06/08/2025
Fuori il mondo è in ferie. Le città si svuotano, le spiagge si riempiono, le valigie si caricano di costumi, creme solari e sogni leggeri. Qui, invece, i giorni restano uguali. Silenziosi, pieni. Senza ferie, senza pausa.
Arrivo in reparto con il sole già alto. Il parcheggio è più facile da trovare – un piccolo privilegio di chi resta. Salgo piano, il corridoio è più vuoto del solito, le voci si fanno più basse, più stanche forse, o semplicemente più consapevoli che, qui dentro, l’estate non porta tregua.
Ci sono loro. I piccolini che aspettano. Aspettano braccia, occhi, odori familiari. Qualcuno aspetta una famiglia. Qualcun altro aspetta solo di essere tenuto un po’ più stretto, oggi.
Molti dei nostri coccolatori sono via, in ferie meritate. E allora ci si organizza. Ci si alterna. Si raddoppiano i turni. Si dona tempo dove manca. Si dona amore dove non ce n’è mai abbastanza.
Oggi ho tenuto in braccio una bimba per quasi due ore. Non si addormentava. Forse sentiva anche lei che l’aria era più vuota, che mancavano le voci solite, i suoni caldi della routine. Le ho cantato una canzone estiva – quella che si sente ogni anno alla radio e che nessuno ricorda a settembre. Ma lei mi guardava seria, come a dire: “Io non sono in vacanza.”
E aveva ragione.
Anche i pannolini sembrano più pesanti ad agosto. Anche il biberon scende più lento. Ma quando, tra le mie braccia, si rilassa e chiude gli occhi, allora capisco che la mia estate è tutta lì.
Nessun volo prenotato. Nessun tramonto in riva al mare.
Solo due occhi che si chiudono sereni perché, per oggi, c’era qualcuno.
Anche ad agosto, l’amore fa i turni. Ma non va mai via.