Healthcare Lab - Studio di fisioterapia del Dott. Garau Roberto

  • Casa
  • Italia
  • Rome
  • Healthcare Lab - Studio di fisioterapia del Dott. Garau Roberto

Healthcare Lab - Studio di fisioterapia del Dott. Garau Roberto Healthcare Lab è uno studio di fisioterapia a prezzi da centro convenzionato a Roma. Qui troverai umanità, professionalità e competenza.

20/11/2024

Quello che nessuno ti dice Ciao a tutti e benvenuti al primo episodio di Fisio & Famiglia! Se siete genitori da poco, o magari lo siete già da un po’, sapete esattamente di cosa sto parlando: q…

20/11/2024

“Ma l’amico mio ha avuto lo stesso problema…”

Quante volte noi fisioterapisti sentiamo questa frase? O magari: “Mia zia non riusciva ad alzare il braccio e ha fatto questa terapia. Non posso fare lo stesso?”

Facciamo un piccolo viaggio dentro il nostro corpo per capirci meglio. Prendiamo un movimento semplice come ruotare il braccio verso l’esterno o alzarlo sopra la testa. Sembra facile, vero? Ma dietro questo gesto c’è un concerto di elementi che devono funzionare perfettamente insieme:

1. Le articolazioni

La spalla è come una sfera che ruota in una cavità molto piccola. Se il labbro glenoideo (una sorta di cuscinetto di fibrocartilagine) non tiene la testa dell’omero al suo posto, potremmo sentire dolore o instabilità.

2. I tendini

Sono loro i veri “musicisti” del movimento, permettendo alla spalla di ruotare e al braccio di sollevarsi. Ma basta un’infiammazione (tendinite) o un’usura eccessiva perché il dolore faccia da direttore d’orchestra.

3. I muscoli stabilizzatori

Pensiamo al sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare. Questi lavorano come una squadra, ma se uno è stanco o contratto, gli altri devono compensare, e il risultato potrebbe essere una spalla dolorante.

4. La postura e la scapola

La scapola è la “base operativa” della spalla. Se non si muove bene (perché siamo sempre ingobbiti sul telefono, ad esempio), la spalla non può lavorare in modo fluido.

5. I nervi e il sistema viscerale

A volte il dolore non parte nemmeno dalla spalla. Un nervo compresso a livello del collo o una tensione legata agli organi interni può influire sui movimenti del braccio.

Ecco perché il dolore durante un movimento non ha una “causa unica” valida per tutti. Due persone con lo stesso sintomo – ad esempio, difficoltà a ruotare il braccio – possono avere cause completamente diverse: uno potrebbe avere un’infiammazione al tendine del sovraspinato, mentre l’altro potrebbe avere un’instabilità articolare dovuta a una lassità legamentosa o a una vecchia lussazione mal curata.

👉 Conclusione

Quando sentiamo “Fai come me, che mi è passato!”, fermiamoci un attimo. Il nostro corpo non è un copione già scritto: è un libro unico. Capire la vera causa del problema è il primo passo per risolverlo. Conoscere meglio il corpo ci aiuta a rispettarlo e a scegliere la soluzione giusta! 😉

La fisioterapia non è “una per tutti!” ma “una per te!”. Ricorda: il corpo è unico. Le terapie, pure. E il cugino, beh… può tenersi i suoi consigli! 😂

09/11/2024

L’immagine illustra la condizione della iperlordosi lombare e mostra i muscoli coinvolti nella sua formazione e mantenimento. La lordosi lombare è la naturale curva della parte bassa della schiena, ma in alcuni casi può accentuarsi, creando un’eccessiva curvatura (iperlordosi).

Di seguito i muscoli principali coinvolti:

1. Ileopsoas - Muscolo flessore dell’anca, se eccessivamente contratto può aumentare la curvatura lombare tirando il bacino in avanti.
2. Piccolo Gluteo - Sebbene sia un abduttore, la sua tensione può contribuire a stabilizzare l’anca.
3. Fibre anteriori del Medio Gluteo - Partecipano alla stabilità del bacino e possono influenzare indirettamente la lordosi se sbilanciate.
4. Retto Femorale del quadricipite - è un flessore dell’anca; un quadricipite rigido può contribuire a una postura in tilt anteriore del bacino.
5. Tensore della Fascia Lata - Contribuisce alla flessione e abduzione dell’anca e, se eccessivamente attivo, può favorire uno squilibrio posturale.
6. Muscolatura adduttoria della coscia - Stabilizza l’anca, ma in caso di iperlordosi, la sua funzione può alterarsi.
7. Erettori della colonna e Quadrato dei Lombi - Muscoli della schiena che aiutano a mantenere l’estensione della colonna. La loro tensione è tipica in caso di iperlordosi lombare, poiché lavorano per sostenere la curva accentuata.

Perchè è bene sapere questa descrizione dal punto di vista fisioterapico?

La fisioterapia può intervenire su questa condizione attraverso:

- Allungamento muscolare: lavorando sull'ileopsoas, quadricipite e adduttori per ridurre la trazione in avanti del bacino e favorire un riposizionamento neutro della pelvi.

- Rinforzo dei muscoli antagonisti: allenare i muscoli posteriori della coscia (ischiocrurali) e i glutei per contrastare la forza dei flessori dell’anca.

- Lavoro sulla postura e consapevolezza corporea: migliorando la percezione della posizione neutra della colonna lombare e correggendo le cattive abitudini posturali.

- Esercizi di core stability: rafforzando il core per stabilizzare la zona lombare e prevenire l’eccessiva curva lordotica.

Questi interventi possono contribuire a ridurre il dolore e migliorare l’allineamento posturale, diminuendo la pressione eccessiva sulla colonna vertebrale lombare.

https://educarefisio.com/2024/12/19/il-muscolo-retto-femorale/

https://educarefisio.com/2025/01/23/il-muscolo-quadrato-dei-lombi/

09/11/2024

Benvenuti a un nuovo lunedì di "Anatomia Spassosa: impariamo il corpo umano con un sorriso!" 🎉

Oggi parliamo di qualcosa che non è una borsa da shopping o un accessorio alla moda, ma un elemento fondamentale per il movimento della spalla: la borsa sottoacromiale! 👜💪 Nonostante il nome, questa “borsa” non serve a portare nulla, ma gioca un ruolo cruciale per evitare frizioni fastidiose nella tua spalla. Scopriamo insieme come funziona e perché è così importante per tutti i tuoi movimenti sopra la testa!

Cos’è e dov’è?

La borsa sottoacromiale è un piccolo sacchetto pieno di liquido che si trova sotto l’acromion, una parte della scapola che forma il “tetto” della spalla. 🏠 Il suo compito è quello di fare da cuscinetto tra i tendini della cuffia dei rotatori e l’osso acromiale, riducendo l’attrito quando sollevi il braccio. Pensala come un cuscino ammortizzatore che evita sfregamenti dolorosi quando fai movimenti ampi! 💪🎯

Curiosità divertente

Se la borsa sottoacromiale fosse una vera borsa, sarebbe quella perfetta per le escursioni: leggera, funzionale e pronta a proteggere ciò che c’è sotto di lei! 😄 Ma attenzione, se la riempi di troppo “stress”, come sollevamenti pesanti o movimenti ripetitivi, potrebbe iniziare a infiammarsi, diventando meno simpatica… proprio come una borsa che si rompe sotto il peso delle troppe cose! 😬👜

Funzionamento buffo

Immagina la borsa sottoacromiale come un cuscino scivoloso che permette ai tendini della tua spalla di muoversi senza attrito. 🚀 Ogni volta che sollevi il braccio, questo cuscinetto si assicura che tutto vada liscio, evitando che i tuoi tendini urtino contro l’osso. Ma se lo stressi troppo, è come se quel cuscino si sgonfiasse e iniziasse a diventare fastidioso!

La Borsa Sottoacromiale nel mondo di tutti i giorni

Ogni volta che sollevi le braccia per prendere qualcosa dallo scaffale o metti un piatto in alto in cucina, la borsa sottoacromiale lavora per proteggere la tua spalla! 🍽️ E se pratichi sport come il nuoto o il tennis 🎾, puoi ringraziare questa borsa per tenere tutto fluido e senza dolore. Ma se la sovraccarichi, potresti cominciare a sentire quel fastidioso dolore da borsite!

Parole complicate, spiegate semplici:

• Acromion: la parte dell’osso della scapola che forma un arco sopra la spalla, come una tettoia protettiva.

• Borsite: un’infiammazione della borsa che causa dolore e difficoltà nei movimenti della spalla.

Come si infiamma?

La borsa sottoacromiale può infiammarsi a causa di movimenti ripetitivi o eccessivi sollevamenti delle braccia, portando a una condizione chiamata borsite sottoacromiale. 😖 Questa infiammazione può causare dolore, rigidità e difficoltà a sollevare il braccio. In alcuni casi, potrebbe richiedere riposo, fisioterapia e, nei casi più gravi, un’iniezione o un trattamento medico specifico. 🏥

Momento educativo leggero

Se usi molto le braccia per lavoro o sport, fai attenzione alla borsa sottoacromiale! Dai alla tua spalla qualche pausa e fai esercizi di rinforzo per la cuffia dei rotatori, così da proteggerla e mantenerla in salute. 💪 Anche qualche esercizio di mobilità della spalla può aiutare a prevenire infiammazioni fastidiose! 😊

Curiosità scientifica

La borsa sottoacromiale è una delle numerose borse che il corpo utilizza per ridurre l’attrito nelle articolazioni. Pensala come uno dei tanti piccoli “ammortizzatori” naturali che permettono al nostro corpo di muoversi in modo fluido. E sapevi che, in caso di infiammazione cronica, questa borsa può addirittura ingrossarsi e ridurre lo spazio per i tendini della spalla, causando un conflitto subacromiale? 👨‍🔬👩‍🔬 Ecco perché tenerla in forma è così importante!

Conclusione

Quindi, la prossima volta che sollevi un oggetto in alto o ti alleni con movimenti sopra la testa, ringrazia la tua borsa sottoacromiale per mantenere tutto scorrevole! E ricordati di trattarla con gentilezza, perché se si arrabbia… potresti finire con una fastidiosa borsite! 😄 Ci vediamo settimana prossima per scoprire un’altra meraviglia del corpo umano, sempre con il sorriso! 😊

09/11/2024

Scrocchiarsi le ossa fa male? 🤔

Quante volte ti sei trovato a scrocchiare le dita, la schiena o il collo senza nemmeno pensarci? E magari, ti sei chiesto se questo gesto possa fare male o se sia soltanto una cattiva abitudine. Approfondiamo insieme il tema!

Cosa succede quando scrocchiamo le articolazioni?

Il suono che sentiamo quando scrocchiamo le dita o altre articolazioni è legato a un processo del tutto naturale. All’interno delle nostre articolazioni, il liquido sinoviale funge da lubrificante e contiene gas come azoto, ossigeno e anidride carbonica. Quando facciamo un movimento rapido o estendiamo un’articolazione oltre il normale, si crea uno spazio più ampio all’interno dell’articolazione, e il gas presente si accumula per formare una bolla. Questa, nel momento in cui collassa, produce il caratteristico “crack”!

Scrocchiare le articolazioni fa male?

In generale, la ricerca scientifica ci tranquillizza: non esistono prove che scrocchiare le articolazioni, se fatto saltuariamente, possa causare danni articolari o artrite. È diventato celebre l’esperimento del medico Donald Unger, che per 60 anni ha scrocchiato solo le dita della mano sinistra, lasciando in pace la destra. Dopo decenni, ha confrontato le due mani con una radiografia e ha scoperto che non c’erano differenze: nessun segno di artrite o danno articolare specifico nella mano “scrocchiata” rispetto all’altra.

Bene allora posso stare tranquillo!

In realtà non proprio.. Se il gesto diventa frequente e incontrollabile, potrebbe trasformarsi in una risposta automatica a situazioni di stress o ansia, come un tic nervoso. Per alcune persone, scrocchiare le dita rappresenta un modo per liberare tensione o ansia, quasi un rituale che aiuta a “scaricare” le emozioni. Col tempo, il cervello può consolidare questo comportamento come una risposta inconscia, rendendo difficile interromperlo.

I tic nervosi, infatti, sono gesti ripetitivi che si verificano spesso in modo involontario e possono aumentare in momenti di tensione. Anche scrocchiare le articolazioni può rientrare tra questi, diventando così un’abitudine difficile da controllare. Nonostante il sollievo temporaneo, questa ripetitività può creare tensioni nei tessuti circostanti, come muscoli e legamenti, portando a fastidi o rigidità muscolari.

Cosa fare se diventa un’abitudine difficile da gestire?

Se senti che scrocchiare le dita o altre articolazioni è diventato un gesto frequente e fastidioso, puoi provare alcune strategie per ridurlo:

1. Osserva i fattori scatenanti: identifica i momenti in cui scrocchi più spesso. È in risposta a situazioni di stress? Oppure quando sei annoiato o concentrato? Conoscere le cause aiuta a prendere consapevolezza del gesto.
2. Usa tecniche di rilassamento: pratiche come la respirazione profonda, la meditazione o esercizi di consapevolezza corporea possono aiutarti a rilassarti senza il bisogno di scrocchiare.
3. Sostituisci l’abitudine: prova a rimpiazzare il gesto con un’attività diversa, come stringere una pallina antistress o fare movimenti di allungamento con le mani, che ti permettano di alleviare la tensione senza sollecitare troppo le articolazioni.
4. Consulta un fisioterapista: se il bisogno di scrocchiare è associato a rigidità o fastidi muscolari, un fisioterapista può aiutarti a individuare squilibri posturali o tensioni muscolari alla base del problema, guidandoti verso esercizi mirati.

Quindi? In sintesi?

Scrocchiare le articolazioni non è dannoso se fatto con moderazione, ma è importante essere consapevoli dell’abitudine, specialmente se diventa ripetitiva e incontrollabile. In questi casi, lavorare sulla gestione dello stress e delle tensioni attraverso tecniche di rilassamento o il supporto di un fisioterapista può fare la differenza.

E tu? Sei tra quelli che non riescono a resistere? Raccontaci la tua esperienza nei commenti! 😆

09/11/2024

La mia paziente stamattina: "Dottò, stanotte ‘sta gamba m’ha preso come una morsa... pensavo fosse mio marito che m’afferrava nel sonno!" 🤣🥋

Giuro, abbiamo riso per due minuti! Ma chi non ci è passato? Sei lì, tranquillo nel mondo dei sogni, e all’improvviso... ZAC! Il polpaccio decide che è il momento di farti provare l’ebbrezza di un crampo ninja notturno. La mia paziente mi ha detto che ha iniziato a saltare in giro per la camera come una cavalletta, mentre il marito la guardava come se avesse visto un fantasma. "Oddio, pensavo di dover chiamare l’esorcista!" 😂

Ma allora, che succede davvero durante questi crampi e, soprattutto, come si può evitare di fare una sceneggiata notturna da film d’azione? Vediamo un po’!

1. Perché il polpaccio fa il ribelle? 🦵

I crampi notturni spesso sono il risultato di… rullo di tamburi… disidratazione o carenza di sali minerali (ciao, potassio e magnesio, ci servite!). Praticamente il muscolo, dopo una giornata intensa, arriva a fine giornata col broncio e decide di mandare segnali di protesta proprio quando noi ci stiamo rilassando. Grazie, polpaccio!

2. La sindrome della gamba che prende vita 💥

Quando il crampo arriva, il polpaccio diventa duro come un sasso, e anche se siamo mezzi addormentati, la sensazione è tutto fuorché rilassante. È come se il muscolo dicesse: "Ah sì? Mi lasci tutto il giorno a fare il mulo da soma? Adesso ti faccio vedere io!" 😆

3. Risveglio ninja 🧘‍♂️

Nel panico, molti di noi saltano giù dal letto e cominciano a tentare di camminare, tipo zombie in fase di riscaldamento. Poi ci accorgiamo che, in pratica, sembriamo un incrocio tra una danza tribale e un ballo robotico. E chi ci guarda… beh, non so se sono più stupiti o spaventati!

Ma cosa possiamo fare per evitare il crampo ninja? 💧

Bevete un po’ più acqua, soprattutto se avete passato la giornata di corsa o in palestra. L’acqua è il nostro alleato numero uno!

Prima di andare a letto, fate qualche esercizio per allungare bene i polpacci. Si stenderanno un po' anche i muscoli… e forse evitiamo l’esibizione da atleta notturno.

Mangiate qualche banana, un po’ di spinaci o qualche mandorla. Roba semplice ma che fa davvero la differenza!

E se, nonostante tutto, il crampo vi viene? 🦶

Tirate delicatamente il piede verso di voi e tenete il ginocchio bello dritto. Oppure…
Appoggiate la punta del piede contro il muro e spingete il tallone verso il basso. Il polpaccio si allunga e finalmente smette di urlare!

La prossima volta che il crampo notturno bussa alla porta, sarete pronti a rispondergli con stile! 👊 E voi? Raccontate le vostre “battaglie notturne” contro i crampi nei commenti… vediamo chi ha la storia più ninja di tutte! 🥋👊

02/11/2024

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti a un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉

Oggi scendiamo in profondità per esplorare uno dei muscoli meno conosciuti ma essenziali della spalla: il sottoscapolare.

🔍 Dettagli anatomici

Il sottoscapolare è un muscolo spesso e triangolare, situato nella parte anteriore della scapola. Origina dalla fossa sottoscapolare (sul lato anteriore della scapola) e si inserisce sul tubercolo minore dell’omero. È uno dei quattro muscoli che compongono la cuffia dei rotatori.

Il sottoscapolare è responsabile della rotazione interna dell’omero e della stabilizzazione dell’articolazione della spalla, mantenendo la testa dell’omero ben centrata nella cavità glenoidea.

🌡️ Tipi di dolore

Quando il sottoscapolare è in tensione o infiammato, il dolore può manifestarsi sotto forma di:

- dolore anteriore alla spalla: spesso si avverte nella parte anteriore della spalla e può limitare la rotazione interna del braccio.

- rigidità della spalla: a causa di un’infiammazione o sovraccarico, la spalla può risultare rigida, rendendo difficili i movimenti come infilarsi la giacca o girare una chiave.

💪 Funzione quotidiana

Il sottoscapolare entra in gioco ogni volta che ruoti il braccio verso l’interno, come quando abbottoni una camicia o porti il braccio dietro la schiena. Inoltre, svolge un ruolo chiave nella stabilità della spalla durante movimenti di spinta e trazione, come quando sollevi oggetti pesanti o esegui esercizi di spinta.

🏋️ Esercizio di allungamento (Allungamento della rotazione interna)

Porta il braccio piegato a 90 gradi dietro la schiena, come se volessi toccare l’altra scapola. Con l’altra mano, afferra delicatamente il gomito del braccio allungato e spingi delicatamente verso l’esterno. Mantieni la posizione per 20-30 secondi, poi ripeti sull’altro lato.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Rotazione interna con elastico)

Fissa un elastico a una superficie stabile. Stai in piedi lateralmente all’elastico, tenendo il gomito piegato a 90 gradi vicino al corpo. Afferra l’elastico e ruota internamente l’avambraccio verso il corpo, mantenendo il gomito fermo. Torna lentamente alla posizione di partenza e ripeti per 10-15 volte su ciascun lato.

🔬 Curiosità scientifica

Sapevi che il sottoscapolare è il più grande e forte tra i muscoli della cuffia dei rotatori? È anche quello meno frequentemente lesionato rispetto agli altri muscoli della cuffia, ma quando è contratto o accorciato, può limitare seriamente la rotazione interna della spalla, influenzando le attività quotidiane.

💬 Conclusione

Il sottoscapolare è un muscolo spesso sottovalutato, ma essenziale per la stabilità e il corretto funzionamento della spalla. Rinforzarlo e mantenerlo flessibile è fondamentale per prevenire lesioni e migliorare la funzionalità globale della spalla.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di Muscolandia! 🌟

02/11/2024

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti al nuovo episodio di “Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!” 🎉

Oggi ci spostiamo nella zona profonda dei glutei per esplorare un muscolo piccolo ma potente, spesso associato a dolori fastidiosi nella parte bassa della schiena o all’anca: il piriforme!

🔍 Dettagli anatomici

Il piriforme è un muscolo triangolare situato in profondità nella regione glutea. Origina dalla superficie anteriore del sacro (la parte inferiore della colonna vertebrale) e si inserisce sul grande trocantere del femore, l’osso prominente dell’anca.

La sua funzione principale è la rotazione esterna dell’anca, specialmente quando l’anca è estesa, e l’abduzione dell’anca (allontanamento della gamba dal corpo) quando l’anca è flessa.

🌡️ Tipi di dolore

Il dolore associato al piriforme è spesso conosciuto come sindrome del piriforme. Questo si verifica quando il muscolo si irrigidisce o si infiamma, comprimendo il nervo sciatico che passa nelle sue vicinanze. Questo può provocare:

- dolore lombare: simile al dolore sciatico, che si irradia nella parte bassa della schiena e lungo la gamba.

- dolore al gluteo: una sensazione di tensione o crampi profonda nella zona dei glutei.

💪 Funzione quotidiana

Il piriforme è attivo ogni volta che ruoti la gamba verso l’esterno, come quando cambi direzione camminando o quando esegui movimenti di rotazione del corpo. Inoltre, partecipa alla stabilizzazione dell’anca durante attività come camminare, correre o stare in piedi su una gamba sola. Se trascurato, può diventare una fonte di dolori fastidiosi!

🏋️ Esercizio di allungamento (Stretch del piriforme a terra)

Sdraiati sulla schiena con le ginocchia piegate. Porta la caviglia destra sul ginocchio sinistro, formando una figura a “4”. Afferra la parte posteriore della coscia sinistra e tira delicatamente verso il petto. Mantieni la posizione per 20-30 secondi, sentendo l’allungamento profondo nel gluteo e nel piriforme. Cambia lato.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Rotazione esterna dell’anca con elastico)

Seduto su una sedia o in piedi, avvolgi un elastico attorno alle cosce appena sopra le ginocchia. Mantieni i piedi distanziati e le ginocchia piegate. Ruota le ginocchia verso l’esterno contro la resistenza dell’elastico, attivando il piriforme. Torna lentamente alla posizione iniziale e ripeti per 10-15 volte per lato.

🔬 Curiosità scientifica

Lo sapevi che circa il 15% della popolazione ha il nervo sciatico che attraversa direttamente il muscolo piriforme invece di passare sotto di esso? Questo rende queste persone più inclini a sviluppare la sindrome del piriforme, poiché una tensione eccessiva in questo muscolo può facilmente irritare il nervo sciatico!

💬 Conclusione

Il piriforme, pur essendo piccolo, ha un grande impatto sulla mobilità e sul benessere dell’anca e della parte inferiore della schiena. Mantenere questo muscolo flessibile e ben allungato è cruciale per evitare problemi come la sindrome del piriforme, migliorando anche la qualità del movimento nella vita quotidiana.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di Muscolandia! 🌟

01/11/2024

L'importanza della relazione tra muscolo psoas e intestino: un approccio fisioterapico

Nel campo della fisioterapia, una visione globale del corpo umano è essenziale per comprendere le interazioni tra i vari sistemi anatomici. Uno degli esempi più interessanti di queste interconnessioni è la relazione tra il muscolo psoas e l'intestino. Questa connessione, spesso trascurata, può avere un impatto significativo sulla salute muscolo-scheletrica e viscerale dei pazienti. In questo articolo, esploreremo l'anatomia e la fisiologia del muscolo psoas e dell'intestino, e come una disfunzione in una di queste strutture possa influenzare l'altra, con un focus sull'approccio fisioterapico al trattamento.

Anatomia e fisiologia del muscolo psoas

Il muscolo psoas, insieme al muscolo iliaco, costituisce il complesso ileopsoas, uno dei muscoli più profondi del corpo. Origina dalle vertebre lombari e si inserisce sul piccolo trocantere del femore, rendendolo essenziale per la flessione dell'anca e per la stabilizzazione della colonna lombare. Lo psoas è anche coinvolto nella respirazione diaframmatica e agisce come collegamento tra il tronco e gli arti inferiori. A causa della sua posizione e del suo ruolo, lo psoas può facilmente essere influenzato dalle strutture circostanti, inclusi gli organi viscerali, in particolare l'intestino.

Interazione tra muscolo psoas e intestino

L'intestino e lo psoas condividono una stretta relazione, soprattutto attraverso le connessioni fasciali. Il peritoneo parietale e viscerale, che riveste gli organi addominali, è strettamente connesso con il muscolo psoas, e il movimento di entrambi può influenzarsi reciprocamente. Quando ci sono problemi a livello intestinale, come infiammazioni o tensioni, il muscolo psoas può reagire contraendosi, causando dolori alla schiena o all'anca. Allo stesso modo, una disfunzione dello psoas, come un aumento di tensione o una contrattura cronica, può esercitare una pressione sugli organi viscerali circostanti, contribuendo a problemi digestivi come stipsi o disturbi dell'alvo intestinale.

Un esempio pratico è la relazione tra il cieco e lo psoas. Il cieco è situato molto vicino all'inserzione dello psoas destro, e una tensione fasciale o una disfunzione del cieco può stimolare eccessivamente lo psoas, causando dolori riferiti alla zona lombare o alterazioni posturali.

Implicazioni cliniche della relazione psoas-intestino

I sintomi legati a questa relazione possono essere vari e talvolta confondenti. Un paziente può presentare dolori lombari senza una causa apparente, ma una valutazione più approfondita può rivelare una problematica viscerale. Viceversa, pazienti con disturbi digestivi cronici possono manifestare dolori muscolari che, di primo acchito, sembrano non avere correlazioni dirette con l'intestino. Dolori al basso ventre, all'inguine o nella zona lombare possono tutti essere segni di una problematica viscerale che coinvolge il muscolo psoas.

Approcci fisioterapici per il trattamento della relazione psoas-intestino

In fisioterapia, trattare in maniera integrata il sistema muscolo-scheletrico e quello viscerale è cruciale per ottenere un recupero completo e duraturo. Alcuni degli approcci più efficaci includono:

- rilascio miofasciale: il rilascio delle tensioni fasciali nel muscolo psoas e nei tessuti circostanti può migliorare la mobilità viscerale e ridurre la tensione che si ripercuote sugli organi addominali. Questa tecnica mira a ripristinare l'elasticità dei tessuti e a migliorare la circolazione nelle aree coinvolte.

- mobilizzazioni viscerali: queste tecniche prevedono il trattamento diretto degli organi interni attraverso mobilizzazioni dolci. Per esempio, il trattamento delle aderenze viscerali può migliorare la mobilità del cieco e alleviare le tensioni riflesse sullo psoas.

- esercizi di allungamento e rinforzo per lo psoas: un programma di esercizi mirati può aiutare a migliorare la flessibilità e la forza del muscolo psoas, riducendo così l'impatto di eventuali tensioni sugli organi viscerali. Esercizi come lo stretching del muscolo psoas e tecniche di core stability sono particolarmente utili.

- rieducazione funzionale posturale: migliorare la postura e l'allineamento corporeo anche attraverso la corretta respirazione può ridurre la tensione sul muscolo psoas e prevenire disfunzioni a livello intestinale. La consapevolezza della respirazione diaframmatica e delle posizioni ergonomiche può essere parte integrante del piano terapeutico.

Conclusione

La relazione tra il muscolo psoas e l'intestino è un esempio chiaro di come il corpo funzioni come un'unità integrata. Per i fisioterapisti, comprendere e affrontare questa interazione è fondamentale per garantire un trattamento efficace e completo dei pazienti. Attraverso un approccio che combina terapia manuale, esercizi mirati e una valutazione approfondita, è possibile ridurre i sintomi muscolo-scheletrici e viscerali, migliorando la qualità di vita del paziente.

Indirizzo

Circonvallazione Aurelia 19
Rome
00165

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 20:00
Martedì 08:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 20:00
Giovedì 08:00 - 20:00
Venerdì 08:00 - 20:00
Sabato 08:00 - 13:00

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Healthcare Lab - Studio di fisioterapia del Dott. Garau Roberto pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Healthcare Lab - Studio di fisioterapia del Dott. Garau Roberto:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare

MISSION

Healthcare Lab è uno studio di fisioterapia a Roma ma soprattutto una seconda famiglia per tutte le persone che ogni giorno vengono curate e trattate con la massima professionalità, competenza e umanità.

I valori che spingono Healthcare Lab ad essere un punto di riferimento per numerosissime persone sono la professionalità, la competenza e la disponibilità del fisioterapista, l'onestà dei prezzi delle terapie e l'atmosfera familiare che si respira all'interno dello studio.

L'obiettivo principale della struttura è quello di far sentire la persona trattata al centro di un percorso terapeutico dove il fisioterapista lavora in equipe con tutte le figure professionali che girano intorno alla persona, con il fine ultimo di riportare il paziente ad uno stato di benessere soddisfacente. Tutto questo arricchito da consulenze fisioterapiche e collaborazioni con medici di base, fisiatri e ortopedici.