09/12/2022
𝗥𝗨𝗧𝗛 𝗗𝗥𝗢𝗪𝗡
Fra le persone che diedero un impulso significativo alla Radionica, mi piace ricordare l’operatrice nordamericana Ruth Drown, che esercitò a Hollywood (California).
Ruth Drown denominava il proprio metodo “diagnosi e trattamento radioterapico”, perché era convinta di utilizzare una forma di energia simile a quella delle onde radio.
Dimostrò che i pazienti potevano essere trattati a distanza e che le pellicole radiografiche di alterazioni nel corpo eterico potevano essere esaminate a considerevole distanza mediante la sua “camera di radiovisione”.
Fu la prima a fotografare i campi di forza e di energia usati nella radionica. Le fotografie effettuate dalla sua macchina speciale, scattate a distanza, mostravano la sezione di un organo o di un tessuto, mentre quelle fatte al paziente direttamente mostravano l’organo completo e ben visibile. Le fotografie si ottenevano collegando direttamente il paziente con lo strumento mediante cavi o mettendo una goccia di sangue del soggetto in un punto del circuito.
L’energia del paziente fluiva nello strumento, si fissavano i valori dell’apparato per delimitare l’area che si desiderava fotografare e l’energia così selezionata del paziente fluiva attraverso l’emulsione della pellicola. La lastra fotografica veniva impressa nella più completa oscurità; interveniva solo la luce della forza vitale.
Ad esempio, una fotografia del nucleo dei nervi cranici fatta con questo particolare strumento rivelava la forma di una foglia di loto che si delineava all’interno della corteccia cerebrale.
Nonostante il suo apporto eccezionale, Ruth Drown non riuscì a diffondere la radionica in modo adeguato, e questo perché la sua spiegazione della teoria e della pratica radionica si fondava su una serie di concetti paradossali derivanti dalla scienza e dal sapere esoterico.
In una delle sue opere intitolata “Drown Radio Therapy”, ella chiarisce il suo pensiero a proposito della trasmissione di energia sana mediante strumenti radionici: «Ogni parte del corpo (umano o animale) è separata e per questo vibra in modo diverso quando viene animata da una forza, che può essere denominata ‘Forza Vitale.
L’energia diretta che attraversa un organo, una ghiandola o un tessuto, circola intorno al nucleo a una velocità così elevata da fuggire alla comprensione della mente umana; secondo alcuni studiosi questa forza viaggia a una velocità di 115.000 leghe al secondo. Ogni lega corrisponde a cinque chilometri e mezzo. La luce viaggia a 300.000 chilometri al secondo. (...). Questa energia attraversa dunque il corpo e vi ritorna in ogni momento, così come “tutta l’energia ritorna alla fonte”.
Utilizziamo la goccia di sangue su una carta assorbente per mantenere uniti i cristalli finissimi di sale e gli altri minerali cristallizzati, che a loro volta agiscono nella medesima forma di un piccolo cristallo di galena negli apparati radio, o come i cristalli di quarzo che si collegano a una certa frequenza e si utilizzano negli apparecchi radar e nella televisione. (...).
Questi cristalli sono sempre in risonanza con l’energia del corpo da cui provengono; e quando li collochiamo nel nostro strumento attiriamo l’energia (forza vitale) del paziente nell’apparato. Sintonizzando adeguatamente, possiamo diagnosticare, trattare o schematizzare un’immagine del corpo che l’ha inviata».
Nell’opera “The Theory and Technique of the Drown Radio Therapy and Radio Vision Instruments”, la Drown descrive l’uso delle onde radio e afferma che le sue diagnosi, trattamenti e radiografie a distanza si basano su onde radio simili a quelle abitualmente utilizzate nella trasmissione e ricezione del suono.
L’insufficiente valenza scientifica delle sue affermazioni attirò ostilità sulla radionica da parte degli scienziati ortodossi. Infatti, benché le onde radio possano essere utilizzate analogicamente per spiegare come funziona la radionica, il ragionamento di fondo è erroneo e confonde la realtà della pratica radionica vera e propria.
Negli anni Sessanta Ruth Drown fu accusata, incarcerata e calunniata per i suoi esperimenti radionici, nonostante avesse sviluppato nuove tecniche di diagnosi e terapia e avesse scoperto che non solo era possibile diagnosticare, ma anche curare la malattia di un paziente a distanza, utilizzando un campione del suo sangue.
In seguito alla dura critica cui fu sottoposta, in America la radionica finì con l’essere ridicolizzata e venne proibita. Gli operatori, perseguitati dal governo, si videro confiscare e distruggere i loro laboratori e macchinari.
Nonostante questo, uno sparuto manipolo di radionici continuò a lavorare nella clandestinità. Oggi le ricerche di questa straordinaria donna sono alla base di tutte le attività svolte dagli operatori radionici in tutto il mondo.
Fonte: Centro di Ricerca Bioenergetica Georges Lakhovsky di Rimini
Quaderno N. 3 Settembre - Dicembre 2009