Dott.ssa Giada Cicchiello-Psicologa

Dott.ssa Giada Cicchiello-Psicologa Psicologa clinica, Psicoterapeuta Adleriana in formazione. Esperta della formazione. Albo psicologi Emilia Romagna.

"Vedere con gli occhi di un altro, ascoltare con le orecchie di un altro, e sentire con il cuore di un altro” Alfred Adler✨

07/10/2025

𝗫𝗫𝗩𝗜 𝗖𝗼𝗻𝘃𝗲𝗴𝗻𝗼 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗱'𝗔𝘇𝘇𝗮𝗿𝗱𝗼
Gioco d’azzardo e residenzialità. Modelli a confronto

Segna la data e compila il modulo in fondo al post!

Il 12 novembre 2025 (dalle 09:30 alle 16:30) presso la Rocca di Vignola (Modena) si terrà la ventiseiesima edizione del Convegno nazionale sul Gioco d’Azzardo, evento che ogni anno fa il punto della situazione sugli sviluppi del fenomeno, attraverso interventi, approfondimenti attuali e tavoli di dibattito e confronto. Un’occasione valida per addett* ai lavori, ma anche per chi vuole avvicinarsi o restare aggiornat* sul tema.

L’evento è gratuito, ma è necessaria l’iscrizione. Compila il modulo qui: https://forms.gle/TFg6dimdsWr6aTZd6

Presto news su programma e ospiti presenti su www.libera-mente.org e www.reteconagga.com!

__

Mix&match illustrations by freepik.com

05/10/2025



Come sostenere il nostro sistema nervoso 🧠Pochi gesti quotidiani per prendersene cura🙏
28/09/2025

Come sostenere il nostro sistema nervoso 🧠

Pochi gesti quotidiani per prendersene cura🙏


26/09/2025

Relazione tossica: segnali che non vanno ignorati

In un’epoca in cui il terreno delle relazioni affettive è sempre più insidioso, diventa fondamentale avere strumenti chiari e pratici per distinguere una relazione sana da una relazione malevola e potenzialmente pericolosa. Solo riconoscendo i segnali e stabilendo confini netti possiamo proteggerci da dinamiche manipolatorie e preservare la nostra libertà emotiva.

Ecco una guida pratica per capire a che punto siete

Quando parliamo di dipendenza affettiva o di relazioni tossiche, non ci riferiamo semplicemente a “litigi” o a “momenti difficili”. Parliamo di dinamiche relazionali che consumano, svuotano e imprigionano la persona, spesso senza che se ne renda pienamente conto.

Ecco alcuni tratti caratteristici che dovrebbero far scattare un campanello d’allarme:

1. Oscillazioni estreme di comportamento
• Fasi di idealizzazione (love bombing, attenzioni continue, promesse eccessive) seguite da svalutazioni, critiche e silenzi punitivi.
• La persona si sente costantemente sulle montagne russe emotive.

2. Senso di colpa indotto
• Ogni problema della coppia viene ribaltato: la responsabilità è sempre tua.
• Ti senti in dovere di “aggiustare” tutto, mentre l’altro non mette mai in discussione se stesso.

3. Isolamento progressivo
• Ti viene fatto notare che amici, familiari o colleghi “non ti capiscono”, fino a farti sentire che solo il partner è davvero vicino.
• I legami sociali si assottigliano, rendendoti più dipendente dall’altro.

4. Controllo sottile (o palese)
• Messaggi continui, richieste di sapere sempre dove sei, con chi, cosa fai.
• Commenti gelosi mascherati da “attenzione” o da “amore profondo”.

5. Autostima erosa
• Ti senti meno sicura/o, meno capace, meno attraente rispetto a quando è iniziata la relazione.
• Le critiche, anche velate, hanno minato la percezione che hai di te.

6. Ansia costante
• Vivi in allerta, temi il prossimo scatto d’ira, la prossima sparizione, la prossima accusa.
• La serenità è sostituita da un senso perenne di instabilità.

7. Dipendenza emotiva
• Nonostante la sofferenza, ti sembra impossibile staccarti.
• Pensi continuamente che senza quella persona non potresti farcela.

Se riconosci più di uno di questi elementi nella tua relazione, è il momento di fermarti e riflettere seriamente.

Una relazione sana non si fonda sul terrore di perdere l’altro, ma sulla libertà reciproca di crescere e stare bene.

Domande da farsi in una relazione che forse è tossica
1. Mi sento davvero libera/o di esprimere chi sono o sto sempre attenta/o a non far arrabbiare o deludere il mio partner?
2. Da quando vivo questa relazione, la mia autostima è cresciuta o è stata progressivamente erosa?
3. Quante volte mi sento in colpa per cose che, oggettivamente, non dipendono da me?
4. Mi sto isolando da amici, familiari o passioni che prima erano importanti per me?
5. Provo più ansia, paura e insicurezza che serenità e gioia quando penso alla mia relazione?
6. Se immagino il mio futuro con questa persona, vedo possibilità di crescita e benessere, o vedo una gabbia sempre più stretta?

Se anche solo due o tre risposte tendono verso la seconda opzione (paura, colpa, isolamento, svalutazione), è un forte segnale che la relazione sta diventando malsana e potenzialmente distruttiva.

AI e adolescenti🤸Dott. Lancini: "Il problema vero è l'assenza di adulti significativi: ecco cosa fare per esserlo".🧠🫂👥
30/08/2025

AI e adolescenti🤸
Dott. Lancini:
"Il problema vero è l'assenza di adulti significativi: ecco cosa fare per esserlo".
🧠🫂👥

Come gestire le complessità di un mondo sempre più iperconnesso durante l'adolescenza? Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, invita a evitare semplificazioni che rischiano di non farci vedere le fragilità dei nostri ragazzi

28/08/2025

Emergenza carceri: Superati i 63mila detenuti, sovraffollamento reale del 135%

Roma, 28 Ago. – “Con 63.019 detenuti presenti è stata sforata la soglia simbolica delle 63mila presenze in carcere, a fronte di soli 46.705 posti disponibili, con un sovraffollamento reale del 134,93%. Percentuale che calcola solo la media, ma che raggiunge punte del 173% (4.471 detenuti in 2.591 posti) in Puglia, del 160% in Molise (395 detenuti in 247 posti), del 154% (9.001 detenuti in 5.850 posti) in Lombardia e del 150% nel Lazio (6.812 detenuti in 4.529 posti), per fermarci alle quattro regioni maggiormente sofferenti. A ciò si contrappongono voragini negli organici del Corpo di polizia penitenziaria che superano di gran lunga i 20mila agenti mancanti nelle carceri, attese anche le assegnazioni soprannumerarie e illegittime in uffici ministeriali ed extrapenitenziari. Per restare alle quattro circoscrizioni citate, le sofferenze organiche rispetto al fabbisogno sono del -30% (1.959 su 2.782) in Puglia, del -45% (247 su 451) in Molise, del -39% (3.722 su 6.048) in Lombardia e del -46% (2.777 su 5.153) nel Lazio. Tornando ai ristretti, Lucca (251%), Milano San Vittore (224%), Foggia (216%) e Brescia Canton Monbello (209%) i quattro istituti penitenziari più sovrappopolati”.

Ne dà notizia Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

“Così, mentre dall’Ufficio del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, a un anno dalla nomina, annaspano e sono costretti a riscrivere bandi di gara imprecisi per poche centinaia di posti da ricavare con moduli prefabbricati in stile Albania, nelle carceri si continuano a stoccare essere umani in spazi non solo sottodimensionati di oltre 16.300 posti, ma anche insalubri e indecenti per un paese che voglia declamarsi civile. Tutto ciò in spregio ai dettami Costituzionali racchiusi nell’art. 27, per quanto concerne i reclusi, ma anche negli artt. 32 e 36, con riferimento agli operatori. In primis (ma non solo) quelli del Corpo di polizia penitenziaria, sottoposti a carichi di lavoro disumani e a turnazioni di servizio che si protraggono anche per 26 ore ininterrotte e, per di più, con la retribuzione solo parziale del lavoro straordinario che comunque viene pagato meno di quello ordinario. Costrizioni da far impallidire il peggiore dei caporali”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“Quanto descritto, oltre a condizioni penitenziarie d’invivibilità che nei soli primi otto mesi del 2025 hanno fra l’altro prodotto 57 suicidi fra i detenuti e 3 fra gli operatori, fa sì che le carceri siano teatro di violenze (2.000 le aggressioni agli agenti nell’anno in corso), risse, stupri, evasioni, traffici illeciti e molto altro ancora. In altre parole, una situazione d’illegalità diffusa tanto da porre in serio dubbio persino la sussistenza dei presupposti giuridici per il loro mantenimento. Servono immediate misure deflattive della densità detentiva, per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, ristrutturare gli edifici, garantire gli equipaggiamenti, assicurare l’assistenza sanitaria e psichiatrica e avviare riforme complessive. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni ne prendano coscienza, prima che sia davvero troppo tardi”, conclude De Fazio.

23/08/2025

L'intervista di Walter Veltroni a Marco Crepaldi sul Corriere della Sera di oggi.

12/08/2025

Droga
Rogoredo, il discount dell’inferno.

Simone Feder, psicologo e attivista, il bosco di Rogoredo lo conosce bene. Ma anche lui è stupito dal numero dei ragazzi, anche giovanissimi, che ora lo popolano. Che cosa sta succedendo? «C’è una guerra in corso tra club, che si combatte con i prezzi. 10 euro al grammo per l’eroina, 30 per la cocaina: significa che è tempo di semina. Serve più attenzione: per molti ragazzi l'eroina non è un buco, ma un abbraccio».

di Veronica Rossi
Nel link l'articolo completo
https://www.vita.it/rogoredo-il-discount-dellinferno/

02/08/2025

Quando il nemico è in casa: la dinamica tossica dell’alleanza mortale tra madre e compagna

L’omicidio di Alessandro Venier, fatto a pezzi con un’ascia e occultato in sacchi neri nel garage di casa, non è solo un fatto di sangue che ha scosso Gemona del Friuli.

È lo specchio deformato e agghiacciante di una dinamica relazionale profondamente tossica, in cui le logiche di potere, controllo e percezione distorta dell’altro assumono contorni criminali.

In questa vicenda, la convergenza di due figure femminili — la madre Lorena Venier e la compagna Marylin Castro Monsalvo — apre lo scenario inquietante di un’alleanza disfunzionale, spesso sottovalutata nella narrativa criminologica, ma ben documentata in letteratura: l’alleanza tra due donne emotivamente fragili, isolate o rese vulnerabili, che finiscono per alimentarsi a vicenda nella costruzione di un “nemico interno” da eliminare.
La madre: presenza forte, ingombrante, forse mai realmente “separata” dal figlio, ancora centrale nelle dinamiche familiari. Una figura che può sviluppare un controllo affettivo asfissiante e un forte risentimento verso qualsiasi donna che ne metta in discussione il ruolo o verso il figlio stesso se percepito come disallineato ai suoi bisogni.

La compagna: più giovane, straniera, da poco madre, probabilmente in stato depressivo (si ipotizza una forma di depressione post partum), forse priva di supporti esterni. In una condizione di sudditanza psicologica e affettiva, che la rende estremamente permeabile all’influenza della suocera.

Lui: l’uomo al centro, non più partner o figlio, ma “elemento disturbante”, fonte di frustrazione, giudizio, minaccia o violenza (questo aspetto è ancora al vaglio).

Il suo comportamento, secondo quanto trapelato, sarebbe stato autoritario, svalutante, potenzialmente aggressivo — non è un dettaglio irrilevante, ma non giustifica l’esito estremo.

In molti casi di omicidio familiare a sfondo relazionale, la vittima viene lentamente disumanizzata all’interno della bolla relazionale tossica.

Non è più un padre, un compagno, un figlio. Diventa un “oggetto persecutorio”, un tiranno domestico, un ostacolo alla quiete.

E l’omicidio può assumere, nella mente di chi lo compie, una funzione “liberatoria” o “riparatrice”.

L’aspetto disturbante del caso Venier è proprio questa apparente freddezza dell’esecuzione e del post-delitto:
• Chiamano il 112 dopo aver tentato di disfarsi del ca****re.
• Non appaiono in uno stato di shock ma “funzionali” alla gestione della scena.
• Nessuna reale confessione emotiva, ma solo gesti “necessari” a far sparire l’uomo.

Qui non parliamo (almeno per ora) di follia psicotica o delirio. Parliamo di qualcosa di più disturbante e socialmente invisibile: una deriva manipolativa, narcisistica e simbiotica, dove due soggettività si fondono per produrre una realtà parallela, in cui l’altro diventa ingombrante, persecutorio, eliminabile.

Questa non è solo una storia di violenza. È una storia di percezione distorta, di alleanze manipolative, di trasformazione del legame familiare in campo di battaglia.

In psicologia clinica forense, queste dinamiche possono essere descritte attraverso:
• Sindrome di simbiosi narcisistica madre-figlia/nuora.
• Dinamiche di co-dipendenza affettiva e collusione omicidaria.
• Distorsione cognitiva condivisa (folie à deux relazionale).
• Possibili tratti antisociali o borderline nella gestione del conflitto.

La frase “non apparecchiava la tavola” — riportata come uno dei “motivi” dell’escalation — ci ricorda brutalmente che il crimine non sempre nasce da grandi traumi. A volte è solo l’esito finale di una quotidianità malata, dove la frustrazione e l’odio sedimentati nel tempo trovano sfogo nella violenza assoluta.
Questo caso impone una riflessione profonda su quanto può diventare pericolosa una dinamica familiare in cui si perde il confine tra amore e possesso, tra protezione e controllo, tra delusione e punizione.
Non sempre il pericolo ha il volto di uno sconosciuto. A volte, vive in cucina, siede al tuo tavolo, e ti toglie la vita quando smetti di essere funzionale alla narrazione di qualcun altro.

Indirizzo

C/o Spazio B, Viale Dei Mille, 28/E, Via Dei Mille, 28
Reggio Nell Emilia
42121

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 21:00

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Giada Cicchiello-Psicologa pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare