Counselor Maria Cristina Madera

Counselor Maria Cristina Madera Counselor olistico sistemico relazionale.

11/07/2025

Il dolore taciuto diventa veleno.
Marco ha bullizzato per sentirsi vivo. Matteo ha amato per non morire.
Uno ha ferito per essere visto. L’altro ha resistito finché ha potuto.
Il dolore non curato non sparisce: cambia forma, si trasmette.
Parliamone. Prima che sia troppo tardi.

03/07/2025

Non esistono parole “giuste” davanti a un dolore così. Solo presenza. Solo ascolto.
Il suo racconto non chiede pietà, non cerca risposte: dice la verità nuda di ciò che resta quando un figlio muore.
Come counselor, so che ci sono dolori che non si superano, si portano.
Che il lutto per un figlio non ha fasi lineari, non ha un “dopo” che consola davvero.
Ma riconoscere quel dolore, renderlo visibile, dirgli “ti vedo”, è già un atto di profondo rispetto.
Gloria, anche se si definisce “fantasma”, in queste righe è più viva di tanta gente che si trascina senza mai sentire davvero.
Ha parlato per tante madri e padri che non trovano le parole.
Ha dato voce all’indicibile.
E io la vedo.
La onoro.
E resto in silenzio, accanto al suo dolore, con tutto il rispetto che merita chi continua a camminare con il cuore in frantumi.

La storia di Malika è un intreccio di talento, lavoro e occasioni colte al volo. Ma c’è una frase che merita uno sguardo...
30/06/2025

La storia di Malika è un intreccio di talento, lavoro e occasioni colte al volo. Ma c’è una frase che merita uno sguardo critico: “avevo davanti due strade: essere uno di quei genitori che i figli compatiscono mentre ti spacchi la schiena…”.
Ecco, proprio qui si insinua una narrazione rischiosa: quella che associa dignità solo al “successo visibile”, svalutando chi ogni giorno si spacca la schiena senza applausi né riconoscimenti. La fatica di un genitore non dovrebbe mai essere oggetto di compassione, ma semmai di gratitudine e rispetto.
Non tutti riescono a trasformare la fatica in visibilità o riscatto. E non per questo valgono meno.
Il valore non è in quello che “diventi”, ma in come affronti il quotidiano, con amore, presenza e dedizione. Anche senza palcoscenici.

“Io avevo talento, ma la mia carriera è stata costellata di coincidenze: a 11 anni sono entrata nel Coro della Scala perché ho accompagnato una mia amica a un’audizione. Sono un po’ come Candido di Voltaire, una ventata di ottimismo in un contesto che non prometteva niente di buono. Tutto accompagnato da duro lavoro.

A 11 anni e mezzo ho avuto la prima busta paga dalla Scala. A quell’età già sapevo la differenza tra netto e lordo. Se a 25 anni non avessi pubblicato il mio primo disco, avrei cambiato strada Quando sono diventata grande per il coro di voci bianche sono andata a lavorare nella caffetteria della Scala, in un call center e come cameriera a Le Trottoir, un locale con musica dal vivo sui Navigli. Ero gasata: pensavo a quando sarei diventata una cantante famosa e avrei potuto dire in una intervista che avevo preso ordinazioni ai tavoli. La fortuna si è rifatta viva quando un giorno la cantante del locale era malata, il suo sostituto neppure sapeva le parole del brano. L’ho corretto e lui mi ha gridato: “e allora canta tu”. Ci ho guadagnato un contrattino.

Subito dopo sono andata a cantare jingle pubblicitari e nel frattempo sono diventata mamma Ho capito che dovevo impegnarmi ancora di più, perché avevo davanti due strade: essere uno di quei genitori che i figli compatiscono mentre ti spacchi la schiena oppure - sempre mentre ti spacchi la schiena - guardano con ammirazione”

Malika Ayane ❤️

29/06/2025

Quanti così? 😵‍💫
Qualcuno cantava “ci vuole calma e sangue freddo…”. Impariamo a darci tregua, un passo alla volta, un pensiero alla volta.
Lo so è tanto faticoso a volte, ma se non vogliamo esaurirci dobbiamo provare a farlo quanto più spesso è possibile. VS

Il problema non è la cellulite, le vene o i “buchi alle gambe”.Il problema è uno sguardo che misura il valore di una per...
25/06/2025

Il problema non è la cellulite, le vene o i “buchi alle gambe”.
Il problema è uno sguardo che misura il valore di una persona in centimetri e imperfezioni.
Educare a rispettare i corpi, tutti i corpi, è un atto rivoluzionario.
E amare il proprio è il primo passo per non lasciarlo più in balia del giudizio altrui.

“No te puedes poner shorts con esas piernas tan gordas”.

“No puedes usar ropa corta para que no se te vean las celulitis”.

“Tienes que hacer ejercicio para eliminar esos hoyos en las piernas”.

“Tienes que darte masajes reductores, hacer ejercicio y dieta para arreglar ese cuerpo”.

“No puedes usar mini porque tienes várices”.

Hasta que un día quien habita el cuerpo entendió que cuando ama su diferencia y le muestra al sistema que lo que llama “defecto” es la fuente de su poder, nadie podrá usarlo en su contra.

Ese día, en ese momento, quien habita el cuerpo entiende que cuando se ama se cuida y no se descuida a sí misma por complacer.

Que cuando se respeta y reconoce su diferencia, al sistema no le quedará otra que hacer lo mismo.

Que no hay nada más sexy que sentirte cómoda en tu piel.

Que no todos nacimos para tener la medida establecida, porque no somos una medida.

Ella es quien revela esta belleza:

“Alguien me dijo una vez que mis muslos eran “la ciudad de la celulitis”.

Pero ahora me doy cuenta de que estos muslos cuentan una historia de victoria y coraje.

No dejaré que otros dicten cómo creen que debe verse mi cuerpo para su propia comodidad, y tú tampoco deberías."

Recuerda: cualquier cosa que alguien diga que está "mal" contigo ¡Ése es tu superpoder!

Vía

17/06/2025
Il counselor, una risorsa collettiva. ❤️Da ascoltare con attenzione.
17/06/2025

Il counselor, una risorsa collettiva. ❤️
Da ascoltare con attenzione.

A Radio Vaticana con Voi, Maria Cristina Falaschi counselor professionista, presidente REICO

08/06/2025

La salute mentale è un po’ come gestire una festa esclusiva: non tutti meritano l’ingresso al tuo salotto interiore.

C’è chi può accomodarsi sul divano per una chiacchierata profonda, chi si merita giusto un saluto sull’uscio… e chi deve restare fuori, senza nemmeno il beneficio del citofono.

Imparare a filtrare gli invitati non è snobismo, è buon senso emotivo. Significa capire chi arricchisce l’atmosfera e chi, invece, ti lascia a raccogliere i cocci.

Saper dire “no grazie” è come mettere un bel cartello all’ingresso: “Qui si entra solo con rispetto e reciprocità”.

Un gesto d’amore verso di te e verso la tua serenità.

© Dr. Maurizio Sgambati
www.psicosgambati.it

Chi vive un Disturbo Alimentare non ha bisogno di sentirsi sbagliato, ha bisogno di mani tese non di consigli frettolosi...
06/06/2025

Chi vive un Disturbo Alimentare non ha bisogno di sentirsi sbagliato, ha bisogno di mani tese non di consigli frettolosi.
Ha bisogno di empatia.
Di qualcuno che ascolti, senza giudicare.
Che resti, anche quando non trova le parole, anche nel silenzio.
Ci sono parole sussurrate con leggerezza, che possono fare più male di insulti urlati.
Frasi come:
“Guarda che c’è chi sta peggio di te”,
“Ma dai, ma cosa ti manca?”,
“Basta mangiare no?”.

Non possiamo guarire al posto loro,
ma possiamo essere rifugio.
Possiamo dire che non sono soli, e che si può affrontare e si può risalire.”

04/12/2024

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