Cristian Vairo - Infermiere

Cristian Vairo - Infermiere Pagina di divulgazione scientifica dinamica e bidirezionale (preparati prima di parlare, perché se aspetti me....)

11/07/2021

L'estate porta con sé il caldo e una serie di momenti di altissimo chiacchiericcio da ombrellone. Si sa, l'afa e l'esalazioni della crema protettiva ti porta ad occuparti di gossip sulle celebrità, della guerra tra concentrato di cetriolo o di frutta, del calciomercato e degli stipendi degli infermieri.

Eh si, perché arriva puntuale ogni anno il momento in cui le numerose pagine sui social che si occupano della nostra professione, iniziano a pubblicare buste paga delle diverse aziende presenti sulla Pen*sola comparandole con quelle dei nostri colleghi europei.
Ma a che serve?

Niente.

Serve a far aumentare, probabilmente, la frustrazione in quei soggetti che già storicamente non riescono ad esprimersi in tutto il loro potenziale e che adesso in periodo post pandemico vedono bruciare le loro ultime forze per protestare contro un sistema che ci paga poco.

Non sono ipocrita, anche io vorrei guadagnare il doppio. Sarebbe fantastico, e forse anche giusto.

Ma la soddisfazione per la propria retribuzione è un'utopia. Dopo qualche anno staremmo lì a pretendere ancora qualcosa in più....
Ciò che servirebbe è una riqualificazione. Un restauro della nostro lavoro e della nostra figura. Continuamo a formarci e specializzarci, a studiare e sudare per poi non vedere il minimo cambiamento nel quotidiano.
È questo il motivo per cui molti cambiano lavoro e gli altri non vogliono proprio farlo.

Questo avvilisce più di una busta paga leggera.

A Cesare quel che è di Cesare, ma agli infermieri servirebbe un po' di tutto.

14/05/2021
Come leggete nell'immagine, ScienceAlert ci informa che è stato di recente sviluppato un "nuovo esame del sangue" che ci...
30/04/2021

Come leggete nell'immagine, ScienceAlert ci informa che è stato di recente sviluppato un "nuovo esame del sangue" che ci potrà dire se un individuo è affetto da Depressione o meno. Ci aiuterà a fare diagnosi (o sovradiagnosi?).

Bene....mica tanto.

Siamo nella situazione dove la diagnosi di una malattia così importante e diffusa nella nostra società potrà essere associata ad un singolo parametro biomedico.
Dal mio canto, dal basso (bassissimo) della mia professione, mi auguro che questo parametro sia utilizzato solo in concomitanza con la valutazione del vissuto, della situazione socioeconomica, della sensazione soggettiva dell'individuo. Perché se così non fosse.....

Se così non fosse saremmo ancora vittime del modello biomedico, ormai inestricabile, che ben si sposa con la standardizzazione delle cure e conseguente mantenimento dei costi che vanno a braccetto come pane e Nutella (noto antidepressivo).
Certo, andare a studiare il paziente con "sintomi" tipici della depressione mediante un approccio olistico sarebbe molto, troppo, dispendioso.

Non preferiresti dei deliziosi cereali Ceereos? (Farmaci).

In accordo con i medici psichiatri, condivido che molti aspetti di questa bestia che ti distrugge sono gestibili e ben gestiti con farmacoterapia...ma un dato di laboratorio non aumenterà i depressi nel mondo? Sicuri che una precisione così "molecolare" aiuti a risolvere un problema di così vaste influenze e conseguenze?

Ma stiamo facendo la cosa giusta?

24/03/2021

La notizia della struttura RSA di Belluno, uscita da qualche giorno, sulla sospensione degli operatori sanitari che si sono opposti al vaccino ha riacceso vecchie discussioni e aperto nuovi salotti da the con biscotti al gusto di polemiche.

In sostanza 2 infermieri ed 8 operatori socio sanitari hanno rifiutato il vaccino contro il Covid e l'azienda li ha posti in ferie forzate tenendoli, di fatto, lontani dal luogo di lavoro.
Ciò è stato addirittura legittimato da un giudice in primo grado di giudizio.

Perché?
Quando inizi a lavorare nell'ambito sanitario, nella larga cerchia delle professioni d'aiuto, hai una grande responsabilità: PRENDERTI CURA DEI MALATI.
Spesso questi malati, hanno patologie che possono trasmettersi da paziente ad operatore e, di conseguenza, da operatore ad operatore o da operatore ad un altro paziente.
Uno dei requisiti minimi per lavorare in tale ambito è avere il libretto vaccinale pieno zeppo di timbri come il passaporto di un inarrestabile viaggiatore.
E se mi mancano, non posso lavorare?
Non esattamente, poiché le aziende ti permettono di vaccinarti tramite il servizio di Medicina del Lavoro in maniera totalmente gratuita.

E se mi rifiuto?
Semplice. Trova un altro lavoro. Perché purtroppo, qualora tu non dovessi avere una copertura vaccinale saresti pericoloso per te stesso e per gli altri (il primo che mi parla dell'art. 32 della Costituzione lo invito a rileggerlo bene. Tutto).
Prima di iniziare a lavorare con i malati è necessario avere un numero minimo e specifico di vaccinazioni a cui si è aggiunto, ovviamente, quello per il Covid.
Non vuoi? Stai a casa. Riposati, guarda la tv. Studia se riesci.
Perché non puoi avere il diritto di scegliere se essere pericoloso o meno. È come se permettessimo a tutti di portare in giro una pi***la perché è un diritto..ma dalla potenziale e altissima pericolosità (chiudo argomento).

Perciò tale sospensione sarebbe avvenuta anche nel caso in cui gli operatori avessero rifiutato la vaccinazione per Epatite B, Tubercolosi o c***a molle. Non è solo per il Covid.
Il problema è che per le altre (escluso la c***a molle) abbiamo paura di morire. E si muore. Ma si muore molto di Covid oggi, solo che nessuno vuole crederci.

-"Mi fa due dosi di vaccino? Quello buono però che seno mio marito chi lo sente..."-"Signó è rimasto AstraZeneca, va ben...
14/03/2021

-"Mi fa due dosi di vaccino? Quello buono però che seno mio marito chi lo sente..."
-"Signó è rimasto AstraZeneca, va bene lo stesso?"

AstraZeneca è il vaccino che sta facendo parlare tutti in questi ultimi giorni. Mi dispiace per gli altri che, comunque, hanno avuto il loro momento di vederdetto da parte della giuria SOCIALpopolare, ma che a confronto con il loro collega britannico possono "accompagnare solo". Cit di un illustre.

Di seguito ho riportato la tabella delle caratteristiche dei vaccini attualmente presenti e di cui alcuni già in circolo dopo autorizzazione da parte di EMA (Europeam Medicines Agency)ed AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) presa da Uptodate, il database più utile e lo strumento più efficiente per reperire informazioni di carattere scientifico.
Nella vostra mente dovrebbe già riecheggiare il "Mica cazzi" dopo aver letto quest'ultimo pezzo.

Come vedete alla voce di "Effetti indesiderati gravi" nell'ultima colonna risulta la risposta "UNKNOW", cioè non ne siamo a conoscenza poiché dai test che sono stati effettuati prima di mettere il vaccino a disposizione della popolazione, non è stato possibile rilevare dati riguardo ciò. Perché? Perché non ci sono stati effetti gravi, oppure non abbiamo avuto tempo di aspettare per vedere se essi si verificassero, oppure i volontari a cui sono stati somministrati i vaccini in fase sperimentale non avevano caratteristiche tali da manifestare tali effetti.

SIAMO CAVIE??!!!
No.

Quello che potrebbe accadere ricevendo una dose è sempre riportato sui fogli che ci fanno firmare prima della somministrazione e tra queste informazioni c'è anche la sezione "cose che non sappiamo". Perché si fa? Vogliono lavarsi le mani? No. Perché in scienza si dice la verità. E la verità è questa

Quindi parte ovvia la domanda :"Ma devo fidarmi? Devo vaccinarmi? Anche se ha una percentuale di efficacia minore?
Si.
Perché come riportato sul New York Times in un'intervista al Prof. Lee, vaccinando una popolazione con più antidoti possibili (aldilà della percentuale di efficacia) accelererebbe il processo di messa in sicurezza di tutti, evitando milioni e milioni di contagi, malati gravi e morti.

Quindi ascoltiamo, prendiamo coscienza e vacciniamoci. E alla signora che chiede il vaccino buono, spiegamole che fare gli schizzinosi non aiuterà nessuno. Noi per primi.

05/03/2021

Buonasera a tutti..!

Come avete potuto constatare ho invitato molti di voi a seguire questa pagina che aprii ormai diversi anni fa quando svolgevo attività di libero professionista.
Molte cose sono cambiate, ma ho sempre tenuto questa pagina aperta prospettandone un nuovo utilizzo, una nuova vita, in futuro.

Oggi sono un professionista diverso dal ragazzino in cerca di clienti che iniziò ad avventurarsi in questo mondo e, motivo per cui, ho deciso di utilizzarla come canale di diffusione di informazioni in merito a tematiche di natura clinica e assistenziale.

Perché?
Perché sono un gran figo (vedi foto).

A presto
Cristian.

03/03/2021

Ieri sera la collega Alessia Bonari è stata ospite a Sanremo come personaggio simbolo della lotta che noi infermieri stiamo portando avanti contro il Covid.
Non sono mai stato d'accordo con tutti coloro i quali condividevano le foto dei segni sul volto, della fatica e del senso di impotenza che ha segnato un po' tutti, ma sono ancora meno d'accordo con coloro che criticano le luci del palco riservate ad Alessia perché alla fine "ha fatto il suo lavoro".

No.

Il mio lavoro è entrare in una stanza e avere tempo di chiedere al mio paziente (si è mio) come sta.
Avere tempo di preoccuparmi per come la malattia influisce sulla sua vita di tutti i giorni, anziché disinfettare metri e metri quadri di superfici.
Avere tempo di tranquillizzarlo quando, solo nella sua camera, ha paura di morire senza poter salutare nessuno.

Aggiungo avere tempo e modo di fare p**ì quando ne ho bisogno.

Perciò che sia chiaro che io, noi, non stiamo assolutamente facendo il nostro lavoro ma il nostro dovere. È diverso, molto. Perché il dovere lo adempie unicamente chi ne ha il senso, chi ha la deontologia come guida.

Chi ha cervello, insomma....

Quindi ben venga Alessia e chi le da spazio. Ma ad una condizione, che si parli non della foto o dell'episodio ma della QUESTIONE infermieri, medici e tutti via discorrendo.

17/01/2021

Approfitto dello strumento social per chiarire un aspetto tanto oscuro quanto vile sorto da una domanda di un mio amico che, nella sua più sincera esposizione, mi ha posto nelle ultime ore.

"È vero che scegliete di curare i giovani anziché gli anziani?".
La risposta è assolutamente NO. Mio dovere è, però, condirla con un piccolo riassunto del lavoro clinico quotidiano ed eterno degli ospedali.

Da sempre, cioè da prima del covid e da prima che scopriste che noi esistiamo, quando un malato si reca presso un Pronto Soccorso vengono attivate ed erogate tutte le azioni necessarie per il processo di cura in base al suo problema. Vengono, in sostanza, fatte diverse "cose" che possono dare risultati positivi o negativi (cioè nessun miglioramento). A questo punto la valutazione fatta dal clinico è se continuare o meno sulla strada dei trattamenti, poiché la letteratura scientifica ci dice che dopo un certo momento la possibilità che i trattamenti sanitari possano giovare ed aiutare è quasi nulla. Se non zero.
A quel punto, insieme al paziente o alla famiglia, il medico supportato da altre figure espone la situazione ed insieme si decide cosa fare (umanizzazione delle cure, cercate se vi interessa). Spesso la scelta di accanirsi (aprone chiudo immediatamente la parentesi) può risultare dannossa e stressante sia per il malato che per i suoi cari.

Questo succede tutti i giorni, per tutte le malattie e per tutti i malati di tutte le età.

Arriviamo al dunque. Quando al Pronto soccorso arrivano due pazienti malati di Covid, uno giovane e l'altro anziano, vengono erogate esattamente le stesse cure negli stessi tempi.
Si capisce che la possibilità di avere successo è più probabile nel giovane invece che nell'anziano. E qui si verifica quanto detto prima. A causa della loro condizione di fragilità, l'anziano si trova spesso a non giovare dai trattamenti ricevuti. Mi ripeto, NON SOLO PER IL COVID. Da qui la serie di azioni già descritte.

Concludo dicendo e rispondendo al mio amico, che tutti ricevono le cure alla stessa maniera. Ma alla stessa maniera non è possibile curare tutti. Sarebbe magia, non medicina.

Cristian

La pratica della tritare le compresse o aprire le capsule è assai diffusa, specialmente nelle realtà residenziali assist...
19/06/2018

La pratica della tritare le compresse o aprire le capsule è assai diffusa, specialmente nelle realtà residenziali assistenziali. Non tutti sanno però, compresi noi professionisti, delle implicazioni a livello di somministrazione ed assorbimento dei farmaci stessi.

“TRITARE O DIVIDERE LE COMPRESSE È DANNOSO PER LA SALUTE”: Uno degli errori della terapia più frequenti nelle RSA, Ospedali e domicili. A rischio anche la salute del professionista che somministra.

Il problema storico della sanità "moderna".
31/03/2018

Il problema storico della sanità "moderna".

Da Avvenire, edizione 28/03/2018. Almeno iniziano ad accorgersene.

È on line il primo portale istituzionale, di informazione ai cittadini contro le bufale, curato dall'Istituto Superiore ...
01/03/2018

È on line il primo portale istituzionale, di informazione ai cittadini contro le bufale, curato dall'Istituto Superiore di Sanità.

ISSalute, è dedicato interamente al cittadino per informarsi, conoscere e scegliere.
Fornisce una corretta informazione sulla salute scritta in un linguaggio chiaro, semplice e accessibile a tutti.
Mette a disposizione informazioni aggiornate, indipendenti e certificate sugli stili di vita, sull’alimentazione, sull’ambiente, sulle malattie e sui disturbi che provocano, sulle cause che le determinano e sulle cure disponibili.

L’Istituto Superiore di Sanità dedica un nuovo sito alla salute del cittadino. All'interno informazioni su malattie, cure, alimentazione, ambiente, risposte alle bufale circolanti in rete, notizie dal mondo della ricerca selezionate per te

È deplorevole che si tenti sempre di screditare una professione in prima linea. È vergognoso quanto scrive questo "giorn...
25/02/2018

È deplorevole che si tenti sempre di screditare una professione in prima linea. È vergognoso quanto scrive questo "giornaletto". È, altrettanto, disumano sparlare sulla salute dei malati....

La professione infermieristica rivendica unicamente il riconoscimento che merita, sia salariale ma ancor prima SOCIALE.
La popolazione non ha idea né di chi sia e né di cosa faccia realmente il professionista infermiere, rendendone impossibile l'approvazione e l'apprezzamento da parte del cittadino nei confronti di chi ogni giorno è a stringere la mano a chi soffre.
Se un quotidiano porta in prima pagina titoli così discriminatori..allora non avete capito un c***o.

LaVerità: "Per dare soldi agli infermieri il governo taglia ai malati"

09/10/2017

Inizia un nuovo studio che sarà protagonista della mia tesi del Master in coordinamento delle professioni ssanitarie A breve novità!

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Migliorare il regime dietetico di un anziano permette di prevenire problemi come : stipsi, incontinenza o addirittura stati di disidratazione. Ecco qualche accorgimento utile.

Cosa comprare al supermercato, come preparare il cibo, cosa portare in tavola, quanta attività fisica è bene fare: su questo vertono i c... Lo sai che

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