28/07/2024
Qual è il segreto della psicoterapia? Cosa rende possibile il cambiamento e la riduzione dei sintomi?
La risposta è la scoperta. Di cosa esattamente? Del proprio funzionamento interno, dei meccanismi inconsci, delle emozioni provate alle quali non sapevamo dare un nome, della miriade di pensieri che soffoca una percezione psicologica chiara, insomma di tutto quello che ci governa in maniera automatica, senza che ne siamo consapevoli.
Faccio spesso questo esempio ai pazienti, di immaginare il lavoro che faremo insieme come la ricostruzione di un puzzle. Le tessere (gli elementi) sono già tutte davanti ai nostri occhi, però sono messe alla rinfusa, oppure ordinate in maniera forzata, senza che i lati riescano a combaciare. Il paziente quasi sempre porta una sua ricostruzione, ha una personale teoria del suo malessere e dei sintomi; il problema è che probabilmente la lettura è sbagliata. Se fosse giusta, la persona starebbe meglio e non sentirebbe l'esigenza di una terapia. Bisogna allora combinare le tessere del puzzle in un altro modo.
Sono i collegamenti giusti tra le cose infatti ad essere terapeutici e fonte di cambiamento. Quando rivedo i soliti episodi della mia vita sotto un'altra prospettiva, scoprendo un dettaglio nascosto che magari è stato sempre lì ma invisibile, allora faccio un salto avanti nella comprensione di me stesso/a. Questo momento poi è anche anche molto bello da osservare e facilmente riconoscibile: di solito la persona si ferma un attimo, la puoi vedere che mette a fuoco qualcosa dentro sé. Lo sguardo fisso, il respiro sospeso per un attimo e subito dopo la sorpresa, accompagnata da frasi come "ma quindi è per questo che / ho capito perché mi comporto così" ecc...
E' l'insight di cui parlava Freud. Un percorso per essere trasformativo deve avere dei momenti di scoperta, altrimenti è un sostegno.