Pandas Pans in Pillole

Pandas Pans in Pillole Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Pandas Pans in Pillole, Sito Web di salute e benessere, Parma, Parma.

pagina dedicata a sensibilizzare e informare sulle sindromi pandas pans Associazione Genitori Pans Pandas Bge
Più consapevolezza = diagnosi più veloce = bambini aiutati prima.

Quando la psichiatria non basta: la neuroinfiammazione nei disturbi resistenti.Uno studio pubblicato su Biological Psych...
28/07/2025

Quando la psichiatria non basta: la neuroinfiammazione nei disturbi resistenti.

Uno studio pubblicato su Biological Psychiatry ha analizzato 45 giovani pazienti (12–30 anni) affetti da disturbi psichiatrici resistenti ai trattamenti tradizionali, dimostrando che l’immunomodulazione può rappresentare una nuova frontiera terapeutica.

📌 Cosa è emerso:
• I pazienti hanno mostrato miglioramenti significativi dopo terapie immunologiche (IVIG, corticosteroidi, NSAID, antibiotici mirati);
• Si è osservata una riduzione dei ricoveri psichiatrici e dell’uso di farmaci psicotropi;
• Gli autori suggeriscono che in questi casi potrebbe esserci alla base una neuroinfiammazione non riconosciuta o una risposta immunitaria alterata che contribuisce alla sintomatologia psichiatrica.

🔬 Si tratta di una delle prime coorti studiate con un protocollo sistematico di immunoterapia in ambito psichiatrico, e apre la strada a una nuova classificazione per i disturbi neuropsichiatrici resistenti: non più solo psicologici, ma neuroimmunitari.

📚 Leggi lo studio completo su PubMed:
👉 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40653495/

Many epidemiological studies have shown an association between infectious agents, particularly viruses, and psychiatric disorders including schizophrenia. However, evidence of a viral infection in the brain that associates with schizophrenia (SCZ), bipolar disorder (BPD), and major depression (MDD)....

Infezioni e disturbi psichiatrici: nuove evidenze dal cervello umano.Un recente studio pubblicato su Nature Translationa...
28/07/2025

Infezioni e disturbi psichiatrici: nuove evidenze dal cervello umano.

Un recente studio pubblicato su Nature Translational Psychiatry ha identificato alterazioni immunitarie e infiammatorie nel cervello post-mortem di pazienti psichiatrici che avevano storia di infezioni sistemiche pregresse.

Tra i principali risultati:
• nei pazienti psichiatrici con infezioni recenti sono state rilevate risposte immunitarie amplificate a livello cerebrale, inclusa l’attivazione della microglia;
• tali alterazioni non erano presenti nei soggetti con disturbi psichiatrici senza infezioni documentate;
• si tratta di uno dei pochi studi che analizza tessuto cerebrale umano post-mortem in questo contesto, offrendo prova diretta di un possibile meccanismo biologico tra infezioni e patologia psichiatrica.

Lo studio sottolinea l’importanza di considerare il ruolo delle infezioni e della neuroinfiammazione nello sviluppo di condizioni psichiatriche gravi, come depressione maggiore, schizofrenia o disturbi dell’umore.

📚 Leggi lo studio completo:
👉 https://www.nature.com/articles/s41398-025-03387-3

Many epidemiological studies have shown an association between infectious agents, particularly viruses, and psychiatric disorders including schizophrenia. However, evidence of a viral infection in the brain that associates with schizophrenia (SCZ), bipolar disorder (BPD), and major depression (MDD)....

Dalla pandas alla pans: quando l’insorgenza è improvvisa, tutto cambia.Nonostante il dibattito ancora aperto sul legame ...
28/07/2025

Dalla pandas alla pans: quando l’insorgenza è improvvisa, tutto cambia.

Nonostante il dibattito ancora aperto sul legame tra infezioni da streptococco di gruppo A e disturbi neuropsichiatrici, gli esperti concordano su un punto fondamentale: esiste un sottogruppo di bambini che sviluppa sintomi ossessivo-compulsivi (DOC) in modo brusco e drammatico, spesso accompagnati da:
• ansia severa,
• regressione comportamentale,
• rifiuto del cibo,
• tic motori o vocali,
• insonnia o enuresi improvvise,
• e alterazioni dell’umore o del comportamento.

📌 Questo quadro clinico non è tipico dei disturbi psichiatrici classici: l’esordio non è graduale, ma acuto e spesso destabilizzante, per il bambino e la famiglia.
È proprio questa caratteristica – l’improvvisa insorgenza dei sintomi – che ha portato gli studiosi a ridefinire il concetto originario di PANDAS, superando il legame esclusivo con lo streptococco.

🔍 Nasce così il termine PANS – Pediatric Acute-onset Neuropsychiatric Syndrome, una sindrome clinicamente riconoscibile che mette al centro la presentazione del bambino, indipendentemente dall’agente infettivo scatenante.

🧪 L’articolo che condividiamo oggi propone 3 criteri diagnostici essenziali per la pans, e offre strategie per applicarli nella pratica clinica, auspicando studi prospettici futuri per validarne l’efficacia.

📚 Leggi l’articolo completo qui:
👉 From Research Subgroup to Clinical Syndrome – Modifying the pandas Criteria to Describe PANS (PDF)

https://www.longdom.org/open-access/from-research-subgroup-to-clinical-syndrome-modifying-the-pandas-criteria-to-describe-pans-pediatric-acute-onset-neuropsychiatr.pdf

💬 Conosci famiglie che hanno vissuto un esordio così? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o contattaci in privato.

Probiotici per l’umore? La scienza dice di sì.Una nuova meta-analisi appena pubblicata ha evidenziato che probiotici, pr...
28/07/2025

Probiotici per l’umore? La scienza dice di sì.

Una nuova meta-analisi appena pubblicata ha evidenziato che probiotici, prebiotici o entrambi sono in grado di ridurre significativamente i sintomi depressivi nei pazienti affetti da depressione.
👉 Leggi lo studio
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S002239562500353X

Come funziona?
Tutto ruota attorno all’asse intestino-cervello, un canale bidirezionale attraverso cui il microbioma intestinale può influenzare i neurotrasmettitori, l’infiammazione sistemica e persino il tono dell’umore.
Un intestino in equilibrio può quindi favorire il benessere mentale – e viceversa.

Intervenire sul microbiota intestinale non sostituisce i trattamenti psicologici o farmacologici, ma potrebbe rappresentare un supporto concreto e naturale alla salute mentale.

E tu cosa ne pensi?
Hai mai provato a sostenere il tuo umore anche partendo… dall’intestino?

Perché certi ricordi traumatici restano indelebili, anche quando l’apprendimento si blocca?Nella PANS, l’apprendimento s...
28/07/2025

Perché certi ricordi traumatici restano indelebili, anche quando l’apprendimento si blocca?

Nella PANS, l’apprendimento scolastico può fermarsi bruscamente. La concentrazione svanisce, la memoria a breve termine crolla, l’accesso al linguaggio si inceppa. Ma i ricordi traumatici, quelli emotivamente intensi, vengono comunque codificati – e con una forza straordinaria.

Un recente studio, basato su registrazioni dirette del cervello umano, ci spiega perché.

I ricercatori hanno osservato come l’amigdala e l’ippocampo, due strutture chiave del cervello emozionale e mnestico, si coordinano per formare e conservare memorie emotive.

Durante un evento traumatico:
• l’amigdala entra in uno stato di iperattività, emettendo onde gamma ad alta frequenza;
• questa attività modula direttamente l’ippocampo, che codifica e archivia il ricordo;
• al momento del richiamo, è l’ippocampo da solo a riattivare quel ricordo, non l’amigdala.

Il risultato? Esperienze emotivamente intense vengono ricordate più vividamente e in modo più duraturo rispetto a quelle neutre – anche se, paradossalmente, in quello stesso periodo il bambino può non ricordare una lezione, un compleanno o come si scrive il proprio nome.

🧩 Questo spiega perché nella PANS:
• un bambino può dimenticare la matematica ma ricordare nel dettaglio una visita medica traumatica;
• può non riuscire a leggere, ma rivivere una scena di panico o terrore;
• può guarire sul piano biologico, ma restare intrappolato nei ricordi emotivi del buio.

La ricerca apre nuove vie anche per il trattamento dei disturbi legati alla memoria traumatica, come PTSD, PANS e altri disturbi neuroimmunitari.

Fonte: Neuroscience News – How the brain reactivates emotional experiences
🔗 https://neurosciencenews.com/how-the-brain-reactivates-emotional-experiences/

Infezioni virali e neuropsichiatria infantile: i dati parlano chiaroQuando un virus colpisce il cervello (anche se non c...
25/07/2025

Infezioni virali e neuropsichiatria infantile: i dati parlano chiaro

Quando un virus colpisce il cervello (anche se non ce ne accorgiamo subito)

Negli ultimi anni, la pandemia da SARS-CoV-2 ha messo alla prova non solo la nostra salute fisica ma anche la tenuta psichica e neurologica, specialmente nei soggetti più vulnerabili: i bambini e i giovani. Uno studio pubblicato su JAMA Network Open (gennaio 2024) ha fornito dati solidi e allarmanti: l’infezione da COVID-19 è associata a un aumento significativo del rischio di condizioni neuropsichiatriche nei minori.

📌 Lo studio in breve:
• Oltre 100.000 bambini e giovani analizzati.
• Confronto tra chi ha avuto COVID-19 e chi no.
• Follow-up da 1 mese fino a 12 mesi post-infezione.

🔍 Cosa è emerso:

“Le differenze di rischio rivelano frequenze più elevate di condizioni neuropsichiatriche nella coorte positiva al COVID-19. I bambini affrontano un aumento dei rischi di ansia, ADHD, disturbo ossessivo-compulsivo, autismo, disturbi della comunicazione e motori, mentre i giovani mostrano anche rischi aumentati di depressione, suicidalità e sintomi correlati.”

La differenza di rischio più marcata?
👉 Disturbi della comunicazione e motori
Seguono: ansia, disabilità intellettiva, ADHD, autismo.

Altri disturbi emersi con frequenze superiori rispetto alla coorte negativa:
• Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo
• Tic
• Delirio
• Somatizzazioni
• Disturbo ossessivo compulsivo
• Disturbo bipolare

📖 Fonte:
Guan J, Rosenthal S, et al. (2024).
Risk of Neuropsychiatric and Related Conditions Associated With SARS-CoV-2 Infection in Children and Adolescents
JAMA Network Open – PMID: 40706696

🧪 Ma perché un virus respiratorio dovrebbe colpire il cervello?

Qui entra in gioco un secondo studio, questa volta su modelli animali. Pubblicato su Frontiers in Immunology, mostra che l’attivazione del sistema immunitario nei topi – sia in fase prenatale che postnatale – può indurre comportamenti simili all’autismo, probabilmente attraverso l’asse polmone-cervello. In altre parole:

👉 L’infiammazione polmonare può innescare risposte immunitarie che influenzano lo sviluppo cerebrale.

📖 Studio:
Zhang et al. (2024)
Autism-like phenotypes induced by two-hit immune activation in mice may involve the lung-brain axis
Frontiers in Immunology – DOI: 10.3389/fimmu.2024.1275482

🧩 Cosa ci dicono questi studi?

Chi oggi minimizza il legame tra virus e disturbi neurologici dovrebbe fermarsi a riflettere. Questi dati suggeriscono con forza che non possiamo più ignorare il potenziale neurotropo dei virus, né tantomeno escludere un impatto persistente sullo sviluppo del cervello nei più piccoli.

✅ Sì, anche le misure sociali adottate durante la pandemia (isolamento, chiusure scolastiche) hanno avuto un impatto.

❗ Ma quando centinaia di migliaia di bambini nel mondo presentano un aumento anomalo di disturbi neuropsichiatrici post-infezione, è necessario guardare anche all’ambiente biologico. È necessario accendere un faro sulla neuroinfiammazione pediatrica.

🔍 Verso un cambiamento culturale e clinico

Serve un nuovo paradigma:
• Non più una separazione rigida tra “mente” e “corpo”,
• ma un’integrazione neuroimmune, capace di comprendere come le infezioni, l’infiammazione e lo sviluppo cerebrale siano intimamente connessi.

Serve ricerca. Ma serve anche un cambio di mentalità. E serve subito.

The COVID-19 pandemic has raised concerns about increased neuropsychiatric conditions in children and youths, with potential links to SARS-CoV-2 infection. Here, the authors analyze EHR data from 25 institutions, showing that COVID-19 positive children and youths have a modestly increased risk of de...

PANS/PANDAS: l’immunomodulazione come chiave terapeutica nella neuroinfiammazione pediatrica*Riflessioni a partire dallo...
25/07/2025

PANS/PANDAS: l’immunomodulazione come chiave terapeutica nella neuroinfiammazione pediatrica

*Riflessioni a partire dallo studio pubblicato su Journal of Child and Adolescent Psychopharmacology

Negli ultimi anni, la comprensione dei meccanismi neuroimmunitari alla base della sindrome PANS/PANDAS ha fatto passi significativi, spingendo la comunità scientifica a riconsiderare l’approccio terapeutico tradizionalmente centrato solo sui sintomi psichiatrici. Una delle pubblicazioni più rilevanti in questo ambito – Frankovich et al., 2017 – ha esplorato l’impiego dell’immunomodulazione come trattamento nei bambini con forme gravi di PANS/PANDAS.

Trattare la malattia, non solo i sintomi

Il paper sottolinea una verità clinica fondamentale: i pazienti affetti da PANS non manifestano solo disturbi ossessivo-compulsivi, tic, disturbi alimentari o ansia, ma soffrono di una disfunzione immunitaria e neuroinfiammatoria. Per questo, trattare esclusivamente il sintomo psichiatrico senza affrontare la radice infiammatoria rischia di rivelarsi inefficace, soprattutto nei casi più severi o resistenti.

⚖️ Il razionale clinico dell’immunoterapia

Lo studio propone un parallelismo tra la PANS e altre encefaliti autoimmuni pediatriche come l’encefalite autoimmune (AE) e il lupus neuropsichiatrico (NPSLE). I principi terapeutici utilizzati in questi ambiti sembrano applicabili anche ai bambini affetti da PANS, in particolare quando si osservano:
• un esordio acuto o recidivante,
• una traiettoria clinica peggiorativa,
• una resistenza alle terapie convenzionali.

Secondo la letteratura, i pazienti che ricevono una terapia immunomodulante (come corticosteroidi, IVIG, plasmaferesi o immunosoppressori) tendono a stare meglio e a recidivare meno frequentemente rispetto a quelli non trattati.

⏱️ Tempismo e intensità: due fattori determinanti

Un messaggio chiave dell’articolo è il valore del trattamento precoce. Intervenire subito, anche solo con FANS o brevi cicli di corticosteroidi orali, può portare a una remissione stabile nei casi di recente insorgenza. Al contrario, i bambini con sintomi di lunga durata o cronici richiedono spesso un trattamento più aggressivo e prolungato, compresa la seconda linea di immunoterapia (ad esempio Rituximab, ciclofosfamide, micofenolato mofetile).

📈 Evidenze cliniche a sostegno

Le conclusioni si basano anche su dati preesistenti, come quelli di Titulaer et al. (2013) e Nosadini et al. (2015), che dimostrano come l’immunoterapia migliori significativamente gli esiti nei pazienti con encefalite autoimmune, soprattutto se somministrata in tempi rapidi. È quindi ragionevole, suggerisce lo studio, estendere questo paradigma anche alla PANS, vista la crescente evidenza di un’origine immuno-mediata.

💬 Conclusione

L’immunoterapia non è più una “terapia sperimentale” nei casi selezionati di PANS/PANDAS, ma una opzione terapeutica necessaria nei quadri clinici più severi, refrattari o cronici. La chiave è riconoscere la malattia in tempo, valutarne la gravità e agire con decisione, trattando non solo la mente ma anche il sistema immunitario.



📚 Riferimenti principali:
• Frankovich J, Swedo SE, Murphy TK, et al. Clinical Management of Pediatric Acute-Onset Neuropsychiatric Syndrome: Part II—Use of Immunomodulatory Therapies. J Child Adolesc Psychopharmacol. 2017;27(7):574-593. https://doi.org/10.1089/cap.2016.0148
• Titulaer MJ et al. Treatment and prognostic factors for long-term outcome in patients with anti-NMDA receptor encephalitis. Lancet Neurol. 2013.
• Nosadini M et al. Role of second-line treatments in pediatric autoimmune encephalitis. Neuropediatrics. 2015.
https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/cap.2016.0148

Abstract Introduction: Pediatric Acute-onset Neuropsychiatric Syndrome (PANS) is a clinically heterogeneous disorder with a number of different etiologies and disease mechanisms. Inflammatory and postinfectious autoimmune presentations of PANS occur frequently, with some clinical series documenting....

Essere una mamma di un bambino con bisogni specialisignifica amare tuo figlio con tutto il cuore,mentre dentro di te pia...
23/07/2025

Essere una mamma di un bambino con bisogni speciali
significa amare tuo figlio con tutto il cuore,
mentre dentro di te piangi il sentiero che non hai mai potuto percorrere.
È questa la silenziosa dualità di questa vita.

È una danza costante tra tristezza e forza.
Tra sofferenza e speranza.
Tra la vita che avevi immaginato
e quella che stai costruendo ora,
pezzo dopo pezzo, da zero.

Non mi riconosco nella narrazione del “questa malattia mi ha rubato mio figlio”.
Non mi è mai sembrata giusta.
Mio figlio non è stato rubato.
È qui. Vivo. Intero. Un tipo di magia tutto suo.
E lo amo con tutto ciò che sono.

Ma non credo nemmeno nel movimento della positività tossica.
Quello che ti dice di vedere solo il lato bello.
Che ti impone di non nominare mai la stanchezza.
Di non ammettere mai che hai paura.
Di non dire ad alta voce:
“A volte è davvero durissima.”

Perché la verità è questa:
Lo è. È dura.

-Le crisi sono dure.
- L’assistenza 24 ore su 24 è dura.
- Lottare per servizi e supporti è dura.
- Essere cronicamente esauste, con le risorse al limite, svuotate emotivamente…
è davvero dura.

E va bene dirlo ad alta voce.

Puoi piangere la vita che pensavi di avere.
Puoi sentirti sopraffatta.
Puoi piangere in macchina, urlare in un cuscino, sfogarti con un’amica.

E puoi allo stesso tempo amare tuo figlio con tutto il tuo cuore.
Puoi essere grata per ogni piccolo pezzo di questo cammino.
Puoi stringerlo forte, con tutte le sue differenze,
e vederlo per ciò che è, non per quello che “avrebbe dovuto essere”.

Non devi scegliere da che parte stare.
Puoi essere entrambe le cose:
In lutto e grata.
Arrabbiata e dolce.
Distrutta e follemente innamorata.

Non stai fallendo se senti tutto il peso di questa vita.
Stai solo essendo umana.
E stai continuando a esserci.

💗 E questo basta.
È giusto così.
È amore.

Continua a camminare.

”[la pandas] può assolutamente persistere fino all’età adulta.È ancora una questione aperta se possa iniziare per la pri...
23/07/2025

”[la pandas] può assolutamente persistere fino all’età adulta.

È ancora una questione aperta se possa iniziare per la prima volta in età adulta. I dati sulla febbre reumatica suggerirebbero di sì, perché quegli studi furono condotti proprio su reclute militari, e l’età media di insorgenza era 21 anni.

Quindi, giovani tra i 18 e i 23 anni sviluppavano malattia reumatica cardiaca.

Presentavano la corea di Sydenham e manifestavano sintomi ossessivo-compulsivi associati a quella condizione.”

Questo passaggio rafforza l’ipotesi che:
• la sindrome pandas non sia esclusivamente pediatrica, ma possa persistere anche nell’età adulta;
• in alcuni casi, potrebbe persino insorgere per la prima volta tra i 18 e i 23 anni, proprio come accadeva con la febbre reumatica e la corea di Sydenham.
https://neuroimmune.org/susan-swedo-pandas-interview/

Proposte di criteri diagnostici per l’encefalite autoimmune pediatrica: uno strumento per la diagnosi precoce e mirata.L...
23/07/2025

Proposte di criteri diagnostici per l’encefalite autoimmune pediatrica: uno strumento per la diagnosi precoce e mirata.

L’encefalite autoimmune (AE) è una condizione infiammatoria del sistema nervoso centrale mediata da meccanismi immunitari, spesso sottodiagnosticata in età pediatrica a causa della variabilità fenotipica rispetto all’età adulta. Lo studio pubblicato su Neurology nel gennaio 2020 propone per la prima volta criteri diagnostici specifici per la popolazione pediatrica, riconoscendo l’importanza di adattare gli attuali modelli nosologici all’età dello sviluppo.

I criteri proposti per l’AE pediatrica nascono con l’intento di:
• differenziare le presentazioni cliniche dei bambini rispetto agli adulti,
• integrare le variazioni nei risultati paraclinici (es. neuroimaging, EEG, liquor),
• tener conto dei profili autoanticorpali caratteristici dell’età pediatrica.

A differenza degli adulti, i bambini con AE possono presentare quadri neurologici e psichiatrici atipici o fluttuanti, e spesso non soddisfano i criteri diagnostici AE attualmente in uso per la popolazione generale (es. quelli di Graus et al., 2016). Per questo motivo, l’approccio proposto dagli autori prevede un algoritmo diagnostico specifico che possa:
• guidare l’identificazione precoce dei casi sospetti,
• facilitare l’inizio tempestivo della terapia immunomodulante, migliorando l’outcome clinico.

L’algoritmo diagnostico pediatrico per l’AE rappresenta un passo fondamentale verso un approccio più standardizzato, e include:
• valutazione iniziale dei sintomi clinici suggestivi,
• indagini di primo livello (RM encefalo, EEG, esami liquorali),
• identificazione di potenziali autoanticorpi anti-neuronali, anche in assenza di positività sierica,
• definizione di una probabilità diagnostica stratificata (possibile, probabile, definita AE pediatrica).

L’adozione di questi criteri potrebbe:
• ridurre i ritardi diagnostici in età pediatrica,
• fornire strumenti decisionali più accurati ai clinici,
• ottimizzare l’impiego delle risorse diagnostiche e terapeutiche,
• contribuire alla raccolta standardizzata di dati epidemiologici e di outcome nei trial futuri.

L’adozione di criteri diagnostici adattati all’età evolutiva rappresenta un progresso cruciale nella gestione delle encefaliti autoimmuni in età pediatrica. L’algoritmo proposto dagli autori si propone come strumento clinico operativo per il riconoscimento precoce della malattia e per l’avvio di terapie immunologiche potenzialmente risolutive.

Diagnosing AE is based on the combination of a clinical history consistent with pediatric AE and supportive diagnostic testing, which includes but is not dependent on antibody testing. The proposed criteria and algorithm require validation in prospective pediatric cohorts.

“Si comporta così solo con te…”Lo dicono con tono di accusa.Lo pensano in silenzio, mentre tuo figlio urla, si agita, pi...
23/07/2025

“Si comporta così solo con te…”

Lo dicono con tono di accusa.
Lo pensano in silenzio, mentre tuo figlio urla, si agita, piange, si chiude, ti respinge.
Ma tu lo sai…..
Tuo figlio regge tutto il giorno.
A scuola, in giro, davanti agli altri.
Si trattiene. Si adatta. Si sforza.
Ma poi, quando arriva a casa… crolla.
Con te.
Solo con te.

Perché sei il suo posto sicuro….
E allora arrivano le crisi. Le ossessioni. Le urla. Le paure improvvise. I tic. I rituali infiniti.
E tu, mamma, sei lì. Sfinita, con le braccia che tremano, ma il cuore spalancato.
Perché sai che quel caos è fiducia.
È la libertà di “esplodere” solo dove si è certi di essere accolti.

Se ti senti sopraffatta, se le notti sembrano eterne,
se ti domandi se stai sbagliando qualcosa…
fermati un attimo. Respira.
Ricordati questo:
Tuo figlio si fida di te al punto da mostrarti il dolore che nasconde al mondo.
💔 Ti affida la parte più difficile di sé.
Perché tu sei casa. Sei riparo. Sei verità.

Non è il segno che stai fallendo.
È il segno che sei tutto ciò che serve.

E questo, anche se non sempre sembra amore,
è l’amore nella sua forma più cruda, profonda e autentica.

💚 Per tutte le mamme che lottano ogni giorno accanto ai loro figli con pans pandas:
Non siete sole.
Noi siamo con voi.
Sempre.

Mary: diagnosi di schizofrenia o malattia autoimmune? La storia di una vita che cambiaRecentemente, un articolo di Rache...
22/07/2025

Mary: diagnosi di schizofrenia o malattia autoimmune? La storia di una vita che cambia

Recentemente, un articolo di Rachel Aviv sul The New Yorker ha raccontato la storia straordinaria di Mary, una donna a cui per vent’anni era stata diagnosticata una forma grave di schizofrenia. Aveva allucinazioni, paranoie, e viveva tra lunghi ricoveri psichiatrici e isolamento. Le sue figlie, Christine e Angie, raccontano un’infanzia segnata da porte sbarrate, accuse infondate e un’ipnosi costante. La realtà era diventata un incubo familiare  .

Ma a un certo punto la vita ha riservato una svolta impensabile: diagnosticata anche con linfoma, Mary inizia la chemioterapia. E ciò che accade dopo sfida ogni previsione: le sue sintomatologie psicotiche scompaiono quasi completamente pochi mesi dopo l’inizio della terapia  .

Questo caso – raro, potente, rivoluzionario – fa riflettere su una nuova ipotesi in psichiatria: e se, per alcuni, la “schizofrenia” fosse in realtà un disturbo autoimmune reversibile? Il National Institute of Mental Health stima che tra l’1 e il 5% delle diagnosi di schizofrenia potrebbero rientrare in questa categoria – seppur lontane da capire e da trattare correttamente .

Perché questa storia conta?
• Rovescia stereotipi: evidenzia quanto spesso la diagnosi sia vista come definitiva, quando invece potrebbe nascondere cause ben diverse.
• Cambia prospettiva terapeutica: apre scenari su cure più mirate, per un disturbo considerato fino a ieri “irrecuperabile”.
• Apporta concretezza: dietro ogni caso ci sono persone – le figlie di Mary, ad esempio – che hanno vissuto dell’amore, della speranza, del dolore e infine della rinascita.

Un messaggio di speranza e innovazione.

La storia di Mary ci ricorda:
1. Di non arrenderci mai alla diagnosi: spesso è solo una tappa, non una condanna.
2. Che ricerca e interdisciplinarità in medicina possono salvare vite anche in aree considerate senza speranza.
3. Che i cambiamenti possono arrivare anche dopo anni di sofferenza, mostrando rotte inattese.

E adesso?
• Per i familiari: restate aperti alle nuove ipotesi diagnostiche e terapeutiche.
• Per medici e ricercatori: è tempo di esplorare possibili cause autoimmuni anche nelle sindromi psichiatriche resistenti.
• Per la comunità e la sanità: è cruciale sostenere la ricerca sulla psichiatria dell’interfaccia: dove mente e corpo si incontrano, per guarire davvero.

Se vi interessa approfondire, vi consiglio caldamente la lettura completa su The New Yorker. È una pagina di giornalismo che unisce scienza e umanità, svelando storie che cambiano il modo in cui pensiamo alla salute mentale.

https://www.newyorker.com/magazine/2025/07/28/mary-had-schizophrenia-then-suddenly-she-didnt

Che ne pensi?
Pensi che questo caso possa cambiare davvero la psichiatria? Hai vissuto o conosci esperienze simili? Raccontacelo nei commenti …..

Some psychiatric patients may actually have treatable autoimmune conditions. But what happens to the newly sane?

Indirizzo

Parma
Parma

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Pandas Pans in Pillole pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Pandas Pans in Pillole:

Condividi