Dott.ssa Valentina Cavandoli - Psicologa e Psicoterapeuta

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Dott.ssa Valentina Cavandoli - Psicologa e Psicoterapeuta Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Milano in zona Porta Romana.

Aspetti interni e proiezioni
18/05/2022

Aspetti interni e proiezioni

Lo studio è pet friendly, gli animali rappresentano anche aspetti interni delle persone che li portano.

Tratto da:
Nella stanza dei sogni. Un analista e i suoi pazienti.
di Pietro Roberto Goisis - ED-Enrico Damiani Editore, 2021

https://www.enricodamianieditore.com/product/nella-stanza-dei-sogni/

15/10/2021

BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA CHE GUARDANO “SQUID GAME”

“Sono un'insegnante di scuola primaria con 2 classi quinte. In questi giorni è venuto alla luce la visione da parte di gran parte dei miei alunni della serie SQUID GAME visibile su una piattaforma che trasmette principalmente serie televisive. Ho trascorso 2 giorni a colloquiare con i miei alunni per capire come lo avessero conosciuto, come e con chi lo avessero visto e il tipo di emozione o motivazione che suscitava in loro. La trama è la costrizione di persone povere, emarginate e problematiche si giocare a 6 giochi (tra cui 1,2,3 stella): la pena per l'errore del gioco è la morte attraverso delle bambole che uccidono gli sconfitti. La serie è coreana e la visione è in lingua originale con i sottotitoli. Durante la ricreazione li vedo spesso giocare a 1 ,2, 3, stella simulando la squalifica dei compagni con il gesto della pi***la. E io che fino a poco tempo mi ero quasi commossa nel vederli giocare in gruppo a dei giochi dei vecchi tempi. Solo ora traggo l'amara realtà”.

Questo è uno dei tanti messaggi che ho ricevuto in questi giorni da parte di adulti preoccupati perché bambini della scuola primaria sono diventati spettatori fedeli della serie televisiva “Squid Game”. Io non l’ho vista. Quindi sto parlando di qualcosa che non conosco, ma di cui ho letto molto. So che la serie è incentrata su adulti coinvolti in un torneo di giochi tipici dell’infanzia, per cui riceveranno cospicui premi in denaro. Però se vengono sconfitti, saranno uccisi. La serie è sconsigliata a chi ha meno di 14 anni, ma l’evidenza di moltissimi docenti ed educatori è che sia entrata nelle preferenze e nelle scelte di visione di molti bambini e bambine, ragazzi e ragazze preadolescenti. La violenza della serie è anche graficamente molto “spinta” ed esplicita: quando si viene uccisi, schizza sangue dappertutto. Gli insegnanti dicono che i bambini ci ridono su e si tranquillizzano vicendevolmente dicendosi “tanto non è sangue vero, è sugo di pomodoro”. In molti hanno chiesto che io commentassi tutto ciò.
Non posso che riprendere ogni singolo concetto espresso nel nostro libro “Vietato ai minori di 14 anni” (De Agostini ed.): quando sei bambino/a o preadolescente la tua mente non è in grado di gestire la complessità di alcune esperienze a cui puoi avere accesso, ma per cui non possiedi competenze emotive-cognitive di rielaborazione e integrazione dentro di te. E’ qualcosa di cui noi genitori dobbiamo essere assolutamente consapevoli. Altrimenti nella vita dei nostri figli entra il peggio e nella loro mente, dimensioni ed esperienze che hanno significati e risvolti emotivi enormi (la vita e la morte lo sono; la violenza fine a se stessa lo è; il gioco che si trasforma in esperienza per vincere soldi o per subire la morte lo è) si depositano in modo caotico e disorganizzato. Potendosi anche trasformare in esperienze traumatizzanti, ovvero che il soggetto non riesce a gestire nella propria psiche. E perciò ne rimane disturbato e impattato. Bambini che guardano “Squid game” e poi ne simulano le azioni nel loro gioco durante l’intervallo scolastico forse stanno semplicemente imitando ciò che hanno visto. O forse ci stanno comunicando che dentro di loro è entrato “qualcosa” che devono buttare fuori, perché non sanno dove metterlo. Il gioco è il loro modo per tentare di farlo. Ma il gioco non fa miracoli e certe cose possono “tatuarsi” nella loro mente e da lì non uscire più. Come psicoterapeuta, rimango tuttora colpito da quanti pazienti adulti mi hanno raccontato di non aver mai superato la traumatizzazione conseguente a certi film dell’orrore visti da bambini o adolescenti; primo fra tutti ”L’Esorcista”. La problematicità sta nel fatto che certi contenuti non vengono “metabolizzati” quando la mente non ha le competenze per riuscire a farlo. E la mente dei bambini e dei preadolescenti non è in grado di metabolizzare i contenuti di una serie come “Squid game”. Anche se non l’ho vista, per tutto ciò che ho letto di questa serie e per il mestiere che faccio questa cosa la posso affermare con certezza.
“Vietato ai minori di 14 anni” non è un messaggio che reprime la crescita: in casi come questi la protegge, la sostiene e la promuove. E forse noi adulti dovremmo smetterla di affermare “ a priori” che è “vietato vietare”, la cosa più frequente che mi sono sentito dire in quest’ultimo mese, dopo che è uscito il nostro libro che ha osato mettere questo verbo nel titolo. Dovremmo fare una lunga riflessione su quanto è tossico l’ambiente in cui stanno crescendo i nostri figli, ma soprattutto su quanto siamo diventati fragili noi adulti nel fare il nostro mestiere di adulti. Adulti con la A maiuscola non permettono ai bambini di vedere “Squid game”. E in una società civile si dovrebbe fare di tutto perché ciò non avvenga. Altrimenti l’unica cosa che succede è che qualche adulto ci pensa su solo dopo aver letto un post come questo su un social network. Che è appunto un singolo post in mezzo a migliaia di altri post, che nello stesso social network, celebrano ed esaltano questa serie tv. Leggete e fate leggere questo messaggio ad altri genitori, se lo ritenete opportuno.

Oggi il mio pensiero va alla dott.ssa Eugenia Pelanda che ci ha lasciati.Al suo tono fermo e affettivo, alla sua capacit...
30/07/2021

Oggi il mio pensiero va alla dott.ssa Eugenia Pelanda che ci ha lasciati.
Al suo tono fermo e affettivo,
alla sua capacità di passare il testimone e trasmettere il sapere con generosità.
Alla capacità di sintonizzarsi con adolescenti e preadolescenti, avvicinandosi con curiosità al loro mondo senza mai rischiare di frantumarlo o banalizzarlo.
Alla sua ironia.
Oggi ci lascia un pezzo importante della psicoterapia contemporanea.
Oggi ci lascia un pezzo di cuore.

Meritato riposo.Lo studio riaprirà a settembre.Buona sospensione.
24/07/2021

Meritato riposo.
Lo studio riaprirà a settembre.
Buona sospensione.

Su Viversani e belli di questa settimana potete trovare un mio contributo."Un adulto indipendente è un bambino che è sta...
22/01/2021

Su Viversani e belli di questa settimana potete trovare un mio contributo.

"Un adulto indipendente è un bambino che è stato sufficientemente stimolato e aiutato a crescere".

06/12/2020

⛵️🌊nel viaggio della , non è il ad essere il . Non è lui che indica la strada. Il faro è la , intesa come percorso e non solo come obiettivo.

Su Viversani e Belli di questa settimana il mio contributo al tema, una visione psicologica in un dibattito tanto comple...
04/12/2020

Su Viversani e Belli di questa settimana il mio contributo al tema, una visione psicologica in un dibattito tanto complesso quanto frastagliato

28/10/2020
Il Prof. Alberto Pellai ci guida nella ripartenza scolastica accanto al Centro Psicopedagogico Bracco di cui ho la fortu...
08/10/2020

Il Prof. Alberto Pellai ci guida nella ripartenza scolastica accanto al Centro Psicopedagogico Bracco di cui ho la fortuna di far parte.

I nostri figli sono tornati a scuola dopo questi lunghi mesi di sospensione. Come accompagnarli al meglio? Come affrontare le sfide e le opportunità che ques...

Ascoltare “da sopra” è esaudireAscoltare “da sotto” è obbedireAscoltare “attraverso” è ascoltare pienamente L’ultimo è l...
09/09/2020

Ascoltare “da sopra” è esaudire
Ascoltare “da sotto” è obbedire
Ascoltare “attraverso” è ascoltare pienamente

L’ultimo è l’ascolto del terapeuta.

[346] ἀκούω: ho già dedicato un post ([272]) ad ἀκούω /akoùō/ = odo.
Stamattina, leggendo il versetto odierno Mt 18,17, sono rimasto colpito dalla bellezza del verbo originale greco per indicare 'non ascoltare': παρακούω /parakoùō/, letteralmente formato da: παρά /parà/ = 'da parte' (pensiamo a "Para-medico", "Para-magnetismo"...) + ἀκούω, cioè un ascoltare "di lato", senza cioè prestare molta attenzione (l'ascoltare tipico dei figli quando parlano i genitori!).

Volendo approfondire ho cercato (sempre limitandomi al NT) altri verbi che derivassero da ἀκούω con l'aggiunta di qualche prefisso (che, come già detto, sono stati definiti da qualcuno, come degli "scambi ferroviari", in grado di reindirizzare un convoglio sulle più varie destinazioni...).
Considero bellissimo che un:
"ascoltare da sotto" (ὑπό /hypò/) implichi un obbedire (anche in italiano, da ob-audere),
"ascoltare da sopra" (ἐπί /epì/) implichi un esaudire, es. il sovrano che ascolta una sup-plica (anche in italiano, da ĕx- audīre, dove ĕx- (qui) indica compimento, come in espugnare) , e che la preghiera viene infatti da sotto, sub-,
"ascoltare da lato" (παρά /parà/) implichi non prestare attenzione,
"ascoltare attraverso" (διά /dià/) implichi un ascoltare pieno, come dovrebbe essere quello in un udienza di un tribunale,
"ascoltare (protesi) verso" (εἰς /eis/) implichi ancora un esaurire,
"ascoltare prima" (πρό /prò/) un averne già sentito parlare.

Abbiamo finalmente riaperto il CPP Centro Psico Pedagogico Bracco!Vi diamo il benvenuto, dopo un lungo periodo di pausa,...
02/09/2020

Abbiamo finalmente riaperto il CPP Centro Psico Pedagogico Bracco!

Vi diamo il benvenuto, dopo un lungo periodo di pausa, con le parole dell’autore di questo disegno:

“Questi mesi sono stati difficili, come
un puzzle che non si riesce a completare”.

La pausa estiva permette a terapeuta e paziente di separarsi. In una parentesi virtuosa, il terapeuta potrà riposare, ri...
11/08/2020

La pausa estiva permette a terapeuta e paziente di separarsi. In una parentesi virtuosa, il terapeuta potrà riposare, ricaricare le proprie funzioni e lasciare che la memoria mescoli le carte, affinché si possano accendere nuovi punti di luce. Il paziente potrà invece tendere l’orecchio, affinandolo, fino a udire la voce flebile dell’analista interno. Funzione che, pian piano, si costruisce dentro di lui.
Buona sospensione

Vedo, non vedo. È il gioco dell’inconscio. Velato e sempre presente, ci guida senza consegnarsi a noi se non in rari mom...
27/06/2020

Vedo, non vedo.
È il gioco dell’inconscio. Velato e sempre presente, ci guida senza consegnarsi a noi se non in rari momenti: sonno, ironia, analisi.

25/05/2020
“La Salute Mentale non può essere sempre la Cenerentola delle politiche sanitarie italiane”
15/05/2020

“La Salute Mentale non può essere sempre la Cenerentola delle politiche sanitarie italiane”

[IL GOVERNO DIMENTICA LA SALUTE MENTALE: UN SILENZIO INCOMPRENSIBILE]

L’OPL esprime sgomento e amarezza per la totale assenza della salute mentale dal decreto “Rilancio”. Nemmeno una volta infatti troviamo le parole psicologo, psicologia, benessere psicologico, salute mentale.

Il Governo italiano prende - giustamente - iniziative a tutela del lavoro e delle finanze dei cittadini italiani che sono messi duramente alla prova: bene, peccato che dimentichi un elemento fondamentale.
Le telefonate ai numeri di supporto istituiti dagli psicologi e tutta la letteratura scientifica sugli effetti delle epidemie ci dicono che ci saranno ricadute significative sulla salute mentale degli italiani: l’esperienza dell’isolamento, i lutti, la perdita del lavoro, la convivenza forzata sono solo alcuni dei fattori di rischio che moltiplicano la possibilità di conseguenze per la salute mentale dei cittadini e delle cittadine.

I primi dati, nazionali e non, parlano già chiaro: è in corso un allarme su scala mondiale che testimonia l’urgenza di azioni concrete.

L’assenza della salute mentale e degli psicologi dal decreto risulta ancor più incomprensibile alla luce della recente attivazione di un numero verde di supporto psicologico voluto dal Ministero della della Salute, un elemento che sottolinea la necessità e la centralità dei professionisti della salute mentale per affrontare le conseguenze dell’emergenza.

Ricordiamo che anche gli psicologi, al pari di altre professioni sanitarie, sono stati in prima linea nella gestione della pandemia, con le modalità d’intervento e gli strumenti propri della nostra categoria.

Vogliamo sperare - e fortemente chiediamo - l’inclusione nelle iniziative del Governo favore del benessere dei cittadini: la salute mentale non può essere sempre la Cenerentola delle politiche sanitarie italiane.



image credits: Jackie Ferrentino

Il Centro Studi Cultura Psicologica ha condiviso il contributo emerso attraverso il lavoro del gruppo "Le Mangrovie" con...
24/04/2020

Il Centro Studi Cultura Psicologica ha condiviso il contributo emerso attraverso il lavoro del gruppo "Le Mangrovie" con cui sto avendo il piacere di collaborare.

Moderatori: Fabrizio Effe, Gaia Gare, Marta Grossi
Partecipanti: Marta Bottini, Valentina Cavandoli, Greta Cazzaniga, Michela Launi - Psicologa, Silvia Martinelli Progetto Per Sé, Martina Mazzetti, Anna Pozzoli, Giuditta Beatrice Seassaro e Sara Sofisti.

Quanto segue rappresenta una riflessione di gruppo su quanto emerso dalle serate di intervisione del 23/3/2020 e 24/3/2020. Moderatori: Fabrizio Fino, Gaia Gragnano, Marta Grossi Partecipanti: Marta Bottini, Valentina Cavandoli, Greta Cazzaniga, Michela Launi, Silvia Martinelli, Martina Mazzetti, An...

QUANDO IL VIRUS È NELLA MENTE - Parte IVOvunque e da nessuna parte, il Coronavirus è un nemico invisibile che non colpis...
16/04/2020

QUANDO IL VIRUS È NELLA MENTE - Parte IV
Ovunque e da nessuna parte, il Coronavirus è un nemico invisibile che non colpisce solo i polmoni…


Con il palmo della mano rivolto verso il tavolo riesco a percepire le vibrazioni. Sento il legno della superficie toccarmi a intermittenza, mentre il mio sguardo è fisso sul bicchiere appoggiato poco più in là. Vorrei che il liquido al suo interno si muovesse, come accade nei laghetti al lancio di un sasso, come se la terra fosse scossa.

Se solo questo tremolio fosse reale…

Invece no, sono le mie mani a essere scosse. In realtà tremano tutti i muscoli, non riesco a controllare nemmeno il battito del piede contro la gamba della sedia. Conosco bene i sintomi dell’astinenza, li maschero di continuo mentre vivo la vita dissimulando. Quell’ultimo goccio, forse, saprà placarmi per qualche istante, ma tra un’ora sarò da capo. Sono stanco, troppo stanco di nascondermi, di negare. “Smetto”. “Questo è l’ultimo”. “Non ha senso farlo, non ne assaporo più neanche il gusto”. Tutte p***e, non credo più nemmeno io alle mie promesse: smettere è troppo, troppo difficile. La quarantena potrebbe obbligarmi a uno stop, rallentarmi. Uscire e andare al supermercato non è semplice, specie se poi rientri a casa senza spesa. I bar sono chiusi. Non ho amici. Provo a centellinare quello che ho, ma c’è il rischio di diventare intrattabile, violento, triste. Sarebbe davvero dura, non solo per me.

Non so come fare.

Fortuna che adesso i ragazzi sono nell’altra stanza. Fortuna che ho loro, sfortuna che loro han me. Il più piccolo è davanti al computer, l’altro osserva i pesci nuotare nell’acquario. Mi sento un po' come uno di quelli: senza il “liquido” non vivo, non respiro, mi affanno. L’agitazione si tramuta in movimento, spasmi, e mi sembra di impazzire, morire. Pensano anche loro di essere liberi, i pesci, senza accorgersi delle quattro pareti in vetro in cui sono rinchiusi. Spero che i ragazzi restino di là, per non vedere, ancora, loro padre essere così debole.

La mia è una galera solitaria; purtroppo, le lacrime non dissetano.

QUANDO IL VIRUS È NELLA MENTE - Parte IIIOvunque e da nessuna parte, il Coronavirus è un nemico invisibile che non colpi...
06/04/2020

QUANDO IL VIRUS È NELLA MENTE - Parte III
Ovunque e da nessuna parte, il Coronavirus è un nemico invisibile che non colpisce solo i polmoni…


“Smettila! Hai rotto con le tue idee da gerarca. La gente ha bisogno di una valvola di sfogo”.

“No, smettila tu. Non puoi difendere chi esce per fare jogging. Nella maggior parte dei casi si tratta di furbi che non hanno mai corso nella vita e in questi giorni occorre stare chiusi dentro”.

“Si, certo. Quante storie. Fare sport fa bene e in questo momento ancor di più. Non vorrai che tutti facciano come te, che si chiudano in una stanza a litigare con non si sa chi, come stiamo facendo noi”.

“Mi stai forse dando del matto? Non sono suonato come credi e se discuto con qualcuno ho le mie buone ragioni. Ne parlavo la settimana scorsa con il mio terapeuta. A suo parere è poco utile cercare un accordo quando ci si trova in aperta opposizione. Più utile, sempre secondo lui, accettare la diversità e farne una ricchezza”.

“Forse ha ragione, ma ti consiglio di non prendere quello che dice per oro colato. Ha i suoi interessi. Ti sei mai chiesto se ti stia raggirando? Forse vuole solo portare avanti la cura per più tempo possibile. Forse è solo un furbo, guadagna alle tue sp***e. Forse ti fa prendere dei farmaci che controllano la tua mente, più che calmarla”.

“Questa storia dei farmaci fa riflettere anche me. Non li prendo da settimane per questo motivo. Qui in casa è più difficile nasconderli ma ho trovato uno stratagemma. Al mattino, quando vado in bagno, metto le pastiglie in bocca e faccio finta di bere. Poi lavo i denti e… senti che genio: sputo insieme al dentifricio in modo che vadano giù, senza essere notate. Son certo che in bagno ci siano delle telecamere spia. Ne è piena l’intera casa. Pensano di fregarmi, ma sono più furbo di loro”.

“Chi pensa di fregarti?”

“Tutti. Dal primo all’ultimo. Anche quando esco in strada son certo di essere pedinato. Mi seguono, cercano di carpire informazioni utili. Vogliono raggirarmi”.

“Questa cosa rasenta la paranoia, ma per una volta sono d’accordo con te! Dobbiamo stare attenti. E ti dirò di più, per chiudere il cerchio: è stato il terapeuta ad architettare ogni cosa”.

“Mi irrita molto questa cosa, ma adesso che ci penso credo sia così! Anche il terapeuta da cui andavo prima aveva la br**ta abitudine di volermi controllare. Lui però era stato poco furbo. Lo avevo beccato, oh si. Aveva un orologio strano; mi sono accorto subito che le lancette non giravano. Gliel’ho fatto notare, perché io non lascio nulla al caso, e sai con che scusa si era giustificato?”

“Spara”.

“La pila… è scarica la pila! Che idiozie! Dentro a quell’aggeggio i meccanismi erano studiati per registrare i colloqui”.

“Non ci credo! Potrebbe essere stato lui a chiedere al nuovo dottore di spiarti e farti pedinare! Io, se fossi in te, chiudere tutto e al più presto!”

“Lo chiamo subito! Non possono permettersi di farmi questo! Passami il telefono!
Suona… speriamo si sbrighi, non ho tempo da perdere! Ah, ecco… Dottore, senta, sono Nicola. La chiamo per chiederle di interrompere i nostri incontri. Tutto procede al meglio e le voci di cui abbiamo parlato non sono più con me. Sono settimane che, grazie alle sue cure, non sento più niente. Ricorda i dialoghi con l’uomo che voleva convincermi di essere pedinato? Zero, spariti. Sono guarito e non credo di avere più bisogno di lei. La ricontatto io, se è il caso. Anche perché, in tutta franchezza, non amo i colloqui via Skype. Capisco l’emergenza relativa al Coronavirus, ma chi mi dice che non sia altro che una fandonia tirata fuori dal Governo per bloccarci a casa? Non abbiamo prove. Stia bene, la saluto”.

“Hai fatto bene, bravo! Io non avrei potuto trovare parole migliori. Ora, che facciamo in questa stanza? Forse come prima cosa chiuderei le tende, non vorrei che le persone del palazzo di fronte possano osservarci”.

QUANDO IL VIRUS È NELLA MENTE- Parte IIOvunque e da nessuna parte, il Coronavirus è un nemico invisibile che non colpisc...
01/04/2020

QUANDO IL VIRUS È NELLA MENTE- Parte II
Ovunque e da nessuna parte, il Coronavirus è un nemico invisibile che non colpisce solo i polmoni…


"Dicono che passerà, ma per me non accadrà. A me non passa mai. Mi sento così da sempre e continuerò a sentirmi così anche quando la pandemia sarà rientrata. I giorni sono neri, la mattina porta con sé la pesantezza del tempo che non scorre. Vi vedo correre, afferrare la valigetta con grinta e fiondarvi in auto diretti al lavoro, in ansia davanti alle scelte della vita, battervi i pugni sul petto e asciugare le mani che sudano, indecisi davanti al futuro. Io non ho un futuro, non ho ansia né paura, non sento niente. Ieri, oggi, domani, sono solo suoni. Ora che anche il vostro presente è ingabbiato, ora che l’attesa impedisce i progetti, mi sembra che possiate sentirvi un po’ come me".

QUANDO IL VIRUS È NELLA MENTEOvunque e da nessuna parte, il Coronavirus è un nemico invisibile che non colpisce solo i p...
30/03/2020

QUANDO IL VIRUS È NELLA MENTE
Ovunque e da nessuna parte, il Coronavirus è un nemico invisibile che non colpisce solo i polmoni…

L’emergenza è rientrata e alla TV dicono che la vita può tornare alla normalità: possiamo uscire. In fondo non sarà un giorno diverso dagli altri 365, fatta eccezione per gli ultimi 58 passati in quarantena. Per l’esattezza oggi è il numero 152 e per questo nel vestirmi inizierò dal calzino destro. Sento rumore, giù in strada. Spostando la tenda quel poco che serve per osservare senza essere notato vedo le prime persone: il portinaio della palazzina di fronte lava il marciapiede e ha rimesso gli scarponcini con le stringhe gialle che usa da sempre per le pulizie. A lato l’inquilina del quarto piano, che rientra con il suo cane stando attenta a non mettere i piedi sul bagnato. Andrà al lavoro tra poco e devo andarci anche io, meglio muoversi. Come ogni mattina voglio radermi, un viso pulito e ordinato è ciò che si richiede a un consulente. Nella mano sinistra il rasoio, con la destra apro l’acqua. Non deve essere né calda, né fredda: un indicatore graduato mi aiuta ad averla esattamente come deve essere, non come voglio. Già, tutto ha una sua logica, tutto ha regole. A volte ragiono su come tutto sembri rigido, fisso. Non credo dipenda da me, perché ognuno fa le cose a modo proprio. Così è come le faccio io, penso vada bene. Dall’alto verso il basso e poi il contropelo, per non lasciare traccia; una porzione di viso alla volta e in 8 minuti sarò pronto. Davanti allo specchio ripenso a quanto è stata dura uscire e fare la spesa in questo periodo, ma fortunatamente avevo i guanti e la mascherina. Le norme igieniche vanno rispettate e credo sia una buona abitudine da mantenere quella dell’utilizzo di guanti usa e getta. Che poi, io le mani non le porto mai al viso e in ogni caso son sono sempre ben pulite. Dopo questa br**ta faccenda del virus la prudenza non è mai troppa e così, oggi, porterò con me l’Amuchina Gel. Chiudo come di consueto la porta di casa. Chissà perché nella mia mente continuo a ripetermi ciò che devo fare, che noia. Non ci penso e scendo le scale stando tutto a destra. Non so a che serva, ma se non lo faccio potrebbe accadere qualcosa di brutto. Meglio evitare oggi, già ho scampato il virus. Fin ora è andata bene. Ecco il portinaio, oddio mi allunga la mano. È scortese non salutarlo. Amuchina. Questo gel è una manna dal cielo. Lavoro a pochi passi da casa e in 17 minuti esatti sarò davanti alla porta di ingresso del mio ufficio. Come sempre sono in anticipo, ma contando una colazione fatta in 10 minuti me ne avanzano altri 3. Non si sa mai. Il bar aveva la porta scorrevole, perché non va? Per entrare devo spingere la maniglia, spero sia una soluzione provvisoria perché è bene non mettere le mani dove le hanno messe gli altri. Il virus resta sulle superfici per molte ore, addirittura giorni. Amuchina. Mi rendo conto solo adesso che sono entrato di una cosa: toccherò la tazzina, il bancone. Prenderò il tovagliolo e poi dovrò nuovamente aprire la porta. Non ho letto da nessuna parte se occorre usare il gel igienizzante dopo ogni movimento o se posso farlo una sola volta alla fine. Certo sarebbe più comodo lavarmi una volta uscito, ma chi mi garantisce che nulla vada ad interferire. Basterebbe uno starnuto e la mia mano che si avvicina automaticamente alla bocca per finire nei guai. Mi sto agitando. E se fosse un altro a starnutire? Intorno a me ci sono molte persone ora. Mascherina!! Fortuna che sono prudente e ne ho due con me. “Mi scusi, un caffè e un biscotto”. Ha ragione il barista a guardarmi, sono impalato davanti a lui da minuti. Ma capirà, son certo che anche lui si preoccupi della salute di tutti. Indossa i guanti, è un buon segno. Meglio sbrigarsi adesso, ho bruciato i 3 minuti di margine. Cucchiaino nella mano destra. Amuchina. Zucchero di canna. Amuchina. Tazzina. Amuchina. Pago. 1,50 euro, li ho giusti. Non voglio resto, i soldi sono sporchi. Non prendo lo scontrino. Esco. Amuchina. Mi sono svegliato da 2 ore e ho già la testa che fuma, non ce la faccio più. Era meglio stare chiuso in casa, a fare smart-working. Senza calpestare le fughe delle piastrelle arrivo al mio ufficio. La giornata inizia ora, dovrò stringere mani, usare oggetti, aprire e chiudere porte, premere tasti. Non mi sento bene e l’Amuchina è già quasi finita. ©

Ovunque e da nessuna parte, questo virus è un nemico invisibile e per combatterlo ognuno deve dare il proprio contributo...
27/03/2020

Ovunque e da nessuna parte, questo virus è un nemico invisibile e per combatterlo ognuno deve dare il proprio contributo. Io, come psicologa clinica, in accordo con quanto richiesto dall’Ordine degli Psicologi, offro sostegno via Skype a chiunque ne abbia bisogno. Sono disponibile per tre colloqui gratuiti, dopo i quali decidere insieme se e come proseguire!
cavandoli@psicoterapiamilano.com
Forza

In queste pagine trovate qualche semplice indicazione per aiutare i più piccoli a comprendere questo momento di emergenz...
22/03/2020

In queste pagine trovate qualche semplice indicazione per aiutare i più piccoli a comprendere questo momento di emergenza sanitaria. Il colpisce tutti, anche dal punto di vista relazionale ed emotivo.

Bracco CPP- Centro psico pedagogico

In questi giorni sto riflettendo sul modo del tutto unico in cui il   colpisce ognuno di noi. C’è chi si sente costretto...
18/03/2020

In questi giorni sto riflettendo sul modo del tutto unico in cui il colpisce ognuno di noi. C’è chi si sente costretto e soffocato dalle limitazioni alla propria libertà; chi minimizza, e si scaglia contro “la società tiranna”; chi attualizza l’antico tema della perdita dell’oggetto d’amore; chi soffre perché considerato potenzialmente infetto; chi, per la prima volta, fa i conti con l'essere umano e limitato; chi nega del tutto lo stato attuale dei fatti. Questa situazione è vissuta da ognuno a modo suo, ma è sicuramente anche un’occasione per immergerci nel mondo dell’altro, secondo il taglio della sua sofferenza, secondo il suo sentire unico.

E che cosa è l’analisi, se non questo?

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Valentina Cavandoli

Laurea in Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Iscrizione presso l’Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Scuola di specializzazione presso Area G, Scuola di Psicoterapia a orientamento Psicoanalitico per Adolescenti e Adulti.

Attività professionale e collaborazioni presso:



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