, nero su bianco.

🧭 Dopo una settimana, rileggili tutti e chiediti:

Cosa dicono di me questi pensieri?

Che parte di me ho paura di mostrare?

Chi mi piacerebbe diventare se non avessi paura?

💬 Salva il post e condividilo.
È un gesto piccolo, ma potente.
Perché quando ti permetti di dire, anche solo in parte, ti stai già scegliendo.

Anche se tremi, anche se non sei pronta.
Anche se hai paura… puoi farlo lo stesso.

A volte chiedi scusa a tutti.A chi ti ha frainteso. A chi hai deluso. Per come sei fatta. Ma quasi mai lo hai fatto con ...
11/06/2025

A volte chiedi scusa a tutti.
A chi ti ha frainteso. A chi hai deluso. Per come sei fatta.
Ma quasi mai lo hai fatto con la persona che hai più trascurato: te stessa.

Se potessi chiedere scusa a te stessa… per cosa lo faresti davvero?

👉 Raccontamelo nei commenti.

Ci sono persone che arrivano da me e mi dicono:“Non capisco perché sto così. Ho sempre l'ansia e anche se riconosco orma...
09/06/2025

Ci sono persone che arrivano da me e mi dicono:
“Non capisco perché sto così. Ho sempre l'ansia e anche se riconosco ormai i sintomi e ne sono consapevole, sto male lo stesso”

E piano piano emerge qualcosa che non è facile da vedere subito.
L’ansia non è venuta fuori dal nulla.
È nata nel momento in cui hanno smesso di ascoltarsi.

Quando, invece di dare retta a sé stesse, hanno iniziato a fidarsi solo degli altri.
Dei pareri. Dei suggerimenti. Delle rassicurazioni.
Del “fidati, è meglio così”.

E allora vanno nella direzione indicata dagli altri,
ma non si sentono al sicuro.
Non si sentono nemmeno sé stesse.

Perché puoi fare anche la scelta “giusta” per gli altri,
ma se non è tua…
prima o poi l’ansia arriva.
E ti chiede:
“Dove stai andando? È davvero questa la tua strada?”

La verità è che quando smetti di fidarti della tua voce interiore,
di quello che senti “giusto anche se non è perfetto”,
inizia a costruirsi dentro di te un senso di incapacità.

Perché ogni volta che non ti scegli, ti allontani un po’.

E allora smetti di decidere.
Aspetti l’ok degli altri per muoverti.
Ti muovi solo se qualcuno approva.
Ma nel frattempo… stai ferma.
E l’ansia cresce.

L’ansia a volte non è il problema. È il segnale.
Un modo che ha il tuo corpo per dirti:
“Ehi, torna qui. Non ti riconosco più.”

E se ti è capitato, non sei sbagliata.
Solo… hai smesso per un po’ di fidarti di te.

Ma si può ricominciare.
Puoi ricominciare a sentire al tua voce.
Puoi imparare ad affidarti nuovamente a te stessa.
Puoi riconnetterti con il tuo intuito.

Sei la persona con cui passerai il resto della vita, vuoi darti una possibilità e fidarti un pò più di te stessa?

👉 Salva questo post se ti capita di dubitare sempre delle tue scelte.
👉 Scrivimi se vuoi imparare a risentire quella voce che per troppo tempo hai messo a tacere.

Laura ha 38 anni, un lavoro stabile, una famiglia.Da fuori sembra tutto in ordine, dentro, però, combatte ogni giorno co...
02/06/2025

Laura ha 38 anni, un lavoro stabile, una famiglia.
Da fuori sembra tutto in ordine, dentro, però, combatte ogni giorno con la paura che qualcosa di terribile stia per succedere.
Ne ha parlato con me solo dopo mesi, sussurrando: “Mi vergogno perfino a dirlo.”

Marco è un uomo brillante, sicuro di sé, almeno all’apparenza.
Ma quando va a cena con gli amici, il cuore inizia a ba***re forte.
Ha sempre una scusa pronta per non uscire.
“Mi sento ridicolo,” mi ha detto. “Chi mi crederebbe se dicessi che sto male solo all’idea di stare a tavola con altri?”

Chi vive l’ansia spesso convive anche con una compagna invisibile: la vergogna.

Vergogna di non essere “normale”.
Vergogna di non riuscire a controllarsi.
Vergogna di sentire troppo.
Vergogna di avere tutto… e stare comunque male.

E ti dirò una cosa: anch’io l’ho vissuta, l’ansia.
E per tanto tempo… l’ho nascosta.

Cercavo di minimizzarla, di ignorarla, di far finta che non ci fosse.
Avevo paura che, se l’avessi mostrata, mi avrebbero giudicata.
Che qualcuno avrebbe pensato: “Ma dai, controllati.”
O peggio: “Sei esagerata.”
Che mi avrebbero allontanata. Derisa. O compatita.

Perché quando hai l’ansia, la sofferenza è vera,
ma non si vede.
Non hai il gesso, non hai la febbre. Hai un nodo in gola, il cuore che corre,
e una voce dentro che ti dice: “Stai male, ma non si vede. Quindi non conta.”

Anche io, diventando psicologa, mi sono detta:
“Non posso dirlo. Non posso avere l’ansia. Non io.”

Poi ho capito una cosa che mi ha cambiato la vita:
negare l’ansia non la fa sparire. La alimenta.
Se non le dai spazio, ti occupa tutta.

Ed è per questo che oggi non mi vergogno più a dirlo:
perché l’ansia, a modo suo, fa parte di me.
Non mi definisce, ma mi attraversa.
E parlarne mi ha liberata più di ogni tentativo di nasconderla.

Perché ogni volta che una persona si sente capita,
si alleggerisce anche un pezzo del mio passato.

💛 L’ansia non è debolezza.
Parlare d’ansia non ti rende meno forte.
Ti rende più libera.
Un po’ alla volta.

👉 Se ti sei riconosciuta in questo post, salvalo.
👉 E se senti che è arrivato il momento di affrontare tutto questo, scrivimi.
Possiamo iniziare insieme con gli strumenti giusti.

Se ricevi un invito all’ultimo minuto, vai in tilt.Un aperitivo imprevisto. Una cena organizzata al volo. Un cambio di p...
26/05/2025

Se ricevi un invito all’ultimo minuto, vai in tilt.
Un aperitivo imprevisto. Una cena organizzata al volo. Un cambio di programma.
E subito, la testa corre:
“Cosa mangerò?”
“Mi rovina tutto il piano della giornata.”
“E se perdo il controllo?”
“E se domani sto male?”

Non è solo questione di cibo.
È perdita di controllo.
È paura che, se non segui quel programma che hai costruito con tanta fatica, tutto possa crollare.

Perché spesso quel programma non è solo un’organizzazione.
È un’ àncora.
Ti fa sentire al sicuro. Ti rassicura che ce la farai. Che puoi gestirti.
Che sei “brava”. Che non stai esagerando. Che non sei tu il problema.

Ma appena qualcosa si muove fuori da quel confine… si rompe l’equilibrio.
E ti senti in trappola.

La verità è che non ti spaventa l’aperitivo.
Ti spaventa sentire di non avere strumenti per affrontarlo.
Ti spaventa dover scegliere in fretta. Sentirti osservata. Dover ascoltare il corpo.
E magari scoprire che non ti fidi di te stessa.

Allora rinunci. Ti inventi una scusa. Ti colpevolizzi.
E poi, magari, torni a casa e compensi.

Ma è proprio lì che possiamo lavorare.
Non sul togliere i fuori programma.
Ma sul ritrovare dentro di te una guida che sappia cosa fare, anche quando il copione salta.

Perché puoi imparare a stare anche in ciò che non avevi previsto.
E puoi scoprire che sei molto più flessibile, capace e stabile di quanto credi.

Ti rivedi in queste parole?
📩 Possiamo parlarne insieme. Inizia da una call conoscitiva.

Indirizzo

Magnano In Riviera
00144

Orario di apertura

Mercoledì 15:30 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 20:00

Sito Web

http://www.beatricepavoni.it/libera-dall-ansia

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