Morpheus

Morpheus Morpheus è una delle poche realtà in Italia che cura l’insonnia unicamente con trattamenti non farmaceutici, psicoterapici e con sostanze totalmente naturali.

02/10/2021
15/07/2021

Se soffri di Insonnia e fai fatica ad addormentarti o a restare addormentato durante la notte e ti svegli non riposato al mattino, ti bastano poche sedute di psicoterapia per poter ritornare a dormire.
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09/06/2021

👉🏻 La Stimolazione magnetica transcranica è stata approvata dalla Food and Drug Administration per il trattamento della depressione resistente ai farmaci.

💡Privo degli effetti collaterali tipici dei farmaci antidepressivi. Con una elevata efficacia e con un effetto prolungato nel tempo.
🧠 Dopo una prima visita specialistica con i nostri professionisti, viene effettuato il trattamento che può essere intensivo (2 sedute/giorno) o standard (1 seduta/giorno)

📍Presso lo studio utilizziamo la stimolazione magnetica transcranica per la depressione maggiore resistente ai farmaci, il disturbo ossessivo compulsivo e la dipendenza da cocaina.

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GLI ESERCIZI E LE TECNICHE DI YOGA CHE CONCILIANO IL SONNOPraticare yoga o tecniche di respirazione può essere d’aiuto p...
08/06/2021

GLI ESERCIZI E LE TECNICHE DI YOGA CHE CONCILIANO IL SONNO

Praticare yoga o tecniche di respirazione può essere d’aiuto per allontanare stress e preoccupazioni. Così facendo riusciremo a trovare un benessere interiore che migliorerà la qualità del nostro sonno.

Dormire bene è molto importante perché ci consente di iniziare al meglio la giornata ed affrontarla con le energie necessarie. L'insonnia può influenzare fortemente la concentrazione, l'umore e persino le capacità motorie e alla lunga, la perdita di sonno cronica, può determinare problemi di salute più gravi come l'ipertensione, l'aumento di peso e un sistema immunitario indebolito.

QUANTO BISOGNEREBBE DORMIRE?
Secondo la National Sleep Foundation statunitense, dai 26 ai 64 anni bisognerebbe dormire da sette a nove ore per notte.

I problemi dovuti alla mancanza di sonno
Tra i principali problemi dovuti alla mancanza di sonno ricordiamo:

- Aumento di peso: la perdita di sonno cronica influisce sul metabolismo. Potresti iniziare a vedere un aumento di peso, quando il livello ormonale del tuo corpo oscilla.

- Umore: proprio come i bambini piccoli sono irritabili quando mancano i loro pisolini, l'umore può diventare irritabile e spiacevole dopo diverse notti di sonno irrequieto. La mancanza di sonno può influire sul livello di pazienza e sulla capacità di concentrazione.

- Memoria: il sonno consente al cervello di ricaricarsi, aiutandolo a elaborare più facilmente nuove informazioni. L'insonnia cronica, può influire sulle capacità di memoria e comprensione.

- Ipertensione: le persone che dormono cinque ore o meno a notte, possono essere a maggior rischio di sviluppare ipertensione o peggiorare un’ipertensione preesistente. Il sonno, può aiutare a regolare gli ormoni dello stress. Gli ormoni dello stress iperattivo, possono portare alla pressione alta.

- Sicurezza: ogni volta che si soffre di insonnia possono sorgere problemi di sicurezza. La sonnolenza diurna a causa di un sonno inadeguato, ad esempio, può farti assopire durante la guida. La sonnolenza cronica può causare disattenzione, che è pericolosa quando si è alla guida, si lavora con qualsiasi tipo di macchinario o si eseguono anche determinate faccende domestiche.

L'ESERCIZIO FISICO CONTRO L'INSONNIA
Fra i tanti rimedi per dormire meglio l'esercizio fisico può essere molto efficace. In particolare, praticare yoga o tecniche di respirazione zen può essere d’aiuto per allontanare stress e preoccupazioni. Così facendo riusciremo a trovare un benessere interiore che migliorerà la qualità del nostro sonno. Si tratta di particolari posizioni - da mantenere almeno per 5 minuti ciascuna - che possono aiutare a liberare la mente dai pensieri negativi e dalle ansie quotidiane. Inoltre, riducono la fatica accumulata dal nostro corpo sciogliendo le contrazioni muscolari.

Lo Yoga Nidra, ad esempio, letteralmente Yoga del sonno, è una potente tecnica costituita da fasi ben precise da seguire, accompagnati dalla voce guida di un istruttore:

il Sankalpa: è un intenzione, uno scopo che si dà a questa pratica di rilassamento. Potremmo chiedere a noi stessi di abbandonare qualche abitudine da cui vogliamo liberarci, o chiedere di ottenere le qualità che potrebbero aiutarci a vivere serenamente. Viene formulato all’inizio e alla fine della pratica.

La rotazione della coscienza: una fase in cui la voce guida accompagna l’attenzione dei praticanti in diverse parti del corpo, in un ordine particolare che rispecchia l’ordine presente nella corteccia cerebrale. Il corpo lascia andare le tensioni e quindi in questa fase il rilassamento diventa molto profondo, a volte fino a farci addormentare, soprattutto le prime volte. Sebbene lo scopo sia riuscire a vivere coscientemente lo stato che precede il sonno, non bisogna preoccuparsi, l’orecchio rimane comunque collegato con l’esterno e se ne trarrà beneficio.

Risveglio di sensazioni opposte: in questa fase, si cerca di risvegliare il più vividamente possibile delle sensazioni totalmente opposte, come il caldo e il freddo, la leggerezza e la pesantezza, il piacere e il dolore. Questo per armonizzare gli emisferi del cervello, e rilasciare le tensioni emozionali.

Visualizzazioni: è l’ultimo stadio dello Yoga Nidra, le visualizzazioni possono essere esterne o interne al nostro corpo, ma tutte inviano messaggi simbolici al subconscio. Conduce spesso a stati meditativi e anche in questa fase non si deve sforzare la mente, piuttosto lasciare che le immagini appaiano spontaneamente.

07/06/2021

Lunedì e inizia una nuova settimana.
Avete dormito bene?

I risvegli per le poppate, i pianti notturni del bebè potrebbero 'tracciare rughe' sul viso della neomanna, accelerandon...
31/05/2021

I risvegli per le poppate, i pianti notturni del bebè potrebbero 'tracciare rughe' sul viso della neomanna, accelerandone l'invecchiamento: infatti, dormire poco dopo la nascita di un bebè è risultato associato a cambiamenti genetici nel Dna della mamma legati ai processi di invecchiamento. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Sleep Health e basato sull'analisi genetica del Dna di 33 madri.

Lo studio è stato condotto da Judith Carroll dell'Università della California a Los Angeles. L'esperta ha analizzato durata e qualità del sonno delle neomamme e poi misurato l'età biologica delle donne attraverso l'analisi del Dna - in particolare di certi parametri noti per essere correlati all'invecchiamento di una persona come la lunghezza delle estremità dei cromosomi, i 'telomeri' - a un anno dalla nascita.

Ebbene è emerso che una durata del sonno insufficiente (meno di sette ore a note) si associa a maggiori segni di invecchiamento sul Dna della mamma, quindi a un invecchiamento biologico accelerato.

INTERRUZIONI DEL SONNO AUMENTANO RISCHIO DI DEPRESSIONE IN ADOLESCENTIIl sonno scarso può essere causa di aumento di ris...
24/05/2021

INTERRUZIONI DEL SONNO AUMENTANO RISCHIO DI DEPRESSIONE IN ADOLESCENTI

Il sonno scarso può essere causa di aumento di rischio dell’insorgenza di depressione nel corso dell’adolescenza secondo uno studio pubblicato su Behavioral Brain Research.

LA DEPRESSIONE
L’autrice senior dello studio, Nafissa Ismail, professoressa della scuola di psicologia dell’Università di Ottawa, ricorda che, in tutto il mondo, sono 264 milioni soggetti che soffrono di depressione. La depressione è un disturbo dell’umore che può ridurre la qualità della vita e può portare a diversi sintomi tra cui una riduzione della libido, un malessere generale, disturbi del sonno e, nei casi più gravi, anche tendenza al suicidio.

FEMMINE SOFFRONO MAGGIORMENTE DI DEPRESSIONE RISPETTO AI MASCHI
Ne soffrono più le femmine rispetto ai maschi. Spesso i primi sintomi arrivano con l’adolescenza ma la stessa depressione adolescenziale è molto più complicata, lascia intendere la ricercatrice.
Secondo lo studio l’interruzione del sonno e in generale un sonno scarso possono essere fattori di stress comuni nel corso dell’adolescenza e potrebbero essere anche fattori responsabili della stessa suscettibilità adolescenziale alla depressione.

GLI ESPERIMENTI
La ricercatrice, insieme ai colleghi, ha eseguito esperimenti sui topi per capire se ritardi del sonno ripetuti potevano influenzare la risposta allo stress su 80 topi adolescenti e adulti, 40 maschi e 40 femmine. Il sonno di alcuni dei topi veniva interrotto appositamente differentemente da altri che potevano invece riposare. I risultati mostravano che i topi, sia maschi che femmine, adolescenti mostravano un comportamento depressivo in misura nettamente maggiore rispetto ai topi che potevano riposare e ciò accadeva dopo soli sette giorni di disturbi del sonno.

TOPI ADOLESCENTI MOSTRAVANO ATTIVITÀ MAGGIORE IN CORTECCIA PRELIMBICA
In più, dopo i primi sette giorni di esperimenti, solo i topi adolescenti, una volta esposti a nuovi fattori di stress, mostravano un’attività maggiore nella corteccia prelimbica del cervello, differentemente dagli adulti. Si tratta di un’area del cervello collegata allo stress la quale può essere danneggiata proprio dalla privazione del sonno.
Infine i ricercatori scoprivano che i topi adolescenti femmine mostravano un rilascio più grande di ormoni dello stress e un’attivazione maggiore delle cellule cerebrali sensibili allo stress rispetto ai maschi adolescenti.

INTERRUZIONI DEL SONNO DURANTE ADOLESCENZA POSSONO AUMENTARE RISCHIO DI DEPRESSIONE
“I nostri risultati suggeriscono che significativi ritardi nel sonno durante l’adolescenza possono aumentare la probabilità di insorgenza della depressione sia nei maschi che nelle femmine.
Inoltre, il ritardo del sonno può sensibilizzare le femmine adolescenti ad altri fattori di stress e aumentare la probabilità di sviluppo di disturbi dell’umore”, spiega la ricercatrice.

FRAMMENTAZIONE DEL SONNO COLLEGATA AL RISCHIO DI EMICRANIAUn sonno non continuo, inteso come un sonno frammentato, può e...
21/05/2021

FRAMMENTAZIONE DEL SONNO COLLEGATA AL RISCHIO DI EMICRANIA

Un sonno non continuo, inteso come un sonno frammentato, può essere collegato ad un maggior rischio di emicrania diversamente dalla durata stessa del sonno e dalla bassa qualità del sonno generale. Questo risultato è stato conseguito da un gruppo di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e del Beth Israel Deaconess Medical Center che hanno pubblicato il proprio studio su Neurology.

La relazione tra il sonno e l’emicrania, pur con tutti gli studi precedenti, non è mai stata compresa appieno. I ricercatori hanno provato a colmare questo vuoto realizzando uno studio di coorte prospettico su 98 persone adulte con emicrania episodica caratterizzate da meno di 15 giorni al mese con il mal di testa.
I partecipanti al sondaggio dovevano completare dei diari elettronici due volte al giorno registrando vari dettagli ed informazioni relative al sonno, ai mal di testa e in generale alle abitudini riguardanti la salute e tutto ciò per sei settimane.

Inoltre altri dati provenivano da un dispositivo da polso che catturava in maniera più oggettiva i loro schemi del sonno.
I ricercatori hanno inoltre considerato altri fattori che potevano scatenare l’emicrania tra cui l’assunzione giornaliera di caffeina, quella di alcol, i livelli di attività fisica, lo stress e altri ancora.

Alla fine i ricercatori scoprivano che la durata del sonno, anche per quelle persone che dormivano meno di 6,5 ore a notte, nonché la scarsa qualità del sonno non erano collegate all’emicrania il giorno successivo e neanche il giorno dopo.
Quello che sembrava essere collegato al rischio maggiore di emicrania era la frammentazione del sonno, regolarmente misurata da ricercatori non solo tramite i diari compilati da partecipanti ma anche tramite il dispositivo da polso.

Suzanne Bertisch, ricercatrice esperta nel sonno e nei disturbi circadiani presso il Brigham nonché autrice dell’articolo, così spiega i risultati: “Il sonno è multidimensionale e quando abbiamo osservato alcuni aspetti riguardanti il sonno, abbiamo scoperto che la bassa efficienza del sonno, che è la quantità di tempo che sei sveglio a letto quando stai cercando di dormire, è stata associata alle emicranie non del giorno immediatamente successivo, ma del giorno dopo. Tuttavia, non abbiamo osservato una relazione tra la breve durata del sonno notturno (meno di 6,5 ore) o la qualità del sonno e il rischio di emicrania.”

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IL SONNO DI BAMBINI E RAGAZZI: COME CAPIRE QUANDO C'È UN PROBLEMAIl sonno è una parte importante della vita quotidiana e...
20/05/2021

IL SONNO DI BAMBINI E RAGAZZI: COME CAPIRE QUANDO C'È UN PROBLEMA

Il sonno è una parte importante della vita quotidiana e ha un ruolo determinante nel creare una condizione di benessere globale della persona. Nei bambini e negli adolescenti, in particolare, una giusta durata del sonno, un buon ritmo sonno-veglia, un andamento fluido e regolare del riposo (specialmente di quello notturno) hanno un effetto positivo sia fisico sia psicologico.
Molti fattori ed eventi possono però interferire con le abitudini del sonno e creare uno squilibrio per il bambino, ma anche per la famiglia.

COME PROTEGGERE IL SONNO DEI BAMBINI
È fondamentale creare delle condizioni che proteggano il sonno dei bambini. Il momento dell’addormentamento dovrebbe essere curato nella sua preparazione al pari degli altri momenti importanti della giornata. Come per tutti gli aspetti dello sviluppo, il genitore ha il compito di contenere le emozioni del bambino e gestire questi momenti, un ruolo che in psicologia si chiama di “regolatore”.
In particolare, questo accade nella prima infanzia quando il bambino non è ancora in grado di gestire i propri bisogni e le proprie emozioni. Fornire un confine e dare regolarità anche alle abitudini del sonno aiuta il bambino a tenere sotto controllo le proprie emozioni e dà continuità alle sue esperienze (del giorno come della notte).

Nelle ore serali i giochi eccitanti (ad es. la lotta), gli stimoli eccessivi (come la tv o i videogiochi) e un ambiente rumoroso non aiutano il bambino a lasciarsi andare e lentamente addormentarsi. È utile creare una routine che guidi e accompagni il bambino fino al momento di scivolare nel sonno.

I DISTURBI DEL SONNO DEI BAMBINI
A volte i bambini possono avere difficoltà ad addormentarsi, o può capitare che si risveglino frequentemente durante la notte.
Le cause possono essere molte. Nel neonato e nel lattante il sonno frammentato è normale e dipende da bisogni essenziali come la fame, la sete, il dolore, il bisogno di contatto e rassicurazione.

Nei bambini più grandi si osserva a volte un‘attiva resistenza al sonno, un atteggiamento oppositivo (cioè di ribellione nei confronti delle indicazioni dei genitori), che riscontriamo anche in altri ambiti (il “No!”) e che rispecchia la crescente consapevolezza delle proprie capacità e il desiderio di affermarle.

Il bambino può opporsi all’idea di andare a dormire quando ha trascorso giornate molto intense, o se il tempo da passare insieme ai genitori si concentra nelle ore serali. Come per l’adulto, alcune problematiche emotive possono ostacolare il sonno, come ad esempio le paure o la preoccupazione per la giornata scolastica che li attende.

I DISTURBI DEL SONNO DEGLI ADOLESCENTI
In adolescenza, fattori interni (ormonali) ed esterni (le relazioni con gli amici, le abitudini sociali, gli interessi) possono alterare il ritmo sonno-veglia e instaurare quella tendenza ad addormentarsi tardi la sera e svegliarsi tardi al mattino tipica dei ragazzi. La notte, vista come un tempo della giornata affascinante e per certi versi trasgressiva influenza in parte queste abitudini.

A volte però tutto questo assume le caratteristiche di una vera e propria insonnia che può dipendere da difficoltà psicologiche come ansia, paure, preoccupazioni.

COSA POSSONO FARE I GENITORI
In tutte le fasi dello sviluppo i genitori possono accompagnare l’evoluzione del sonno del proprio figlio e di fronte ad una modificazione delle abitudini domandarsi quale possa essere l’elemento di disturbo: una fase di passaggio? Una nuova esperienza? Una prova da sostenere? Normalmente i disturbi del sonno sono di natura passeggera e si risolvono con il risolversi delle situazioni che li hanno provocati o con accorgimenti che modificano le abitudini.

SEI MOTIVI PER CUI FUMARE PEGGIORA LA QUALITÀ DEL TUO SONNOLe sostanze chimiche tossiche e i metalli pesanti introdotti ...
19/05/2021

SEI MOTIVI PER CUI FUMARE PEGGIORA LA QUALITÀ DEL TUO SONNO

Le sostanze chimiche tossiche e i metalli pesanti introdotti
nel corpo quando si fuma sono i principali responsabili di queste conseguenze estremamente dannose per la salute, la nicotina - ossia la sostanza che rende dipendenti dalle si*****te - spesso ha risvolti negativi su un altro aspetto molto importante per il nostro benessere: il sonno.

Fumare regolarmente può rendere molto caotico la routine sonno/veglia del nostro organismo, e il danno fatto a volte è irreparabile.

Ecco sei effetti negativi del fumo che fanno calare di molto la qualità del sonno

1) FUMARE DISTURBA IL TUO BIORITMO NATURALE
Uno studio del 2013 dei ricercatori dell'Università del Rochester Medical Center ha scoperto che il tabacco può alterare la normale espressione del ritmo circadiano dei polmoni e del cervello, rovinando il riposo notturno. Dopo aver esposto delle cavie al fumo sia in maniera cronica che acuta i ricercatori hanno notato un notevole disturbo dei loro ritmi naturali che l'esposizione al tabacco continuava a peggiorare. Le conseguenze del disturbo del bioritmo naturale sono andate ben oltre la cattiva qualità del sonno, fino a provocare depressione cronica, ansia e vari disturbi comportamentali.

2) FUMARE AUMENTA IL RISCHIO DI SOFFRIRE DI APNEE NOTTURNE
Secondo uno studio del 2011 i fumatori hanno una probabilità più alta di 2,5 volte di soffrire di apnea ostruttiva notturna, il tipo di apnea che colpisce nel sonno più comune causata dal rilassamento dei muscoli del retro della gola durante il riposo. Ai fumatori manca il respiro più spesso in quanto il fumo che inalano causa l'irritazione costante dei tessuti del naso e della gola, che gonfiandosi riducono di molto il flusso d'aria in entrata.

3) I FUMATORI SI SVEGLIANO PIÙ FREQUENTEMENTE DURANTE LA NOTTE
Nel 2008 i ricercatori della Johns Hopkins University studiarono gli schemi seguiti durante il sonno da 40 fumatori e da altrettanti non fumatori. Gli studiosi registrarono che tra i non fumatori una percentuale pari al 5% dichiarava di soffrire di disturbi del sonno, mentre la stessa percentuale saliva al 22,5% quando si consideravano i fumatori. In seguito utilizzando un elettroencefalogramma gli studiosi scoprirono che i fumatori passavano più tempo nella fase del sonno definita "leggera" mentre i non fumatori accumulavano più ore di sonno profondo e riposante.

4) I FUMATORI HANNO PROBLEMI AD ADDORMENTARSI E LA MATTINA SI SENTONO PIÙ STANCHI
Proprio come la caffeina la nicotina è sia una droga che uno stimolante, e quindi può affliggere la qualità del sonno se assunta in alte quantità e troppo vicino alle ore di sonno. Secondo uno studio dell'Università della Florida, gli esseri umani in media perdono 1,2 minuti di sonno per ogni sigaretta fumata a causa degli stimoli e degli effetti collaterali causati dalla nicotina. Le persone che fumano entro due ore prima di mettersi a letto fanno fatica ad addormentarsi perché la nicotina disturba il normale alternarsi veglia/sonno e, inoltre, gli effetti collaterali entrano in gioco poco prima di alzarsi dando ai fumatori una profonda sensazione di stanchezza.

5) I FUMATORI HANNO PIÙ PROBABILITÀ DI SOFFRIRE D'INSONNIA
Secondo la National Sleep Foundation l'insonnia può essere causata da uno spettro molto ampio di fattori mentali e fisici, oltre che dalle abitudini di vita. Essendo la nicotina un potente stimolante, per i fumatori è più facile soffrire d'insonnia soprattuto se fumano frequentemente o poco prima di addormentarsi. Inoltre secondo un altro studio le donne fumatrici di mezza età sono ancora più suscettibili al rischio di soffrire d'insonnia.

6) QUANDO INIZI A FUMARE IL TUO SONNO NON SARÀ MAI PIÙ LO STESSO
Smettere di fumare farà meraviglie per quanto riguarda il migliorare la qualità del tuo sonno. tuttavia è importante sapere che le persone che non hanno mai fumato sono quelle che hanno il sonno migliore. Certo, anche gli ex fumatori possono riuscire a dormire meglio ma, per svariate ragioni, è meglio non iniziare mai.

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NARCOLESSIALa narcolessia è un disturbo del sonno caratterizzato da una sonnolenza eccessiva durante il giorno o da epis...
18/05/2021

NARCOLESSIA

La narcolessia è un disturbo del sonno caratterizzato da una sonnolenza eccessiva durante il giorno o da episodi incontrollati e ricorrenti di sonno durante le ore di veglia normali, in genere con episodi improvvisi di debolezza muscolare (cataplessia). Altri sintomi sono paralisi del sonno, sogni vividi e allucinazioni quando ci si addormenta o ci si sveglia.

La narcolessia si manifesta in circa una persona su 2.000 negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. Colpisce indistintamente uomini e donne.

Non è noto che cosa causi la narcolessia. Alcuni soggetti affetti da narcolessia hanno un gruppo di geni simile, tuttavia non si ritiene che la causa sia di origine genetica. Sembra che tra le cause del disturbo rientrino anche fattori genetici e ambientali. Alcuni dati indicano che la narcolessia possa essere causata da una reazione autoimmune che distrugge le cellule nervose in una particolare area del cervello. (Una reazione autoimmune avviene quando il sistema immunitario attacca i tessuti stessi del corpo.)

Le persone affette da narcolessia dormono molto durante il giorno. Di conseguenza, la narcolessia può essere invalidante e aumenta il rischio di incidenti stradali o di altro genere. La narcolessia persiste per tutta la vita, ma non influisce sull’aspettativa di vita.

SINTOMI
I sintomi della narcolessia solitamente iniziano durante il periodo adolescenziale o comunque tra i giovani adulti e persistono per tutta la vita.

I sintomi principali sono:

-Grave ed eccessiva sonnolenza diurna
-Cataplessia (episodi improvvisi di debolezza muscolare)
-Allucinazioni mentre ci si addormenta o ci si sveglia
-Paralisi nel sonno
-Disturbi del sonno notturno (come il fatto di svegliarsi frequentemente e avere sogni vividi e spaventosi)

Solo il 10% circa delle persone con narcolessia presenta il quadro sintomatologico completo. La maggior parte dei pazienti ha solo alcuni dei sintomi. Tutti manifestano eccessiva sonnolenza diurna.

Le persone che soffrono di narcolessia spesso hanno difficoltà funzionali e di concentrazione. È più probabile che si facciano male, per esempio se si addormentano alla guida. La narcolessia può essere causa di stress. La produttività e la motivazione possono diminuire, e la concentrazione può essere scarsa. I soggetti possono evitare gli altri a scapito delle relazioni personali. Molti si deprimono.

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INSONNIA E DISTURBI DEL SONNO, COMBATTERLI INIZIANDO DALL'ALIMENTAZIONEInsonnia e disturbi del sonno sono alcuni dei pro...
17/05/2021

INSONNIA E DISTURBI DEL SONNO, COMBATTERLI INIZIANDO DALL'ALIMENTAZIONE

Insonnia e disturbi del sonno sono alcuni dei problemi contro cui si deve combattere. Spesso lo si fa sempre, in altri casi questi problemi si accentuano proprio in questo periodo in cui tra cambiamento del clima e allergie, è davvero complicato riposare bene. Spesso ci si alza più stanchi di come si è andati a letto e questo dipende spesso da alcuni problemi risolvibili con una serie di accorgimenti.

COMBATTERE L'INSONNIA CON L'ALIMENTAZIONE
Tra i consigli da mettere in pratica contro insonnia e disturbi del sonno ci sono anche quelli legati all’attività fisica e all’alimentazione. Nel primo caso, è consigliabile fare attività fisica ma almeno tre ore prima di andare a letto visto che la ginnastica riattiverà il nostro corpo e non ne agevolerà quindi il riposo. Per quanto riguarda l’alimentazione, invece, bisognerà evitare carne stufata, fritti e formaggi, ma anche bevande eccitanti come thè, coca cola e caffè già dal tardo pomeriggio.

A dare manforte in questa lotta arriva la melatonina, ormone secreto dall’epifisi che aiuta a conciliare il sonno grazie alla sua azione “sedativa”. La sostanza riesce a regolarizzare il nostro ritmo di veglia e sonno anche assumendone una dose discreta giornalmente. Secondo gli esperti si parla di 0,5 milligrammi al giorno e questo spinge quindi anche ad un cambiamento della nostra dieta.

La melatonina si trova anche in alcuni alimenti e, in particolare, cereali integrali e ortaggi. Del primo gruppo bisognerà favorire avena, farro e miglio, quei cereali ‘grezzi’ che aiutano a rimanere in forma e anche a dormire. Lo stesso succede con gli ortaggi, da sempre alla base della nostra dieta mediterranea. Più nello specifico la melatonina è contenuta nelle cipolle, negli asparagi, nei ravanelli, nei pomodori e nei cavoli ma anche nella frutta, secca e non, come le mele, le ciliegie, le banane, l’ananas, le arance, le mandorle e le noci.

Infine, per favorirne la produzione è consigliabile ridurre il tempo di permanenza davanti a schermi di tablet, smartphone e pc soprattutto nelle ore precedenti il momento di andare a dormire. Infine, un aiuto arriva dalla luce solare in grado di stimolare la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che, in caso di necessità, viene convertito in melatonina regalando quindi il ciclo di veglia e sonno.

RAPPORTI SESSUALI DURANTE IL SONNO - SEXSOMNIA O SONNAMBULISMO SESSUALELa s*xsomnia è conosciuta anche con il nome di so...
14/05/2021

RAPPORTI SESSUALI DURANTE IL SONNO - SEXSOMNIA O SONNAMBULISMO SESSUALE

La s*xsomnia è conosciuta anche con il nome di sonnambulismo sessuale o sleep s*x. Si tratta di un disturbo del sonno che consiste nella realizzazione incosciente di comportamenti di tipo sessuale durante il sonno.

La s*xsomnia è una parasonnia non-REM, un disturbo di comportamento durante il sonno. Le persone che ne soffrono di solito non ricordano nulla al risveglio. I dati indicano che sono gli uomini i più colpiti.

Le ricerche hanno concluso che il 10% degli adulti con parasonnia presenta questo comportamento sessuale atipico durante il sonno. Non esiste una vasta bibliografia in merito e la prima ricerca è stata realizzata nel 1996, sebbene i primi casi descritti risalgano al 2000 e il termine come tale fu impiegato per la prima volta nel 2003.

Gli episodi di s*xsomnia accadono principalmente durante la fase non-REM del sonno, come il sonnambulismo. Per questo motivo, la s*xsomnia è conosciuta anche come sonnambulismo sessuale. Durante la fase non-REM, la persona non ha sogni.

Un altro dato curioso è che la s*xsomnia può presentarsi contemporaneamente con altre parasonnie, come il già citato sonnambulismo oppure la sindrome delle gambe senza riposo, un disturbo neurologico caratterizzato da sensazioni sgradevoli alle gambe e un impulso incontrollabile di muoversi e camminare mentre si sta riposando.

La persona che soffre di s*xsomnia realizza comportamenti sessuali incoscienti mentre dorme. Questi comportamenti includono carezze, strusciamenti, gemiti, masturbazione o rapporti sessuali completi. Al risveglio la persona spesso non ricorda di aver realizzato tali condotte sessuali.

Esistono vari fattori che possono scatenare questo disturbo. Tra le cause principali della s*xsomnia possiamo trovare le seguenti:

- Stress
- Insonnia
- Apnea del sonno
- Consumo di droghe
- Alcolismo
- Assunzione di certi farmaci (neurolettici o sonniferi)
- Eccesso di stanchezza
- Emicrania
- Epilessia

La s*xsomnia di solito ha un effetto detonante, ovvero provoca il risveglio della persona mentre dorme e le fa realizzare i citati comportamenti sessuali. Questo effetto detonante può essere un rumore, lo sfregamento della persona con cui dorme, l’apnea nel sonno o persino l’epilessia associata al sonno.

Confusione, negazione, colpa e vergogna sono solo alcune delle emozioni che la persona affetta da questo disturbo può provare. È possibile che provi anche rabbia, paura e frustrazione. La gestione di questa situazione da parte delle coppie stabili tende a essere difficile e, in certi casi, ne causa la rottura.

Non esiste un trattamento specifico per la s*xsomnia. Sono state testate alcune medicine come sedativi e antidepressivi, ma nessuno di essi ha prodotto risultati davvero efficaci.

Il trattamento scelto ha l’obiettivo di contrastare i fattori di rischio. In questo senso, è opportuno evitare il consumo di alcool e droga, creare un ambiente favorevole al sonno e trattare l’apnea del sonno, nel caso in cui sia presente, così come evitare i fattori scatenanti dello stress.

SONNO: 6 MOTIVI PER CUI CI SI SVEGLIA SEMPRE NEL CUORE DELLA NOTTE In uno studio del 2008 pubblicato sul Journal of Psyc...
13/05/2021

SONNO: 6 MOTIVI PER CUI CI SI SVEGLIA SEMPRE NEL CUORE DELLA NOTTE

In uno studio del 2008 pubblicato sul Journal of Psychiatric Research, il 23% delle persone intervistate ha dichiarato di svegliarsi almeno una volta ogni notte intorno alle 3 e oltre il 35% ha rivelato di farlo almeno tre volte a settimana. Ma quale potrebbe essere la causa di certi risvegli notturni, soprattutto se si ripetono nel tempo?

Può essere un fatto normale, se sporadico. Ma un risveglio notturno frequente potrebbe dipendere da fattori precisi. Ecco quali...

1. INSONNIA DA LUCE BLU
Si è già parlato a fondo degli effetti che può avere sulla qualità del sonno la luce blu, ovvero i raggi che sopprimono la melatonina rilasciati dal sole e dalla maggior parte dei dispositivi elettronici, come tablet, pc e cellulari. Le cellule nei nostri occhi che rilevano i livelli di luce nell’ambiente intorno a noi sono particolarmente sensibili a queste vibrazioni luminose. Ci sono prove che la luce con un contenuto blu intenso ha un effetto più nocivo la sera. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la luce con un forte contenuto blu è interpretata dal nostro cervello come il tipo di luce diurna che sì ha durante la giornata, e questo è in contrasto con il nostro orologio biologico e il nostro senso interno del tempo. Soluzione? Esporsi alla luce solare per prima cosa al mattino facendo una passeggiata di 15 minuti: migliora il ritmo circadiano e la vigilanza mattutina, riducendo l’insonnia.

2.EFFETTI DELL’ORA LEGALE
Il corpo potrebbe aver bisogno di alcuni giorni per adattarsi quando si impostano gli orologi avanti o indietro per tenere conto dell’ora legale. Questo perché il ritmo circadiano, il ciclo naturale di 24 ore del corpo, viene interrotto quando all’improvviso si cerca di dormire seguendo una routine diversa. Solo perché l’orologio dice una cosa non significa che il proprio orologio interno sià necessariamente allineato. Potrebbero essere necessari alcuni giorni (o anche una settimana) per tornare in pista.

3. ABITUDINI E AMBIENTE
Il modo in cui si arreda e allestisce la camera da letto è estremamente importante e può influire sulla qualità del sonno per tutta la notte. Se si guarda la TV, si controlla la posta elettronica o si gioca ai videogiochi fino a un’ora prima di andare a dormire, è probabile che siano questi gesti ad aver causato i disturbi del sonno. Altra cosa da considerare è la temperatura della stanza: è molto calda o troppo fredda? C’è rumore proveniente della strada sottostante? Il pigiama e le lenzuola che si utilizzano permettono di stare freschi e comodi per tutta la notte? Cose su cui riflettere bene.

4.L’ETA’ CHE AVANZA
Secondo Matthew Walker, direttore del Center for Human Sleep Science presso l’Università della California, Berkeley, e autore di Why We Sleep, sia la quantità che la qualità del nostro sonno cambiano con l’avanzare dell’età. «Sembra si tratti in particolare della fase più profonda del sonno, quella che chiamiamo “sonno a movimento non rapido” o “sonno non REM” quella che viene selettivamente erosa dal processo di invecchiamento. Quando si arriva a 50 anni, si potrebbe aver perso quasi il 40-50% di quel sonno profondo che si faceva, ad esempio, quando si era adolescenti. All’età di 70 anni, si potrebbe aver perso quasi il 90% di quel sonno profondo, oppure averlo riconquistato del tutto».

5.STATI D’ANSIA
Quando si passano due o tre notti a rigirarsi nel letto per ore, l’idea che possa accadere anche la sera successiva comincia a generare timori. Può essere facile entrare in una spirale di ansia, specialmente quando si è gli unici svegli in casa. Fissarsi su pensieri riguardanti, per esempio, ciò che è andato storto durante il giorno potrebbe rappresentare un’altra ragione per risvegli notturni casuali.

6.CAFFEINA E ALCOL
Bere un caffé nel tardo pomeriggio: questo potrebbe essere uno dei motivi per cui ci si sveglia la notte. La caffeina maschera i recettori dell’adenosina nel cervello, motivo per cui ci si sente così vigili e svegli dopo aver bevuto una tazza di caffè. «All’improvviso, il tuo cervello passa dal pensare: “Sono stato sveglio per 16 ore; sono stanco e assonnato”, per poi pensare “Oh, no. Aspetta un secondo. Non sono stato sveglio per 16 ore. Sono sveglio forse solo da sei o sette ore perché la caffeina sta bloccando l’adenosina”», dice Walker. Nel caso dell’assunzione di alcol, invece, «può apparentemente presentare un effetto sedativo, ma in realtà provoca un sonno frammentato con molti risvegli, che non sempre si ricordano».

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20124

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