
07/05/2025
Training Formativo Scuola Interazionista, Baia Salinedda, 29 Aprile - 3 Maggio 2025.
Tema: “A priori: inclinazioni, peculiarità emotive, credenze implicite nell’interazione con l’altro”
Tra il blu del mare morbido che abbraccia Baia Salinedda e un cielo azzurro sardo, caldo indizio di una nuova stagione estiva che sta per entrare in scena, un folto gruppo di futuri psicoterapeuti interazionisti ha iniziato un viaggio di incontro e talvolta scontro con le proprie pareti di cristallo. Abbiamo incontrato le nostre mappe, quelle invisibili, che ci consentono di leggere, guidare e interpretare (e talvolta giudicare) il mondo e gli altri che insieme a noi fanno del loro meglio per abitarlo.
Quegli occhiali che lentamente ci fanno scivolare nel tranello di credere che possiamo conoscere l’altro prima di incontrarlo o che forse “grazie” a qualche generalizzazione, un pochino lo conosciamo già.
Da questo incontro ne siamo usciti (e attraversati) con spirito di curiosità e connessione, talvolta acciaccati e affaticati ma con il tenero desiderio di ricordarci che ogni incontro - anche con noi stessi - può essere una preziosa possibilità aperta. Siamo spesso progettisti ciechi che tracciano mappe dell’altro e si aspettano che queste siano fedeli al territorio, poi però come la brezza che dà sollievo alle prime calure estive ci accorgiamo… ¿de qué depende? De según como se mire, todo depende.
Abbiamo realizzato che “ciò che pensiamo di sapere ci impedisce spesso di imparare"(Claude Bernard)
In questi giorni un lavoro intenso, graduale, con frenate e poi accelerate lungo i rettilinei delle nostre aspettative e le curve delle nostre domande, ognuno trovando la propria velocità di crociera, abbiamo provato a svestirci del nostro “so già che…” , “mi aspetto di…” “tu mi sembri…”. Ci siamo fatti carico e ci siamo presi cura del fatto che nell’incontro con l’altro non entriamo mai a mani vuote, portiamo con noi domande che spesso travestiamo di certezze, gli a priori, quelli che ci illudono di conoscere prima ancora di incontrare, che chiudono la possibilità di germogliare insieme all’altro come qualcosa di nuovo, impastato insieme e quindi sempre inedito. Nello spogliarci di questi occhiali la “vita”, “l’altro” ci appaiono d’un tratto diversi.
Un susseguirsi di sessioni di gruppo, ricerca etnografica, e cin cin a chiaro di luna… momenti di, nel e con il gruppo alla ricerca del sole o imbrogliandolo alla ricerca dell’ombra -in ogni caso in movimento- tra fiati e talvolta fiatoni, nel tentativo comune di espirare i nostri “a priori” e inspirare il friccicore dell’ignoto, dell’inaspettato. Appesantiti dalle nostre aspettative su di noi e sull’altro, abbiamo preso la rincorsa e ci siamo tuffati in un mare fresco in cui in un attimo… tu non sei più quello che pensavo fossi e io smetto di essere quello che pensavo di dover essere. Dentro e fuori lo studio, in quello spazio di vita che ci accomuna tutti. Ed è in questo spazio-tempo incerto, un po’ confuso, che hanno trovato spazio le moltitudini che sono in noi, nell’altro e soprattutto tra-noi.
Raccontare Baia Salinedda è come raccontare un non-tempo e un non-luogo, un po’ come quando da bambini si guardava i giocolieri e i maghi alle feste del paese: è l’incanto nel nostro sguardo che ci consente di vedere la magia che poi svanisce nel momento in cui si tenta di spiegarla.
Facciamo allora di questo spazio, un’occasione di gratitudine e rinnovata energia. “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” diceva Seneca, e sulla barca insieme a noi abbiamo avuto marinai pieni di umanità e premura, che con la delicatezza di chi ti prende per mano e ti insegna ad essere libero, ci hanno condotto tra i mari calmi e agitati tenendo salda la rotta ma aiutandoci anche ad apprezzare il vento che cambia, e che governato, può cambiare la direzione del nostro navigare : Carlo Massironi, Tania Fiorini con Tessa, Daniele Baron Toaldo, Giacomo Chiara, Lucia Cantafio, Luca Bidogia, Emiliano Subissi, Giuseppe Scarabello, Chiara Mazzini con Maya, insieme all’attento coordinamento della Direzione. È ora di andare: le auto iniziano a muoversi, gli aerei a decollare, il traghetto a salpare. Le lancette girano ma non indicano nulla. Sguardi, distanze, silenzi, presenze, timidezze, nuovi dubbi, abbracci. Grazie, è stato bello essere qui.
Grazie, è bello, da qui, andare altrove. Ogni parola si spezza in frammenti di intimità condivisa. Sospendere la trama dei ruoli e forse incontrarsi, incontrare davvero. Cogliamo l’invito fatto sotto un cielo nero e solo grazie a questo così meravigliosamente stellato: “ Y asì como todo cambia que yo cambie no es extraño […] Y lo que cambiò ayer tendrà que cambiar mañana Asì como cambio yo En esta tierra lejana. Cambia, todo cambia…"
D'altronde “si può crescere solo se si è disposti a cambiare”….
Valeria Lorusso