12/05/2020
COME RISPONDIAMO ALLA PAURA?
IL MODELLO DELLE QUATTRO “F”
La rientra nel gruppo delle primarie, cioè quelle emozioni che sono presenti nell’essere umano sin dalla nascita insieme a gioia, sorpresa, tristezza e rabbia. La paura ha una funzione adattiva, essa modula il rapporto tra l'ambiente e l'organismo favorendo la di quest'ultimo e mettendolo in guardia dai pericoli esterni. La paura, quindi, si attiva quando i sensi percepiscono uno stimolo dannoso o potenzialmente dannoso per l'organismo, ovvero quando incombe una .
Le due principali reazioni dinnanzi a uno stimolo pauroso sono l’ o la detta anche hyperarousal (ipereccitazione) o reazione acuta da stress. Sono reazioni neuronali fisiologiche che si manifestano in risposta a un evento percepito come pericoloso. Tali reazioni furono descritte per la prima volta da Walter Bradford Cannon, fisiologo statunitense.
Quando le reazioni di attacco o fuga si attivano, sostanze chimiche come l’adrenalina, la noradrenalina e il cortisolo vengono rilasciati nel flusso sanguigno e questo causa nel nostro corpo una serie di cambiamenti molto evidenti: aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria, le pupille si dilatano, la vista si acuisce, la percezione del dolore diminuisce, tutto ciò serve a prepararsi fisicamente e psicologicamente all’attacco o alla fuga.
Diversi studi, poi, hanno osservato come esistano altre reazioni oltre alle due principali. Queste vengono ben spiegate dal modello delle quattro “F”: Fight, Flight, Freeze e Faint.
• Fight: (combattimento) ci consente di affrontare l’ostacolo e di combatterlo;
• Flight: (fuga) ci porta ad abbandonare la situazione prima che divenga eccessivamente minacciosa per la nostra sopravvivenza;
• Freeze: (congelamento) è un’immobilità tonica, l’essere vivente sembra appunto congelato, immobilità che permette di non farsi vedere dal “predatore” mentre si valuta quale strategia (attacco o fuga) sia la più adatta per la situazione specifica.
• Faint: (svenimento o finta morte) E’ una reazione molto estrema, si manifesta come una brusca riduzione del tono muscolare con una conseguente simulazione di morte, ovviamente automatica e non consapevole. In questa situazione, per mezzo di attivazione del sistema dorso-vagale, vi è un distacco dall’esperienza e sono possibili sintomi dissociativi, come nel caso di eventi traumatici.
Per la sua stessa natura, questo processo crea immense quantità di movimento muscolare e sforzo fisico. Una volta che il “combattimento”, ovvero l’esposizione al pericolo, è finito e la minaccia, che ha innescato la risposta, è stata eliminata il nostro corpo e la nostra mente ritornano ad uno stato di calma.
È importante prestare attenzione ai segnali che ci dicono se stiamo andando incontro ad una reazione di attacco o fuga. Possono presentarsi segnali sia a livello fisico come: tensione muscolare, fastidi allo stomaco, battito cardiaco accelerato; sia a livello psicologico/emotivo come: ansia, difficoltà di concentrazione, frustrazione, rabbia, tristezza. Imparare a riconoscere i segnali della reazione di attacco o fuga, quindi, ci aiuta ad evitare risposte eccessive a eventi e paure ed a rispondere nel modo più corretto per noi.
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