11/07/2021
L'estate porta con sé il caldo e una serie di momenti di altissimo chiacchiericcio da ombrellone. Si sa, l'afa e l'esalazioni della crema protettiva ti porta ad occuparti di gossip sulle celebrità, della guerra tra concentrato di cetriolo o di frutta, del calciomercato e degli stipendi degli infermieri.
Eh si, perché arriva puntuale ogni anno il momento in cui le numerose pagine sui social che si occupano della nostra professione, iniziano a pubblicare buste paga delle diverse aziende presenti sulla Pen*sola comparandole con quelle dei nostri colleghi europei.
Ma a che serve?
Niente.
Serve a far aumentare, probabilmente, la frustrazione in quei soggetti che già storicamente non riescono ad esprimersi in tutto il loro potenziale e che adesso in periodo post pandemico vedono bruciare le loro ultime forze per protestare contro un sistema che ci paga poco.
Non sono ipocrita, anche io vorrei guadagnare il doppio. Sarebbe fantastico, e forse anche giusto.
Ma la soddisfazione per la propria retribuzione è un'utopia. Dopo qualche anno staremmo lì a pretendere ancora qualcosa in più....
Ciò che servirebbe è una riqualificazione. Un restauro della nostro lavoro e della nostra figura. Continuamo a formarci e specializzarci, a studiare e sudare per poi non vedere il minimo cambiamento nel quotidiano.
È questo il motivo per cui molti cambiano lavoro e gli altri non vogliono proprio farlo.
Questo avvilisce più di una busta paga leggera.
A Cesare quel che è di Cesare, ma agli infermieri servirebbe un po' di tutto.