04/08/2024
HPV (PAPILLOMA VIRUS), SI INDAGA IL RUOLO DEL MICROBIOMA PLACENTARE, DEL MICROBIOMA CERVICALE E DEL MICROBIOMA ORALE
•L’infezione da papilloma virus umano, o HPV, è associata a un alterato microbioma a livello di placenta, cervice uterina e bocca. È quanto dimostra lo studio preliminare condotto da Heidi Tuominen e colleghi presso l'Università di Turku (Finlandia), pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.
•L’infezione da HPV rappresenta una delle principali cause di carcinoma nelle regioni genitali, anali e orofaringee e, fino a poco tempo fa, si pensava che la sua trasmissione avvenisse esclusivamente per via sessuale.
•Invece, recentemente è stato scoperto come possa essere trasmesso anche verticalmente ovvero dalla madre al neonato attraverso la placenta. È stato inoltre visto in diverse occasioni, come le donne positive a HPV abbiano complessivamente una ricchezza batterica maggiore a livello cervico-vaginale e come quelle soggette a vaginosi batterica siano più predisposte a contrarre l’infezione.
A tal proposito, i ricercatori hanno voluto valutare se la presenza di HPV abbia o meno un’influenza nella comunità batterica di placenta, cervice uterina e bocca.
Per fare ciò sono stati considerati campioni di un totale di 39 donne, negative o positive a HPV. Ecco dunque i principali risultati ottenuti.
•INCIDENZA HPV
La presenza di HPV è stata riscontrata rispettivamente nel 33% dei campioni placentari, nel 23% di quelli a livello di cervice e nel 36% di quelli orali. Tra tutti, l’isoforma HPV16 è risultata la più frequente essendo stata rilevata in tutti i campioni positivi. Alcune pazienti hanno inoltre mostrato positività all’infezione in più di un sito anatomico.
•MICROBIOTA DELLA PLACENTA E HPV
Le caratteristiche emerse sono le seguenti:
A livello di phylum, rispettivamente in donne negative e positive a HPV troviamo:
Firmicutes (58.3% vs. 66.6%)
Proteobacteria (21.1% vs. 15.7%),
Actinobacteria (13.8% vs 10.0%),
Bacteroidetes (6.5% vs. 6.1%);
A livello di famiglia, i gruppi complessivamente dominanti troviamo: Staphylococcaceae (22.5% vs 29.1%), Enterococacceae (15.6% vs 13.8%), Veillonellaceae (8.8% vs 7.4%), Corynebacteriaceae (6.3% vs 0.8%), Moraxellaceae (6.1% vs 0.1%) rispettivamente in campioni HPV negativi e positivi;
A livello di genere maggiormente espressi sono Staphylococcus (22.9% vs 29.5%), Enterococcaceae non classificato (15.6% vs 13.7%), Corynebacterium (6.3% vs 0.1%),
Acinetobacter (6.0% vs 0.1%) rispettivamente in campioni HPV negativi e positivi;
Nessuna differenza considerevole è emersa in termini di ricchezza e diversità batterica tra i due gruppi.
Tuttavia, un’abbondanza leggermente maggiore di Lactobacillaceae, (genere Lactobacillus) e Ureaplasma è stata osservata nei campioni HPV positivi mentre L. iners è risultato più espresso nell’altro gruppo;
Staphylococcus e Lachnospira sono risultati più presenti nei campioni positivi ad HPV ma infettati da una forma meno aggressiva del virus e per questo definiti a basso rischio;
Lactobacillus e Ureaplasma sono invece stati riscontrati tra i campioni HPV positivi ma con isoforme più ad alto rischio;
•MICROBIOTA DELLA CERVICE E HPV
A livello di phylum troviamo:
Firmicutes (91.0% vs. 90.7%),
Actinobacteria (7.3% vs. 5.1%),
Fusobacteria (1.2% vs. 0.1%),
Bacteroidetes (0.2% vs. 3.3%) rispettivamente in donne negative e positive a HPV;
A livello di famiglia il gruppo più abbondante è rappresentato da Lactobacillaceae (89.7% vs. 86.8%) rispettivamente in campioni HPV negativi e positivi. Nei campioni positivi ad HPV si è inoltre osservato un particolare, seppur non significativo statisticamente, incremento rispetto alla controparte di L. crispatus, L. jensenii e della famiglia Coriobacteriaceae.
In campioni negativi ad HPV invece più espressi sono risultati essere i gruppi L. iners, L. reuteri e le famiglie Peptostreptococcaceae ed Enterococcaceae;
A livello di genere, Lactobacillus è risultato essere il dominante in entrambi i gruppi (89.7% in HPV negativi e 86.7% in HPV positivi) mentre un ceppo non classificato di Coriobacteriaceae si è dimostrato più presente nei campioni HPV positivi, Haemophilus e Peptostreptococcus in quelli negativi;
Nessuna differenza statisticamente significativa è emersa in termini di ricchezza e diversità batterica tra i due gruppi.
•MICROBIOTA ORALE E HPV
A livello di phylum troviamo:
Firmicutes (48.9% vs. 53.5%),
Proteobacteria (24.6% vs. 18.6%), Actinobacteria (12.5% vs. 11.8%),
Bacteroides (8.7% vs. 10.6%),
Fusobacteria (3.8% vs. 4.5%) rispettivamente in campioni HPV negativi e positivi;
A livello di famiglia le più abbondanti sono risultate essere: Streptococcaceae, Pasteurellaceae, Veillonellaceae, Micrococcaceae, Prevotellaceae, Neisseriaceae, Gemellaceae, Fusobacteriaceae;
•A livello di genere: Streptococcus, Haemophilus, Veillonella,
Prevotella,
Gemellaceae, Fusobacterium, Actinomyces hanno mostrato la maggiore espressione in entrambi i gruppi sebbene un altro genere non classificato di Bifidobacteriaceae e Finegoldia siano risultati più presenti nei campioni HPV positivi mentre Haemophilus in quelli negativi;
•CONCLUSIONI
HPV è stato riscontrato nel 33% dei campioni di placenta, nel 23% di quelli provenienti dalla cervice e nel 36% di quelli orali;
L’infezione da HPV è associata a una maggior ricchezza batterica solo nei campioni della mucosa orale mentre nei restanti non sembra influenzare la composizione complessiva del microbioma locale;
L’infezione da HPV è associata a una maggiore presenza di Lactobacillaceae e Ureaplasma a livello di placenta, di Haemophilus e Peptostreptococcus nella cervice e Selenomonas spp. nella bocca.
FONTE BIBLIOGRAFICA:
(Scientific Reports Volume 8)
HPV(TRASMISSIONE, FATTORI DI RISCHIO, PREVENZIONE)
Complessivamente, gli HPV, possono essere classificati in:
1) Genotipi a basso rischio (6, 11, 40, 42, 43, 44, 54,61, 70, 72, 81): determinano più frequentemente infezioni asintomatiche, oppure lesioni preneoplastiche di basso grado che regrediscono spontaneamente. I genotipi 6 e 11 sono responsabili dei condilomi anogenitali;
2) Genotipi ad alto rischio (16, 18, 26, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 53, 56, 58, 59, 66, 68, 73, 82): possono essere responsabili di lesioni preneoplastiche di alto grado o di neoplasie (soprattutto 16, 18).
Si stima che più del 50% della popolazione sessualmente attiva contragga l’infezione almeno una volta nella vita; la circolazione del virus è più comune tra gli adolescenti e nei giovani adulti, nella gran parte dei casi decorre in maniera asintomatica e regredisce spontaneamente, senza che il paziente se ne accorga.
In una minoranza di casi si presenta clinicamente con i condilomi o, più raramente, con il carcinoma genitale (più frequentemente a***e).
•TRASMISSIONE:
Il virus viene trasmesso attraverso il contatto diretto, quindi la modalità di contagio più importante è la via sessuale (vaginale, a***e e orale).
A differenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili, affinché avvenga contagio è sufficiente anche il semplice contatto esterno, senza alcuna penetrazione. L’infezione può essere favorita dalla presenza di lesioni cutanee, anche da microtraumi, frequenti durante i rapporti sessuali. I soggetti che possono trasmettere l’infezione sono:
1) uomini e donne con i condilomi, altamente contagiosi;
2) uomini e donne affetti dall’infezione asintomatica, senza manifestazioni cliniche evidenti (più frequentemente).
•I FATTORI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI CONTAGIO NELL' UOMO SONO:
1) promiscuità sessuale (più partner si hanno, maggiore è la probabilità di contagio);
2) mancato utilizzo del pr********vo (il pr********vo può ridurre, ma non abbattere il rischio, poiché il virus si annida anche in regioni che non sono coperte dal pr********vo come l’asta del pene o lo scroto);
3) rapporti anali, perché legati a un più elevato rischio di formazione di microtraumi e lesioni;
4) presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili (herpes genitale, HIV, sifilide, …);
5) sistema immunitario indebolito (per esempio nei soggetti con AIDS);
6) mancata circoncisione (la circoncisione è un fattore protettivo, perché evita l’annidamento dei virus);
7) scarsa igiene personale.
•PREVENZIONE:
Il virus è notevolmente diffuso, per ridurre il rischio di infezione si consiglia quindi di:
1) usare il pr********vo;
2) avere una/un sola/o partner;
3) scegliere una partner con comportamento sessuale non a rischio;
4) mantenere una buona igiene personale (il glande dovrebbe essere scoperto completamente e pulito in maniera accurata);
5) non fumare;
6) non avere rapporti con partner con condilomi genitali in fase attiva,
evitare di avere rapporti se si hanno condilomi in fase attiva (per proteggere la partner dall’infezione).
•COME COMPORTARSI CON IL PARTNER?
La limitazione del numero di partner riduce il rischio di contrarre l’HPV, tuttavia anche soggetti con un singolo partner sessuale nella vita possono infettarsi col virus.
1) Due partner che formano una coppia fissa condividono gli stessi HPV, pertanto dopo la diagnosi di condilomi non è necessario l’uso del pr********vo per evitarne il contagio. In una coppia fissa non è necessario l’uso del pr********vo per evitare la trasmissione del virus che è già presente in entrambi i partner.
2) È poco probabile che il trattamento dei condilomi possa prevenire la trasmissione del virus, in quanto i partner normalmente sono già infettati ancora prima che compaiano i condilomi.
•RAPPORTI SESSUALI CON NUOVI PARTNER PRIMA DEL TRATTAMENTO DEI CONDILOMI?
I Condilomi vengono trasmessi prevalentemente tramite i rapporti sessuali, pertanto fino all’eliminazione delle lesioni vengono sconsigliati rapporti sessuali con nuovi partner.
•RAPPORTI SESSUALI CON NUOVI PARTNER DOPO IL TRATTAMENTO DEI CONDILOMI?
Non ci sono specifiche raccomandazioni riguardo alle informazioni da dare ai futuri partner sessuali sulla diagnosi di Condilomi dopo la cura: la terapia elimina le lesioni, ma non consente di eradicare il virus, pertanto il paziente può ancora trasmetterlo, anche se non è nota la durata precisa dell’infezione. Si consiglia l'utilizzo del profilattico in caso di rapporti occasionali.
RICORDO CHE L'HPV NELL'UOMO È NOTEVOLMENTE IN AUMENTO, IN PRESENZA DI COMPORTAMENTI SESSUALI PROMISCUI ED A RISCHIO, AUMENTA IL RISCHIO DI:
1) CARCINOMA DEL PENE,
2) CARCINOMA A***E, 3) CARCINOMA LARINGEO.
Dr. Stefano Gervasi
LAUREA IN MEDICINA E CHIRURGIA,
SPECIALISTA E MD Ph.D. IN MEDICINA NUCLEARE,
FONDAZIONE GIUSEPPE DI BELLA,
CONSULENTE TERAPIE ONCOLOGICHE INTEGRATE,
MASTER IN DIETOLOGIA E NUTRIZIONE,
MASTER IN CARDIOLOGIA,
FISIONUTRIZIONE E MEDICINA ANTIAGING,
HEALTH PROFESSIONAL FOR CELLULAR MEDICINE,
ESPERTO IN CRONOBIOLOGIA