12/11/2025
Uno straordinario insegnamento di Pirandello sulla comunicazione umana:
tra ciò che viene detto e ciò che viene compreso c'è un abisso.
“Ma il guaio è che voi, caro mio, non saprete mai come si traduca in me quello che voi mi dite.
Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole.
Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio.
E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele;
e io, nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio.
Abbiamo creduto d'intenderci; non ci siamo intesi affatto.”
— Luigi Pirandello, “Uno, nessuno e centomila” (1926)
Un passo che ci ricorda quanto sia fragile e complesso il dialogo tra esseri umani.
Usiamo le stesse parole, ma non sempre gli stessi significati.
Ognuno parla con la propria storia, ascolta con le proprie ferite, interpreta con la propria anima.
E così spesso, anche nelle conversazioni più sincere, ci sfioriamo…
Ma non ci tocchiamo mai davvero.