25/01/2022
140 anni fa nasceva ✒️
indimenticata scrittrice londinese, le cui riflessioni hanno rappresentato uno stimolo per un rinnovamento teorico del pensiero femminista.
Nel romanzo “Una stanza tutta per sé” incentra la sua discussione sulla necessità, per le donne, di poter avere libero accesso al mondo culturale e a un’istruzione completa.
La sofferenza fu il punto di forza della Woolf, motore della profondità di analisi del mondo e dello stato d'animo femminile.
La vita di Virginia si caratterizzò per le varie perdite dei membri della sua famiglia e ciò la portò a soffrire di una graduale forma di malinconia e tristezza interiore. Prima la morte della madre, pochi anni dopo quella della sorella e del padre, conducono Virginia, alla prima di molte crisi psichiche. Condizione che influì molto sulla sua scrittura e che Virginia analizzava e descriveva con grande lucidità nei suoi romanzi. La caratteristica delle opere della Woolf è, infatti, la specifica psicologia identitaria e il tormento interiore dei personaggi che descrive meticolosamente. Interiorità e scrittura sono, quindi, sinonimi di uno stesso percorso. È una scrittura terapeutica, strumento attraverso cui i pensieri, le paure e le angosce interiori assumono un significato preciso. Nel testo scritto le emozioni si concretizzano, permettendo di entrare in contatto con il proprio sé. La scrittura come liberazione dai propri dolori e tormenti; come espressione, elaborazione, superamento e cura del proprio sé. La fragilità interiore è dunque l’elemento cardine nella scrittura di Virginia Woolf. Reale testimonianza del suo dolore è il romanzo “Diario di una scrittrice”.
Nel romanzo “La signora Dalloway” utilizza la tecnica stilistica del flusso di coscienza, che consiste nel seguire il flusso libero dei pensieri della protagonista.
Virginia incontrò Sigmund Freud nel 1939, lui le regalò un narciso, lei una decina di anni prima aveva pubblicato la prima traduzione in lingua inglese dei saggi di psicoanalisi freudiana con la casa editrice fondata con il marito Leonard Woolf.
Condividono l’interesse per i meandri della mente. Leggere Freud, d’altronde, sarà fondamentale per la Woolf, sia in termini umani sia di scrittura, ma non basterà a salvarla.
Il 28 marzo del 1941, si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare nel fiume Ouse.
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“Ma la gente vuole qualcuno con cui ridere, pensò. Il piacere è maggiore se lo si condivide. Vale la stessa cosa per il dolore? rifletté. È questo il motivo per cui parliamo così tanto dei nostri problemi di salute, perché condividere le cose le ridimensiona? Dai un corpo esterno alla sofferenza e aumentandone la superficie lo riduci…” ♥️