Pandas Pans in Pillole

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pagina dedicata a sensibilizzare e informare sulle sindromi pandas pans Associazione Genitori Pans Pandas Bge
Più consapevolezza = diagnosi più veloce = bambini aiutati prima.

22/12/2025
Salute mentale e infiammazione cerebrale: un legame spesso trascuratoIl legame tra salute mentale e infiammazione cerebr...
20/12/2025

Salute mentale e infiammazione cerebrale: un legame spesso trascurato

Il legame tra salute mentale e infiammazione cerebrale viene ancora troppo spesso ignorato, anche dagli operatori sanitari, a causa di una separazione rigida tra medicina e psichiatria. Questa frammentazione può portare a diagnosi errate, ritardi nelle cure o, in alcuni casi, alla totale assenza di assistenza.

Processi autoimmuni, infezioni, allergie, virus, traumi fisici o psicologici (come il PTSD) possono causare neuroinfiammazione, proprio come gli stessi fattori possono provocare infiammazione in altre parti del corpo.
Quando però l’infiammazione coinvolge il cervello, può manifestarsi con sintomi di salute mentale: depressione, ansia, sbalzi d’umore e cambiamenti del comportamento.

📄 Approfondisci leggendo il white paper:
Il tuo sistema immunitario può disturbare la tua salute mentale?
🔗 https://drive.google.com/file/u/0/d/1GZx7MnuFp-5gbdQ6asvgc-eJkhseqO6q/view

Comprendere il ruolo dell’infiammazione è fondamentale per superare etichette diagnostiche riduttive e garantire cure più adeguate e integrate.

Scoperte scansioni cerebrali: un “tipo di cervello infiammato” comune in diversi disturbi psichiatriciLa ricerca psichia...
18/12/2025

Scoperte scansioni cerebrali: un “tipo di cervello infiammato” comune in diversi disturbi psichiatrici

La ricerca psichiatrica sta compiendo un passo avanti verso una medicina più biologica, personalizzata e predittiva. Uno studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry ha identificato un biomarker immuno-infiammatorio nel cervello che sembra essere condiviso da persone con disturbi psichiatrici tra loro molto diversi — come schizofrenia, depressione maggiore e disturbo bipolare — e che potrebbe spiegare perché alcuni pazienti rispondono male ai trattamenti standard. 

🔗 Leggi l’articolo completo su Technology Networks:
👉 https://www.technologynetworks.com/proteomics/news/brain-scans-reveal-an-inflamed-brain-type-across-major-psychiatric-disorders-407918

🧠 Cos’è stato scoperto?

Tradizionalmente, la psichiatria classifica i disturbi sulla base dei sintomi clinici. Tuttavia, la realtà biologica sottostante può essere molto diversa da un paziente all’altro. I ricercatori hanno individuato una firma neuroinfiammatoria cerebrale misurabile tramite neuroimaging e correlata a marcatori sistemici di infiammazione nel sangue, come un aumento del rapporto neutrofili/linfociti. 

Questo tipo di firma è stato chiamato “inflamed brain type” — un modello cerebrale visibile con scansioni non invasive che riflette disfunzioni immunitarie e stati infiammatori nel cervello. 

🔬 Come è stato fatto lo studio

Lo studio ha adottato un approccio in due fasi:
1. Identificazione dei pattern cerebrali
I ricercatori hanno combinato dati di connettività cerebrale (da scansioni non invasive) con profili molecolari nel sangue (come la metilazione del DNA) per identificare un network neurale associato alla disfunzione immunitaria. 
2. Validazione clinica
In una coorte indipendente, i pazienti che mostravano questo marker avevano livelli più alti di infiammazione sistemica e tendevano a rispondere meno bene alle terapie psichiatriche tradizionali durante il ricovero. 

📉 Cosa significa questo nella pratica clinica?

I risultati potrebbero aprire la strada a una psichiatria di precisione, basata non solo sui sintomi ma su biomarcatori biologici reali:
• 👉 Diagnosi più accurate — grazie alla scansione per identificare chi ha il biomarker infiammatorio. 
• 👉 Terapie più mirate — per esempio con trattamenti anti-infiammatori nei pazienti con “cervello infiammato”. 
• 👉 Riduzione dei tempi di risposta — evitando cicli di terapie inefficaci e arrivando prima a opzioni che funzionano. 

Come sottolinea John Krystal, caporedattore di Biological Psychiatry:

“L’infiammazione è un processo patologico critico che attraversa i disturbi psichiatrici. Individuare questi sottotipi infiammatori potrebbe aiutare a raffinare i trattamenti e a identificare rapidamente i pazienti più adatti a interventi mirati.” 

🧩 Perché è importante questa scoperta

Fino ad oggi, molte terapie psichiatriche sono state sviluppate guardando ai sintomi piuttosto che alla biologia sottostante. Ma la eterogeneità biologica spiega perché alcune persone rispondono bene a una cura e altre no — un problema enorme nella gestione di depressione, schizofrenia e disturbo bipolare. 

Questa nuova firma neuroinfiammatoria fornisce una chiave biologica concreta per distinguere sottogruppi di pazienti e potrebbe portare a:

✔️ Test diagnostici più precisi
✔️ Trattamenti personalizzati basati su biologia reale
✔️ Migliori risultati clinici in tempi più brevi

📌 In sintesi

La scoperta di un tipo di cervello infiammato condiviso tra disturbi psichiatrici diversi rappresenta un importante passo verso una nuova psichiatria basata sui biomarcatori biologici e sulla biologia del cervello, per migliorare l’efficacia delle cure e la qualità della vita dei pazienti. 

👉 Leggi l’articolo originale qui: https://www.technologynetworks.com/proteomics/news/brain-scans-reveal-an-inflamed-brain-type-across-major-psychiatric-disorders-407918

A new study identifies an immune-inflammatory brain signature shared across major psychiatric disorders. Patients with this neuroimaging marker showed elevated blood inflammation and poorer response to standard treatment.

“Diventare un’altra persona da un giorno all’altro: quando una madre deve lottare per dare un nome alla malattia di sua ...
17/12/2025

“Diventare un’altra persona da un giorno all’altro: quando una madre deve lottare per dare un nome alla malattia di sua figlia”

Aveva 9 anni quando, da un giorno all’altro, tutto è cambiato.
Una bambina serena, con la sua quotidianità fatta di scuola, giochi e affetti, si è trasformata improvvisamente in una bambina diversa. Non per scelta. Non per un trauma visibile. Ma per una malattia rara e ancora troppo poco conosciuta.

È la storia di Lacie, raccontata dalla madre Crystal sulle pagine di Newsweek. Una storia che purtroppo somiglia a quella di moltissime famiglie nel mondo: un esordio improvviso, sintomi neurologici e comportamentali severi, diagnosi che tardano ad arrivare, dubbi, solitudine, e una madre costretta a diventare anche investigatrice, mediatrice, combattente.

La PANS/PANDAS non è una teoria.
È una sindrome neuro-immune che può colpire i bambini all’improvviso, cambiando radicalmente il loro comportamento, il loro umore, il loro modo di pensare e di vivere. E troppo spesso viene scambiata per un problema psicologico, educativo o familiare.

Il racconto di Crystal e Lacie è importante perché dà voce a ciò che molte famiglie vivono nel silenzio:
👉 l’incredulità iniziale
👉 la difficoltà a farsi ascoltare
👉 la lotta per una diagnosi corretta
👉 il bisogno di cure tempestive e adeguate

Condividere queste storie non è solo un atto di testimonianza: è un atto di responsabilità.
Perché ogni storia raccontata può aiutare un’altra famiglia a riconoscersi prima, a non sentirsi sola, a non arrendersi.

Leggere, informarsi, diffondere consapevolezza può davvero fare la differenza.
Per Lacie. Per Crystal. Per tutti i bambini che oggi stanno cambiando “da un giorno all’altro” senza che nessuno sappia ancora spiegare perché.

🔗 Leggi l’articolo completo su Newsweek:
https://www.newsweek.com/girl-9-becomes-different-person-overnight-mom-fights-for-rare-diagnosis-11185463

Continuiamo ad accumulare evidenze che non tutte le depressioni sono uguali — e che non tutte sono esclusivamente psicol...
15/12/2025

Continuiamo ad accumulare evidenze che non tutte le depressioni sono uguali — e che non tutte sono esclusivamente psicologiche.

Questa ricerca mostra come i trattamenti antinfiammatori possano ridurre in modo significativo i sintomi depressivi, soprattutto nelle persone con infiammazione sistemica o neuroinfiammazione sottostante.
In altre parole, per una parte dei pazienti la depressione può essere legata tanto a una disregolazione del sistema immunitario quanto ai neurotrasmettitori o agli eventi stressanti della vita.

Questo aiuta a comprendere perché i trattamenti standard funzionino molto bene per alcuni e risultino inefficaci per altri — e perché modelli di cura basati solo sui sintomi spesso lascino le persone con la sensazione di non essere viste né comprese.

Se vogliamo risultati migliori, dobbiamo imparare a chiederci perché compaiono i sintomi, non solo come silenziarli.

La salute mentale merita un approccio integrato, personalizzato e informato dalla biologia.

🔗 Articolo: Neuroscience News

A new analysis shows that anti-inflammatory medications may help reduce symptoms for a subset of people with depression who also have chronic, low-grade inflammation.

02/12/2025

Oggi vogliamo condividere qualcosa di prezioso.
Una delle nostre mamme ha attivato lo Sportello Scuola dell’Associazione: un momento in cui le nostre psicologhe incontrano le insegnanti per aiutarle a comprendere davvero il bambino, i suoi bisogni, le sue difficoltà e le sue emozioni.
Prima dell’incontro, la mamma ha chiesto al suo bambino:
“Vuoi dirmi tu cosa provi così lo posso raccontare alla psicologa?”

E il bambino ha iniziato a parlare.
Parole semplici, dirette, limpide.
Parole di un cuore piccolo che però sente tutto, anche ciò che gli adulti a volte non vedono.
La mamma le ha trascritte senza cambiare niente.
Senza correggere.
Senza “aggiustare”.
Perché il dolore dei bambini non va tradotto: va ascoltato.
Sono parole che valgono più di qualsiasi relazione tecnica, più di qualsiasi valutazione.
Parole che ricordano quanto sia fondamentale dare voce ai nostri figli, lasciare che siano loro a raccontare il loro mondo interiore.

Questo è lo spirito dello Sportello Scuola:
aiutare gli insegnanti a capire, aiutare i bambini a non sentirsi sbagliati, aiutare le famiglie a non sentirsi sole.

E, soprattutto, riconoscere che ogni bambino ha una verità dentro.
Basta solo chiudere la bocca, aprire il cuore e ascoltare:

“Vorrei che dicesse alle maestre che mi dispiace molto quando rimango indietro
Alcune volte vado in bagno a piangere perché rimangono indietro
Se le maestre mi rimproverano mi arrabbio molto e mi verrebbe da avere forti reazioni
Se rimango indietro mi do dei pugni sul petto in bagno
Sento tanta mancanza di mamma e papà ma non lo dico
Se alcune volte mi sento male (mal di testa o mal di pancia che mi fa tanto tanto male) non lo dico perché ho paura che non mi credono
Quando scrivo e rimango indietro ed è quasi finita l'ora perché dobbiamo fare ricreazione o pranzo e io non ho finito poi mi arrabbio tantissimo e butto i quaderni dentro lo zaino con forza
All ora di arte stavo facendo un disegno ottico e una mia compagna di classe mi ha detto "è brutto" e lo ha fatto lei scarabbocchiando
Un'altra volta stavo facendo un disegno ad arte e avevo dimenticato un quadretto, allora la maestra è venuta e mi ha preso il quaderno e mi ha cercato di aggiustarlo, però ha calcato tutto e le linee non erano fatte bene..questo mi ha fatto tanto arrabbiare, ho strappato la pagina e mi ha messo lo scocth, poi l'ho strappata di nuovo perché era disordinata e poi ho scritto un'altra pagina ed era disordinata per me così ho ristrappato la pagina e ne ho saltate 4 pag.
Quando faccio una cosa disordinata e i miei compagni lo notano, lo dicono alla maestra che cambio pagina oppure che la strappi. Se cambio pagina la maestra mi fa ritornare su quella e poi la incollo e quando la strappo la maestra mi mette lo scotch poi prendo e la strappo.
Quando le maestre si arrabbiano con me perché ho fatto una cosa male e mi sgridano in mente penso o che devo buttare il banco per terra e andarmene dalla classe oppure di rispondergli male.
Quando la maestra mi rimprovera su una cosa che io ho sbagliato e mi urla poi gli vorrei dire brutte cose, ma non parolacce (maestra non è così, basta, vattene, hai rotto)
Ho difficoltà a scrivere sui quadretti..scrivo meglio sulle righe.
So fare le operazioni, ma ho bisogno che uno mi scrive la colonna oppure le operazioni in riga sennò dopo circa 40 min sto ancora a scrivere la terza operazione in riga.
A scuola se non cancello una cosa inizia a farmi male la testa.
Che sento una debolezza alla mano e quando scrivo poi la mano diventa più pesante e non riesco a scrivere.
Quando ho pesantezza, appena scrivo una cosa, mi sforzo di continuare, ma dopo un pò devo fermarmi.
In questi casi vengono dei compagni di classe tipo Marco e Lucia e io lo dico e loro me lo scrivono. Oppure penso ad altro, a cose che mi fanno ve**re da piangere ( penso a mamma e papà che non ci stanno più perché sono morti e io sto da solo senza nessuno, oppure che sto con mamma papà e Maria e che arriva qualcuno e vi spara, penso a mamma che mi prende in braccio oppure papà e poi immagino una tomba con i vostri nomi e le foto poi penso che divento grande e voi non ci siete piu e io sto sulle vostre tombe con voi).
Ti ricordi quando dico che papà muore perché è a lavoro? Mi viene da pensare che ci sono le vostre tombe con voi vestiti bene che avete il sorriso..
Quando sto a scuola alcune volte mi metto da solo e penso a te e papà che potete morire o quando sento le sirene ho paura che voi non ci siete più.
Mi rimane difficile copiare alla lavagna, che leggo ad esempio "una favaola" e quando vado a scrivere non lo ricordo e devo riguardare e poi devo trovare la riga o il quadretto e devo scrivere .
La cosa più br**ta è che penso di voi che non ci siete più .
Poi quando scrivo è faccio cose che per me sono brutte e la maestra mi dice di non cancellare perché va bene, sembra che qualcuno mi prende la mano e mi costringe a cancellare sennò mi fa male la testa.
Quando faccio uno schema le linee non le riesco a fare dritte e cancello oppure strappo la pagina o la lascio.
Quando faccio le righe devono essere con la stessa forma e centimetri.
Quando non ho terminato perché voglio fare le cose ordinate, se la maestra mi scrive sotto da completare mi da molto fastidio perché così sono costretto a strappare tutto e rifarlo.
Credo che sono un bimbo diverso dagli altri, che sono strano e che non sono degno di vivere. Lo so che voi mi volete bene, ma penso che non mi volete bene e mi dico che sono bugiardo perché voi mi volete bene.”

27/11/2025

Microbiota, butirrato ed epigenetica: perché questo nuovo studio è importante anche per PANS/PANDAS

Un nuovo studio pubblicato su Brain, Behavior, & Immunity – Health apre una finestra interessante su un tema che, negli ultimi anni, sta diventando sempre più centrale: il ruolo del microbiota e dei suoi metaboliti nei disturbi neuropsichiatrici e neuroinfiammatori pediatrici.

Anche se la ricerca non parla direttamente di PANS/PANDAS, i risultati toccano meccanismi biologici che ritroviamo spesso nei nostri bambini: infiammazione, disregolazione immunitaria, vulnerabilità epigenetica e asse intestino-cervello.

Vediamo cosa emerge e perché può essere utile per capire meglio queste sindromi.

🧪 Lo studio in breve

I ricercatori hanno analizzato come il butirrato, una sostanza prodotta dal nostro intestino quando il microbiota è in equilibrio, possa modificare:
• le vie immunitarie,
• i processi epigenetici,
• e l’attività delle cellule immunitarie (PBMC) di bambini con disturbi del neurosviluppo.

Il butirrato è uno dei principali short-chain fatty acids (SCFA), molecole che svolgono funzioni fondamentali per la regolazione dell’infiammazione e della comunicazione lungo l’asse intestino → sistema immunitario → cervello.

Lo studio mostra che il butirrato può:

✨ modulare geni coinvolti nella risposta immunitaria
✨ regolare l’infiammazione
✨ correggere anomalie epigenetiche
✨ influenzare processi legati al neuro-sviluppo

🌱 Perché questo interessa la comunità PANS/PANDAS

Da anni sappiamo che i bambini con PANS/PANDAS presentano spesso:
• disbiosi intestinale,
• disturbi gastrointestinali,
• alterazioni immunitarie,
• e una forte componente neuroinfiammatoria.

Questo studio, pur non essendo specifico sulla PANS/PANDAS, fornisce un tassello importante:

👉 dimostra che un metabolita del microbiota (il butirrato) può influenzare direttamente l’immunità e l’epigenetica, due processi chiave anche in queste sindromi.

In altre parole:
🟢 se il microbiota funziona bene, può aiutare a regolare l’infiammazione;
🔴 se il microbiota è alterato, può contribuire a mantenere o peggiorare processi immunitari disfunzionali.

È esattamente ciò che vediamo in tanti bambini PANS/PANDAS, dove un intestino “infiammatorio” coincide spesso con un cervello “infiammato”.

🔗 Un nuovo ponte tra intestino e neuroinfiammazione

Il valore di questa ricerca è soprattutto concettuale: ci mostra che il microbiota non è un elemento accessorio, ma un possibile attore primario capace di:
• modulare geni coinvolti nella risposta immunitaria,
• influenzare la produzione di citochine,
• interagire con i percorsi epigenetici,
• contribuire alla regolazione dell’asse intestino–cervello.

Tutti temi sempre più riconosciuti anche nella letteratura su PANS/PANDAS e sulle encefaliti autoimmuni.

📌 Cosa significa nella pratica

Non è una terapia e non è un’indicazione clinica diretta.
È però un segnale forte che conferma l’importanza di:
• curare il microbiota,
• supportare la salute intestinale,
• ridurre l’infiammazione sistemica,
• considerare la persona nel suo complesso (non solo il sintomo psichiatrico).

E, soprattutto, che senza studiare seriamente l’asse intestino–immunità–cervello non potremo mai comprendere fino in fondo le PANS/PANDAS.

🟩 In conclusione

Questo studio aggiunge un tassello importante alla comprensione dei disturbi neuroinfiammatori pediatrici:
un buon equilibrio del microbiota — e in particolare la produzione di butirrato — può influenzare direttamente la regolazione immunitaria e i processi epigenetici.

È un passaggio chiave che rafforza la visione integrata che da anni portiamo avanti:
la PANS/PANDAS non è solo una malattia “del cervello”, ma un disturbo dell’intero sistema immuno-neuro-metabolico.

E ogni nuova evidenza scientifica che conferma questa direzione è un passo avanti per tutti.

Siamo lieti di condividere la recente pubblicazione su Frontiers in Immunology, dedicata all’asse microbiota–immunità–ce...
27/11/2025

Siamo lieti di condividere la recente pubblicazione su Frontiers in Immunology, dedicata all’asse microbiota–immunità–cervello nelle sindromi PANS e PANDAS.
Un lavoro che arricchisce la letteratura internazionale con una visione integrata e moderna di queste condizioni neuroimmuni complesse.

L’Associazione Genitori Pans Pandas Bge ODV ha contribuito a rendere disponibile questa pubblicazione, favorendo la circolazione di evidenze scientifiche indispensabili per la pratica clinica.

Speriamo che questo lavoro possa rappresentare un passo avanti nella comprensione delle PANS/PANDAS, offrendo uno sguardo completo che unisce immunologia, microbiota, barriere biologiche e neuroinfiammazione, con particolare attenzione al ruolo — spesso trascurato — dell’asse orale–intestino–cervello.

🎗️ Il nostro impegno continua

Come Associazione Genitori PANS PANDAS BGE ODV continueremo a:
🔹 supportare la ricerca clinica e biologica;
🔹 collaborare con istituzioni e professionisti della salute;
🔹 diffondere informazione corretta e aggiornata;
🔹 sostenere le famiglie nel percorso di cura.

Questa pubblicazione è un passo avanti per tutti i nostri bambini.
Un passo verso la verità scientifica, la cura e la speranza.

BackgroundPediatric Acute-onset Neuropsychiatric Syndromes (PANS) and Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcal infection...

Disturbo Bipolare nei bambini e infezioni da zecche: cosa ci dice uno studio appena pubblicato.Un nuovo studio apparso s...
21/11/2025

Disturbo Bipolare nei bambini e infezioni da zecche: cosa ci dice uno studio appena pubblicato.

Un nuovo studio apparso su Frontiers in Child and Adolescent Psychiatry apre una finestra importante su un tema ancora poco esplorato: il possibile legame tra disturbi psichiatrici pediatrici e infezioni che attivano il sistema immunitario, tra cui quelle trasmesse dalle zecche.
I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche di 37 bambini e ragazzi con diagnosi di disturbo bipolare in età pediatrica, tutti seguiti in un ambulatorio del New Jersey, una zona dove le infezioni da zecche sono relativamente comuni.
La domanda che si sono posti è semplice, ma potentissima:
quanto spesso questi giovani presentano segni di infezioni che possono scatenare infiammazione sistemica e neuroinfiammatoria?

I risultati sono stati sorprendenti:
• il 92% dei ragazzi mostrava segni di esposizione ad almeno una infezione trasmessa da zecche,
• e l’81% aveva evidenze sia cliniche che di laboratorio.

Le infezioni più frequenti erano:
• Babesia (51%),
• Bartonella (49%),
• Mycoplasma pneumoniae (38%),
• Borrelia (malattia di Lyme) (22%).

Molto interessante: solo 3 ragazzi su 37 ricordavano un morso di zecca.
Il che ci ricorda una cosa importante anche per PANS/PANDAS: l’assenza di un ricordo di esposizione non significa assenza di infezione.

Un tassello del puzzle neuroinfiammatorio

Lo studio non prova che queste infezioni causino il disturbo bipolare.
Però apre uno scenario fondamentale:
👁‍🗨 una percentuale altissima di questi giovani presenta infezioni che sappiamo essere capaci di attivare il sistema immunitario in modo importante, anche sul cervello.
Ed è esattamente questo il punto che sta emergendo anche nella ricerca su PANS e PANDAS:
• infezioni comuni
• risposte immunitarie anomale
• infiammazione che “tocca” i circuiti cerebrali
• sintomi psichiatrici acuti o ingravescenti

Non è più possibile ignorare questo collegamento.

⚠️ I limiti

È uno studio piccolo, senza gruppo di controllo, e condotto in un solo ambulatorio.
Non possiamo generalizzare.
Ma il segnale è forte e merita attenzione.

Perché è importante per noi?

Questo lavoro si inserisce nella crescente evidenza che, quando i bambini mostrano sintomi neuropsichiatrici importanti, non possiamo limitarci a una lettura puramente psichiatrica.
Serve una visione più ampia:
🧬 immunologia, infiammazione, infezioni, sistema nervoso — tutto è collegato.

Proprio come accade nella PANS/PANDAS.

IntroductionThis retrospective chart review examined 37 youth with pediatric bipolar disorder from a private practice in the Lyme-endemic state of New Jersey...

Per decenni la medicina ha guardato quasi solo dentro il genoma, cercando difetti ereditari, “colpe” genetiche… ignorand...
17/11/2025

Per decenni la medicina ha guardato quasi solo dentro il genoma, cercando difetti ereditari, “colpe” genetiche… ignorando il ruolo dei patogeni.
Una visione miope, che l’articolo di Sara Adams smonta con rigore e lucidità.
È lungo, sì. Ma è fondamentale.
E credo che tutti dovrebbero leggerlo.
Soprattutto chi ha mai sentito dire che i sintomi di un paziente sono “stress”, “comportamento”, o “solo depressione”.

Allora la domanda è: quando la sanità riconoscerà ciò che la ricerca mostra da anni?
Ovvero che le infezioni possono innescare condizioni croniche e durature?

E quando smetteremo di manipolare – sì, manipolare – i pazienti che raccontano che qualcosa si è spezzato dentro di loro dopo un virus, una faringite da streptococco, il COVID, la mononucleosi… o persino dopo un semplice raffreddore?

È tempo di ascoltare.
È tempo di guardare l’evidenza.
È tempo di cambiare.

In 2005, Barry Marshall and Robin Warren won the Nobel Prize for identifying H. pylori’s causal role in stomach ulcers.

Un nuovo orizzonte: l’infiammazione nella depressioneNegli ultimi anni, la ricerca psichiatrica sta compiendo un cambio ...
17/11/2025

Un nuovo orizzonte: l’infiammazione nella depressione

Negli ultimi anni, la ricerca psichiatrica sta compiendo un cambio di prospettiva importante: non guardiamo più solo ai neurotrasmettitori e alle funzioni cerebrali tradizionali, ma anche al ruolo del sistema immunitario e dell’infiammazione nel modulare il disagio mentale.
Nella personal view pubblicata su The Lancet Psychiatry, viene esplorata l’ipotesi che i farmaci antinfiammatori possano rappresentare una via terapeutica aggiuntiva o alternativa per la depressione. 

Perché parlare di antinfiammatori nella depressione?

Le ragioni sono più di una:
• Nei pazienti con depressione resistente ai trattamenti convenzionali, si osservano marker elevati di infiammazione sistemica (citochine pro-infiammatorie, proteina C-reattiva, etc).
• Le terapie classiche — antidepressivi, psicoterapia — in questi casi hanno performance inferiori.
• L’infiammazione può influenzare il funzionamento cerebrale: la neuroinfiammazione può alterare i circuiti dell’umore, della motivazione, del pensiero, dell’autoregolazione.
• Interve**re sull’infiammazione potrebbe quindi ridurre in modo più diretto uno dei meccanismi sottostanti, piuttosto che agire solo sui sintomi.

Quali sono le evidenze e i “ma”?

Nel lavoro di Nutt e colleghi emergono sia opportunità che limiti:

Opportunità
• Alcuni studi clinici hanno usato antinfiammatori (es. FANS, inibitori selettivi dell’infiammazione, farmaci anti-TNF) in soggetti depressi, ottenendo benefici, soprattutto nei casi con marcata infiammazione.
• Questo suggerisce che non tutti i pazienti depressi sono uguali: in alcuni l’infiammazione è centrale, in altri no. Un approccio di medicina personalizzata potrebbe migliorare la selezione del trattamento.
• Per discipline come la neuropsichiatria pediatrica, l’idea che un’infezione/scatenante immunitario possa portare a sintomi affini alla depressione/ansia – e che questi possano rispondere a trattamenti immunomodulanti – è molto rilevante.

Limiti e sfide
• Mancano ancora grandi trial controllati e di lunga durata che confermino l’efficacia e la sicurezza degli antinfiammatori in depressione.
• Non è chiaro quale paziente debba ricevere quale farmaco antinfiammatorio, in che dose, per quanto tempo e con quali criteri di selezione.
• I farmaci antinfiammatori non sono privi di effetti collaterali, e l’equilibrio rischio/beneficio va valutato con attenzione, specialmente nei giovani.
• C’è il rischio di cadere nella “trappola biologica”: pensare che basti un farmaco antinfiammatorio per risolvere un disagio complesso che spesso comporta anche fattori psicosociali, ambientali e di sviluppo.

Implicazioni pratiche per i disturbi neuroimmunitari nei giovani

In un contesto come quello dei disturbi PANS/PANDAS, dove spesso assistiamo a insorgenza rapida, trigger infettivi/autoimmuni e sintomi neuropsichiatrici resistenti, questo modello ha implicazioni rilevanti:
• Verificare marker infiammatori può aiutare a identificare un sottogruppo di pazienti in cui l’infiammazione ha un ruolo predominante.
• Nella presa in carico di un bambino/adolescente con depressione o ansia resistente, in presenza di fattori come infezioni recenti, disfunzioni immunitarie o comportamenti neuropsichiatrici improvvisi, l’integrazione di un approccio antinfiammatorio (oltre ai trattamenti convenzionali) può essere considerata.
• È fondamentale un lavoro multidisciplinare: immunologi, psichiatri infantili, neurologi, pediatri devono collaborare per definire protocolli personalizzati.
• Occorre trasparenza (“informed consent”) con le famiglie: spiegare che si tratta di approcci ancora in evoluzione, non di “terapie certo efficaci”, ma di strategie promettenti.

Conclusione

La visione tradizionale del disagio psichico come solo alterazione dei neurotrasmettitori sta evolvendo. L’articolo su The Lancet Psychiatry apre la porta alla psichiatria immunologica, sottolineando che in molti casi la risposta terapeutica può migliorare se consideriamo l’infiammazione come target.

Per i disturbi neuroimmunitari pediatrici — come PANS/PANDAS — questo è un messaggio forte: non accontentarsi del “come facciamo sempre”, ma cercare di costruire approcci personalizzati che guardino al sistema immunitario, al cervello, all’ambiente.

A recent Personal View by David J Nutt in The Lancet Psychiatry describes the problematic state of drug development in psychiatry and identifies the scarcity of science-based innovation as an important obstacle.1 Here, we propose that use of anti-inflammatories in people with the so-called inflammat...

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