
03/01/2025
Con l'aumento dell'attenzione verso il benessere psicologico, cresce anche il fenomeno di influencer e coach sui social media che offrono consigli emotivi e relazionali senza una formazione certificata. Un trend che può banalizzare tematiche complesse, mettendo a rischio la percezione della figura dello psicologo come professionista qualificato.
Secondo uno studio Ipsos, il 35% degli italiani riconosce l'importanza del benessere mentale, un dato in crescita rispetto al 2018. Tuttavia, molti si affidano ancora al web per risposte rapide, spesso a causa della carenza di una rete pubblica di supporto.
Come sottolinea il Presidente del CNOP, David Lazzari, questa situazione richiede un cambiamento strutturale e più prevenzione per ridurre il rischio di autodiagnosi e garantire informazioni accurate. “Avremmo voluto più velocità, ma non possiamo ignorare i grandi passi avanti compiuti in questi ultimi anni. La nostra battaglia per costruire una rete pubblica di supporto psicologico sta finalmente dando frutti concreti, e vedremo ulteriori sviluppi nei mesi a venire.”
In questo panorama, la distinzione tra comunicazione e interventi professionali in senso stretto diventa fondamentale. Mentre i social possono essere uno strumento prezioso per sensibilizzare e informare, l’erogazione di terapie richiede un approccio professionale e regolamentato, con finalità ben diverse dalla semplice divulgazione.
“Informare va bene, ma senza banalizzare: la psicologia non è un gioco di società. La nostra battaglia è costruire una rete pubblica capillare per rispondere al disagio psicologico come fattore di rischio primario per la salute,” osserva infine il Presidente Lazzari.