Vibrasuono

Vibrasuono Le Ciotole Tibetane, sono Antichi Strumenti, che utilizzo, nella Relazione d'Aiuto. Melissa🌱

Accompagnano il Ricevente, ad entrare in contatto con Sé Stesso e quindi a Riscoprire, gradualmente, attraverso la Propria Vibrazione, la Sua Unicità.

"NO"LA PAROLA DI GUARIGIONE PIÙ POTENTENo, non mi abbandonerò più.No, non porterò con me ciò che non è mio.No, non farò ...
15/11/2025

"NO"
LA PAROLA DI GUARIGIONE PIÙ POTENTE

No, non mi abbandonerò più.

No, non porterò con me ciò che non è mio.

No, non farò finta di stare bene,
così che tu possa stare comoda ed evitare te stessa.

No, non mi farò piccola per mantenere la pace.

No, non manderò giù la mia verità per evitare di essere troppo.

No, non tradirò più il mio sistema nervoso.

Dire di NO, non è egoistico, é Sacro;
é l'anima che ricorda il proprio valore.

NO, è il modo in cui interrompi il ciclo del trauma a metà frase.

NO, è il modo in cui metti fine al modello ancestrale di auto-abbandono.
NO è il modo in cui finalmente torni a casa con te stessa.

Ed ecco il segreto più profondo:
Questo tipo di NO è in realtà un SÌ,
un SÌ alla vita.

Un SÌ alla cruda verità.

Un SÌ all'allineamento.

Un SÌ alla parte di te che si rifiuta di scomparire ancora.

Il tuo NO più dolce è più forte di anni di compiacere gli altri.

Il tuo tremore, che induce la nausea,
NON è più coraggioso di qualsiasi concetto spirituale.

Quindi dillo,
digitalo,
sussurralo,
gridalo.

Scuotiti, se necessario.

La tua vita si riorganizzerà attorno al tuo sacro NO,
nel momento in cui dirai SÌ a te stessa.

~Jeff Foster

Poiché tutto è un riflesso della nostra mente, tutto può essere cambiato dalla nostra mente.~ Buddha
13/11/2025

Poiché tutto è un riflesso della nostra mente, tutto può essere cambiato dalla nostra mente.

~ Buddha

12/11/2025

💚EMOZIONE ➡️ (dal latino) EMOVÉRE ➡️ muovere verso l'esterno o portare fuori, ciò che abbiamo dentro.

Ci possiamo provare, a descrivere le emozioni, ma sicuramente sarà un fallimento.

Non è possibile spiegare con le parole, ciò che ci si muove interiormente, né ciò che ci agita, né che ci calma.

Le emozioni, sono i nostri movimenti interiori e sono così intimi ed assolutamente individuali.

Entrare in profondo contatto con la propria emotività, è un passo grandissimo, auspicabile per ogni singolo individuo.

Quando parlo di emozioni, non intendo le "reazioni impulsive", che mettiamo in atto, difronte alle vicende della nostra vita, bensì, ciò che si cela dietro a queste, nella profondità per lo più inascoltata di noi.

Anche metterci in profondo ascolto di sé, è un modo per Prendersi Cura, anzi, direi che sia il Primo Vero Passo del Lavoro su di Sé.

Con Amore,
Melissa🌱

11/11/2025

Semplici e deliziose 🍎🍏mele cotte.

Si possono preparare, senza buccia (per chi ha problemi con il nichel), togliendo il torsolo e tagliandole a spicchi grossi e poi a pezzettoni.

In un pentolino, con un po' di succo di limone ed il suo zeste, un chiodo di garofano, poca cannella, volendo, un cucchiaio di zucchero di cocco pochissima acqua ed in pochi minuti saranno tenere.

Aiutano anche delicatamente, la motilità intestinale (per chi soffrisse di stipsi).

Sono una dolce coccola, per questo periodo;
si possono mangiare a colazione, come spuntino e come merenda.
Facili, veloci da preparare e da cuocere.

Con Amore,
Melissa🌱

Lo Studio di SéChi sia abituato ad osservare un po’ attentamente sé stesso, si accorgerà che il pretesto della mancanza ...
09/11/2025

Lo Studio di Sé

Chi sia abituato ad osservare un po’ attentamente sé stesso, si accorgerà che il pretesto della mancanza di tempo e le altre scuse di vario genere che tendono a sviare dal dedicarsi seriamente al lavoro interiore, sono in realtà delle maschere dietro alle quali si cela non di rado una ripugnanza viva e intensa, una vera ribellione del nostro essere.

Tale ribellione non deve meravigliare.

Per compiere il lavoro interno, noi dobbiamo andare “in controcorrente”, contrastare le vecchie abitudini, disciplinare una quantità di elementi finora autonomi e sbrigliati.

Ora, tutto ciò costituisce una grave offesa alla nostra naturale indolenza, a quella fondamentale inclinazione a seguire la linea di minor resistenza, che si ritrova tenacemente radicata in ogni essere umano.

I nostri primi sforzi dunque devono essere rivolti contro questo ostacolo, dirò così, “pregiudiziale”.

Dobbiamo scuoterci energicamente, ricordare quanto male ci fa questa palla di piombo legata ai nostri piedi, che ci impedisce di assolvere il nostro vero compito di uomini e così assurgere ai nostri superiori destini.

Dobbiamo ricordare le numerose piccole viltà e bassezze, più incresciose e più indegne talvolta di gravi colpe, che commettiamo continuamente per la nostra indolenza e la nostra ignavia.

Teniamo sempre ben presenti, ben vive le aspre parole di disprezzo con le quali Virgilio parla degli ignavi:

"Questo misero modo
tengon l’anime triste di coloro
che visser senza infamia e senza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
degli angeli che non fur ribelli;
né fur fedeli a Dio, ma per sè foro.

Caccianli i Cieli per non esser men belli
né lo profondo inferno li riceve
ché alcuna gloria i rei avrebber d’elli.”

"E la lor cieca vita è tanto bassa,
che invidiosi son d’ogni altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa,
Misericordia e giustizia li sdegna,
Non ragioniam di loro, ma guarda e passa.”

Ci colga dunque un sano timore di appartenere alla schiera di quegli “sciaurati che mai non fur vivi”, e procuriamo di sentire intensamente il grande valore, la dignità e la bellezza del lavoro interno, pensando agli incalcolabili benefici che esso procura a noi e agli altri.

Se sapremo far ciò, lo sforzo necessario per la ginnastica interna non solo ci riuscirà meno increscioso, ma potrà divenire per noi una fonnte di vera gioia, d’una gioia sana, virile e ben diversa dal piacere molle e dolciastro dell’inerzia morale.

~Roberto Assagioli

Buona Domenica,
con Amore,
Melissa🌱

"Lei è troppo nel suo maschile",disse l’uomo che non ha ancora compreso cosa sia davvero la mascolinità.Cosa stiamo dice...
07/11/2025

"Lei è troppo nel suo maschile",

disse l’uomo che non ha ancora compreso cosa sia davvero la mascolinità.

Cosa stiamo dicendo della mascolinità quando interpretiamo una donna chiusa, sorvegliata, indurita, controllante, combattiva o polemica come “troppo maschile”?

Forse stiamo solo proiettando la nostra ignoranza.

Spesso, un uomo che definisce la sua donna “troppo maschile”
non sta parlando di lei,
ma della propria insicurezza.

Sta solo cercando di svergognarla,
affinché diventi più appetibile per il suo ego ferito.

Ogni uomo desidera una donna morbida, aperta, ricettiva.
Ma quanti uomini sono disposti a restare presenti, radicati e dal cuore aperto
di fronte a tutti i modi in cui la vita l’ha indurita?

Quanti uomini sanno creare uno spazio di sicurezza tale da permettere a una donna di sciogliere millenni di condizionamento,
e tornare a fidarsi del mondo?

«Ma lei è troppo nel suo maschile»

dice l’uomo che, in realtà,
sta ancora cercando nella compagna la madre che non ha mai avuto.

Come può una donna aprirsi completamente
quando sa che lui accetta solo alcune parti di lei?

Essere un fornitore non significa solo portare risorse materiali,
ma offrire alla propria donna uno spazio dove la modalità sopravvivenza
non sia più l’impostazione di base.

Lei è stata educata a sopravvivere.
A essere forte per necessità, non per scelta.
E quando un uomo dipende da lei per sentirsi integro,
non la libera, ma la trattiene nella stessa gabbia da cui cerca di uscire.

Etichettare una donna come “troppo nel suo maschile”
è solo un modo per evitare di assumersi la responsabilità
del proprio mondo interiore.

Ogni volta che definiamo il nostro partner
“troppo questo” o “non abbastanza quello”,
creiamo distanza tra il nostro cuore e il suo.

Accettare pienamente chi abbiamo accanto
non significa negare il suo percorso,
ma offrirgli uno spazio amorevole in cui possa farlo davvero.

«Lei è troppo nel suo maschile»,
disse l’uomo che, senza accorgersene,
stava evirando se stesso.

Come uomini, possiamo scegliere di smettere di pronunciare questa frase.
Non ci rende profondi, né consapevoli.
Rivela solo una comprensione superficiale della polarità,
una mancanza di responsabilità,
e una grande inconsapevolezza del trauma che ogni donna porta in sé.

La verità è che non è “troppo maschile”.
È solo stanca di non potersi fidare.

E nessun fiore è mai sbocciato
perché un uomo gli ha detto di smettere di essere un cactus.

Dal profilo IG di eyes_in_

Alessandro Catanzaro

"Non credere mai, a tutto quello che ti racconti."C.G. Jung
06/11/2025

"Non credere mai, a tutto quello che ti racconti."

C.G. Jung

05/11/2025

E così ha inizio il Viaggio di Anima, nella materia.
Quando inizia ad entrare nel corpo fisico...

Buon Viaggio a tutti...

Melissa🌱

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