Chiara Conti Psicologa

Chiara Conti Psicologa integro la Laurea in Psicologia con gli insegnamenti di A.Jodorowsky, G.I. Gurdjieff e la pratica zen

19/03/2024

Ho paura di questi tempi.
Ho paura che mi spazzino via.
In un momento in cui il benessere delle persone deve passare per la salute del corpo, della mente e dello spirito e si dovrebbe richiedere uno sforzo sempre maggiore a chi opera in tal senso, proliferano offerte di ogni tipo, con promesse nate dal marketing per ammaliare che io
- che sono vecchio tipo- trovo eticamente orribili.
Una cosa è fare presente che si esiste, un'altra è vendersi.
L'immagine, l'appartenenza, l'identificazione che generano l'attaccamento che tanto limita le nostre vite, sono i mezzi attraverso i quali si vende la salute
Come può essere una buona cosa, usare proprio quei meccanismi disfunzionali per generare benessere?
Confido con tutto il cuore che al di lá delle apparenze, si segua sempre l'istinto e il cuore e si comprenda chi opera con onestà e a proprio rischio e chi vende salute come fossero saponette.
Ho paura di questi tempi, ma io non voglio credergli.
Questa sera gruppo di lavoro, io aspetto le mie ragazze e non vedo l'ora di lavorare con loro.
Grazie di cuore.

Non poteva credere ai suoi occhi, parlava con tutti tranne che con lui!Basta, adesso basta! Urlò esasperato il cavaliere...
07/02/2024

Non poteva credere ai suoi occhi, parlava con tutti tranne che con lui!
Basta, adesso basta! Urlò esasperato il cavaliere e vagabondo, precipitandosi ad interrompere quel dialogo che invidiava con ogni fibra del suo corpo.
Fece scudo al giovane uomo, così da riempire il di lei campo visivo per intero e gridò, con tutto il fiato che aveva respirato nei suoi lunghi viaggi la sua frustrazione, il suo impetuoso dolore e la sfidò con l’incendio che divampava nei suoi occhi.
Lei stava ferma, davanti a lui, nemmeno un capello fuori posto, non una piega dell’abito spostata, un segno di cedimento nello sguardo.
Semplicemente lo guardò e con una calma che sembrava ancor più stonata, facendo contrasto con il furore di lui, disse Ti ascolto, se vuoi.
Quella frase sembrò spostare leggermente il cavaliere, come se l’aria lo costringesse sul suo baricentro, dritto su sé stesso, riempiendo la curva che lo faceva protendere verso di lei.

Alzò fiero lo sguardo, il suo momento era finalmente arrivato, dischiuse le labbra e si fermò.
Immobile, provò a pensare.
Pensò e aspettò, ma non sapeva cosa dire, si rese conto con profondo terrore che non aveva niente da dire.

Arretrò di qualche passo verso gli ulivi e continuò a camminare verso l’ingresso.
Il prato davanti al palazzo era deserto, questa volta nessuno c’era ad aspettarlo.
Provò a guardarsi intorno, ma incontrò solo un insostenibile silenzio. Attraversando il paese, accelerò il passo, continuando a fissarsi le scarpe, la mente ancora vuota. Quando ebbe il villaggio oramai alle spalle, il suo passo era così spedito che quasi correva.
Non si voltò, non raccolse le sue poche cose.
Si allontanò per lo stesso sentiero da cui era arrivato solo poche settimane prima.
Era già lontano dalla graziosa valle, ma lui non aveva bisogno di voltarsi a guardare, conosceva ogni più piccolo particolare, ogni pertugio, ogni sfumatura, ogni svolta, tutte le case.

Tanta strada lo aspettava ancora, ma ora sapeva.
Sapeva con assoluta certezza che tutti i paesaggi in cui si sarebbe perso, le persone che avrebbe incontrato, i mestieri che avrebbe imparato, i ricordi che avrebbe dimenticato, tutto sarebbe servite per donare lui le parole. Sapeva che presto o tardi sarebbe tornato al villaggio che stava lasciando, come sapeva che avrebbe dovuto ripercorrere la via a ritroso per cercare tutte le parti di sé perdute.

Una volta riunito, sarebbe potuto tornare e avrebbe ascoltato.
Sarebbe potuto tornare e avrebbe parlato.
Sarebbe potuto tornare e sarebbe stato a casa.

( Dal racconto " La Papessa" in "Vita d'Arcano" di Chiara Dainin Conti )

In questo libro trovi 22 racconti, uno per ogni Arca...

06/02/2024

Nulla che sia fatto di carne può durare per sempre,
e nemmeno conservare la propria forma per molto tempo.
La carne si corrompe e decompone,
tutto ciò che è fatto di carne invecchia e muore.
Ma questa non è un'imperfezione della carne,
è la natura della carne, la perfetta espressione della carnalità.
Siamo veramente buddha. Buddha di carne.

(Berry Magid, Guida zen per non cercare la felicità)

04/02/2024

Il passaggio dalla rassegnazione all'accettazione è un momento delicato che come prima cosa ripercorre il cammino fatto,
con tutte le emozioni annesse, i mostri, le ferite e i non visti.

In uno dei periodi più neri della mia vita,
ho cercato un prete con cui confessarmi.
Dopo un po' che parlavamo lui mi ha chiesto di abbassare il capo e mi ha posizionato entrambe le mani sulla nuca, abbassando anche il suo sul mio.
Ho l'onore di assistere ad un nuovo seme piantato dal Signore e a noi umili servi non resta che guardarlo fiorire.
Poi mi ha benedetto.

Ma questo non era quello che mi serviva.

Mi ero giá accorta verso i vent'anni che incontravo persone che mi dicevano che ero l'unica persona che poteva aiutarle.
Prima sinceramente non so, ero felice di vivere e basta.

Che fosse un signore incontrato in treno, un ragazzo venuto da Lecce fino alla Sacra di San Michele per incontrarmi, una ragazza che chiede aiuto e gli appare il mio volto, quella che mi dice che Lassú hanno proprio molta fiducia in me e io ascoltavo e non sapevo proprio esprimere la rabbia che mi dava questa cosa.

Poi è arrivato il monaco tibetano che se la ride perchè appena mi si avvicina provo fastidio e dice che finchè non accetto di avere il suo stesso dono, il dono del Dharma, proverò repulsione di fronte a lui e io che avrei voluto gridare che sono piccola, non lo vedi quanto sono piccola? Come faccio, come posso fare questo è troppo grande per me.

Se mi fossi ascoltata da fuori me lo sarei detto da sola: fermati piccola bambina, prima di avanzare riprendi l'amore dei tuoi genitori nel tuo cuore.

Ma non ero fuori ad ascoltarmi e quello che volevo io era sapere cosa significa essere libero per l'essere umano.

Per cui ho lasciato ogni cosa, tutto e tutti e con fede e fiducia suprema mi sono lasciata condurre.
Per dieci anni non ho pensato come vivere, senza nessuna precauzione ho solo seguito la strada che piano piano, un passo alla volta mi veniva indicata. E per dieci anni sono stata sostenuta e protetta.

Finché è successo l'inevitabile e ho visto.

Ma quel che avevo davanti agli occhi non mi dava la gioia dell'unità ultima dove tutto è uno, ma l'orrore del nulla supremo.
Ho visto che al principio di tutto è il movimento e che noi esistiamo per la necessità che lui sia.
Ho visto le grandi leggi e il dolore in ogni uomo marcire e diventare cattiveria.
Ho visto soprattutto che ogni cosa è come è e non si può fare nulla.
Ho visto e mi sono ammalata.

Nulla può essere modificato.
Le leggi che governano ogni cosa sono inarrestabili e governano non solo la nostra realtà fenomenica, ma oggi cosa in ogni dove.
Nessuna via di fuga. Nemmeno uccidermi avrebbe fermato il processo.

E sono sprofondata in una disperazione terribile.

C'è un velo sottile tra tutto e niente,
tra il prevalere del principio di vita e quello di morte.
E la differenza la fa l'Amore.
Come potevo conoscerlo senza i miei genitori nel cuore?

Io ero finita nel nichilismo di Nietzsche, Marai e di tutti i grandi disperati e suicidi della storia.
Non sapevo come tornare.
Era chiaro che non potevo rimanere lì, mi sarei disintegrata,
non c'era nessuna possibilità di vita in quello stato.

Per fortuna è arrivato lo zen ad aiutarmi e visto che avanti non avevo più nulla, n ssun posto dove stare, mi ha insegnato a restare.

Da molto sapevo che la psicologia senza spiritualità non era sufficiente, era il momento di scoprire che anche il contrario era vero.

Forse quando disciplina e rigore sono stati pilastri portanti può essere che fosse sufficiente, ma qui e ora non piú.

Ho rischiato di fare gli stessi errori, volendo appartenere, ho iniziato ad identificarmi ricreando le stesse dinamiche di sempre anche se in un gruppo diverso.

Finalmente arresa, ho chiesto aiuto per guardare i miei genitori e accoglierli nel mio cuore.

Cosí ho iniziato a vedere cosa si può fare.
E tornando a far parte, arriva l'accetazione

È tutto qui in ogni attimo.
Riconoscere. Accettare e accogliere. Trasformare.

Servono occhi che facciano luce dove da soli non si può vedere.
Nessuno può da solo.

Tutto inizia dal respiro.
Ma respirare è una cosa difficile.
Bisogna rimanere, attraversare, guardare il dolore, prendersene cura, lasciarlo andare.
Replichiamo sempre, in ogni istante le ferite di entrambi i nostri genitori.
Questo ci ha tenuto in vita, ma va restituito.

Sotto ci siamo noi, pulcini smarriti, bimbi impaurirti in corpi di adulti.

Non posso fare niente per cambiare le cose. Nessuno può.

Posso solo aiutare a guardare, assecondare ciò che capita e deve capitare per dare la possibilità ad ognuno di decidere cosa farne.

Difficile a dire, ma molto più semplice da fare.
Tutto inizia dal prossimo respiro.

Fu verso metà mattina che si levò un vento maestoso, che faceva gonfiare i tessuti dei loro abiti e le costringeva a pro...
03/02/2024

Fu verso metà mattina che si levò un vento maestoso, che faceva gonfiare i tessuti dei loro abiti e le costringeva a procedere con la testa china e mento al petto...
Un vagito scoppiò proprio nel centro del petto di Elena e d’istinto si voltò a cercare gli occhi di sua madre, nascosti dietro un gomito teso.
La donna non dava nessun segno di dubbio, continuando decisa verso la sua meta.
Per un lunghissimo inesorabile istante si trovò persa.
Persa nel vento, come un granello in una rivolta di sabbia.
Persa nel mondo, perché lontana dal cuore di sua madre. ..
Poco prima che diventasse troppo tardi, Angelica allungò una mano ad afferrare il braccio della figlia.
Non un muscolo superfluo si mosse.
Continuò sulla linea di minima resistenza, procedendo contro vento, stringendo tra le dita e il palmo il piccolo e fragile arto della figlia.
Ma fu sufficiente.
Dal punto di contatto si propagò un intenso calore, la pressione dei polpastrelli sulla carne sembrava rigenerare la sua forza, tanto che ad Elena pareva di poter volare.
La leggera spinta la sospingeva e la direzionava con cura e gli occhi rinvigoriti iniziarono a poter nuovamente vedere.

(Dal racconto " Il Bagatto" in "Vita d'Arcano" di Chiara Conti)

In questo libro trovi 22 racconti, uno per ogni Arca...

02/02/2024

Dobbiamo imparare a trattare la nostra vita che cambia, la nostra vulnerabilità, come se fosse un caro amico.
Vale a dire,dobbiamo arrivare ad amare noi stessi, amare la nostra vita, nella sua vulnerabilità, nella sua impermanenza, non malgrado tutti i suoi difetti, ma a causa dei suoi difetti.
Perchè la vulnerabilità, i cambiamenti, i difetti di fanno essere quello che siamo.

(Barry Magrid, Guida zen per non cercare la felicità)

01/02/2024

Questa mattina è venuto a trovarmi un ragazzo che seguivo.
Mi ha portato un regalo dal suo ultimo viaggio e mi ha salutato perchè domani parte per un'avventura molto diversa.
Quando l'ho incontrato soffriva molto per non essere capace di integrarsi nei ruoli sociali e non si fidava abbastanza di sè per seguire la sua natura selvaggia, dove non avrebbe avuto piú modelli e guide.
Parte per la Thailandia con un biglietto di sola andata dove lavorerà per vitto e alloggio poi si sposterà in Cambogia, India Cina non so in quale ordine e sta trattando l'estate in Giappone.
Ma questa è solo la prima parte.
Desidera arrivare ad un punto in cui potrà seguire solo le opportunità che gli capitano sempre più slegato, sempre più libero.
I suoi occhi erano completamente rilassati mentre mi raccontava.
Mi ha portato un bracciale di pietre bianche dallo Sri Lanka, ha detto che appena le ha viste ha pensato che quella fossi io, ma in realtà mi ha fatto un dono molto più grande permettendomi di guardare in faccia la libertà di chi prova a seguire la propria strada e a spiegare le sue ali.
Inizia a prendere il volo e io scommetto che ci sarà una vista bellissima da lassù.

31/01/2024

I tarocchi in sé stessi sono uno stimolo neutro, niente più che carta colorata.
Nel medioevo si usavano come gioco di presa, tipo briscola per capirci, qualcuno pensa di poterci leggere il futuro, C.G.Jung li usava in terapia per richiamare la conoscenza degli archetipi, gli stessi dei miti, delle favole e dei sogni, Italo Calvino ci ha scritto racconti.
Ogni cosa dipende dall'uso che se ne fa.
È l'intenzione che fa la differenza su uno stimolo neutro.
Nella vita è quasi sempre cosí in tutto.

29/01/2024

Ci sono molte modalità di lavoro su di sé, perché ci sono diverse sensibilità.

Chi si sente vicino ad una visione più mistica ed esoterica, può impostare un Lavoro partendo dagli archetipi dei 22 Arcani Maggiori dei tarocchi.

Qualche anno fa ho pensato un percorso con schede di lavoro per ognuno dei 22 Arcani Maggiori.

In ognuna ci sono elementi presi da tutto quello che ho attraversato per comprendere negli ultimi 20 anni.

In ogni scheda perciò ci sono esercizi di respiro e meditazione,
compiti pratici,
atti creativi,
domande e letture per riflettere, raggruppati secondo l'energia che quell'archetipo porta.

Si parte dalla propria data di nascita per calcolare i 3 Arcani di riferimento, che saranno i primi su cui si lavorerà.

Poi in ogni seduta si estrarrá una carta e si osserverà quel che inizia a capitare nella vita per poter procedere in sintonia e senza forzature con la carta successiva.

Cosí oltre a ripulire e riequilibrare quelle forze in sè stessi, come conseguenza si inizierà anche ad apprendere un uso dei tarocchi.

Si può essere seri anche giocando

integro la Laurea in Psicologia con gli insegnamenti di A.Jodorowsky, G.I. Gurdjieff e la pratica zen

"Tu sei carina, tu sei brava, tu sei importante"e non per quello che fai o mostri, ma perchè sei.(Scena dal film The Hel...
27/01/2024

"Tu sei carina, tu sei brava, tu sei importante"
e non per quello che fai o mostri, ma perchè sei.

(Scena dal film The Help del 2011 regia di Tate Taylor)

https://youtu.be/BfUHGsfye2o?si=035JoY1cirEXPwHV

Chiara Dainin Conti

i do not own this film and no copyright infringement is intended

[...] Senza neppure accorgersene attraversò tutto il paese e si diresse verso il deserto.Il buio che si faceva sempre pi...
25/01/2024

[...]

Senza neppure accorgersene attraversò tutto il paese e si diresse verso il deserto.
Il buio che si faceva sempre più denso iniziava ad elettrizzarlo e urlò.
La prima volta quasi impacciato, ma poi il suono della sua voce si fece sempre più chiaro, come se ululasse alla luna grande e tonda sopra la sua testa.
La notte era sempre più f***a, le luci oramai lontane alle sue spalle e la macchina procedeva sparata, sempre più velocemente nel velo di tenebre e polvere che si sollevava e ricadeva a coprire ogni cosa, finché all’improvviso si fermò.
Attorno a lui il nulla.
Lui respirava e l’aria era il suo fiato.
Lui respirava e le stelle erano cellule del suo corpo.
La luna gli batteva nel petto e la terra fluiva nelle sue vene.
Inspirò ed espirò e infine vide.
Santo cielo che stupido era stato.

Portiamo i nostri schemi con noi come virus e li applichiamo in tutte le situazioni.
Sotto le varie maschere, sono le medesime ferite a dover essere compensate e facciamo in modo di creare costantemente situazioni che lo facciano. Anzi, le nutrano e le facciano crescere.
[...]

Per potersi aprire all’altro è necessario fare un salto, arrivare ad un punto di rottura, una accelerazione che agevoli il cambiamento già in atto ma ancora invisibile.
Al di là non si è più staccati e divisi.
Si è tutto.
La natura riesce ad insegnarlo molto bene, se poi non ce ne dimenticassimo in fretta.
Non è necessario difendersi, né aggredire.
Al di là c’è un respiro nuovo, un battito nuovo, un mondo nuovo.
E noi dobbiamo solo afferrarlo.

( Chiara Conti, A passeggio con un demone)

In questo libro entri in una gigantesca metafora, do...

23/01/2024

Cosa significa per un Essere Umano, essere libero?

Io ho iniziato a chiedermelo una decina di anni fa.
Ci sono volute molte prove, duro lavoro e studio, sopralluogo molti anni di pratica per guardare la banalità che avevo davanti.

La prima libertà che ha un essere umano è quella di poter decidere cosa fare di quello che gli succede.
Può subire gli avvenimenti rimanendo passivo, oppure restare in ascolto attivo e cercare di attraversarli e comprenderli.

In ogni istante noi portiamo tutta la nostra storia.
Nelle nostre relazioni, nelle difficoltà, nelle sfide, nella gestione del tempo, nelle priorità, nelle passioni, in ciò che ci piace, c'è tutto di noi, tutto ciò che è in un istante parla di noi.

Aiutati a rimanere, a guardare, a respirare a trasformare
gli occhi si abitueranno a vedere
ciò che è, semplicemente per quel che è, senza reagire, dominare, controllare.

Qui risiede la pace e la tranquillità.

I grandi accadimenti della nostra vita non dipendono da noi, ma comprendere quello che ci stanno dicendo sí.

Per vivere appieno questo viaggio, gioire delle piccole cose che sono nostro appannaggio
e liberare
attraverso il nostro lavoro
le generazioni precedenti a ritroso,
generare energia pulita,
aiutare i grandi equilibri cosmici e godere di questa vita,

ci basta solo vivere il presente in maniera presente.

Un immenso grazie va a tutte le persone che in questi anni si sono affidate a me, è assieme a loro che ho iniziato a a vedere

13/01/2024

Tutti vogliamo avere ragione.

A nessuno piace avere torto, perciò anche se vogliamo affrontare i nostri dolori e paure, tenderemo ad autoingannarci pur di non sentirci sbagliati.

Per questo servono piccoli lavori di gruppo, dove gli altri diventano parti di noi agite
e possiamo guardare quello che ci nascondiamo,
ma che ci serve vedere.

Con chi vuole ci vediamo
il 27 gennaio alle ore 15 .0o
un lavoro pratico di 3 incontri per affrontare problemi specifici.

Scrivetemi su WhatsApp: 350.0862363

09/01/2024

Joko Beck diceva sempre
che lo zazen era come costruire un contenitore più grande,
e ciò che era contenuto era principalmente l'emozione.
Voleva che il contenitore dello zazen accogliesse tutte le cose dolorose, incasinate, inopportune, per sfuggire alle quali generalmente veniamo a fare pratica.

Sediamo immobili con ciò che siamo venuti per evitare.

Sebbene il dolore di cui possiamo immediatamente renderci conto sia il dolore alle ginocchia, tutto ciò che evitiamo è una forma di dolore, e tutto alla fine è radicato nel dolore del'impermanenza incarnata.

( Barry Magrid, Guida zen per non cercare la felicità)

Indirizzo

Via Calagianni N °24 Morciano Di Romagna
Morciano Di Romagna
47833

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