
10/01/2024
LA CALATA DI ASDRUBALE. LA MENO NOTA INVASIONE DELL'ITALIA
Nel 207 a.C., l'audace Asdrubale, fratello del leggendario Annibale, varcò le imponenti Alpi, un'impresa che risuonò nel cuore di ogni guerriero.
I Galli, nel loro animo furente contro Roma, si unirono a lui, non solo per un odio radicato ma anche per l'antica alleanza con Annibale. Asdrubale, con una prodezza che sfiorava l'impensabile, riuscì a guidare gli elefanti attraverso i tortuosi passi alpini, simbolo vivente della tenacia cartaginese.
In Roma, il timore cresceva. I consoli Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone, custodi del destino di Roma, furono chiamati a fronteggiare questa minaccia.
A Salinatore fu affidato il compito di confrontarsi con Asdrubale, mentre Nerone fu incaricato di tenere a bada il formidabile Annibale. Entrambi, saggi e cauti, seguivano i loro nemici mantenendo le distanze, ma il terrore di una congiunzione delle forze cartaginesi aleggiava come un oscuro presagio.
Nerone, impegnato nel suo duello strategico con Annibale, apprese dell'avvicinarsi di Asdrubale. Con un ardore divenuto leggendario, marciò implacabile, coprendo più di 500 chilometri in una marcia estenuante, giorno e notte, per unirsi al collega Salinatore vicino a Senigallia.
Arrivato sotto la copertura dell'oscurità, Nerone si unì silenziosamente a Salinatore, mentre il campo cartaginese rimaneva ignaro della sua presenza. All'alba, quando i cartaginesi videro l'esercito romano schierarsi, si accorsero con orrore dell'aumento delle loro forze.
Asdrubale, comprendendo di trovarsi ora di fronte a due consoli, si ritirò prudentemente, ma quella notte, tradito dalle sue guide, si smarrì lungo le rive del fiume Metauro.
Il destino, ormai scritto, portò i romani sulle tracce dei Cartaginesi. Asdrubale trovò i suoi alleati Galli in preda all'ebbrezza, incapaci di combattere. Gli elefanti cartaginesi, simboli di potenza e terrore, riuscirono inizialmente a prevalere, ma Nerone, con una mossa da maestro, dirottò le sue forze sull'altro fianco, dove i Romani riuscirono a sopraffare il nemico.
I Galli, lasciati indifesi, furono massacrati senza pietà.
Asdrubale, con un coraggio che sfidava i cieli, si lanciò nella battaglia, cadendo eroicamente. Nerone, in un gesto di spietata vendetta, tagliò la testa di Asdrubale e la gettò nel campo di Annibale, un messaggio che preannunciava la fine dell'epopea cartaginese e costringeva Annibale a ritirarsi verso l'Africa.
E così, nel fragore e nella gloria, si scrisse una pagina indimenticabile della storia, dove coraggio, tradimento e destino si intrecciarono in un'epica battaglia per il dominio del mondo antico.