30/05/2025
La morte è forse la cosa più difficile da accettare, ci ripetiamo ogni giorno che è parte della vita, ma la verità è che nessuno di noi trova un senso nel fatto che veniamo al mondo per poi morire.
Serse mi ha lasciata questa mattina, alle 9:30 del 30 maggio 2025. Il mio quarto lutto in 5 anni, tra esseri umani e animali. Ho sentito il suo ultimo battito del cuore e in un soffio non c'era più.
Lasciarlo andare era doveroso per evitare sofferenze atroci, perché era l'ultimo gesto di amore che potevo fare per lui. Ma quell'ultimo battito non lo scorderò più finché campo.
Era un gatto speciale, era il mio gatto speciale. Il mio curandero, lui che ogni volta che ho sofferto mi è stato accanto. Lui, punto.
La morte e il dolore per me continueranno a non avere senso. Da malata cronica quale sono, pur avendo accettato la mia malattia, continuo a non trovare alcun senso al dolore. L'ho legittimato, l'ho ascoltato, l'ho accettato, ma per me rimane senza senso.
L'unica cosa che ha senso oggi è l'amore puro che ho provato per lui e quello incredibilmente immenso che lui ha donato a me. Tutto ciò che mi rimane è questa maglietta che lui ha portato con pazienza fino a qualche giorno fa e poi all'improvviso un giorno se l'è tolta via. E in meno di una settimana, dopo mesi di testardaggine e ca****ma, se n'è andato.
Ha vinto la malattia, inesorabilmente.
A nulla è valso cercare di fermarla, arginarla.
Ha vinto lei, questa volta ha vinto lei.
E questa volta ne esco sconfitta, a pezzi, sbriciolata.
Non mi erano rimasti molti pezzi di cuore dopo gli ultimi anni. Oggi se n'è andato uno di quelli più importanti. E no, non c'è nulla che possa sostituirlo.
Ciao amore mio.
Il tuo coraggio è stato la mia forza.
E sempre lo sarà.
Ora aspetto che torni a casa, in altra forma.
Perché qui c'è un silenzio assordante.
Non si sentono nemmeno più i miagolii di tuo fratello e tua sorella, anche loro hanno perso un pezzo del loro cuore.