
12/07/2025
🙊 Fare scena muta alla maturità
C’è chi sostiene che fare scena muta all’esame sia una provocazione o un segno di debolezza perché non è “normale”. Io penso sia un segno di sensibilità: il tentativo di accendere un fuoco in un luogo evidentemente percepito come buio.
Il silenzio, certe volte, è più comunicativo della parola e quel silenzio, quella scena (volontariamente) muta a me suona non come una barricata, ma come un ponte. Un punte su cui si affaccia un messaggero con un cartello: “Non ci basta la performance, non ci basta rispondere, non ci basta essere valutati. Noi vorremmo essere visti.”
Come esseri umani non impariamo a parlare per dire cose, ma per costruire legami. E a volte, se nessuno ci rispecchia davvero, se quei legami non nascono, le parole si spengono prima di nascere. Magari per sempre.
Ho lavorato tanti anni a scuola. Ho visto ragazzi e ragazze intrappolati in un ruolo scritto da altri, seduti ai banchi come attori costretti a ripetere battute in base alle quali essere valutati. E sotto quella parte scalpitava la voglia di essere persone. Non studenti, non numeri, non voti: persone.
Si dirà che la scuola deve formare, non rispecchiare. Ma la scuola è come un paesaggio visto dal treno: cambia, anche quando sembra ferma.
È ovvio che il mondo del lavoro sarà spesso duro e frustrante per questi ragazzi così sensibili. Ma forse anche quella frustrazione sarà la radice di un cambiamento quotidiano e costante che un giorno ci sembrerà scontato, proprio come oggi ci sembra scontato non essere più bacchettati.
Cosa che invece sembrava “normale” ai nostri nonni.