Psicologia e BenEssere Dott.ssa R. GULLO

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Psicologia e BenEssere Dott.ssa R. GULLO Psicoterapia individuale e di coppia, sostegno psicologico per minori consulenza scolastica et al. terapeuta EMDR

Ho iniziato a vivere a 58 anni.Sì. A 58 anni.Quando ormai nessuno si aspetta che una donna “cambi vita”.Quando tutti ti ...
14/08/2025

Ho iniziato a vivere a 58 anni.
Sì. A 58 anni.
Quando ormai nessuno si aspetta che una donna “cambi vita”.
Quando tutti ti dicono di accontentarti, di ringraziare per ciò che hai, di sederti sulla sedia a dondolo a guardare passare i giorni.

Ma io non volevo accontentarmi.
Fino ai 58 anni sono stata ciò che mi avevano insegnato a essere:
moglie devota, madre sacrificata, donna di silenzi.
Ero quella che sosteneva tutto… tranne sé stessa.

Mi sono sposata giovane, come si usava un tempo.
Mi sono innamorata di un uomo che non ha mai saputo quanto valessi.
Sono diventata un’ombra. Routine. Sfondo.
Ingoiavo le lacrime in bagno, ingoiavo la rabbia in cucina.
Facevo i salti mortali con i figli, con il cibo, con le bollette, con la tristezza…
Eppure lui diceva che “non ero più la stessa”.
Aveva ragione. Non ero più la stessa.
Ero più stanca, più spenta, più vuota.

E un giorno, senza avviso, se ne andò.
Così, senza spiegazioni.
Io aspettavo che facesse male.
Ma non fece male.
Quello che provai fu un’altra cosa…
una specie di respiro che mi spaventò.
Un silenzio che mi avvolse come un lenzuolo pulito.

Per la prima volta mi vidi sola.
Ma non vuota.
Sola… e viva.

Scoprii che non sapevo chi ero.
Non ricordavo il mio colore preferito.
Non sapevo cosa mi piacesse a colazione se non cucinavo per qualcun altro.
Non sapevo cosa fare con le mie mani quando non erano occupate a servire gli altri.

E quella scoperta fu dura.
Ma anche meravigliosa.

Un giorno non rifeci il letto.
Un altro giorno uscii a camminare da sola.
Un altro ancora comprai un biglietto del treno senza consultare nessuno.

E quando mi sedetti davanti al mare per la prima volta senza fretta, senza nessuno da accudire… piansi.
Piansi per tutte le volte che mi ero dimenticata di me.
Piansi per la donna che ero stata.
E anche per quella che stava nascendo.

Perché sì… sono rinata a 58 anni.

Oggi non ho un compagno.
Ma ho pace.
Oggi non cucino per obbligo, ma per piacere.
Oggi non pulisco perché qualcun altro lo apprezzi, pulisco per me, per sentirmi bene.

Non aspetto più che qualcuno mi dia il permesso.
Non mi vesto più per piacere agli altri.
Non mi adatto più a una routine che non mi rappresenta.

Mi sono riconnessa con amiche.
Ne ho fatte di nuove.
Sono diventata la mia migliore compagnia.
E ho imparato a godermi.

Una vicina una volta mi disse:
— Viaggiare da sola, alla tua età?
E io le sorrisi.
Perché per la prima volta nella mia vita, mi sentivo lucida… e felice.

Oggi mi guardo allo specchio e sì, certo che vedo le rughe.
Ma non mi danno più fastidio.
Perché ognuna racconta una storia di lotta.
E anche di libertà.

Perché, anche se ho fiorito tardi…
sono fiorita del tutto.

E ora lo so:
non è mai troppo tardi per tornare a te stessa.
Non è mai troppo tardi per ricominciare.
E se quel nuovo inizio è con te… allora ne vale la pena.

Quando tuo figlio ti chiederà che cos’è la resilienza…non dargli una definizione.Raccontagli la storia vera di Caramelo....
14/08/2025

Quando tuo figlio ti chiederà che cos’è la resilienza…
non dargli una definizione.
Raccontagli la storia vera di Caramelo.

Brasile, 2021.
Un’inondazione devasta tutto a São João de Meriti.
E lì, sul tetto di una casa sommersa, resta intrappolato un cavallo.
Solo. Per quattro giorni.
Senza cibo.
Senza acqua.
Senza nessuno all’orizzonte.

Lo hanno chiamato Caramelo.
L’immagine ha fatto il giro del mondo:
un animale fradicio, tremante,
ma in piedi,
come se la sua anima rifiutasse di cedere.

Non nitriva per chiedere aiuto.
Non cercava di fuggire.
Lui… resisteva.

E quando lo hanno salvato, milioni di persone hanno sentito che, in qualche modo, era come salvare anche loro stessi.
Perché Caramelo non era solo un cavallo sopravvissuto…
era lo specchio di ciò che tanti di noi hanno vissuto dentro di sé.

Perché la lezione non è che qualcuno l’ha salvato.
La vera lezione
è che non si è spezzato mentre il mondo crollava intorno a lui.

Questo è la resilienza.
Non è restare fermi ad aspettare un miracolo.
Non è indurirsi all’esterno.
È resistere senza spegnere la propria luce.
È essere soli… eppure non perdere la dignità.
È credere di meritare di vivere,
anche quando sembra che nessuno se ne accorga.

Insegna questo ai tuoi figli.
Non con discorsi.
Ma con storie vere.
Storie come quella di Caramelo…
che non ha urlato.
Che non è fuggito.
Che non ha abbandonato.

Perché a volte la vita ti lascia su un tetto, solo, tremante…
senza sapere se qualcuno verrà a prenderti.
Ma se riesci a restare in piedi,
è già un atto di coraggio.

Resistere non è aspettare aiuto.
È non permettere alla tempesta di spegnerti dentro.

- Autore Sconosciuto

11/08/2025
IL SEGRETO DEL TEMPO CHE BASTA…«Erano invasati dalla paura di non aver tempo per tutto, e non sapevano che aver tempo si...
11/08/2025

IL SEGRETO DEL TEMPO CHE BASTA…
«Erano invasati dalla paura di non aver tempo per tutto, e non sapevano che aver tempo significava precisamente non aver tempo per tutto.» (Robert Musil)
In un mondo che corre, l’illusione più diffusa è credere che riusciremo a fare tutto, se solo saremo abbastanza organizzati, veloci, produttivi. Ma Musil ci invita a ribaltare la prospettiva: avere tempo non significa riuscire a fare ogni cosa, ma saper rinunciare al superfluo per dare spazio all’essenziale.
Chi teme di non farcela è spesso in lotta con se stesso, prigioniero di aspettative impossibili. Ma la vera libertà nasce quando accettiamo che il tempo non va riempito, ma scelto.
Smetti di trattare ogni impegno come urgente o necessario.
Chiediti invece: “Cosa merita davvero il mio tempo oggi, perché nutre me o gli altri in modo autentico?”
Non è rinuncia. È discernimento.
Perché il tempo non si trova: si crea, scegliendo ciò che conta.
Antonio Bufalo

1. Avrai sempre problemi. Impara a goderti la vita mentre li risolvi.2. Le persone non decidono il loro futuro, decidono...
09/08/2025

1. Avrai sempre problemi. Impara a goderti la vita mentre li risolvi.
2. Le persone non decidono il loro futuro, decidono le loro abitudini, e le loro abitudini determinano il loro futuro.
3. Nella vita puoi controllare solo due cose: il tuo impegno e il tuo atteggiamento.
4. Non chiederti come iniziare. Inizia, e poi chiediti come migliorare.
5. La felicità dipende meno dal piacere e più dal trovare un senso nella vita.
6. La vita diventa più difficile quando ti aspetti troppo dagli altri e poco da te stesso.
7. La vita diventa più semplice quando pretendi molto da te stesso e poco dagli altri. Poni standard elevati, ma mantieni basse aspettative.
8. La metà dei tuoi problemi esiste solo nella tua testa: a volte ingigantisci cose che in realtà sono piccole.
9. Non cercare scorciatoie o segreti: quello che ti serve è la costanza.
10. Non permettere a tre cose di controllare la tua vita: le persone, i soldi e il passato.
11. Ogni sfida, persino una tragedia, nasconde un’opportunità. Se impari a cercarla, puoi trasformare una situazione negativa in qualcosa di positivo o, almeno, trarne qualcosa di utile.
12. Sii grato ogni giorno, perché anche quando pensi di non avere nulla per cui ringraziare, la tua vita “normale” potrebbe essere il sogno di qualcun altro.

In una delle mie lezioni ho portato due mele. I bambini non lo sapevano, ma prima della lezione avevo fatto cadere ripet...
09/08/2025

In una delle mie lezioni ho portato due mele. I bambini non lo sapevano, ma prima della lezione avevo fatto cadere ripetutamente una delle due a terra. A vederle, però, erano identiche: rosse, della stessa grandezza, apparentemente succose e perfette.
Ho preso la mela che avevo maltrattato e ho iniziato a dire ai bambini che non mi piaceva: il colore era brutto, il picciolo troppo corto… e che quindi non doveva piacere nemmeno a loro. Ho chiesto di insultarla.

All’inizio alcuni mi hanno guardata come se fossi matta, ma poi, passando la mela di mano in mano, sono arrivati i commenti: “Puzzi”, “Non so neanche perché esisti”, “Chissà quanta roba marcia hai dentro”.

Poi abbiamo fatto lo stesso con l’altra mela, ma usando solo parole gentili: “Sei bellissima”, “Hai un colore stupendo”, “Che mela meravigliosa”.

A guardarle, alla fine, erano ancora identiche.
Poi le ho tagliate.

La mela “gentile” era fresca e croccante.
Quella “insultata” era piena di ammaccature e poltiglia all’interno.

Ho visto nei loro occhi la lampadina accendersi. Hanno capito che ciò che era successo alla mela succede anche a noi: quando subiamo parole o gesti cattivi, dentro ci rompiamo, anche se fuori continuiamo a sorridere.

Ho raccontato loro un episodio in cui qualcuno mi aveva ferita con le parole. Fuori sembravo serena, ma dentro mi sentivo a pezzi.

A differenza di una mela, noi possiamo scegliere di fermare tutto questo. Possiamo insegnare ai bambini che non è giusto dire cose cattive, che bisogna pensare a come si sente l’altro. Possiamo insegnare a difendersi e a difendere, proprio come ha fatto una bambina quel giorno, rifiutandosi di insultare la mela.

Se nessuno interviene, il dolore cresce e le ferite interne peggiorano. Creiamo una generazione di bambini gentili, empatici e coraggiosi.

La lingua non ha ossa, ma è abbastanza forte da spezzare un cuore. Usiamola con cura. ❤️

Credit- Relax Kids Tamworth

08/08/2025
04/08/2025
04/08/2025

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