
14/08/2025
Ho iniziato a vivere a 58 anni.
Sì. A 58 anni.
Quando ormai nessuno si aspetta che una donna “cambi vita”.
Quando tutti ti dicono di accontentarti, di ringraziare per ciò che hai, di sederti sulla sedia a dondolo a guardare passare i giorni.
Ma io non volevo accontentarmi.
Fino ai 58 anni sono stata ciò che mi avevano insegnato a essere:
moglie devota, madre sacrificata, donna di silenzi.
Ero quella che sosteneva tutto… tranne sé stessa.
Mi sono sposata giovane, come si usava un tempo.
Mi sono innamorata di un uomo che non ha mai saputo quanto valessi.
Sono diventata un’ombra. Routine. Sfondo.
Ingoiavo le lacrime in bagno, ingoiavo la rabbia in cucina.
Facevo i salti mortali con i figli, con il cibo, con le bollette, con la tristezza…
Eppure lui diceva che “non ero più la stessa”.
Aveva ragione. Non ero più la stessa.
Ero più stanca, più spenta, più vuota.
E un giorno, senza avviso, se ne andò.
Così, senza spiegazioni.
Io aspettavo che facesse male.
Ma non fece male.
Quello che provai fu un’altra cosa…
una specie di respiro che mi spaventò.
Un silenzio che mi avvolse come un lenzuolo pulito.
Per la prima volta mi vidi sola.
Ma non vuota.
Sola… e viva.
Scoprii che non sapevo chi ero.
Non ricordavo il mio colore preferito.
Non sapevo cosa mi piacesse a colazione se non cucinavo per qualcun altro.
Non sapevo cosa fare con le mie mani quando non erano occupate a servire gli altri.
E quella scoperta fu dura.
Ma anche meravigliosa.
Un giorno non rifeci il letto.
Un altro giorno uscii a camminare da sola.
Un altro ancora comprai un biglietto del treno senza consultare nessuno.
E quando mi sedetti davanti al mare per la prima volta senza fretta, senza nessuno da accudire… piansi.
Piansi per tutte le volte che mi ero dimenticata di me.
Piansi per la donna che ero stata.
E anche per quella che stava nascendo.
Perché sì… sono rinata a 58 anni.
Oggi non ho un compagno.
Ma ho pace.
Oggi non cucino per obbligo, ma per piacere.
Oggi non pulisco perché qualcun altro lo apprezzi, pulisco per me, per sentirmi bene.
Non aspetto più che qualcuno mi dia il permesso.
Non mi vesto più per piacere agli altri.
Non mi adatto più a una routine che non mi rappresenta.
Mi sono riconnessa con amiche.
Ne ho fatte di nuove.
Sono diventata la mia migliore compagnia.
E ho imparato a godermi.
Una vicina una volta mi disse:
— Viaggiare da sola, alla tua età?
E io le sorrisi.
Perché per la prima volta nella mia vita, mi sentivo lucida… e felice.
Oggi mi guardo allo specchio e sì, certo che vedo le rughe.
Ma non mi danno più fastidio.
Perché ognuna racconta una storia di lotta.
E anche di libertà.
Perché, anche se ho fiorito tardi…
sono fiorita del tutto.
E ora lo so:
non è mai troppo tardi per tornare a te stessa.
Non è mai troppo tardi per ricominciare.
E se quel nuovo inizio è con te… allora ne vale la pena.